“La depressione è una signora in nero, quando appare non bisogna scacciarla ma invitarla alla nostra tavola per ascoltare cosa ci dice.”
venerdì 30 dicembre 2022
lunedì 26 dicembre 2022
martedì 20 dicembre 2022
Non sono un fan del Natale, per vari e svariati motivi, ma se lo si interpreta come fa Enzo Bianchi nel testo che vi presento, allora la cosa cambia.
Abbiamo tutti bisogno di miti e di riti e tutti abbiamo bisogno di speranza , di credere che ci sia la possibilità di una vita più vera e piena.
Allora ben venga il Natale, in questa accezione....e che sia gravido di positività per tutti noi.
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Nel sapiente e poetico testo di Antoine de Saint-Exupéry, la volpe dice al principe: “Ci vogliono i riti, ovvero ciò che rende un giorno diverso da altri giorni, un’ora diversa da altre ore”. Proprio per questo, ormai vicini al Natale, la festa più sentita e celebrata nel nostro occidente, nelle notti più lunghe dell’anno noi cerchiamo di rendere luminosi questi giorni con migliaia di luci che dovrebbero creare un’atmosfera “altra”, gioiosa, nelle nostre città e nelle nostre case.Le luminarie erano già presenti al tempo dei romani, prima che il cristianesimo si impadronisse di questa ricorrenza del “sole invincibile” per farne la memoria della nascita di Gesù, il Salvatore dei cristiani, confessato come “sole che non tramonta” e “luce del mondo”. Dunque, Natale è festa della luce che vince le tenebre, simbolo di un evento atteso e desiderato da gran parte dell’umanità: accendere molte luci è fare resistenza all’oscurità, è affermare che le tenebre non riescono a sopraffare la luce, è invito a fare festa insieme.Si diceva nei mesi scorsi che quest’anno, a causa della crisi energetica che si è abbattuta sul nostro paese, non ci sarebbero stati i soliti addobbi luminosi nelle città anche come segno di solidarietà con quelli che soffrono in modo terribile il freddo, soprattutto in Ucraina. Ma poi tutto è stato predisposto come gli altri anni forse perché non sappiamo essere conseguenti con le emozioni che proviamo e arriviamo anche a manifestare con generosità di sentimenti, e forse perché far festa anche nei giorni cattivi ci può aiutare ad aprire l’umile speranza di un orizzonte luminoso.Questo Natale arriva come un Natale di guerra, un Natale nel quale ci sono tutti i segni che la pandemia non è ancora del tutto sconfitta, in un’ora di grave crisi politica nel nostro paese per la mancanza di uomini e donne che abbiano senso di responsabilità, siano esperti dell’arte del governare, nutrano una visione sul futuro della nostra società e testimonino un’etica che sia in grado di contrastare ogni forma di corruzione. In questi giorni non è facile festeggiare, a meno di restare superficiali, non vulnerabili dalle situazioni di sofferenza e di ingiustizia che sembrano cancellare ogni speranza. Ubriacati dal clima festoso non ci indigniamo più per la guerra in Ucraina, per i migranti che continuano a morire nel Mediterraneo e sulle fredde rotte europee, per la persecutoria oppressione delle donne in Iran, per i maltrattamenti subiti dai carcerati nelle nostre prigioni. Come si può celebrare Natale senza essere consapevoli di queste realtà in cui siamo immersi e delle quali in certi casi siamo anche responsabili?
Mi rincuora il fatto che il Natale, per i cristiani, non dovrebbe essere la festa della nascita di Gesù: si festeggia il fatto che lui è il Veniente che viene a portare giustizia, liberazione, pace per tutte le vittime della storia, per tutti quelli che desiderano, invocano, attendono un cambiamento della loro condizione! Se il Natale ha un significato veramente cristiano è questo: non è solo una festa per Gesù che nasce, sarebbe regressione psicologica e spirituale, ma è soprattutto una festa per il Messia che viene a reintegrare nella pienezza della vita tutti quelli che ne sono privi.Natale è festa di speranza per tutti quelli che, cristiani o non cristiani, vogliono che il mondo cambi.
ENZO BIANCHI
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domenica 18 dicembre 2022
"La vera generosità verso il futuro sta nel dare tutto al presente" A. Camus
Troppo spesso siamo concentrati sul futuro, su ciò che dovremo vivere , su ciò che ci aspetta e ci dimentichiamo di ciò che stiamo vivendo ORA.
Joko Beck diceva sempre di stare con la sensazione presente, gradevole o sgradevole, senza fughe in avanti, stare con ciò che si prova in questo momento.
Dare tutto al presente è dare tutta la nostra attenzione/consapevolezza a ciò che stiamo sperimentando , e,oltretutto, è l'unico modo per creare fondamenta per il futuro.
La pratica meditativa è questo dare tutto al presente, stare con ciò che c'è senza sfuggirlo, senza giudicarlo , accogliendolo come un dono.
E' un lavoro faticoso, perchè è così facile crogiolarci nel passato o proiettarci nel futuro, eppure è l'unica chance che abbiamo.
Diamo tutto al presente e il futuro si farà da sè!
a proposito di percezione del presente ,un video de Neva Papachristou
sabato 17 dicembre 2022
Sicuramente la conoscete, certo è che tutte le volte che la rileggo ne sento la potenza , mistica ed ecologica, percepisco la grandezza di chi sapeva vivere con saggezza e dignità su questa terra , rispettandola e imparando da essa.
I nativi americani hanno molto da insegnarci e Dudjom Rimpoche disse che trovava molte affinità fra la spiritualità tibetana e quella Lakota.
Scoprite e riscoprite questa parole di saggezza, ne abbiamo un disperato bisogno!
Ne abbiamo bisogno in un mondo ove ogni cosa è in vendita, anche la spiritualità(basta vedere il business che c'è attorno alle varie forme di meditazione) , per non parlare di ogni altro aspetto del nostro mondo e della nostra vita, la gratuità pare scomparsa, tutto ha un prezzo......
Eppure tutto ciò che veramente conta non si può comprare e, come dice il piccolo principe: l'essenziale è invisibile agli occhi.
Lettera di Capo Seattle
sabato 10 dicembre 2022
Qualcuno( a seguito del post precedente), come ovvio, mi ha fatto presente che non ha senso parlare di bontà fondamentale e non parlare di Dio....in primis nessun credente è obbligato a leggere ciò che io e tutti gli altri Buddhisti scrivono, omettendo, per ovvi motivi, il discorso di Dio.....a seguire , se il termine bontà è per voi troppo legato all'idea di Dio( ma è un termine scelto da Trungpa Rimpoche per tradurre il concetto di Alaya), possiamo usare sanità fondamentale o purezza.....
L'dea di Dio , come un essere personale che interviene nella storia, tipico della cultura Giudeo-Cristiana, non è ,in alcun modo, presente nell'esperienza del Dharma; personalmente penso (ma anche molti maestri hanno detto lo stesso,anche cristiani) che spesso sia solo una proiezione dei nostri desideri (il vero Dio è indicibile e inimmaginabile dice Odile van deth----biblista e teologa) e nulla ha a che fare con l'Assoluto.
Dire che Dio è buono......è solo un proiettare i nostri desideri, molto meglio l'dea del Dio Hindu che è ha in sè il bene e il male, la creazione e la distruzione , in modo non duale.
Dopo di che ognuno crede ciò che vuole , ma non si può pretendere che io scriva di cose che non credo , e di cui non ho esperienza, la fede è grazia(come insegna il catechismo e non scelta.,come dovrebbero ben sapere i "credenti"....o ti viene data oppure non è che te la puoi creare) e io questa grazia non l'ho ricevuta......abbiate pietà di me!!!
giovedì 8 dicembre 2022
"C'è uno stato fondamentale di esistenza che è fondamentalmente buono e su quello
possiamo fare affidamento. C'è spazio per rilassarsi, per aprirsi. Possiamo fare
amicizia con noi stessi e con gli altri. Questa è la virtù fondamentale
di alaya, o bontà fondamentale. " Chogyam Trungpa
Quando pensiamo a noi stessi, forse perchè influenzati da un certo pensiero dualistico di stampo giudeo-cristiano-aristotelico, tendiamo a soffermarci sui difetti(peccati?) , sui problemi e sulla carenze invece che sulla bontà fondamentale, cioè la qualità intrinsecamente illuminata del nostro essere o mente.
Trungpa Rimpoche insisteva sul riconoscere alaya, la bontà fondamentale, nel dimorare in essa.
Meditare è smettere di menarsela su buono e cattivo, giusto e sbagliato, rilassarsi e lasciarsi andare allo stato naturale della mente e riconoscerne la essenziale purezza e bontà.
L'essenza della mente è come uno specchio, rimane pura indipendentemente da ciò che riflette.
La nostra mente superficiale o piccola mente può essere nevrotica, contorta, malata ma la grande mente (l'essere che è in noi) rimane sempre fondamentalmente pura .
Non è qualcosa da comprendere intellettualmente ma qualcosa da esperire, solo facendone esperienza possiamo veramente fare amicizia con noi stessi e col mondo.
La pratica meditativa è lo strumento per accedere ad alaya, una pratica onesta e autentica così come ci è stata insegnata dai maestri della nostra tradizione.
Ogni tanto, qualcuno finisce per chiedermi: dopo la morte che cosa c'è? e io, citando una storia di un maestro zen, tendo a rispondere: non lo so, sono ancora vivo!
In realtà è una domanda fondante del nostro essere uomini coscienti della propria mortalità , sicuramente il mio gatto non ha problemi del genere.
Ammetto che, pur essendomi posto queste domande, non mi sono mai appassionato alle possibili, ipotetiche risposte, ho sempre pensato che si debba vivere bene il tempo che si ha e la "buona morte" sarà la naturale conseguenza , qualunque cosa voglia dire.
Enzo bianchi ha dato alle stampe un volume su questa domanda e qui c'è il video di un suo dialogo con Vito Mancuso per la presentazione dello stesso..
Può essere, al di là di come la si pensi, uno stimolo di riflessione.
domenica 4 dicembre 2022
" La morte fisica del nostro corpo non è la sola esperienza che noi possiamo fare della morte. Esistono
infatti innumerevoli morti che costeggiano le nostre vite. Questo significa che ciascuno di noi ha fatto
molteplici esperienze di cadute, separazioni, scomparse, abbandoni, perdite. La nostra vita appare
circondata da tutte le perdite che l’hanno segnata, dalle ferite che le separazioni le hanno impresso,
dai fantasmi dei nostri morti." M. Recalcati
La nostra vita è intersecata da innumerevoli morti: di amori, lavori, passioni, amicizie, credi o idee....potremmo dire che come siamo fatti di incontri siamo, allo stesso modo, fatti di lutti e separazioni(l'altra faccia dell'incontro).
Tutti gli incontri che ho fatto e mi hanno forgiato prima o poi diventano separazioni, è inevitabile.
Saper cogliere la creatività della separazione, così come dell'incontro, è qualcosa di rigenerante , non per nulla nel Cristianesimo il mito fondante è la resurrezione, cioè una nuova vita che nasce dalla morte, dalla separazione.
In fondo il processo psicologico del lutto è un attraversare la separazione, la morte, per ritrovare nuove direzioni e senso.
Saper celebrare gli incontri e le separazioni è fondamentale per il nostro essere pienamente umani.
Purtroppo è qualcosa che abbiamo perduto,tutto viene bruciato nella velocità senza darci il tempo di elaborare con piena consapevolezza le esperienze vissute, semplicemente passiamo alla prossima come se ciò che abbiamo vissuto non abbia avuto importanza, rimuoviamo il dolore e ci stordiamo nel fare compulsivo.
Prenderci il tempo di elaborare i nostri piccoli/grandi lutti è permettere che ciò che si è perduto riviva in noi.
Saper darsi tempo è una antica saggezza che andiamo perdendo , per questo la pratica meditativa col suo farci"perdere tempo senza far nulla" può essere un buon modo per riprenderci spazi e tempi per stare con noi stessi, per lasciare sedimentare i vissuti, gioiosi o dolorosi, e permettere che diventino nutrimento per la nostra "anima".
" Un uomo è ricco in proporzione al numero di cose di cui può permettersi di far senza."Henry David Thoreau
Mi è tornata in mente questa frase del grande filosofo americano mentre mettevo a posto le mie migliaia di libri....
Di colpo mi sono chiesto se potrei farne a meno, se tutto ciò che ho accumulato mi serve veramente....
Guardavo quella montagna di carta che ho tanto amato e, di colpo, sentivo chr non era per nulla importante, potevo farne a meno.
Mi sono rimboccato le maniche e ho selezionato varie borse di libri da dare via.....chissà perchè li tenevo lì a prendere la polvere.
Quante cose abbiamo che sono inutili, quando non dannose, in primis i troppi pensieri, poi i troppi attaccamenti e tutto il resto a seguire.
Fare un pò di pulizia, internamente ed esternamente è una pratica salutare, ci rende più essenziali .
Comincio a capire la mia amica Franca che quando sentì la fine vicina cominciò a donare agli amici tutto ciò che aveva in casa e non era strettamente necessario.
Essenzialità e frugalità sono valori da riscoprire per una vita che sia autentica.
vangelo di Tommaso sesta puntata.........poi stop......questo blog non ha visualizzazioni.( due/tre)....le prossime puntate le trovate sul ...

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"Soffermarsi troppo sull'io causa una terribile stanchezza:Un uomo in questa condizione è sordo e cieco a tutto il resto: è la sta...