lunedì 22 gennaio 2018

Ho visto sul web ,ora la danno su raitre, la fiction :LA LIINEA VERTICALE con Valerio Mastrandrea.....
Non sono certo un gran estimatore della tv ma questa volta devo ammettere che hanno fatto un lavoro notevole....
E' una riflessione sulla malattia e la paura della morte ambientato in ospedale fra malati di tumore,una fiction non banale e con un certo risvolto "spirituale"
Credo non facccia male vederla, anche ai giovani, per riflettere sull'impermanenza  e sulla fragilità del nostro essere.

lunedì 15 gennaio 2018



questo è stato pubblicato sul resto del carlino......sono mie riflessioni sulle novità per i licei....

Dopo tante altre amenità della Buona scuola ora la MInistra non -laureata ha partorito il liceo della durata di quattro anni,invece dei canonici cinque......e la novità è già sbarcata a Reggio e dal prossimo anno sarà operativo presso l'Istituto Zanelli.
Questa mirabolante innovazione segue il solco, assai discutibile, dell'anticipazione a tutti i costi: elementari a cinque anni, nido a pochi mesi, corsi di inglese a tre anni ecc. ,anticipazione che molti psicolgi ritendono rischiosa perchè ci sono tempi di crescita e di apprendimento che vanno rispettati o si può andare incontro a problematiche varie.
Chi ha vissuto l'esperienza di un Liceo degno di questo nome sa bene che già cinque anni di studio erano risicati per poter assimilare bene tutta quella mole si sapere......pensare di restringere i tempi con i medesimi contenuti e risultati mi pare avventato.
Bisogna poi ricordare che noi ancora abbiami una scuola secondaria di primo grado( che non hanno negli altri paesi) e non c'è mai stata una ridefinizione dei programmi col risultato che vari argomenti si svolgon odue volte, nella secondaria di primo grado e poi nel biennio delle "superiori"(secondo grado).
Il liceo di quattro anni ha senso in un ordinamento scolastico in cui la scuola secondaria è unica e con programmi riorganizzati.
Come sempre in Italia  anche questa volta si fa il coperchio senza avere la pentola.....e si parte dal fondo invece che dall'inizio.
Restringere tutti i programmi in quattro anni significa poi ore pomeridiane di lezione in strutture che sono sprovviste di mensa quando non di un numero sufficiente di aule......o ,come già si prospetta, lezioni on line.......che ,notoriamente, sono quanto di più lontano dalla didattica umanistica ci possa essere.
A chi giovi tutto ciò non è chiaro......non credo che entrare in università un anno prima modifichi la vita dei nostri figli, soprattutto senza che dietro ci sia stato un percorso "sensato".
DEtto questo non è che io sia contrario a priori alle novità, semplicemente andrebbero pensate e organizzate all'interno di una vera riforma della scuola e dei programmi e con le strutture idonee.
Inutile fare gli americani senza college, campus ecc(spesso anche senza carta igienica)!
Mi stupisco che ,a fronte di numerose criticità(spazi, laboratori, personale, preparazione) che dovrebbero essere risolte, si scelga di aggiungere sperimentazioni che rischiano di peggiorare la situazione.
Temo che questarincorsa del nuovo per il nuovo  finisca per provocare più danni che altro perchè citando i Vangeli, una toppa di tessuto nuovo attaccata su uno vecchio fa strappare il tutto!

martedì 9 gennaio 2018

Ho appena finito di leggere : LE DUE STAGIONI di Paolo Barbaro , scrittore che ho molto amato e che ho avuto modo di conoscere personalmente.....testo postumo molto poetico e profondo che analizza due stagioni della vita, la prima maturità e la vecchiaia.
La seconda parte sulla vecchiaia mi colpito profondamente, sia perchè mette a nudo la sua fatica nel vedere il mondo restringersi fino quasi a sparire, sia perchè  quello, ora, è il mio orizzonte.
Barbaro era un uomo garbato e curioso, innamorato della vita e trovarlo ,in queste pagine, bloccato in casa dall'artrosi senza possibilità di girare quella Venezia che tanto amava è devastante.
Mi chiedo cosa farò io,quando non potrò più camminare in montagna, suonare, sedermi nel loto ecc.
Saprò vivere nei ricordi e nelle poche sensazioni/emozioni che rimarranno o sopravviverò stancamente aspettando la fine?
Lo saprò solo quando sarà il momento, non ci sono garanzie nè assicurazioni.....comunque come sarà ,sarà....come diceva Katagiri Roshi , e sarà perfetto !
Magari non la perfezione che desidereremmo noi..........ma perfetto, nella sua tragicità.....proprio come racconta Barbaro nelle sue pagine

lunedì 8 gennaio 2018

Oggi si è rientrati a scuola dopo le vacanze invernali......nel corridoio una collega col viso triste mi ha detto:"che depressione rientrare fra questi muri!"
In effetti ,più si va avanti, più questo lavoro diventa faticoso e si fa di tutto per peggiorarlo.
Poco prima della pausa natalizia ero stato bacchettato dalla dirigente perchè alcuni genitori mi trovavano troppo severo.....ovviamente non si erano posti il problema che i pargoli avevano fatto scena muta durante l'interrogazione.....
Da una parte ci chiedono di sostituirli e di educare i loro figli, dall'altra ,però, non vogliono scocciature e quindi tutto deve andare sempre bene....
Come lavorare in questo contesto schizofrenico?
Io ho scelto la via del dialogo diretto e chiaro con studenti e genitori......nel caso specifico ho mandato una lettera aperta agli uni e agli altri chiarendo le mie motivazioni e i miei metodi e chiedendo di venire a confrontarsi con me invece di fare lamentele inutili con la dirigente....
Ovviamente nessuno si è fatto avanti e tutto è rientrato ....almeno per il momento....
Si ricominciano le danze.....in questi giorni ho meditato, letto e ascoltato il silenzio.......ho fatto un pò di scorta .....mi ributto nella mischia!

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