giovedì 23 settembre 2021

 LIBERTA' E RESPONSABILITA'(per non parlare della consapevolezza) sono concetti che dovrebbero sempre andare insieme, anche se di questi tempi la cosa non va tanto di moda.

Che la mia libertà finisca dove comincia quella altrui ,dovrebbe essere qualcosa di assodato ,invece sempre più voci urlano affinchè la propria libertà sia senza limiti in una sorta di delirio anarcoide.

Nell'ottica buddhista ogni nostro pensiero/emozione/pulsione va consapevolmente osservato e portato nell'atto solo se siamo ,ragionevolmente , sicuri che non arrechi danno e noi e agli altri, perchè ,in caso contrario, si crea karma negativo .

Indipendentemente che crediamo nel karma, credo sia buona prassi per chiunque valutare se le nostre scelte/azioni possono avere degli esiti nefasti o anche solo fastidiosi per gli altri....è questione di banale rispetto!

Se voglio andare in spiaggia alle due del pomeriggio in pieno agosto e ho con me il mio cane dovrei preoccuparmi anche di come sta lui sotto il sole a picco e sulla sabbia rovente, oltre che preoccuparmi della mia abbronzatura....così come non dovrei mettermi ad ascoltare hard rock a tutto volume in condominio quando i vicini dormono o riposano....tanto per fare esempi banali.

Ognuno di noi è libero (per quella piccola parte di libero arbitrio che abbiamo) ma non di creare fastidio a danno ad altri, è il minimo sindacale per una coesistenza pacifica e per un minimo di non-violenza.

Sono concetti banali? sicuramente, ripetuti anche da mille parti , ma sempre più disattesi in questo mondo alla deriva.

Se non ritroviamo quel minimo di gentilezza amorevole (per usare un termine buddhista) nei confronti di chi ci circonda, altro che karma negativo, si va alla disgregazione di ogni convivenza civile.

Mi facevano vedere sui social  due rapper di due quartieri differenti di Milano, che istigavano i loro fans a scontrarsi per mostrare la superiorità di uno o dell'altro quartiere!

Ai miei tempi la musica portava valori di Pace e Amore, ora di violenza e sopraffazione, che degrado!

Altro che meditazione. misticismo ecc.mi accontenterei anche solo di un pò di buon senso e gentilezza reciproca, sarebbe già qualcosa e ci permetterebbe di vivere un pochino meglio.

Impariamo anche solo a sorridere a chi incontriamo, a fare un saluto, a volte basta poco per creare un'atmosfera meno pesante.

sabato 11 settembre 2021

 " l’appartenenza non la si crea con legami di dipendenza, né con soggezioni psicologiche, né con riferimenti affettivi ad un’unica persona, né delegando un altro a darci la vita che non troviamo in noi. L’appartenenza non la si crea neppure con l’etica del dovere, o con il solo ricorso alla forza della volontà, o con una iper-responsabilità che diviene autolesionistica, ma la si crea trovando radici e motivazioni in noi stessi" L. Manicardi

Come appartenere ad una comunità, fede, Via ecc. in modo sano e non nevrotico?

"Trovando radici e motivazioni in noi stessi" dice Manicardi,indiscutibile, ma come trovare queste radici e motivazioni?

Prima di tutto ascoltandoci, l'arte dell'ascolto del proprio Sè è il fondamento, senza ascolto autentico finiamo per seguire solo la voce dell'Io che non può che portarci fuori strada.

Ascoltare la nostra voce interiore, connettersi con la nostra natura illuminata , solo così possiamo trovare vere radici e motivazioni.

Chi inizia la pratica meditativa o qualunque altra via, se non ha radici e non è veramente motivato ,prima o poi,lascia.....o si attacca in modo malato alle sole forme esteriori(regole, riti ecc) senza mai andare in profondità.

Non possiamo motivarci col senso del dovere,con la forza di volontà o altri giochi dell'IO, la motivazione deve nascere dalle profondità del Sè oppure non è vera motivazione.

La vita monastica, con la supervisione dei superiori e dei confratelli (sangha) ,nasce dal bisogno di smascherare le false motivazioni e spingere verso una sempre maggiore autenticità.

Anche senza vivere in monastero il confronto con un insegnante e dei compagni di percorso può essere utilissimo per capire se la nostra pratica è autentica o se ,invece, è egoica e autoreferenziale.

Aiutarsi a vicenda a smascherare le nostre astute automenzogne  è qualcosa di utilissimo e veramente fraterno , che pone le basi per autentiche amicizie spirituali.

domenica 5 settembre 2021

" Dove non c’è piú la mistica ci sono le regole" L.C. Candiani

Decisamente vero.....ogni religione strutturata nasce quando lo slancio mistico iniziale scompare, ecco nascere le regole, le limitazioni ,le "morali".

Questo è accaduto in ogni tradizione ed è per questo che dobbiamo riconoscerne i limiti, sono solo dita che indicano(quando ancora sanno indicare) la luna, ma la luna è altro.

Dobbiamo ritrovare il nostro slancio mistico, la nostra innata capacità di contemplare, cioè di aprirci meravigliati a tutto ciò che è, senza negare o rimuovere nulla.

Accogliere la vita in un tutte le sue forme, in pienezza, anche se , a volte, ci terrorizza e ci ferisce, questo è il segreto del mistico.

Le regole ci aiutano a creare contenitori rigidi in cui ci sentiamo sicuri, protetti da certezze morali: questo è giusto, questo sbagliato, contenitori o bozzoli che non ci soffocano e non ci permettono di trasformarci in farfalla e volare.

Forse il nostro volo sarà brevissimo come quello della farfalla ma sarà di una bellezza piena di grazia.

Se il nostro meditare ha un senso, beh è quello di risvegliare il nostro lato mistico e contemplativo, di distendere le ali e arrischiare il volo , oltre i confini sicuri delle nostre pseudo-sicurezze

venerdì 3 settembre 2021

 " nessuno può conoscere i propri figli, più che altro risultano essere lo specchio dei nostri errori" M.Miller

Sono "inciampato" in questa affermazione l'altro giorno, dopo una discussione, un pò più accesa del solito, con uno dei miei figli.

Quel giorno ,in effetti, vedevo in lui esattamente alcuni miei comportamenti sbagliati, in una sorta di gioco di specchi piuttosto doloroso.

Non so se la Miller ha completamente ragione, certo è che, a volte , coglie nel segno.

Riflettendoci questo vale per i figlio biologici ma anche per quelli spirituali (allievi e studenti) che finiamo per influenzare con i nostri errori, con le nostre proiezioni e e nevrosi.

Chi ha mai detto che gli insegnanti(spirituali e non) sono privi di qualsivoglia nevrosi irrisolta?

Sarebbe bello e funzionale ma siamo tutti umani e anche il più illuminato si porta dietro il suo fardello esistenziale ,va da sè che può, anche inavvertitamente, farlo gravare sugli allievi.

Non c'è nulla di peggio dell'allievo che si beve le nevrosi del maestro insieme con l'insegnamento e che finisce per scimmiottarlo sia nel bene che nel male.

Dovremmo fare crescere i nostri figli e allievi in modo che vadano per la loro strada e con le loro gambe ,non copiando la nostra e appoggiandosi sempre a noi, dovremmo ma spesso non lo facciamo.

Il famoso detto recita :" se incontri il Buddha uccidilo" , dovremmo fare altrettanto con padri e maestri e loro ne dovrebbero essere felici.

Non sempre è facile per noi padri e maestri , anzi spesso è difficilissimo ma, prima o poi, dovremo pure accettare che escano dal nido se devono imparare a volare!

Per il momento guardo nello specchio dei miei figli e allievi e vedo nitidamente i miei errori, in fondo è un bell'insegnamento ,anche se non non sempre piacevole.

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Una bella canzone di Finardi, sul tema....




 vangelo 9