domenica 31 gennaio 2021

 

Ho appena finito di leggere:L'ultima Estate di Cesarina Vighy, libro di qualche anno fa, che era stato consigliato da Vito Mancuso.

Un romanzo autobiografico in cui l'autrice ripercorre la sua lunga vita e narra il suo rapporto con la malattia che l'ha colpita: la tremenda SLA.

Un libro ironico, tagliente, mai banale, di grande profondità psicologica che affronta il tema della malattia e del dolore con coraggio e acume.

Non è un libro depressivo, anzi.....è intriso di vitalità , di amore per la vita, anche quando è dimezzata ,o peggio, dalla malattia.

Un libro importante, a suo modo, più di tanti saggi psicologici

giovedì 28 gennaio 2021

 Altro racconto ritrovato......pure questo ha vari decenni sul groppone, altro ritratto di nevrosi varie....

ANDREA

                          -1-

Piove,o meglio diluvia,e tutto scompare nel fiume verticale

che scorre implacabile dalle nubi grevi sino al centro della

terra.

Ascolto con attenzione il suono scoppiettante delle gocce sul

tetto e di colpo ho una sensazione di freddo al cuore,come

una malinconia avvolgente che ti paralizza togliendoti ogni

gioia ,ogni desiderio vitale.

Mi avvicino al vetro e mi soffermo con lo sguardo sull'orto

ormai allagato mentre un pensiero subdolo comincia ad

insinuarsi nelle pieghe dell'anima.

"dove sara' Andrea?" mi accorgo di averlo detto a voce alta

quasi parlando con la pioggia .....in realta' poi che mi

importa di Andrea? perche' mi ritrovo a pensare a lui in

questa serata uggiosa?

Mi stacco dalla finestra e mi precipito in cucina,accendo un

fornello e mi preparo un te'

L'acqua bolle con un brusio leggero e mentre la verso nella

teiera di colpo mi ritrovo in un folle deja-vu.

Stessi gesti,stessa teiera,tanti anni fa con Andrea....

Perche' devo proprio pensare a lui?in fondo e' scomparso un

anno fa senza salutare nessuno,e' svanito nel nulla

lasciando,certo un vuoto,nel cuore di qualcuno....ma non

certo nel mio!

Che avevo da spartire con lui? nulla o quasi....qualche

trascorso scolastico comune,qualche amicizia condivisa ,ma

niente di piu'.

Il te' fuma nella tazza e il vapore mi appanna gli occhiali

mentre cerco di berlo.

Era giusto un anno fa che Maria mi telefono' con voce

concitata per dirmi che Andrea era scomparso da due settimane

e che nessuno ne sapeva nulla....chiedeva notizie a me ,che

non lo frequentavo piu' da un pezzo....eppure quella notizia

mi colpi' in qualche modo .

Cerco di ricordare il volto di Andrea,ma tra i vapori del te'

qualcosa mi pare che sfugga....certo ricordo i capelli

lunghi e biondicci,lo sguardo enigmatico e quel gesticolare

lento mentre  parlava ,ma qualcosa mi sfugge,quasi cercassi

di ricostruire un'immagine onirica.

Andrea e le sue donne.....sempre belle e sceme,quasi che

quelle intelligenti lo evitassero,Andrea sempre pieno di

casini perche' una non gli bastava mai ....Andrea sempre

senza soldi che cercava disperatamente un prestito...

E ora dove diavolo sara'?

Perche' poi uno scompare portandosi via solo pochi abiti e

due libri?

E perche' poi io devo stare qui a pensarci?

Getto il te' rimasto nel lavandino con un gesto brusco poi mi

vado a sprofondare nel divano cercando oblio e pace fra i

cuscini avvolgenti che ricordano in certi momenti la

morbidezza del pelo animale...

Mi devo essere assopito perche' lo squillo del telefono mi ha

fatto sobbalzare ,eppure non ricordo ne' sogni ne'

altro,butto l'occhio sull'orologio e noto che una mezzora e'

passata...

Sollevo la cornetta "si'....?" dico con tono strascicato

"ciao,sono Maria..."dice una voce squillante

"maria?...ma...."

"ti ricordi che giorno e' oggi?"

"scusa....?"

"e' che pensavo ad Andrea,e' un anno ormai.....ti ricordi che

ti telefonai per avvertirti....e mi dimenticai di farti gli

auguri? a proposito buon compleanno"

Oggi il mio compleanno? certo che lo e' ,anche  se me lo sono

dimenticato pure io,ma perche' poi questa mi telefona per

parlare ancora di lui?

"a si' ,grazie....in effetti anche io stavo pensando a quella

storia...."in realta' vorrei chiederle perche' mai mi

telefona solo oggi dopo mesi di silenzio e oltretutto non

per parlare di me.

"sai che cosa ho pensato?"dice la voce querula di Maria

mentre provo una sorta di gelosia e un'acuta sensazione di

solitudine

"forse si e' fatto frate,o qualcosa del genere,negli ultimi

tempi parlava spesso di problemi religiosi e in fondo aveva

un'animo mistico...."

"ma se era un puttaniere...."mi sfugge ,dimenticando che

Maria ne aveva sempre sofferto

"forse...ma era anche un uomo estremamente sensibile e aperto

ad ogni esperienza...non ti ricordi le splendide poesie che

scriveva?"

Sono innervosito ,magari e' morto e noi qui a parlarne quasi

fosse la cosa piu' importante del mondo...e poi e' il mio

compleanno!..

"tu che ne pensi?"conclude Maria

"ma....non so che dirti...scusami ma suonano alla porta"mento

"grazie degli auguri"

Riattacco con stizza ributtandomi sul divano

Alla porta ovviamente non suona nessuno,chi vuoi che venga

con una pioggia del genere....

Andrea frate....questa e' buona,me lo immagino col suo saio

,una bella barba e un'aria buona mentre passeggia in un

chiostro....e perche' non terrorista in sudamerica col mitra

a tracolla,viste le sue simpatie maoiste?

Perche' non sposato  con figli? o sifillittico in qualche

bordello di Panama ?

Perche' poi che se ne va deve per forza essere un eroe o una

sorta di mito per chi rimane?

Era solo un egoista che sfruttava tutto e tutti,forse se ne

e' andato per non pagare i debiti o per non farsi pestare da

qualche marito cornuto.

Fuori piove senza remissione e va bene cosi',spero che

l'acqua lavi via anche il suo ricordo .

Non mi va di passare la sera del mio compleanno a pensare a

chi,forse, non e' stato neppure un amico.

E che altro fare pero'....quando il telefono tace e nessuno

bussa alla tua porta?

Dormire....certo ,e forse morire per citare Shakesperare...

                      -2-

 

La luce entra nella stanza attraverso le fessure della

tapparella rotta,sottili fasci di luce che si appoggiano

sulla polvere che ricopre ,spettrale ,gli oggetti sparsi

dalla mia incuria.

Ho dormito pesantemente e non riesco a ricordare i sogni,la

testa pare un macigno,non riesco a staccarla dal

cuscino,muovo solo gli occhi seguendo la direzione della luce

cercando di ricomporre la coscienza.

Rumore di acqua che scorre,come se piovesse,ma forse e' solo

lo sciacquone  dei vicini,muovo la mano destra verso

l'interrutore, poi pero' la lascio ricadere sul letto....

Che strana serata ieri....col pensiero di Andrea,il mio

compleanno dimenticato,la mia incazzatura....il sonno...

Luisa...mi sono svegliato col pensiero di lei,forse la stavo

sognando,certo ora penso al suo incredibile modo di vivere in

una continua mitizzazione delle situazioni,come a cercare

punti fermi,situazioni definite o meglio definitive,e allora

ecco il mito degli amici ,del te' e dei discorsi pseudo-

profondi,ed ecco il mito della casa avita in cui poi non

abiterebbe mai...

Luisa ,decisamente bruttina e come disfatta dal tempo,Luisa

che crede in favole che si racconta da sola,Luisa che ha

sofferto per colpa di Andrea....

La luce che filtra e' grigia,forse piove davvero.

Silenzio rotto dal ciabattare odioso della vecchia del

piano di sopra,e dai pensieri importuni,Luisa con le sue

pretese infantili e io con il mio desiderio seduttivo sempre

in qualche modo frustrato,anche quando mi va bene,non con

Luisa che mi ha sempre fatto solo tenerezza,o pena?,ma con

tutte le altre cercate,circuite e poi....e poi solo noia e

disprezzo di me stesso.

Pensieri importuni appena sveglio,Andrea si' che che sapeva

sedurre,abbandonare e tutto il resto con sicurezza e

menefreghismo,non io...

Basta! mi alzo....

Accendo la luce con gesto deciso e resto un attimo

annichilito dal bagliore improvviso della lampadina che

penzola solitaria dal soffitto,dovrei mettere un lampadario,

mi stiracchio un poco e poi in piedi.

Fuori non piove,e' solo nuvoloso,ma fa schifo ugualmente.

Dovrei andare al giornale ma penso che non lo faro',mi guardo

nello specchio e mi trovo tutto sommato accettabile

nonostante gli anni e tutto il resto...Luisa e' messa peggio.

Che ci faccio poi qui?

Qui in questa citta',qui in questo mondo e in questo

universo?

Andrea se ne e' andato,e forse ha fatto bene.

Il caffe' e' bollente e francamente un po' schifoso,non mi

riesce di ricordarmi di comprare una Moca nuova,i biscotti

sono vecchi e io non ho voglia di uscire,di andare di nuovo

al lavoro a combattere con colleghi idioti.

 

Perche' no?

Telefono a Luisa....

TUUU-TUUU-TUUU ,ma quanto cazzo ci mette a rispondere?

"pronto?"

La voce e' assonnata e distante,forse anche un po' impastata,

rimango in silenzio mentre lei dice ancora "pronto?" con quel

tono cosi' comicamente interrogativo

"ciao,buongiorno,sai mi sono svegliato pensandoti e ho deciso

di farti un saluto mattutino"

"ah...sei tu...grazie del pensiero...perche' mi pensavi?"

Sorrido fra me mentre le rispondo"cosi' ...niente di

particolare,non farti delle illusioni"

"stupido!" ribatte leggera

Comincia con uno dei suoi discorsi irreali e io non l'ascolto

piu'.

"si'...certo" dico a intervalli regolari mentre guardo fuori

dalla finestra una signora distinta che trascina

faticosamente una grosso sacco della spazzatura verso il

bidone con gesti scomposti e sgraziati.

Il sacco alla fine entra nel suo bidone e la signora con un

gesto leggero si aggiusta il ciuffo e in un attimo ritorna

nel suo ruolo ,fatto di garbo e buone maniere.

Luisa continua a parlare ,dei suoi figli,del marito forse

anche del cane e certamente della casa degli avi,ma io ormai

seguo i miei pensieri.

Perche' poi aveva sposato quell'uomo dal collo taurino ,la

fronte bassa e l'alito puzzolente? per dimenticare Andrea?

e perche' ci aveva fatto due figli?

Con tutte le confidenze fatte,Luisa queste cose non le aveva

mai nemmeno sfiorate ,perche'?

"perche' ti sei cacciata in quel casino? e' stata colpa di

Andrea?"

L'ho chiesto seccamente,interrompendola

Un silenzio un po' troppo lungo,un sospiro

"vaffanculo!"

TUUU-TUUU-TUUU

Mi ha sbattuto il telefono in faccia....

Vorrei rifare il numero,scusarmi,ma di che poi?

Se siamo amici possiamo dirci/chiederci tutto e allora ...?

Perche' io devo sorbirmi tutto il suo affabulare favolistico

e non posso chiederle qualcosa di importante,di vero?

Il telefono se ne sta li' amorfo sul tavolino e non dice

nulla ,non mi ispira la cosa giusta da fare.

Mangio un'altro biscotto mentre la vecchia di sopra continua

il suo ciabattare furioso,quasi un moto perpetuo.

Riprendo in mano la cornetta

TUUU-TUUU

"pronto?"

"stronza! che cosa sbatti giu' il telefono...che ieri neanche

mi hai fatto gli auguri per il compleanno..."

ho il tono deciso,e anche un po' sgarbato

"......scusa...."

non sa che dire,l'ho presa in contropiede....

"scusami,ma non ho tempo" TUUUTUU TUUUU

Quel suono odioso mi trapana il cervello mentre me ne sto li'

come uno stupido con la cornetta incollata

all'orecchio...perche' mai i geniali gestori delle

telecomunicazioni non cambiano questo suono osceno con una

qualche musica....Bach?Vivaldi?

E perche' poi mi ha di nuovo sbattuto il telefono...?

In un film che non ricordo piu' una donna rispondeva all'uomo

che chiedeva cosa c'era da mangiare:"si mangia

comunicazione!!!"o qualcosa del genere....e dove diavolo e'

questa comunicazione?

Non c'e' comunicazione in questo mondo di merda...

Fuori di colpo le nubi si aprono e una luce

abbagliante,decisamente primaverile inonda la strada,i bidoni

della spazzatura e il mio angolo di orto;un cane bastardo

scodinzola annusando intorno e io apro la finestra per

abbaiargli qualcosa,mi guarda stupito poi abbaia anche lui...

comunicazione....eccola!

Abbaiare ,abbaiare di rimando ecco....

La vecchia di sopra come sempre si sporge per controllare che

succede...bisognerebbe assumerla come guardia giurata,non le

sfugge nulla.

Le faccio un gesto stizzito che non percepisce o forse finge

chissa'....

Prima o poi dovra' decidersi a crepare e allora ci sara' pace

e forse piu' solitudine senza il suo

ciabattare,controllare,urlare nel cortile...

Sole,dunque,e mi ricorda una giornata con una luce simile

tanti anni fa,quando andai a passi rallentati ,quasi frenati

verso l'obitorio per l'ultimo saluto ad un amico che aveva

avuto il cattivo gusto di morire troppo giovane in una

giornata troppo limpida.

Quell'odore di disinfettante che non ti si stacca di dosso per

giorni e lui disteso nella bara aperta,il viso troppo bianco

e smunto,e il segno del taglio autoptico che appena appena si

intravvedeva dal collo della camicia....la mia fuga vile,

il malessere quasi fisico....il dolore?

E poi le mie lacrime per tutti i miei cani,gatti seppelliti

nei campi dopo anni di vita insieme....dolore?

Apro di nuovo la finestra ,ma il cane non c'e' piu' e a chi

posso abbiare ancora?

Forse alla ragazza scosciata che passa ora con un paio di

gambe discutibili per quella mini vertiginosa  o forse a

Giulia che con i suoi capelli che imbiancano e le rughe

continua a cercare un senso del suo vivere,del suo essere

incapace di arrendersi/amare,ma chissa' dov'e' ora ....

Immagini di un disastro esistenziale con Elena e la sua

bambina di colore avuta con un senegalese di passaggio ,cosi'

scura che tutti le chiedono se l'ha adottata ,e la sua fede

nel partito,nelle amiche e nella Resistenza che neppure suo

padre ha fatto...

Immagini di donne che non trovano un senso e di uomini che

fuggono spaventati davanti a queste amazzoni che coniugano

romanticismo e femminismo in un miscuglio affascinante e

terribile.

Andrea....lui e'fuggito davvero ,non sta qui a menarsela

abbaiando ai cani in cerca di conforto.

Bisogna che vada....

In strada il sole e' piacevolmente caldo,quella faccia da

mastino della vicina mi controlla dai vetri mentre faccio due

passi di danza fra i bidoni.

Il tram e' pieno di facce,braccia,ventri ecc. due ragazzine

parlano accalorate di qualche nuovo mito musicale,un

simpatico signore distinto fatica a stare in equilibrio ma

nessuno si degna di lasciarlo sedere,una mamma obesa con

pargolo in braccio puzza di sudore e un marocchino se se sta

un angolo quasi spaventato mentre tutti cercano di non

sfiorarlo...

I marocchini sono contagiosi?

Vedo piu' avanti Luisa,che cerca di non rimanere schiacciata

nel carnaio,i suoi capelli sono bianchi alla radice...li

tinge?

Cerco di intrufolarmi per raggiungerla

Sguardo freddo,per niente accogliente,"ciao" dico mentre lei

risponde con un mugugno

"visto che giornata?" lei annuisce e annuendo si scioglie un

po'

"hai sentito del nuovo libro di G.?" finalmente una parvenza

di sorriso

"si'...ma non l'ho ancora letto,credo pero' sia un buon

romanzo,mi piace il suo stile e poi questo dovrebbe parlare

dei nostri anni..."

E' arrivata la sua fermata,accenna un bacio sulla guancia e

dice "ci sentiamo"mentre scende con il suo corpo da ragazza

invecchiata.....si tingera' i capelli?

Vorrei abbaiare nel tram....comunicazione?

Scendere infine spingendo da parte due signore troppo

profumate e poi camminare svelto sperando che quell'odore se

ne vada e poi fermarsi a prendere il giornale che poi non

leggero'...le previsioni del tempo,quelle si',neanche fossi

un contadino.

Un altro cane al guinzaglio di una bella fanciulla,non posso

certo abbaiargli,mi prenderebbe per scemo.

Andrea troverebbe una scusa e cercherebbe di agganciarla e

poi...

Io sono io e guardo il cane con maggiore simpatia che non la

padrona,anzi con un piacere viscerale e lui mi ricambia con

un sorriso canino.

Puo' bastare per buttarsi in ufficio con un po' piu' di

carica.

La porta automatica si apre silenziosa e i colleghi sorridono

salutandomi nella loro falsita' ipocrita.

La scrivania e' sempre la' e cosi' la macchina da scrivere e

gli articoli da finire,c'e' pure la cornice d'argento che un

tempo conteneva mia moglie e dopo la separazione una foto del

Che e un santino Buddhista....tutta una vita in due immagini?

Andrea avrebbe bisogno di un intero album fotografico per

contenere la sua.

E a Luisa basterebbe un portachiavi....

Sentirsi una merda....davanti a questa scrivania viene

spontaneo ripensando a dolori provocati,alle vite non vissute

alle meschinita',alle codardie e che altro....?

Vorrei essere un personaggio da romanzo,cosi' nitido e chiaro

da risultare quasi fasullo ,in fondo sarebbe facile  .

Niente tormenti eccessivi,niente menate ,solo una sorta di

destino da portare a termine...

Il mondo va avanti senza badare a me e questo a volte mi

infastidisce un poco....sfoglio i fax distrattamente cercando

qualche notizia buona e l'unica cosa che mi attrae e' un

suicidio ,un uomo della mia eta'...

Scrivere un pezzo su di un suicidio,perche' no?

L'agenzia pero' non dice niente di sostanziale  forse e'

meglio fare qualche telefonata.

La questura come al solito e' evasiva,l'hanno trovato che

gia' puzzava nel suo cascinale semi-diroccato,nessun

documento ,di fatto non sanno chi sia,si sa solo che ha

deciso di farla finita con una corda al collo.

Andare all'obitorio....francamente non me la sento chiedo al

fotografo del giornale che gia' ci deve andare per un altro

lavoro se si informa ,se riesce a scattare una foto....io

no,non me la sento di vedere quello spettacolo,di nausearmi

con quell'odore.

Trovo una scusa ed esco,il sole e' opprimente ,mi siedo su di

una panchina e guardo dei bambini sfrecciare con le loro

biciclette su e giu' per il viale,sulla panchina di fronte

una coppia di ragazzini si danno da fare sbaciucchiandosi con

foga,li osservo divertito.

Qui fuori mi sento meno depresso ,forse e' il lavoro o i

pensieri cretini con cui ho iniziato la giornata,certo e' che

anche la vecchia che arranca piegata dall'artrosi e dal peso

della sporta della spesa mi sembra bella e piena di

dignita',mi alzo e le chiedo se ha bisogno d'aiuto ,mi

sorride ringraziando ma dice che non e' necessario.

Mi risiedo,mi sento piu' buono? non credo proprio....

Avrei voglia di parlare con qualcuno .

Il tempo passa lentamente ,i bambini continuano a pedalare

imperterriti  e le mamme li osservano fra l'annoiato e il

compiaciuto....meglio tornare alo giornale.

Tutto regolare,i colleghi che si danno da fare ,il capo-

redattore che mi strilla qualcosa,il rumore delle

telescriventi la solita puzza di fumo.

Ancora niente dall'obitorio,mi concentro su di un pezzo che

ho lasciato a meta' ,un pezzo su di un politico locale che mi

annoia mortalmente.

Che fara' Luisa?

Stara' sfamando i pargoli o stara' leggendo un qualche libro

iper-intellettuale?

E Andrea?

Al sole dei tropici?o fra le braccia di qualche donna?

E io dove sarei se avessi scelto altre strade?

Certo la politica locale e' terrificante....priva di un

qualunque reale spessore.

Il fotografo e' tornato,lo aspetto seduto.

Mi guarda e sorride"ecco la foto e i dati....divertiti"

piu' che un sorriso e' un sogghigno.

Apro la busta.

Un volto tumefatto e scuro mi guarda dalla foto,e che

cazzo,potevano anche chiudergli gli occhi!

La guardo meglio e un senso di vuoto mi artiglia lo stomaco

con le mani che tremano cerco il foglio coi dati....

Non e' possibile.....

Guardo meglio e lo riconosco,e' proprio lui!

Prendo il telefono "Luisa?"

"si....ciao che c'e'?"

"non c'e' piu' speranza" dico con voce arrochita"si e'

suicidato...."

"chi? cosa dici..."

"chi? "

rispondo stranito mentre guardo la foto

"Andrea!"                 

sabato 23 gennaio 2021

 RAPPORTI?-2 (LA FAMIGLIA)

Nell'ambito delle sofferenze connesse con le relazioni , la famiglia ha un suo posto speciale, è .spesso, un piccolo inferno creato su misura.

Si parla da tantissimo tempo ,in psicologia, di famiglie patologizzanti, come se ce ne fossero di differenti, comincio a temere che sia solo questione del più o del meno, ma tutte ,indistintamente, finiscono per creare qualche problema.

La famiglia è nata come esigenza vitale, di sopravvivenza biologica  e, solo dopo, è diventata una struttura sociale,affettiva e culturale, tradotto:all'inizio si stava insieme per sopravvivere e avere progenie, era inincidente il fattore affettivo ,mentre ora ,che la sopravvivenza non deriva dalla forza del gruppo, si sta insieme ,o si dovrebbe, sulla base dell'affetto/amore.

Il problema ,però, è che l'amore e l'affettività non è una capacità data, è qualcosa che va fatto crescere e maturare, che va curato nel tempo e., spesso, ha vita breve comunque.

Le coppie spesso non sanno amarsi, non riescono ad amare i figli ,creando patologie e distorsioni della personalità e anche laddove la coppia funzioni  non è detto che riesca ad essere di esempio e stimolo per la prole, non trovando un giusto approccio comunicativo( classico esempio  le coppie religiosissime che finiscono per creare o figli bigotti e frustrati o ateissimi e anticlericali).

Ci sono dinamiche ,in famiglia, complicatissime e sottili , che sotto una apparenza pacifica e serena avvelenano le falde dell'acqua psicologica a cui tutti si abbeverano creando mostri (ricordate il film di Monicelli : Parenti Serpenti?).

Le difficoltà relazionali coi sono nella coppia ,fra genitori e figli, fra fratelli e sorelle, ogni diade ha la sua problematicità e bisogna mantenere sempre una grande consapevolezza , se si vuole saltarci fuori.

Fra fratelli/sorelle le difficoltà sono poi spesso enormi,:invidie, rivalità ecc. tant'è che dai miti(Caino e Abele, Romolo e Remo) alla letteratura è un fiorire di storie di scontro fra fratelli , in maniera non dissimile da quello fra genitori e figli, come se i cordoni ombelicali che ci legano, invece di portare nutrimento ci soffochino e necessitino di essere subito tagliati.

Anni fa scrissi, in una pagina molto idealizzante, che la famiglia dovrebbe essere il luogo in cui poter sbagliare e sentirsi ugualmente accolti, era una bella immagine,un bel sogno a cui tendere, la realtà è un tantino meno gradevole.

Nella mia esperienza di terapeuta e insegnante ho visto perlopiù famiglie che non accettano e perdonano gli errori dei loro membri o, al contrario, li giustificano a prescindere spingendoli così a reiterare l'errore, il giusto equilibrio fra No e SI' in amore è assai difficile da trovare , anche i migliori finiscono per sbagliare(anche per troppa bontà o affetto).

Per quel che mi riguarda cerco di fare del mio meglio,conscio però che di errori ne ho fatti ,ne faccio e ne farò e che, comunque, i miei figli sopravviveranno pure a me(e a tutto ciò che involontariamente gli avrò provocato).

Cerchiamo ,quindi, di affrontare le relazioni famigliari col massimo di attenzione possibile(come se maneggiassimo un vaso prezioso e fragile) ma con un tocco leggero , facciamo del nostro meglio, consci che non sarà mai abbastanza e che comunque la vita andrà avanti comunque.

Pessimi padri/madri hanno avuto figli splendidi e viceversa, così come ci sono stati ottimi padri/madri con ottimi figli, le variabili sono tante e non possiamo controllarle tutte, forse, come un buon analista o un buon maestro, meno facciamo, meglio facciamo, offrendo al'altro uno spazio sicuro in cui crescere e sperimentare, senza forzare in un senso o in un altro.

Qualcuno aveva cercato di scrivere una sorta di manuale per famiglie consapevoli(e meditative) , era venuto fuori un libro di fantasie un pò melense, anche se con spunti validi, perchè il problema che ogni famiglia è felice o infelice a modo suo e deve trovare i propri unici e irripetibili equilibri , se ci riesce, nessuno ,da fuori, può dare la ricetta.

Se mai riusciremo a trovare la giusta ricetta relazionale che permetta libertà e comunicazione profonda pur nelle regole inevitabili della convivenza, beh ,allora, quella famiglia può essere un buon posto in cui vivere e crescere.

P.S.

Tutto questo vale anche per le comunità spirituali ,sangha buddhista incluso......laddove c'è una paternità/maternità( anche simbolica o surrogata) e una fratellanza/sorellanza(di sangue o di "fede"") questi problemi si pongono.



mercoledì 20 gennaio 2021

 "Un guerriero accetta il suo destino, quale che sia, e lo fa in perfetta umiltà. Accetta in umiltà quello che è, non come motivo di rammarico ma come una sfida vivente(Carlos Castaneda)

Accettarsi, limiti compresi, e viversi come continua sfida, una provocazione interessante e assai importante in un mondo in cui nessuno si accetta per ciò che è.

Non accettiamo il nostro aspetto fisico, le nostre debolezze, non accettiamo il mondo intorno a noi, vorremo sempre qualcosa di diverso da ciò che c'è; fondamentalmente siamo in perenne fuga da noi stessi e dalla vita.

Quello che ci viene proposto è ,prima di tutto, l'umiltà ,merce ormai rara e valore totalmente screditato ,al punto da essere considerato un vizio nevrotico.

Essere umili è conoscere e accettare i propri limiti, perchè colui che è senza limite non può accedere all'illimitato , vuol dire non credersi diversi da ciò che si è e fare amicizia con noi stessi....che non è essere compiacenti con le nostre ombre/nevrosi ma partire da ciò che c'è in una sfida continua.

La prima parola della Bibbia è bereshit cioè:in principio o all'inizio ;tutto inizia da ciò che c'è, pure la creazione del mondo, l'inizio non può che basarsi su ciò che è.

Con semplicità e umiltà dobbiamo iniziare da ciò che siamo e da ciò che è e su queste basi lavorare per costruire il nostro percorso esistenziale.

Non dobbiamo rammaricarci di ciò che siamo o delle nostre capacità/limiti , questo è il materiale che abbiamo e con creatività e impegno dobbiamo utilizzarlo , è ciò che ci dice anche la parabola evangelica dei talenti.

Cominciamo da dove siamo, da ciò che siamo, sfruttando ogni cosa per la nostra crescita umana e spirituale, l'essenza del tantra è proprio trasformare ogni emozione in energia di illuminazione.

Chi non sa accettare e celebrare i propri inizi, le proprie radici non va molto lontano, rischia solo di perdersi.

Ovviamente il percorso è una sfida continua ,un equilibrio difficilissimo fra sforzo e capacità di lasciar andare lasciar essere, quell'equilibri che è simboleggiata nel lignaggio Niyngmapa dalle sillabe EWAM , cioè il perfetto equilibrio fra spaziosità e disciplina, fra fare e non fare, fra meditazione e non meditazione.

Non dobbiamo mai farci prendere dallo sconforto e pensare di non avere talenti sufficienti, ognuno di noi ha tutto ciò che gli può essere utile , deve solo imparare ad utilizzarlo .

Viviamo dunque il nostro quotidiano come un dono, una sfida e una possibilità , perchè ogni singolo attimo è uno squarcio sull'assoluto, basta saperlo riconoscere.



martedì 19 gennaio 2021

 Pagine di diario ritrovate.......parlano di alcuni giorni passati con Padre Tholens, amico e maestro.....un pò di anni fa


12/7/93

L'autostrada scorre imperterrita sotto le ruote dell'auto,

linea grigia infinita,mentre da un cielo di piombo cominciano

a scendere le prime gocce....gocce enormi che scoppiettano

sul parabrezza con un rumore secco .

Guido con decisione fra i grossi e puzzolenti T.I.R. con una

sensazione di scoramento,quasi una lieve depressione che mi

coglie ad ondate fra una galleria e l'altra....eppure una

parte di me e' felice di questo viaggio.

La pioggia diventa sempre piu' fitta e l'aria e' quasi

fredda;che abbia paura di questi giorni piu' intimi con

Cornelio?

In fondo l'intimita' ci svela gli uni agli altri e forse si

teme di mostrare qualcosa di se' che non e' amabile o di

scoprire nell'altro lati odiosi....

Odio l'autostrada con la sua monotonia e il suo traffico...

Ecco Firenze!

La strada che sale sulle colline del chianti e tortuosa  ma

piacevole e poi e' rispuntato il sole...un sole caldo che

gioca a nascondino con nubi bianche torreggianti in un cielo

blu cobalto.

I boschi si avvicendano alle viti e alle ville ,per un attimo

intravvedo l'arcobaleno....un segno di buon auspicio.

L'ultimo tratto di strada sterrata che porta all'eremo e'

come sempre polveroso e panoramico,spengo il motore davanti

al cancello e mentre scarico la borsa dall'orto vedo arrivare

Silvia con una giovane ospite alta e robusta con un viso di

una ingenuita' disarmante(pensiero maligno:solo i cattolici

sono o fanno gli ingenui cosi')

Silvia,con suo garbo solito(ma a ottant'anni si puo'

perdonare)mi intima(in realta' chiede ,ma con un tono...)di

ritornare in paese ad acquistare dei pomodori....ben arrivato

pellegrino!

Tornato coi pomodori scopro che Cornelio e' fuori con Lorenzo

e tornera' nel pomeriggio....la giovane che si chiama Chiara

comincia a bombardarmi di domande e visto che dovro' dormire

in stanza con lei comincio a pensare che avro' da parlare un

poco...

Pranzo con Silvia stanca e nervosa,Chiara vorace(con la sua

stazza e la sua eta'...)e il famoso Don Asnaghi che snocciola

amenita' come un vecchio nonno .

Io vorrei riposare...ma la fanciulla mi snocciola i suoi

dubbi,le sue ansie,le sue paure,e allora

ascoltiamo,consigliamo,scuotiamo....ma la stanchezza si fa

sentire.

Tristezza di una giovinezza castrata da una famiglia,da un

ambiente cattolici....Chiara si lamenta che deve fingere coi

genitori che la vedono/desiderano immacolata e perfetta

mentre lei fuma di nascosto,sogna uno spinello  e trema al

pensiero del sesso....

Corpo fremente impossibilitato a gioire da mille paure,mente

inquieta costretta a pensieri troppo vecchi....che tristezza!

Cerco la parola giusta che possa entrale nel cuore e

scardinare tutto il resto....

Cornelio e' tornato,mi abbraccia festoso...discutiamo sul

programma di domani e di colpo sento quanto lo amo e quanto

lui mi ami(o e' tutta illusione?)e' bello stare insieme

anche senza dire o fare nulla.

Fuori piove di nuovo,fa freddo ma non e' importante.

Lorenzo esce a cena...tocca a me(a me?!)guidare la preghiera

serale...canto qualche mantra,poi una mezzora di meditazione

silenziosa .....alla fine leggo un paio di brani dal libro

della preghiera universale.

Cornelio uscendo dalla cappella mi guarda con gli occhi che

ridono e me dice"sono fel;ice che tu sia qui....la preghiera

mi e' piaciuta moltissimo..."

Franca era venuta prima  della preghiera e avevamo parlato un

poco,l'ho anche massaggiata e forse questo e' meglio che

tanti discorsi.

Dopo cena ho portato i cani a fare un giro,la pioggia e'

cessata e il cielo e' di nuovo limpido ,le stelle sembrano

vicinissime....il freddo e' pungente.

A letto,ma troppo infreddolito,Chiara ha voglia di

chiacchierare e io rischio di essere sgarbato,rannicchiato

sotto le coperte cercando si togliermi il malessere.

Notte infame!

La pancia mi duole,l'ospite della stanza di sopra pare essere

insonne e sposta sedie o tavoli a intervalli regolari

svegliandomi.

La mattina pare non venire mai...

13/07

La luce ora filtra fra le fronde della grande quercia che e'

a guardia della finestra,mi sento un po' rotto,ma non troppo

stanco....esco dal letto e salgo in cappella prima che suoni

la campana.

Colazione veloce,poi bisogna partire.....

Chiara mi chiede se torno....le mie parole l'avranno turbata

a sufficienza? mah!....che la vita ti ridoni la

liberta' fanciulla! io non posso fare di piu'!

La strada verso Arezzo passa fra boschi e colline,il cielo e'

di un blu accecante e ad ogni svolta io e Cornelio ci

stupiamo di qualcosa...sembriamo scolaretti in gita.

Tutto e' cosi' lindo ,dopo la pioggia,il verde abbaglia,i

contorni sono netti e puri,nella valle una bruma  sale dal

fiume e rende il panorama magico...

Cornelio mi parla della sua nottata,del suo risveglio nel

cuore della notte,della sua meditazione,dei suoi sogni...mi

chiede spiegazioni sulla meditazione Buddhista,parliamo del

libro di Dhiravamsa che Valentinelli gli ha donato.

Ed eccoci ad arezzo,o meglio vicino ad arezzo in una grande e

vecchia casa signorile persa nella campagna,una casa

magnifica anche se quasi fatiscente dove vivono una vecchia

signora con la figlia tumorata e insieme a loro una teoria

infinita di gatti e cani,galline ,oche,anatre il tutto in una

confusione notevole .

La figlia parla in continuazione,anche del suo male quasi ad

esorcizzarlo mentre la vecchia madre curva per l'artrosi si

aggira indaffarata.

Con Cornelio facciamo una passeggiata parlando aq ruota

libera di contemplazione,yoga,amicizia  e tutto il resto

rimaniamo anche in silenzio ad ascoltare il vento fra le

fronde....

Cornelio mi racconta molte cose della sua vita e mi chiede di

me,di come sono giunto alla meditazione,dei miei  incontri

e il dialogo fluisce ininterrotto come un grande fiume ,nulla

e' forzato.

Il pranzo e' tutto a base di pesce...mangiamo con gusto .

Abbiamo riposato anche un poco,e poi di nuovo sulla strada

con le due amiche che ci salutano   dal cancello dicendoci di

ritornare a trovarle.

La strada ora sale di nuovo verso l'appennino,sento ora la

stanchezza della nottata.

Camaldoli finalmente!

Quanti ricordi ....e poi la bellezza dei boschi,la freschezza

delle acque .

Il Priore ci accoglie dandoci del tu e stringedoci la mano

,poi ci porta nelle nostre celle.

Assisto alla messa ma la stanchezza e tale che sono solo

insofferente.

Cena nel refettorio coi monaci....P. Calati ci accoglie

affettuosamente vuole che lo chiami per nome.

Piccola passeggiata con Cornelio nel bosco mentre il cielo

scurisce,respiriamo a pieni polmoni.

Cornelio mi chiede le impressioni della giornata e mi dice

che mi e' molto grato per questo viaggio che da solo non

avrebbe fatto,per lui e' importante,venendo ora a vivere in

italia,mantenere i contatti con Camaldoli che e' la comunita'

monastica piu' viva e vitale e oltretutto e' legata

all'Ashram in India.

E' quasi buio...ci rifugiamo a letto.

 

14/07

Ottima dormita....anche Cornelio e' riposato.

Il cielo si e' di nuovo annuvolato.

Porto Cornelio nel bosco a vedere un vecchio castagno che ha

circa 500 anni,si conclude che in fondo i vecchi pagani che

vedevano divinita' e spiriti in ogni cosa avevano grande

saggezza.

Trovo dei lamponi....dono delle divinta' silvestri?

A pranzo parliamo di nuovo con P. Calati che ci invita a

ritornare ....saremo sempre i benvenuti.

Scendiamo dal passo dei Mandrioli,e Cornelio uomo di grandi

pianure(da buon olandese) e' meravigliato dalle rocce e dagli

strabiombi.

Siamo stanchi,l'autostrada e' noiosa come sempre ma senza

traffico...

Una breve sosta a casa,Donatella non ci aspettava cosi'

presto.

il tempo di un caffe' e poi dritti in stazione perche'

Cornelio vuole essere a Milano questa sera.

Sul binario un po' di tristezza per la separazione...Cornelio

mi ringrazia di tutto ,anche delle chiarificazioni sulla

meditazione!!!!

Un ultimo abbraccio....in ogni caso ci rivediamo la prossima

settimana.

 

 

15/07

Che dire si tutto questo che vissuto in questi giorni?

Credo che questa intimita' abbia rafforzato e approfondito il

mio rapporto con P. Cornelio, c'e' una diversa qualita' del

sentire,un sentirsi al di la'degli schemi .

Non e' facile descrivere i sentimenti,e forse descriverli e'

un po' tradirli.

In ogni caso GRAZIE! e tanto,tanto di piu'!

lunedì 18 gennaio 2021

   Ecco il famoso racconto....è una prima stesura pieno di imperfezioni ed errori vari....abbiate pietà, però  , nonostante abbia più di trent'anni, ha qualche spunto carino.....era ispirato, molto liberamente,ad un collega dell'epoca e a persone che conoscevo,la vicenda è inventata totalmente.......se vi va di perderci un pò di tempo(è un pò lungo)..........   

 UN UOMO QUALUNQUE

Entro'con fare distratto nella sala, salutando con garbo

affettato i colleghi;un senso leggero di noia lo avvolgeva

mentre subiva il sorriso di quella bionda un po' sfiorita con

cui aveva giocato l'anno precedente come un gatto col topo;il

suo sguardo vagava nella stanza cercando un volto nuovo.Nel

crocchio di insegnanti dalle voci garrule, intravvide un

profilo sconosciuto, si avvicino' dribblando un paio di

colleghe alla nuova recluta,e sfoderando il piu' seduttivo

dei sorrisi.Imposto' ad arte la voce e si presento':"piacere,

in che corso sara'?se ha bisogno di aiuto....,senza

complimenti....anzi puo' anche telefonarmi a casa". La donna

lo guardo' stranita senza riuscire a rispondere, gli strinse

la mano e suo malgrado si trovo' a pensare che quel collega

era veramente gentile e neanche di sgradevole aspetto. Lui si

allontano' continuando a guardarla in modo discreto ma

sufficiente affinche' lei se ne accorgesse e smise al primo

apparire di un vago rossore sulle gote di lei. Compiaciuto si

diresse verso la classe, ove per sbarcare il lunario doveva

lavorare. Durante la mattinata penso' piu' volte alla donna,

interrompendosi nel bel mezzo di una

spiegazione,immaginandosi i pensieri di lei,gli eventuali

turbamenti e gustando il gioco che aveva iniziato. In realta'

di quella donna ,come di tutte le altre,non e' che gli

importasse granche'; quei giochi lo facevano sentire vivo e

tanto gli bastava per continuarli,nonostante i problemi che

ogni volta poi insorgevano. Un ragazzo ripeteva stancamente

la lezione che lui aveva spiegato il giorno precedente,lo

ascoltava senza attenzione, provando un senso di vuoto ,

mentre si sentiva decisamente stupido perso in quei giochi da

adolescente...ma ecco che il pensiero di lei con gli occhi

adoranti ritornava, il vuoto si riempiva e la stupidita'

svaniva in un attimo. Il ragazzo aveva finito,si accorse di

non averlo ascoltato "torna al posto"disse"ti risentiro'

un'altro giorno,non mi convinci...". Il volto dello studente

si sbianco' ma non oso' ribattere e mogio ritorno' al suo

posto. Si alzo' dalla cattedra gironzolo' nervosamente fra i

banchi cercando qualcosa da dire, ma la campanella trillo'

salvandolo dall'imbarazzo. Usci' sospirando nel corridoio,

cercando con lo sguardo se per caso la sua nuova preda fosse

nei paraggi.Il portone della scuola si apri' dolcemente alla

sua spinta e l'aria fresca dell'autunno lo investi' con tutti

i suoi profumi ;si fermo' un attimo quasi stupito,annuso'

quella brezza fresca e umida poi spinse lo sguardo verso le

colline che si intravvedevano fra le case. Intorno alla

scuola resistevano alcuni prati sempre piu' assediati da

fabbricati di varia natura e l'orizzonte era interrotto da

profile triste di gru e macchinari vari,ma tra un tetto e una

impalcatura il professor Mario Nuvola pote' intravvedere il

rincorrersi dei colli e piu' in la' l'appennino.Quella

visuale lo rincuoro' un poco e ripensando al raptus seduttivo

della mattina oltre che allo squallore del suo matrimonio e

del suo lavoro comprese che il suo cognome cosi' curioso era

assai appropriato....era infatti inconsistente come una

nuvola ,senza peso specifico,una maschera che copriva il

vuoto,ma un vuoto disordinato,privo di pace.Mentre si

avvicinava all'automobile, cercando di scansare i ragazzini

urlanti, penso' al silenzio discreto che l'avrebbe atteso a

casa ove la moglie bella e distante avrebbe mangiato di

fronte a lui pensando a chissa' che cosa, mentre lui cercava

di infarcire un discorso con parole forbite e qualche acuta

analisi, non per metterla in imbarazzo , ma solo per cercare

una comunicazione che non ci sarebbe stata.Parlava bene il

professore,anche se poi non viveva proprio di conseguenza;

sapeva di riuscire a gabbare chiunque con le parole...ma non

riusciva a gabbare se stesso e forse questo insieme a tutto

il resto lo costringeva a quel penoso dongiovannismo che gli

faceva provare momenti di stupida ebrezza a spese di donne

ingenue o semplicemente bisognose di affetto,ma soprattutto

innocenti dei suoi problemi.Momenti di ebrezza a cui

seguivano momenti di autocompatimento e di nausea,che non gli

impedivano alla prima opportunita' di ricadere nella recita.I

ragazzini correvano verso le biciclette e verso i genitori

che li aspettavano;si passo' una mano fra i  capelli,inspiro'

quasi violentemente e sali' in macchina.Vide la nuova collega

con la coda dell'occhio  ma si forzo' a mettere in moto e a

partire senza degnarla di no sguardo.La strada era cosi' nota

che non riusciva a distrarsi,i pensieri altalenavano fra la

collega,con annessi seduttivi,e il biasimo per quei giochi

idioti;freno' per guardare un manifesto che annunciava un

concerto,poi continuo' dritto verso verso casa con un senso

leggero di oppressione.Come tutti i giorni sali' la scala di

corsa pregustando il cibo, anche se sapeva benissimo che in

tavola avrebbe trovato sempre le solite cose.Apri' la porta e

come sempre vide la moglie ,scalza, accoccolata sulla

poltrona assorta nella visione dell'ennesimo telefilm.Lei

alzo' lo sguardo un attimo"ciao..."sospiro' distrattamente

mentre lui controllava la posta sul tavolo,poi si alzo' e

comincio' a servire il pranzo. "E' stata una giornata

deprimente"inizio' lui"pensa che ho interrogato un ragazzo e

neanche l'ho ascoltato...il problema e' che non c'e' piu'

motivazione ne' da parte di noi insegnanti ne' tantomeno da

parte degli studenti...siamo in una crisi di ideali

sconvolgente..."parlava fra una forchettata di pasta e

l'altra guardando interrogativamente la moglie che sembrava

assorta in bel altri pensieri"sai"disse lei"ho visto un bel

paio di pantaloni per te,se vuoi li compro..." lui strinse

con violenza la forchetta....che diavolo diceva quella

stupida?neanche lo ascoltava ,e poi che se ne faceva di un

altro paio di pantaloni? Fini' di mangiare in silenzio,poi

guardo' distrattamente il telegiornale sino alla fine

decidendosi poi per un riposino sul letto mentre la moglie

dormiva profondamente sul divano.Guardo' il soffitto e lo

trovo' desolatamente vuoto,vuoto come la sua vita,come il suo

matrimonio in cui non si riusciva piu' neanche a dormire un

poco insieme;un soffitto dalle implicazioni metafisiche tanto

da ricordargli l'infinita' di Dio, ma in fondo in Dio non ci

credeva...avrebbe voluto crederci e ci aveva anche tentato ma

col solo risultato di provare sensi di colpa e di complicarsi

la vita.Si addormento, ma nel sonno continuava a pensare come

da sveglio rincorrendo donne favolose e disquisendo sulle

verita' ultime...si sveglio' sudaticcio e nervoso giusto in

tempo per sentire la moglie che scendeva le scale per tornare

al lavoro.Si stiro' e inorridi' di fronte a quel pomeriggio

vuoto che avrebbe dovuto riempire in qualche modo per

sopravvivere....penso' a quale donna telefonare,visto che ne

aveva a mano un paio,ma di colpo gli sovvenne la collega

nuova;cerco' sull'elenco telefonico il numero e si appresto'

aduna di quelle sue insuperabili telefonate seduttive,che se

gli costavano tempo e denaro,gli fruttavano quasi sempre un

successo amoroso.Guardo' il telefono ancora un poco

compiacendosi in anticipo del tono di voce che avrebbe usato

poi sollevo'la cornetta e compose il numero. "pronto..."la

voce della donna filtrata dall'apparecchio telefonico aveva

una tonalita' infantile che lo colpi' gradevolmente"buon

giorno,sono il prof. Nuvola....ci siamo conosciuti oggi a

scuola..."la sua voce era calda e flautata,lascio' passare

alcuni secondi ascoltando il respiro della donna, quasi

percettibile contro la cornetta "le telefonavo per sapere

come e' andata....sa,la nostra scuola e' un po' particolare"

La donna tacque per un lunghissimo secondo poi con voce un

po' agitata rispose"grazie...abbastanza bene anche se mi

hanno dato una classe un po' problematica...e' stato gentile

a telefonare...non doveva disturbarsi".Lui sorrise  sapendo

benissimo che la donna era assai gratificata dalla sua

telefonata,lo percepiva dal tono della voce e dalle pause "

nessun disturbo,anzi e' un piacere sentirla..."butto' il

sasso con noncuranza con un mezzo tono quasi sussurrato. Ci

fu silenzio poi"...ma cosa dice...mi mette in imbarazzo"

L'uomo si passo' la mano fra i capelli mentre sentiva una

lieve eccitazione passargli lungo la schiena,il gioco andava

avanti bene,un paio di frasi azzeccate e la preda era in

trappola"perche' si imbarazza"continuo'"lei e' una persona

molto gradevole mi ha colpito appena l'ho veduta stamattina

in mezzo a quelle cariatidi delle colleghe.."la donna aveva

accellerato il respiro,lo sentiva distintamente"ma perche'

continuiamo a darci del lei?saremo colleghi tutto l'anno...io

mi chiamo Mario e lei?" la donna degluti' rumorosamente poi

sussurro'"Valeria".Mario godeva di quel gioco stupido e al

contempo se ne vergognava senza per questo riuscire a

fermarsi"un bel nome...musicale...ti spiace se ti richiamo

per fare due chiacchiere?"lei rispose subito "no chiama

pure,mi fa piacere..."lui sentendo l'arrendevolezza della

donna rincaro' la dose"ah sai che domani inaugurano una

mostra di fotografie molto interessante,ti va di venire?" per

un attimo temette di avere esagerato,ma lei dopo un breve

silenzio rispose "si',sono libera,vienimi a prendere alle

quattro"poi gli diede l'indirizzo e le indicazioni per

giungervi "a domani allora..."disse Mario"a domani "concluse

lei. Mario si getto' all'indietro stendendosi sul letto

lanciando un sospiro cosi' rumoroso da sembrare un grido di

vittoria...in realta'si sentiva soddisfatto di se;ogni volta

che una seduzione riusciva si sentiva cosi',come se il suo

essere vivo dipendesse da quello....ma in fondo covava anche

un leggero fastidio che sconfinava nel disgusto,in quei

momenti pero' l'eccitazione era troppo forte per darvi

ascolto....gia' meditata le mosse dell'indomani.

Il pomeriggio passo' veloce fra piccole occupazioni e grandi

pensieri cercando la frase giusto per quell'incontro che

doveva essere decisivo. Il telefono squillo' inaspettato e

Mario fu richiamata alla realta' dalla voce di Sandra,una

delle sue amanti,che lo invitava ad uscire...Non aveva

nessuna voglia di uscire e poi era tutto proiettato

sull'indomani,ma anche le storie passate o presenti hanno i

loro diritti e cosi' accondiscese a raggiungerla mascherando

con abilita' il fastidio.Bacio' Sandra con passione,la

accompagno' in citta' e al ritorno non si nego' ad una

parentesi sessuale,il tutto ovviamente pensando a Valeria;poi

ritorno' verso casa soddisfatto di aver compiuto il proprio

dovere e di non aver fatto soffrire nessuno.Il

professore,infatti,cercava sempre di far convivere matrimonio

e adulteri vari senza togliere nulla a nessuno e senza far

soffrire tutte quelle donne anche se,ovviamente,non sempre

gli riusciva. LA moglie lo attendeva in cucina "ciao"disse

"come e' andata la giornata?"Mario odiava quella domanda

sempre uguale ogni giorno e che nascondeva una terrificante

indifferenza"bene grazie"rispose buttandosi sul divano e

raccattando una rivista in modo da evitare altre domande.

Scorreva le righe del giornale senza leggere,gustando il un

tiepido raggio di sole che filtrando obliquo dalla finestra

lo colpiva in pieno;ascoltava i rumori che provenivano dalla

cucina miscelati alle urla dei bambini che giocavano in

strada e al rombo di qualche automobile.Si sentiva bene anche

se provava una sensazione di leggero sfinimento,come un vuoto

nel centro dell'essere che pian piano lo invadeva scolorando

ogni cosa e togliendo senso finanche alla vita.Scorreva

quelle righe nere sulla carta patinata,linne di piccoli

simboliche non significavano nulla.."in fondo poi le idee che

sono?Nulla e forse meno di nulla"si trovo' a pensare mentre

riponeva la rivista .Sposto' lo sguardo sul corpo della

moglie che era entrata nella stanza in quel momento,un corpo

aggraziato e piacevole che pero' non gli suscitava piu'

alcuna eccitazione;lo guardo' con attenzione e lo senti'

estraneo,come fosse un oggetto sconosciuto.Apri' la bocca per

dirle qualcosa,per rompere quel silenzio pesante ed

assurdo,ma poi la richiuse rimanendo zitto mentre un senso di

nausea lo invadeva subdolamente.

Tristezza della sera...davanti ad un minestrone,sotto la luce

impietosa del neon e poi sprofondato nel divano a guardare

distrattamente la televisione mentre la moglie dormiva

raggomitolata sulla poltrona.Il russare della donna era lieve

,quasi impercettibile ma ugualmente insopportabile per Mario

che non accettava quel dormire davanti al televisore come

vecchi rimbabiti e di conseguenza continuava ,con ostinazione

a tirarle pedate ad intervalli regolari nell'intento di

tenerla sveglia.Quel gesto dapprima innocente prendeva pian

piano la forma di una piccola tortura goduta con sadismo

sottile,quasi una vendetta per quel matrimonio sbagliato di

cui ,ovviamente,anche lui era responsabile.La donna

disturbata nel suo sonno si alzo' e si diresse verso la

camera da letto mentre Mario rimase in sala abbagliato dai

colori innaturali del televisore.Malediceva la vita e le

mogli,la stupidita' umana e quella cosa chiamata amore;quando

si decise a raggiungere la moglie la trovo' profondamente

addormentata.La guardo' un poco e provo' uno slancio di

tenerezza per quella donna che percepiva,in quel momento,

indifesa....avrebbe potuto ucciderla nel sonno senza che lei

potesse reagire,ma lui non voleva ucciderla,non la odiava...

semmai la sentiva indifferente come d'altronde tutte le altre

donne e forse l'intero genere umano.Era lui che era privo di

calore,di amore...era arido come il deserto o almeno temeva

di esserlo e proprio per questo cercava disperatamente di

innamorarsi,quasi a voler provare a se stesso di saper amare.

L'accarezzo' lievemente senza svegliarla,poi sprofondo' nel

cuscino cercando conforto nel sonno.La sveglia lo fece

sobbalzare col cuore in gola,si scosse con fastidio e poi

butto' le gambe fuori dal letto pensando ad un'altra mattina

di scuola che lo attendeva.Si trascino' in bagno e mentre

orinava mezzo addormentato,si ricordo' del suo appuntamento

con Valeria e subito si senti' invadere da una ondata di

energia.Fece colazione in silenzio senza guardare la moglie

che peraltro sembrava assorta in altri pensieri,la saluto'

con un bacio appena accennato e si proietto' fuori della

porta con una furia che non gli era solita.Aspiro' l'aria

della mattina con sollievo come se fosse convalescente da una

malattia,si mise la mani in tasca e si diresse canticchiando

verso l'automobile.La giornata cominciava bene, inseri' una

cassetta nello stereo e si abbandono' alla musica seguendo

con dolcezza le curve della strada e guardando il cielo che

verso la pianura ingrigiva a causa della nebbia che avanzava

silenziosa avvolgendo le cose e portando con se' la fine

dell'estate.  Una canzone lo rese di colpo consapevole di un

leggero senso di solitudine,il suo pensiero  vago'sino a

ritornare all'adolescenza e alle calde e vitali amicizie ora

tutte svanite come miraggi nel deserto;si domando' se il suo

atteggiamento da dongiovanni non nascesse da quella

solitudine ma con uno sforzo ammise a se stesso che la

mancanza di amici non aveva grande rilevanza...gli andava di

vivere in quel modo e non c'erano attenuanti.

La nebbia era ormai vicina e i margini sfrangiati invadevano

il lato destro della strada mentre il sole inondava ancora

l'altro lato con un effetto surreale,guardo' l'orologio ed

accellero' per non giungere a scuola in ritardo.

Lascio' che la mattinata scorresse su di lui cercando di non

lasciarsi infastidire dagli studenti,anche se non riusci' a

reprimere un senso di nausea alla vista del giovane obeso del

terzo banco,che col suo lardo traboccante era un insulto al

genere umano...con stizza lo interrogo' riuscendo a

comminargli,con molta soddisfazione,un'insufficenza.

Uscendo dalla classe intravvide Valeria che lo saluto'

ammiccando;quel saluto cosi' "intimo"lo gratifico' ma al

contempo gli fece sorgere il dubbio che forse la donna non

era timida ed indifesa come se la era immaginata.Cerco' di

rivederla fra una lezione ed un'altra,voleva verificare le

sue paure,ma non gli riusci' lasciandogli un senso di larvato

fastidio.

L'attese all'uscita ma vedendola in compagnia di altre

colleghe rinuncio' finanche a salutarla e si diresse

nervosamente verso casa pronto a maltrattare la moglie al

minimo errore.

La moglie lo accolse con maggior gentilezza e calore del

solito e questo lo disarmo' facendogli sorgere anzi un

leggero senso di colpa per l'adulterio che andava

progettando.

"Hai un'aria preoccupata..."disse la donna allungandogli

l'insalata"no..."rispose lui abbassando inconsciamente lo

sguardo"no...sto bene...e' solo che non sopporto piu' la

scuola." Lei finse di crederci e cambio' discorso "sei

passato in banca per quei titoli in scadenza?""no...non ho

avuto tempo"menti' lui,che il tempo l'aveva perso aspettando

Valeria davanti alla scuola"quando ci vai ricordati di

quella operazione..."lui annui' senza capire di che stava

parlando,poi cercando di trovare una via di uscita al senso

di colpa che lo invadeva le disse "sabato ti porto a cena

fuori...ti va?"lei sorrise  e il professore penso' che la sua

idea la rendesse felice,senza chiedersi se quell'invito cosi'

inusuale per lui non potesse sembrare un modo un po' ingenuo

per depistarla.

Dopo pranzo la lascio' dormire sul divano e fece in modo di

non doverla salutare al suo risveglio...gli sembrava

sconveniente a poche ore da suo incontro amoroso.

Rimase sdraiato sul letto senza dormire,cercare di studiare

la parte che avrebbe recitato con Valeria,voleva valutare

ogni cosa,essere pronto ad ogni evenienza,non poteva

sbagliare se voleva un successo completo e sicuro...

Lo sguardo gli cadde sull'orologio mentre cercava di valutare

il saluto che Valeria gli aveva rivolto quella mattina,era in

ritardo,e questo non era certo un buon inizio...balzo. in

piedi e ravviandosi i capelli con la mano sospiro'"a noi

due!".

                         2


 Valeria lo stava aspettando appoggiata al cancello di

casa,la luce autunnale metteva in risalto il colore dorato

dei suoi capelli e la brezza faceva muovere la gonna lunga e

colorata ;era bella,di una bellezza semplice e dimessa appena

appannata dagli anni,come se il tempo avesse offuscato una

luminosita' interna che pero' ancora traspariva .

Mario fermo' l'automobile ,apri' la portiera sorridendole e

con un leggero nervosismo che cercava di controllare la

saluto'"scusa il ritardo..."disse notando gli occhi beli

,anche se un po' gonfi,di lei.

Imposto' con arte la voce poi continuo'"sono molto felice che

tu abbia accettato il mio invito..."lascio' una pausa per

creare un po' di atmosfera,ma prima che potesse riprendere

il discorso lei rise sonoramente e con tono faceto gli chiese

"abbiamo bisogno di queste frasi mielose e formali?non siamo

ancora abbastanza giovani ca corteggiarci in modo piu'

diretto?"Si avvicino' all'uomo e sfioro' con le sue labbra il

suo collo facendolo impallidire.

Il professore si irrigidi' e di senti' di colpo inadeguato

alla situazione...non si aspettava una cosa del genere,non

era previsto.

Avvio' il motore e ingrano' la prima con un gesto

secco,cercando di riprendere il controllo di se stesso e del

gioco,non amava trovarsi in balia di altri,lo rendeva

ansioso.

Guardo' la donna e poi cambio' discorso " la mostra e' di un

fotografo che conosco,sono fotografie del deserto...lui e'

uno dei tanti malati di MAL D'AFRICA.."la sua voce era troppo

neutra e lei sorrideva in modo eccessivo"se la mostra va bene

fara' un libro..."

Lei si era sprofondata nel seggiolino ,sospiro' chiedendogli"

perche' hai cambiato discorso?mi pareva dall'inizio che

volessi corteggiarmi....in ogni cosa e' bene che tu sappia

che non sono ne' una timida liceale ne' una professoressa

zitella,sono divorziata e ho anche due aborti alle spalle..."

Mario stringeva nervosamente il volante schiacciato da quella

eccessiva confidenza che gli pareva un attacco...Non disse

nulla scuotendo impercettibilmente la testa ripetendosi

mentalmente"cretino...che cretino che sono.."

Giunti al palazzo delle mostre parcheggio' l'auto e poi

guido' la donna verso l'entrata mantenendo una certa distanza

Cercava di valutarla in modo piu' corretto,anche se in fondo

provava solo il desiderio di andarsene...non amava che le

carte sul tavolo gli venissero cambiate in quel modo,amava le

situazioni tranquille,rassicuranti e quella cominciava a

prendere una brutta piega...

Penso' che quella schiettezza era frutto del femminismo,e in

fondo anche lui aveva creduto in quegli ideali,ma ora quella

sicurezza di se',quella specie di aggressivita' lo

infastidivano.

E perche' poi andarsene?si avvicino' alla donna e le chiese"

"ti ha infastidito il mio modo di parlare?....sai a volte

cado in un certo formalismo"lei sorrise"ma

no..scherzavo...non sono insensibile a certe gentilezze,non

sono una femminista arrabbiata!tu piacciono queste foto?"e

senza attendere risposta gli prese la mano con gesto tenero

ma deciso.

Mario guardo' le fotografie perdendosi fra le dune dorate,poi

in uno slancio di sincerita' sussurro'"forse e' bene che

tu sappia che sono sposato..."lei lo tacitò"non mi

interessa..se mi hai cercato significa che non ti deve

andare molto bene con lei...e poi non ti voglio sposare!"

Mario cerco' qualcosa da dire,ma inutilmente.

Le fotografie su succedevano davanti ai suoi occhi

mostrandogli aspetti del deserto che in un altro momento lo

avrebbero spinto a slanci poetici,ma ora guardava le immagini

meccanicamente praticamente senza vederle.

Ripensava ai suoi approcci telefonici e alle conclusioni che

avava tratto...era tutto sbagliato!

Valeria guardava le fotografie con maggior attenzione anche

se in cuor suo continuava a seguire altri pensieri"tua moglie

e' bella? piu' bella di me?"sbotto' "si' deve essere

bella...forse poco stimolante,ma bella...me la immagino come

una bella borghese ben vestita e truccata...e' cosi'?"Mario

ritenne che quei commenti fossero eccessivi,una sorta di

giudizio non richiesto sulla sua vita e le sue scelte,si

volto' stizzito e ringhio'"certo che e' bella e anche piu'

bella di te,se la cosa ti puo' interessare e neanche

cretina,o meglio POCO STIMOLANTE,come credi tu..."lei si

giro' spalancando gli occhi con fare infantile,poi con un

sorriso gelido chiese"e allora se e' cosi' perfetta perche'

sei qui con me?"

Mario era stato preso in trappola,qualunque cosa rispondesse

era inadeguata ;la cosa lofece imbestialire"che razza di

discorsi fai?neanche ti avessi chiesto di venire a letto con

me..."la investi'"che diavolo ne vuoi sapere tu? non sei

riuscita a tenerti il marito e vieni a fare l'analisi del mio

matrimonio?"

Valeria impallidi' e con tono sommesso disse"scusa...non ne

so niente,parlavo cosi'  senza pensare..."poi si volto' verso

l'immagine di una palma che si stagliava contro un tramonto

di fuoco.

Il professore si guardo' intorno rendendosi conto di avere

alzato la voce,poi si avvicino' alla donna mettendole le mani

sui fianchi"ho esagerato...scusami...ma le tue affermazioni

mi sono sembrate inopportune"

Valeria  continuo' a  guardare la fotografia per un attimo

poi si volto' di scatto baciandolo"no.hai ragione...a volte

parlo a sproposito e poi non devo scaricare su di te il mio

livore verso altri uomini...che mi hanno fatto soffrire"

Mario la guardo' con tenerezza e le disse"attenta potrei

farti soffrire anche io..."stupendosi subito di quella frase

inusuale in lui ....era la prima volta che si preoccupava dei

sentimenti di una donna.

Si riscosse e l'abbraccio' con decisione quasi a dimostrare a

se stesso una sorta di potere su di lei.

"si'...puo' accadere che tu mi faccia soffrire..."disse lei

dopo una lunga pausa"e' piu' che probabile che tu abbia altre

amanti..."Mario nascose il suo turbamento mentre gli

scorrevano davanti agli occhi i visi delle sue "amiche"

soprattutto quello di Sandra"amanti piu' belle e piu' docili

di me"continuo' Valeria"che non ti chiedono nulla se non

qualche briciola di affetto o forse solo una parvenza d'amore

che le faccia sentire meno sole e che le giustifichi del dono

che fanno di se'....noi donne siamo cosi' stupide ...a

volte..."scosse la testa con un gesto di disapprovazione"ma

potrebbe essere che io faccio soffrire te,tanto per

cambiare....non e' poi impossibile,non credi?"

Mario era infastidito da quei discorsi e cercava di non

ascoltare sperando che smettesse ma lei incurante del suo

silenzio continuo'"ti riesce difficile amare? sei egoista o

immaturo?cerchi ancora te stesso o solo il tuo piacere?in

fondo non ha importanza...male che vada non sara' peggio di

altre volte"Mario che non amava essere paragonato ad altri e

tantomeno agli "ex" delle sue donne ringhio'"non fare di

tutte le erbe un fascio...io sono io e basta...ogni storia e'

unica ed irripetibile...non fare paragoni odiosi!"si volto' a

guardare la donna e si rese conto della falsita' che aveva

appena detto;lui cercava sempre storie simili con donne

simili ,conduceva tutto nel solito modo e giungeva al cattivo

gusto di portarle negli stessi posti...e di dire le stesse

frasi.

Non era vero che ogni storia aveva una sua singolarita'.forse

quella sotia avrebbe potuto averla e questo lo spaventava

ancheun poco.

Aveva alzato la voce e si rese conto che lo aveva fatto per

difendere la propria unicita' anche per Valeria,soprattutto

per lei,che in qualche modo lo metteva in difficolta'.

Si guardo'  intorno  dandosi un contegno,si sentiva un po'

stupido ad aver alzato la voce, e intravvide Sandra che stava

entrando in quel momento.

Si scosto' da Valeria e con una scusa si allontano'

raggiungendo Sandra"ciao...scusa...ma sono con una collega

che e' amica di mia moglie...capisci vero?"parlo' velocemente

e senza prendere quasi fiato"fa finta di niente...ti

prego..."Sandra annui' remissiva e salutandolo mestamente si

diresse verso le fotografie fingendo di non conoscerlo.

Ritorno' da Valeria leggermente teso e le chiese"andiamo a

fare due passi nel parco prima che salga la nebbia?"lei

sorrise e rispose"va bene,sei gia' stanco della mostra?"lui

annui' dirigendosi verso l'uscita .

Gli alberi del parco li accolsero con i loro colori caldi e

ramati tipici dell'autunno,la luce del meriggio filtrava fra

le fronde creando disegni sui vialetti e sulle aiuole ove

correvano bambini urlanti e alcune coppiette si baciavano

teneramente.

Valeria fece una breve corsa e Mario la guardo' con una

sensazione di gioia nel cuore,gioia appena offuscata dalla

consapevolezza della menzogna detta a Sandra.

Perche' poi mentire a Sandra?perche' cercare un'altra storia?

in fondo Sandra era dolce,stava bene con lei...

E poi oltre a Sandra a volte vedeva anche Giovanna non poteva

dire certo di essere solo...

Aveva costruito quell'intrico di rapporti con attenzione

creando un equilibrio precario che fino ad ora aveva retto

senza sofferenza o fastidio per alcuno,ma ora...

Guardava Valeria correre,gli pareva una fanciulla,una

fanciulla che avrebbe potuto rovinare tutto.

Un bambino correndo lo urto' e poco ci manco' che non gli

affibbiasse una pedata,si fermo' appena in tempo,dicendosi

che il ragazzino non aveva colpa dei suoi problemi.

Valeria lo stava chiamando,la raggiunse vicino al laghetto

dove alcune anatre nuotavano altere"ti piace?"chiese lei"si'

certo...ci venivo a giocare da bambino..."

Lei era felice in quel momento e quasi le pareva di

amare,anche se quella parola non la convinceva,quell'uomo

appena conosciuto,che con quel volto magro e i capelli

arruffati le faceva tenerezza e forse anche un po' pena.

Lo guardo' con attenzione,cercando di non pensare ai suoi

atteggiamenti da seduttore,e noto' la ruga pensosa che gli

solcava la fronte come se stesse riflettendo con troppa forza

e lo trovo' quasi bello.

"accompagnami a casa,dai.."gli disse con un sorriso che lui

non seppe interpretare.

Lui non se lo fece ripetere due volte e sotto casa la saluto'

compassato sfiorandola appena con le labbra"a domani..."e lei

di rimando"ma certo!"


Valeria sali' le scale in fretta,apri' la porta e di colpo fu

assalita dalla confusione che reganava

nell'appartamento;libri,vestiti e altri oggetti sparsi per

terra alla rinfusa,il tutto sotto lo sguardo austero di Che

Guevara che campeggiava sul muro.

Per la prima volta provo' una sensazione di fastidio a quella

visione,quasi che il disordine esterno fosse lo specchio di

quello interiore,cerco' di non darci importanza e si diresse

verso la finestra per salutare di nuovo Mario,ma la macchina

era gia' lontana.

Appoggio' la borsa sul tavolo e lo sguardo le cadde

involontariamente sul vecchio specchio che le rimando' la sua

immagine slanciata;si avvicino' e passandosi le dita sul viso

si osservo' piu' da vicino percorrendo con i polpastrelli le

rughe sottili e sfiorando appena quell'antiestetico gonfiore

sotto gli occhi che il realta' non aveva mai cercato di

combattere.

Si guardo' per un poco chiedendosi se poteva essere ancora

attraente,poi con un movimento brusco lascio' lo specchio e

si lascio' andare alla morbidezza avvolgente del divano

accendendosi una sigaretta.

Guardava le volute di fumo alzarsi lente,le osservava

controluce godendo degli effimeri arabeschi che subito si

dissolvevano nel nulla,guardava e pensava alla sua vita,al

suo matrimonio fallito,ai figli che avrebbe potuto avere,ai

sogni di un tempo e tutto svaniva nel ricordo insieme al

fumo.

E quell'uomo appena conosciuto?quell'uomo qualunque

incontrato sul lavoro...le interessava davvero?non sapeva che

risposta darsi....

Si sentiva attratta o voleva vendicarsi su di lui delle

offese passate?In fondo gl;i altri erano uomini come

lui,forse meglio o forse peggio,ma sempre uomini....farne

soffrire uno era come farli soffrire tutti.

Scosse la testa...no,non aveva desiderio di vendetta,semmai

sentiva bisogno di amore,di tenerezza anche se non voleva

ammetterlo....sesso semmai,un po' di divertimento,ma

amore...no.

Ne aveva avuto abbastanza di amore in vita sua e l'aveva

fatta solo soffrire.

Rimuoveva l'idea dell'amore quasi fosse indecente per una

donna della sua eta'...confondeva l'amore con l'eccessivo

romanticismo delle ragazzine e provava un leggero senso di

fastidio.

Si appoggio' con la testa al bracciolo del divano e chiuse

gli occhi,si senti' prendere subito dal sonno ma prima di

crollare gli parve di ripensare a Mario....chissa' perche'...


                          3


"dormire,morire...forse sognare"disse ad alta voce Mario

citando Shakespeare mentre guidava verso casa,si sentiva

strano dopo quell'incontro,guardava verso le colline e

cercava di capire i suoi sentimenti.

Perche' aveva cercato Valeria?perche' l'aveva corteggiata ed

era uscito con lei?in fondo non aveva certo bisogno di

avventure sessuali e allora?

Quella donna con quel miscuglio di dolcezza e acredine lo

aveva turbato,gli aveva ricordato certe compagne degli anni

"politici"ma con qualcosa di diverso...una sorta di

malinconia struggente,di sensibilita' ferita a cui non poteva

essere insensibile.

Verso Valeria provava attrazione e al contempo una leggera

repulsione...non riusciva a spiegarselo;l'unica cosa certa

era che quella donna era assai diversa da quelle che

frequentava abitualmente.

Si chiese per un attimo che effetto gli avrebbe fatto se

l'avesse incontrata tanti anni prima,quando lui portava

ancora l'eskimo e i capelli lunghi.

La luce del tramonto era calda e dorata,appena filtrata dalla

bruma....gli sovvenne di Sandra,doveva telefonarle per

scusarsi,in fondo non si era comportato bene .

Sandra l'avrebbe scusato con quella sua voce mielosa

che lo faceva sempre sentire in colpa,sensazione che gli

avrebbe fatto nascere una sorta di rabbia per

quell'atteggiamento che lui definiva di "remissivita' bovina"

Giunse a casa con quel pensiero fastidioso miscelato alla

consapevolezza di cio' che lo aspettava:una serata silenziosa

e vuota con la moglie addormentata sulla poltrona.

Apri' la porta con lentezza e si trovo' davanti un mare di

capelli e barba con un paio di occhiali in mezzo.

Sul momenti non capi' bene chi fosse poi riconoscendolo lo

abbraccio' con slancio dicendo"Giovanni !ma da dove diavolo

spunti?"l'amico sorrise"dalla Svezia,ma prima ero in Nepal e

prima ancora in America...ma avremo modo di parlarne,mi fermo

da te qualche giorno..."

Mario lo guardo' incredulo,erano anni che non vedeva l'amico

di tante avventure giovanili e ancora gli pareva incredibile

averlo li' davanti a se'.

Mario si sedette sul divano mentre Giovanni si accoccolo' di

fronte a lui sul tappeto;si guardavano senza parlare e quel

silenzio era piu' denso di mille discorsi,si guardavano ed

erano felici di farlo.

"un silenzio magico"penso' Mario appoggiandosi allo schienale

del divano,gli unici rumori che percepiva provenivano dalla

cucina ove la moglie stava preparando la cena,tutto il resto

era immobilita' che fluiva ritmata dal respiro.

Giovanni era un po' invecchiato,o cosi' almeno gli parve,piu'

rughe attorno agli occhi,fili bianchi nei capelli e una

maggiore profondita' nello sguardo.

Mario lo guardava con affetto miscelato a un forte senso di

rispetto;in realta' Giovanni era sempre stato per lui una

specie di mito vivente,era cio' che lui avrebbe voluto essere

e che non era riuscito ad essere,manifestava ogni virtu'

laddove lui manifestava i difetti....

Giovanni lo squadro' ancora un attorno ,poi chiese" sei

preoccupato?faccende di donne ?sei incorreggibile!"Mario

arrossi' visibilmente sentendosi smascherato indico' con

gesto preoccupato la cucina e sussurro'"poi ti dico..."

Giovanni assenti'"cambiamo discorso...sai che in Nepal sono

tornato su in quella vallata dove eravamo andati insieme?C'e'

ancora quel vecchio Monaco e c'e' sempre un freddo

bestiale..."

Mario fu assorbito di colpo da mille immagini del suo passato

immagini che cercava sempre di rimuovere per non scontrarsi

troppo brutalmente col suo quotidiano,scosse la testa come

per scacciare quei pensieri e con voce leggermente rotta

disse"altri tempi mio caro...meglio non pensarci piu'"

Trillo' il telefono ,sollevo' meccanicamente la cornetta e

senti' la voce un po' lagnosa di Sandra che chiedeva della

mostra...cerco' di mentire con garbo e senza farsi sentire da

Giovanni o dalla moglie poi concluse con un paio di frasi

dolci al punto giusto .

Appoggio' il ricevitore e si volto' verso Giovanni che lo

stava guardando con una malcelata ironia"ancora le tue

storielle?ma non cresci mai!...."disse lisciandosi la

barba"scusa se te lo dico...ma me lo permetto solo perche' ti

voglio bene...sarebbe ora di smetterla ,per te, per lei"e

indico' la porta della cucina"e per tutte le altre...siamo

amici da troppi anni perche' taccia,finisci per essere

patetico,te ne rendi conto?"

Mario abbasso' lo sguardo"proprio oggi me ne sono reso conto

una volta di piu'..."abbasso' la voce"ma e' cosi' difficile..."

Giovanni gli si avvicino' e mettendogli una mano sulla spalla

sussurro'"e' difficile per tutti...vivere e' difficile e

vivere bene ancora di piu'"

Mario strizzo' gli occhi poi guardando l'amico disse"difficile

per me.forse impossibile...per te e' diverso,mi pare che te

la cavi piuttosto bene..."Giovanni si alzo' in piedi"balle!il

problema e' che tu non hai fiducia in te stesso e invece

idealizzi me che in fondo sono insoddisfatto quanto te.Tu

vorresti viaggiare liberamente come me mentre io vorrei

fermarmi e mettere su famiglia...ci invidiamo a vicenda come

due bambini!"Mario lo guardava incredulo "vedi" proseguì

Giovanni"non credo esista un giusto modo di vivere,ne

esistono migliaia e non ne esiste nessuno,l'importante e'

essere felici del proprio...e questo e' il difficile!"

Mario abbasso' lo sguardo"ma e' poi possibile essere

soddisfatti?credi che sia possibile?"chiese mestamente "credo

di si'"rispose prontamente Giovanni"il fatto che noi non lo

siamo non significa che altri non possano essere

pacificati...credo che anche a te sia capitato di incontrare

qualcuno cosi'...noi siamo ancora abbastanza giovani per

poter ancora sperare di trovare quella pace,quella

soddisfazione a cui aneliamo,ma c'e' molta strada da fare e

il problema veroè se vogliamo percorrerla sul serio

Mario rimase silenzioso pensando al suo ribollire

interiore,alle sue mille maschere e finzioni

quotidiane...provava un intenso desiderio che tutto cio'

finisse,ma sapeva anche che non aveva il coraggio di fare

nulla in quel senso.

La moglie li chiamo' per la cena e i due amici si diressero

in silenzio verso la tavola assorti nei loro pensieri.

                         4

Mario passo' una notte agitata e prima dell'alba era gia'

sveglio ed inquieto,si vesti' in silenzio per non svegliare

la moglie e si diresse verso la stanza di Giovanni,la porta

era socchiusa e vide l'amico seduto in silenzio sul letto

assorto in meditazione non volle disturbarlo e decise di

uscire.

L'aria era gelida il buio della notte scolorava verso est e

il nero si mutava in colori tenui che rapivano l'occhio e

tacitavano la mente.

Decise di passeggiare un poco e si diresse verso le colline

ascoltando i rumori del mondo che si risvegliava,rumori per

lui inconsueti e che voleva gustare pienamente.

Camminava con passo deciso su per una carraia che portava

verso il primo crinale da cui gia' trasparviva il chiarore

del sole,camminava e nel movimento abbandonava tutti i

pensieri,tutte le complicazioni,diveniva uno col ritmo dei

passi,uno con la strada ....tutto svaniva.

L'umidita' gli penetrava nelle ossa,ma in quel momento non lo

trovo' sgradevole,lo faceva sentire vivo e questo era

incedibile cosi' come il leggero affanno che gli scuoteva il

petto ora che il sentiero si era fatto piu' ripido.

Incontro' un ruscello e si stupi' del suono cristallino

dell'acqua,vi immerse le mani provando una sensazione di

freddo quasi dolorosa,un gallo canto' e lui si senti'

incredibilmente sereno.

Si sentiva fresco ed aperto come un bambino,percepiva ogni

cosa con nitidezza e precisione,si sedette in terra a

guardadre il sole che ormai saliva all'orizzonte.

I raggi del sole lo inondarono e lui rese grazie di quel

piccolo grande dono poi torno' sui suoi passi .

Torno' veloce a casa,fece colazione da solo mentre Giovanni

era ancora in camera e la moglie in bagno poi usci' senza

salutare e si diresse verso scuola.

Mentre guidava si chiese se in fondo aveva senso discutere su

come vivere la vita,non era piu' semplice godere cio' che

capitava cosi' senza farsi dei problemi?

Giovanni aveva un bel da dire...in fondo anche lui era un

insoddisfatto e allora come poteva pretendere di giudicare il

suo operato?perche' in fondo era chiaro che non approvava la

sua vita...soprattutto le sue storie di donne,ma poi che

altro aveva da proporre?

Lui poi le donne non violentava ne' plagiava,era anche una

loro scelta lo stare con lui e in qualche modo forse le

faceva anche felici...Giovanni non sentiva la sua esigenza di

sedurre?bene,che non lo facesse,ma che non cercasse di

giudicare lui!

Sapeva bene di non essere perfetto ma in fondo per il momento

non se la sentiva di cercare di cambiare.

Si senti' sollevato dalle giustificazioni che si era trovato

anche se in cuor suo sapeva che non reggevano

granche',parcheggio' di fronte alla scuola e scendendo

dall'auto vide Valeria che entrava di corsa.

Anche Valeria lo vide ma senza un motivo preciso continuo'

decisa fino alla sua classe entro' e rimase a guardare gli

studenti appoggiata alla porta.

Perche' non lo aveva salutato?non aveva una risposta si

sedette aprendo con stizza il registro.

La sera prima si era addormentata pesantemente sul divano

pensando a Mario,si era svegliasta intontita e depressa,aveva

cenato da sola e poi era uscita con delle amiche a cui non

aveva confidato nulla tornando a casa piu' rattristata

ancora;guardo' i ragazzini con astio nonb aveva voglia di

fare lezione...

Mario a sua volta svolgeva stancamente le sue mansioni di

docente cercando di interpretare il gesto di Valeria...

Noto' una studentessa con le lunghe gambe accavallate in una

minigonna vertiginosa che mostrava tutto il mostrabile,con un

sogghigno la chiamo' alla cattedra"mi parli dell'erotismo del

Dannunzio"intimo' guardandola con ironia.

La Ragazza sbianco' in volto e comincio' a guardarsi attorno

nervosamente stropicciandosi le mani.

I minuti passavanio implacabile e Mario chiese

brusacamente"qual'e' il problema signorina?"lei con voce

rotta disse"professore,scusi...cosa sarebbe l'erotismo?"Mario

scoppio' in una risata e facendole segno di ritornare al

posto ringhio'"se non lo sa lei...."

La ragazza torno' al suo posto avvilita fra le risate a

malapena represse dei compagni;Mario sorrise fra se e se' npn

amava le donne belle e stupide.

La mattinata bene o male giunse al termine e il professore si

incammino' deciso verso l'uscita con l'intenzione di

attendere Valeria nel piazzale ma si accorse con stizza che

stava cominciando a piovere;il cielo si era coperto di nuobi

grevi e basse ,l'aria era elettrica e umida,alcune gocce

cominciarono a colpirlo con regolarita'.

Rimase fermo sotto la pioggia maledicendo Giove pluvio e

quando giunse Valeria era gia' bagnato fradicio.

Si guardarono un poco sorridendosi attraverso la cotina di

pioggia poi lei lo prese sottobraccio e lo trascino' di corsa

verso la macchina"accidenti come piove!"disse lei gettandosi

sul sedile"percfhe' non hai aspettato dentro?"lui si stava

asciugando il volto col fazzoletto e non rispose"hai tempo di

venire da me oggi?continuo' Valeria mentre l'acqua

tamureggiava con foga sul tetto dell'automobile"faro' il

possibile"disse lui prendendole la mano"mi e' capitato a casa

un vecchio amico,ma vedro' di organizzarmi.

"cerca di venire"disse lei"abbiamo bisogno di stare un po'

insieme...non ti pare?"lui annui' poi la bacio' e si

proietto' nella pioggia per raggiungere la sua automobile.

Guidando verso casa si chiese se voleva andare davvero da

Valeria...voleva iniziare una nuova storia?perche' di questo

si sarebbe trattato...e poi Valeria non era come le

altre,forse rischiava di coinvolgersi.

Lo preoccupava anche Giovanni...come poteva giustificare la

sua uscita?cosa avrebbe pensato?

Si senti' un po' stupido a preoccuparsi di Giovanni invece

che della moglie e penso' che sarebbe andato ...pensassero

cio' volevano!

La scusa era gia' pronta:una riunione a

scuola...credibilissima.

Si senti' sollevato,ci sarebbe andato e poi che succedesse

cio' che doveva accadere.

                           5

Entro' in casa deciso e prima che qualcuno potessere parlare

comincio' a lamentarsi"....non se ne puo',anche oggi una

riunione...il preside non capisce niente....servissero poi a

qualcosa!"getto' i libri sul tavolo con gesto studiato poi si

sprofondo' nel divano con un sospiro.

Giovanni lo guardo' un attimo poi volse lo sguardo fuori

dalla finestra mentre la moglie allargo' le braccia con gesto

di impotenza,nessuno sollevo' obiezioni.

Giovanni usci' sul balcone a guardare la pioggia,pensava alla

sceneggiata di Mario che lui aveva subito compreso...quegli

atteggiamenti lo stizzivano ma al contempo lo

intenerivano;sapeva bene che Mario aveva mentito per lui e

non per la moglie,che in maniera nel pomeriggio sarebbe stata

a lavorare e che certamente sapeva anche se fingeva di

ignorare....quelle attenzioni,per quanto infantili,lo

imbarazzavano,perce' diavolo Mario doveva temere il

suogiudizio?

Guardava la pioggia che rimalzava sul davanzale scoppiettando

e provava pena per l'amico cosi' infantile e per sua moglie

che sembrava sopportare stoicamente quel matrimonio e anche

per se stesso cosi' terribilmente libero...una liberta' che

era fatta di isolamento e di inconcludenza.

Senti' di non essere piu' solo e voltandosi si trovo' al

fianco la moglie dell'amico"perche' fa cosi'?tu che lo

conosci dimmelo...ti prego!"disse con voce leggermente rotta.

Giovanni scosse la testa senza guardarla"non lo so...forse

sta ancora cercando un senso per la sua vita ...o forse non

vuole crescere...vorrei poterti rispondere,ma non posso!"le

sorrise e rientro' in casa imbarazzato..

Perche' provava quella sensazione?in fondo non era certo lui

il responsabile del comportamento di Mario;si fece forza e

decise di ritornare sul balcone.

La guardo' con attenzione cercando di capire se sul suo volto

oltre alla pioggia ci fossero anche delle lacrime"mi

spiace"disse con tono garbato"ma era un pezzo che non vedevo

tuo marito e francamente non so come parlargli,in fondo sono

sue scelte e oltretutto lui pare temere il mio giudizio...non

vorrei risultare troppo inquisitivo,troppo invadente...puoi

capirmi?"lei si volto' e gli sorrise debolmente"certo

Giovanni che ti capisco non ti preoccupare non volevo

coinvolgerti in questa farsa di matrimonio,ho solo avuto un

momento di debolezza"si asciugo' il volto col dorso della

mano e si avvio' verso la porta finestra ma Giovanni la

fermo' prendendola per il braccio"no...parla pure ,mi fa

piacere capire...ovviamente se ti va di parlarne cone me..."

Lei lo guordo' un attimo poi disse"va bene...vedi il nostro

matrimonio e' stato un errore fin dall'inizio...non ci siamo

mai veramente amati;io mi sono sposata per andarmene dalla

casa di mio padre e Mario francamente non so,certo e' che non

abbiamo nulla da dirci,nulla da condividere e lui  ovviamente

cerca soddisfazioni altrove...non e' neanche tutta colpa

sua,siamo vittime della nostra stupidita' e non abbiamo il

coraggio di finirla questa storia,come sarebbe saggio....ce

ne stiamo qui a fingere un rapporto che non c'e' e che anzi

non c'e' mai stato...che squallore!"

Giovanni aveva ascoltato con attenzione"una brutta

situazione"disse"non credevo foste a questo punto...fingete

abbastanza bene...che posso fare per aiutarti?"

Lei sorrise con amarezza"tu non puoi fare niente,sono io che

dovrei aiutarmi,ma non ne ho la forza...la solitudine mi

spaventa piu' di questa situazione....tu come ci stai da

solo?"

Giovanni non si aspettava quella domanda e prese tempo prima

di rispondere facendo vagare altrove lo sguardo"a dire il

vero non sempre benissimo...ma non e' poi cosi' male,anche la

solitudine ha i suoi pregi non devi temere di rimanere

sola...e poi non credo che tu senza Mario sia piu' sola di

quanto tu non sia ora."lei si volto' verso la pioggia"dici

bene tu...ma per una donna e' diverso!"Giovanni provo'

l'istinto di abbracciarla per consolarla un poco ma si

trattenne ritenendolo un gesto inadeguato e rientrando in

casa le disse con dolcezza"forse hai ragione..."

La casa sembrava calda ,rientrando dal balcone,e gli occhiali

gli si appannarono ma nonostante questo noto' Mario che

confabulava sottovoce al telefono.

Provo' un gran desiderio di prenderlo a calci ma si trattenne

limitandosi a guardarlo con una disapprovazione cosi'

tangibile che Mario si volto' di scatto sentendosi osservato.

Giovanni lo guardo' negli occhi con un disprezzo e una rabbia

che faceva fatica a contenere poi con un sospiro allungo' il

passo e raggiunse la sua camera.

Si butto' a peso morto sul letto e si conentro' su di una

crepa sul soffitto che pareva un antico geroglifico,si

conentro' cercando di prendere distanza da quella storia che

non lo riguardava direttamente e che invece lo coinvolgeva

emotivamente...l'amicizia con Mario,la sofferenza di quella

giovane donna o chissa' che altro lo facevano sentire

partecipe.

Si alzo' di scatto sentendo un lieve bussare alla

porta"avanti"disse in modo brusco;la porta si apri' e vide

Mario entrare con quell'espressione stupida che voleva

significare"va bene ho sbagliato ma facciamo finta di

niente..."

"vieni e' pronto il pranzo..."gli senti' dire prima che con

un balzo lo avesse raggiunto e lo avesse colpito con uno

schiaffo sonoro.

Mario rimase un attimo interdetto poi cerco' a sua volta di

colpire Giovanni col solo risultato di farsi prendere il

braccio in nuna morsa dolorosissima che lo rese subito

inoffensivo.

"sei un verme"ringhio' Giovanni senza allentare la presa"tu

prenderesti per i fondelli il mondo intero per una

sottana!"lo fece crollare al suolo e guardandolo negli

occhi"ma con me non attacca,raccontale alle tue donne le tue

storie...io non ci casco!"

Mario lo guardo' stravolto e di colpo una lacrima gli scese

lungo la guancia a tradimento,l'asciugo' con fare disinvoilto

e rialzandosi gli disse con freddezza studiata"se ti va bene

come sono la porta e' da quella parte!"

Giovanni raccolse in silenzio le sue cose e si diresse vewrso

la porta dove l'attendeva la moglie,pallidissima e immobile

come una statua.

"scusami ma me ne devo andare"le disse Giovanni uscendo e lei

dirimando"scusa,e' stata colpa mia"Givanni le

sorrise dicendo"no...non e' vero!" e si precipito' per le

scale.

Mario sopraggiunse alcuni secondi dopo con gli occhi rossi e

la guancia gonfia,guardo' la moglie con astio e si precipito'

alla finestra urlando"Giovanni...torna indietro!"ma l'amico

aveva gia' svoltato l'angolo e non riusciva a vederlo neanche

sporgendosi sul davanzale.

Si precipito' verso la porta ma la moglie lo bolocco'" che

vuoi fare?"gli chiese con durezza"rincorrerlo?riportarlo qui

ad assistere ai tuoi giochi?vuoi mentirgliancora?la scialo

fuori...non permettere che il nostro attuale triste

spettacolo possa rovinare l'affetto che ha per te..."

Mario si morse le labbra e alzo' la mano per colpirla...ma

gli ricadde molle sul fianco,,,non l'aveva mai

toccata,tradita si' ma mai toccata...

La donna era li' ferma davanti a lui,lo guardava con

severita' ma senza alterigia,mostravauna sicurezza che gli

era nuova,lo guardava e il suo sguardo lo feriva piu' di

mille ingiurie.

Senti' che qualcosa gli si rompeva dentro e comincio' a

piangere senza neanche accorgersene,lei lo abbraccio' e lui

senti' che era un abbraccio materno e non coniugale,si

divincolo' e corse a rifugiarsi sul letto.

Lotto' con i pensieri a lungo assopendosi poi cullato dai

rumori della moglie che pranzava in cucina.

Si sveglio' dopo un paio di ore,stordito e nauseato,guardo' l

l'orologio e di colpo gli sovvenne che era in ritardo per

l'appuntamento con Valeria,penso' istintivamente di non

andare ma i soliti suoi meccanismi si misero in moto e in

breve tempo giunse alla conclusione"verme per verme tanto

vale esserlo fino in fondo"e cosi' si predispose alla

seduzione.

                        6


Valeria si aggirava nervosa per la casa,Mario era in ritardo

nonostante le avesse confermatoal telefono la sua venuta

aggiungendo che non attendeva altro che incontrarla...

Aveva deciso di non venire?erano sorto dei problemi ?e allora

perche' non la avvertiva?

Tutti questi pensieri le si agitavano nella mente rendendola

sempre piu' confusa.

Se Mario fosse venuto,sapeva benissimo come sarebbe andata a

finire e pur desiderandolo le sembrava una sorta di sconfitta

ma se non fosse venuto sarebbe stato un insulta alla sua

dignita' e alla sua femminilita';sospiro' rumorosamente e

riutorno' in bagno ad aggiustarsi il make-up,giusto un tocco

di fondotinta per togliersi quel pallore anemico.

Si accorse di avere ai piedi le ciabatte,le butto' in un

angolo e si infilo' delle scarpe,si accese una sigraretta e

si concentro' sulla musica insulsa che usciva

dall'apparecchio radiofonico.

Il telefono trillo' facendola sobbalzare,sollevo' la cornetta

con un mistodi rabbia e delusione,ma la voce all'altro capo

non era quella di Matio ma di una compagna che la invitava ad

una riunione di donne,declino' l'invito e riabbasso' la

cornetta.

Guardo' l'orologio poi di scatto riprese il telefono e

compose il numero di Mario,attese un poco poi senti' lo

squillo lento e regolare,ma nessuno rispose.

Prese un libro ma piu' che leggere stropicciava i bordi delle

pagine tendendo l'orecchio per sentire l'eventuale rumore di

una automobile,impreco' fra se e se' proprio un attimo prima

che suonasse il campanello.

Si alzo' veloce e si precipito' ad aprire la porta e si

trovo' davanti Mario con un mazzo di rose e un sorriso che

era tutto un programma.

Lei si fece da parte per lasciarlo entrare mentre lui si

scusava per il ritardo,lo fece sedere sul divano e gli offri'

da bere poi si sedette sulla poltrona di fronte quasi a

volersi difendere da slanci eccessivi.

"che ci sta accadendo "disse lei guardandolo negli occhi"mi

ero ripromessa di vivere sola,di non avere piu' storie e

invece eccomi qui con te,bene o male attratta....e in parte

anche respinta da questa storia..."Mario la interruppe"spero

non respinta da me!"lei riprese"no...non e' questo che volevo

dire,ma solo che in fondo ho un po' paura a coinvolgermi di

nuovo...e poi vorrei capire dove stiamo andando..."

Mario imposto' la voce e cercando di rassicurarla le

rispose"non andiamo da nessuna parte,ci stiamo conoscendo e

forse cominciamo a provare dei sentimenti reciproci,tutto qui

niente di strano."lei si alzo' nervosamente"si' puo'

essere,ma io sono stanca di amori falliti,di storie prive di

senso,vorrei un po' di pace,di stabilita'..."Mario scosse la

testa,non amava quei discorsi che complicavano inutilmente le

cose"non voglio piu' soffrire"continuo' lei"e' ora di vivere

in modo diverso...ma tu che cosa vuoi?perche' sei qui?"Mario

a quel punto si alzo' prendendole le mani e sfiorandola con

un bacio.

Valeria si zitti' di colpo e come guidata da una mano

invisibile ando' a raggomitolarsi sul divano vicino a Mario

provando un gran senso di calore.

Mario provo' una sensazione di vittoria,comincio' ad

accarezzarla languidamente sicuro di avere in pugno la

situazione.

Valeria pareva abbandonarsi alle carezze mentre in realta' si

chiudeva in se stessa,intuiva l'abilita' seduttiva di lui e

ne diffidava,cercava di godersi le carezze senza lasciarsi

andare troppo.

La mano di Mario si intrufolo' sotto gli abiti,laei si

raddrizzo' di colpo e chise a bruciapelo"che vuoi?non mi hai

risposto!"lui bofonchio'"non so...mi piaci..ti desidero..."

Valeria lo guardo' cercando di capire cosa le piaceva e cosa

invece la infastidiva in quell'uomo biondiccio con quel viso

da eterno ragazzo.

Anche lui la soppesava notando le profonde occhiaie e le

gambe che si intravvedevano fra le pieghe della gonna,gambe

gonfie solcate da alcune antiestetiche varici,si chiese

perche' era li' a provarci con una donna bruttina quando

invece avrebbe potuto essere altrove.

Rimasero in silenzio a lungo scandagliandosi con occhiate che

cercavano di trapassare non solo gli abiti ma le anime poi

senza dire una parola cominciarono a baciarsi con crescente

passione e ben presto gli abiti cominciarono a cadere a terra

sparsi sulla moquette mentre loro si gewttarono in uncorpo a

corpo rabbioso e tenero al contempo.

Mario si sentiva un poco stavolto ma conservava quel poco di

lucidita' sufficiente per cercare,come suo solito,di fare

bella figura,mentre Valeria finalmente non penso' piu' a

nulla.

L'uomo si sollewvo' un po' sudato  e guardo' la donna

sdraiata sul divano,ansimava ancora,il viso e il petto

arrossati,la guardo' prendendo fiato e riconobbe che non era

bella...i seni piccoli e di strana conformazione,leggermente

cascanti,i fianchi larghi e le gambe grosse....ma nonostante

questo emanava una femminilita' innegabile.

Ando' in bagno dove si sciacquo' per togliersi ilsudore e poi

si soffermo' a guardarsi allo specchio,cosi' nudo e ridicolo

col pene ancora un po' eretto e una leggera pinguedine...non

si piacque per niente!

Valeria era ancora distesa sul divano ,nuda e scomposta,aveva

gli occhi chiusi e un'aria soddisfatta;si fermo' a guardarla

e di colpo gli sovvenne di Giovanni,della moglie...guardo'

tutta la scene come se non ne facesse parte,la stanza

disordinata,i vestiti sparsi al suolo,la donna sul divano

inquella posa scomposta e lui in pidi ,nudo e con pancia in

fuori.....un quadro iperealista di cattivo gusto,di uno

squallore esagerato;provo' un senso di nausea.

Raccatto' i vestiti e carco' di ricoprire al piu' presto la

sua ridicola nudita'.

"che fai?"chiese Valeria"ho freddo"menti' lui infilandosi i

pantaloni.

Si sedette sul bordo del divano e le chiese"ti e'piaciuto?"

lei sorrise"certo!"lui si alzo' e disse "devo andare ora..."

Valeria sio rialzo' a sua volta e chiese"perche'?tua moglie

torna molto piu' tardi...o sbaglio?"

Mario non sapeva che replicare si risedette"no,hai

ragione,posso fermarmi ancora un poco"

Lei non si rivesti' e ando' a sedersi di fianco a lui

appoggiando la testa sulla sua spalla"sei turbato?"gli

chiese"non ti preoccupare non ti tediero' con romanticismi

inutili...non ti chiedero' piagnucolando di rivederci,se lo

vorrai succedera'ma se invece non vorrai non ti

disturbero'"Mario nego' con un gesto del capo"ma no,certo che

ci rivediamo!che vai pensando"disse mentre lei gli baciava

languidamente il collo.

Si ricordo' delle accuse di Giovanni e quasi per scusarsi le

disse"sai...in passato ho fatto soffrire delle donne...vorrei

che con te fosse diverso...."mentre parlava si sovvenne che

un discorso del genere lo avevano   gia' fatto durante il

loro primo incontro.

Valeria comicio' a rivestirsi"lascia stare...non ti

preoccupare...se devi andare vai pure...ci vediamo domani"gli

diede un bacio e lo accompagno' alla porta.

Rimase alla finestra a guardarlo partire con un misto di

gioia e tristezza"che esseri tristi che siamo"si disse ad

alta voce mentre richiudeva le tende.


                        7


"che ci faccio io qui?"si chiese ad alta voce la moglie di

Mario dopo che lui,quasi piangente,era andato a rifugiarsi in

camera ;se lo chiedeva per la prima volta e ilchiederselo le

dono' una pace e una chiarezza incredibili.

Si preparo' il pranzo con calma,curando ogni gesto come se

fosse la prima volta che cucinava o forse come se fosse

l'ultima della sua vita poi mangio' con calma gustando ogni

forchettata senza lasciarsi disturbare da pensieri

estranei,mangio' come se fosse l'ultimo pasto del

condannato al patibolo.

Si alzo' e lavo' i piatti e fra una bolla di detersivo e

l'altra ebbe chiara tutta la situazione;viveva con un uomo

che non amava e che non la amava,conduceva un'esistenza

basata sulla menzogna e sui piu' laidi compromessi e

oltretutto nessuno dei due era felice.

Ripose i piatti e spazzo' il pavimento maturando la

convinzione che era ora di spazzare allo stesso modo anche la

sua vita....doveva ripulirla,rinnovarla.

Al lavoro cerco' di concentrarsi ma continuava a pensare a

come risolvere il problema...non era facile,e per lei meno

che per altre.

Era cresciuta in una famiglia all'antica dalla quale aveva

tentato di fuggire col matrimonio,ma le idee che le avevano

inculcato se le portava dietro:il mito della

famiglia,l'indissolubilita' del matrimonio e ovviamente la

responsabilita' della donna nel mantenere vivo il rapporto.

Sua madre le aveva sempre ripetuto che gli uomini sono

cacciatori e che bisogna accettarlo,l'importante e' che

tornino a casa..."tutte stronzate!"rimghio' fra se e se'facen

do voltare una collega,perche' poi tutto doveva ricadere

sulle donne?

Provo' a telefonare a casa,poi a scuola e ovviamente Mario

non era in nessuno dei due posti...era andato,come aveva

supposto,da una delle sue donne che oltretutto aveva avuto

anche l'impudenza di portargli in alcune occasioni a  casa

spacciandole per amiche o colleghe  senza ovviamente riuscire

a convincerla....

Si rimise al lavoro ormai decisa sul da farsi.

Tornando a casa guido' con calma,posteggio' con precisione

poi sali' le scale con passo svelto;aprendo la porta senti'

lo stereo acceso e capi' che Mario era gia' rientrato.

Si diresse nello studio e lo trovo' abbandonato sulla

poltrona con un'aria sfatta e sognante che doveva essere il

risultato della sua avventura pomeridiana.

Lo guardo' con grande amarezza poi disse"vorrei parlarti"lui

apri' gli occhi e con un gesto vago della mano rispose"sono

stanco...e se vuoi parlare di oggi e' meglio lasciar perdere"

lei si irrigidi'"no mio caro non voglio parlare di oggi,ma di

domani..."lui la guardo' interrogativo"prego...?""domani vado

dall'avvocato"continuo' lei"ci dividiamo....andro' dai miei

sino a che non avremo risolto i problemi legali"

Mario sbianco' in volto e non riusci' a dire niente,rimase

li' a bocca aperta mentre lei tornava in sala.

Rimase immobile sulla poltrona inondato dalla musica...non si

aspettata una cosa del  genere da sua moglie,e di colpo capi'

di non conoscerla ,di non aver mai voluto conoscerla.

Si riscosse,sua moglie lo piantava e faceva bene...lui

avrebbe fatto lo stesso al suo posto,sentiva di stimarla per

quella decisione,ma subito il suo orgoglio maschile prese il

sopravvento e si precipito' da lei urlando"cosa fai?che

diavolo vuoi combinare?"urlava non perche' ne soffrisse piu'

di tanto ma perche' non amava dover subire le decisioni

altrui"perche' vuoi andartene? che ti ho fatto?"

Lei si volto' con lentezza e lo guardo' con disgusto,scosse i

lunghi capelli ricci"che mi hai fatto?..."disse senza

concludere la frase e lui capi' che era meglio non insistere.

"smettila di urlare"continuo' lei"se c'e' qualcuno che

dovrebbe alzare la voce sono io e l'avrei dovuto fare tanto

tempo fa....ti sei fatto i tuoi porci comodi per anni maora

e' finita,puoi urlare quanto vuoi ,ma le cosenon cambiano io

me ne vado.....se sei preoccupato perche' non avrai piu' chi

ti rifa' il letto arrangiati!"

Mario si sentiva confuso "senti,non precipitare le

cose...adesso telefono a scuola e dico che sono malato,me ne

vado via per una settimana,cosi' puoi restare qui,;quando

torno ne riparliamo....ti va?"Lei scosse la testa"fa come

vuoi ma non cambiera' nulla...forse fara' bene a te

riflettere sulla tua vita"

Mario telefono' al preside,poi prese un cambio di biancheria

e si diresse verso la porta"ci vediamo fra una

settimana"disse alla donna"non ci contare!"rispose lei di

rimando.

Guido' nella notte verso le montagne senza una meta precisa

fino a decidersi di fermaqrsi in una pensioncina fra i pini

ove senza cenare si butto' a corpo perso nel sonno.

Il sonno fu profondo ma agitato da molteplici sogni che lo

facevano vagare in luoghi sconosciuto e che lo facevano

rigirare nel letto.

Sogno' sua madre che,curva ed avvizzita,gli indicava un

sentiero nel deserto,un sentiero ripugnante me lei lo

indicava sorridendo come per convincerlo ad incamminarsi.

L'immagine svani' e si trovo' di fronte ad una sorta di

tribunale il cui giudice era un demone e i giurati le sue

amanti....tutti erano contro di lui ma di colpo compariva sua

moglie a prendere le sue difese.

Non fece a tempo a comprendere cio' che accadeva che la scena

cambio' ancora e si trovo' da solo su di uno scoglio in mezzo

al mare,per un po' godeva di quella distesa immensa poi pian

piano la paura lo coglieva fino a farlo urlare di

disperazione...

Si sveglio' con quell'urlo in gola,sudato fradicio e non

riusci' a realizzare subito dove si trovava.

Presto' attenzione e percepi' suoni che gli erano

estranei,il russare lieve di qualcuno in un'altra stanza,lo

stormire del vento fra gli alberi,il canto di una

civetta,cerco' di rilassarsi ma il sonno faticava a tornare.

Penso' a Valeria,alla moglie e a Giovanni e si senti'

drammaticamente solo.

Finalmente una tenue luce comincio' a filtrare dalle imposte

diventando pian piano piu' forte,si alzo' e apri' la finestra.

La sera precedente viaggiando nel buio non aveva visto il

paesaggio e fu colpito da quel rincorresi di prati e boschi

verdissimi accarezzati dalla luce incerta dell'alba;respiro'

a pieni polmoni l'aria balsamica e si appresto' a vivere la

sua prima giornata solitaria.

                  *************

Giovanni guardava fuori dal finestrino del treno

abbandonandosi a quelle immagini che si succedevano veloci,si

sentiva triste si chiedeva perche' aveva schiaffeggiato Mario

e perche' aveva voluto entrare in conflitto con lui...

Si sentiva stupido e addolorato,ma ormai era fatta aveva

rovinato l'amicizia a cui teneva di piu'....ora lo attendeva

un altro viaggio e poi un'altro ancora senza piu' un amico da

cui ritornare.

Si asciugo' una lacrima stupendosi di piangere.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 

 8

Le montagne si susseguivano coperte di verdi
boschi,intervallati da pascoli e da piccoli paesi abbarbicati
alle rocce,il tutto incorniciato da un azzurro puro e
trasparente;cosi' vide il paesaggio il professor Nuvola e ne
fu afffascinato anche se un attimo dopo gli sorse l'ansia del
come riempire le giornate in quel paradiso immobile.
Fece colazione guardando dalla finestra il gioco degli
uccelli fra le fronde poi chiese alla padrona della pensione
che cosa offrivano i paraggi"non e' mai stato qui?"disse lei
sorridendo con quella grande faccia incredibilmente
rubiconda"qui vengono principalmente cacciatori,ma ora siamo
fuori stagione...sopra al paese c'e' un vecchio castello e
piu' su nella valle un convento,per il resto c'e' pace e aria
buona e puo' fare belle passeggiate..."
Mario ringrazio' e decise di andare al castello.
Prese il sentiero che attraversava il bosco,si soffermo' ad
ascoltare il suono melodioso di un torrente,saluto' un
vecchio che raccoglieva legna con mano tremante poi comincio'
a salire il pendio che portava sulla collina;scivolo' un paio
di volte nel fango imbrattandosi i pantaloni e quando giunse
in cima si trovo' davanti pochi muri sbrecciati ricoperti di
edera e cespugli spinosi.
Solo rovine,niente altro...quel castello pareva la sua
vita,tutto a pezzi,ogni grandezza scomparsa.
Si sedette su di un masso a guardare il panorama ma il cielo
azzurro e il verde dei boschi non lo pacificavano,tutto
quello spazio gli dava angoscia,quella liberta' conquistata
senza volerlo lo spaventava.
Di colpo capi' che al ritorno non avrebbe piu' trovato la
moglie ad attenderlo e ne provo' un sordo dolore,in fondo le
era affezzionato e chissa' forse l'amava anche,senza
rendersene conto...gli sovvenne di Valeria,avrebbe dovuto
telefonarle,ma tutto in quel momento gli pareva vuoto di
senso,diede un'ultima occhiata ai ruderi e poi scese verso il
paese.
Cammino' un poco fra le vecchie case di pietra assaporando il
profumo di legna bruciata che usciva dai camini poi entro' in
una merceria e acquisto'un paio di pantaloni di velluto con
una camicia di lana;con gli abiti che si era portato provava
un po' freddo.
Ritornando per il pranzo rivide il vecchio e provo' l'impulso
di fermarsi ad aiutarlo,avrebbe anche voluto parlargli,ma si
limito' a salutarlo con un cenno del capo.
Mangio' con sforzo,senza appetito giocherellando con le
posate poi sorseggiando il caffe' decise di raggiungere il
convento;non che fosse particolarmente religioso,anzi,ma in
quel momento di smarrimento sentiva il desiderio di un luogo
tranquillo in cui riflettere.
La strada era lunga e quando giunse in vista della chiesa era
gia' pomeriggio avanzato,una grossa quercia faceva ombra alla
costruzione,piccola e dimessa e un frate zappava solitario in
un piccolo orto;si fermo' un attimo a prendere fiato poi
spinse il vecchio portono ed entro' nella penombra profumata
di incenso.
Mario fu subito colpito dal pesante altare barocco che gli
parve un'insulto al suo gusto estetico poi si sedette su di
una panca e di colpo si rese conto che non pregava da troppo
tempo.
Anzo' gli occhi verso un crocefisso che pendeva da un muro ma
non gli venne nulla dire,nessuna preghiera,nessuno
slancio,solo un silenzio opprimente e quel crocefisso
incombente con tutto il suo carico di dolore e di angoscia.
Perche' era nato in un paese dove si adorava il
dolore?perche' Dio ,ammesso che esistesse,non lo aveva fatto
nascere in un paese di dei solari e gioiosi?
Quel Cristo sanguinate era orrendo nella sua perfezione
anatomica,gli pareva quasi di percepire lodore di sangue e di
sudore,il palpitare del petto scosso dal rspiro rantoloso.
Guardava la statua e provava ribrezzo,una sorta di fastidio
fisico e di rifiuto metafisico,non poteva pregare un uomo
agonizzante che col suo dolore pareva volerlo colpevolizzare
per i suoi veri o presunti peccati quasi fosse stato il suo
peccare a ridurlo cosi' nudo e sanguinante.
"se Dio esiste...non puo' essere cosi'!"urlo' a denti stretti
contro il crocefisso,si asciugo' il sudore che gli imperlava
la fronte...non poteva essere che la vita fosse solo dolore e
colpa,peccato ed espiazione...non era accettabile.
Si guardo' intorno a vide la statua di una santa in una
nicchia,provo' tristezza per quella donna che aveva
certamente sofferto infliggendosi privazioni e sofferenze
supplementari per poter entrare,dopo morta,in un paradiso
eventuale e in quelle nicchia a monito ed esempio per i
fedeli.
Se Cristo era mai esistito non poteva aver certo voluto
quelle follie inumane,come non aveva amato i fanatici e i
farisei del suo tempo.
Guardo' di nuovo il crocefisso che pareva vivo....no.non
accettava di essere marcato da quel mitico peccato
originale...no,era solo un gioco di potere dei preti...niente
di piu'.
Sentiva ribollire la rabbia verso quel Dio che era stato
causa di tanta sofferenza nel mondo...per lui si era
ucciso,in suo nome si era tolta la gioia dalla vita,si era
gestito il potere,si erano distrutte intere culture...
Se lui era quella specie di uomo era colpa di quel Cristo...o
almeno un prodotto dei suoi preti che da piccolo lo avevano
terrorizzato su tutto cio' che era gioia e sesso
rendendoglielo vieppiu' appetitoso;era tutta colpa di quel Dio
che ritrovava ovunque,sul muro della sua aula come perle
strade col suo simbolo angosciante...quella croce
repellente.
Avrebbe voluto sputare sul quel crocefisso ma non lo fece per
una sorta di paura e rispetto...comprese che temeva quel Dio
in cui non credeva!
Si senti' stupido ed umiliato,volto' le spalle al crocefisso
con uno sguardo carico d'odio e usci' dalla chiesa.
Fuori il vento giocava con le fronde,gli uccelli
intrecciavano i loro voli e l'aria era pura e leggera.
Non rispose al saluto del frate che continuava a lavorare
nell'orto e si mise a correre giu' per il sentiero.
Correva cercando di scacciare l'angoscia e le immagini che si
accavallavano davanti ai suoi occhi:Valeria,Giovanni ,la
moglie,Sandra,Cristo e le sue piaghe....Correva e il petto
pareva scoppiargli cosi' come la testa...correva e piangeva
ringhiando come una bestia ferita.
Giunse in vista della pensione,accellero' la corsa ma di
colpo provo' un dolore lancinante che gli trapassava il
cervello,le immagini si confusero davanti ai suoi occhi poi
tutto si fece nero...urlo' con voce rotta"Gesu'!"prima di
crollare al suolo e di entrare nel buio.

                            9

Mario vago' a lungo in paese buio popolato solo di ombre
terrificanti,gli parve di sentire voci conosciute che si
confondevano con sospiri infernali,vagava in cerca di una
luce o di un suono famigliare ma intorno a lui vi era solo
tenebra.
Fu come il sorgere di sole abbagliante,di colpo il buio fu
tagliato da ula lama di luce abbagliante che gli feriva gli
occhi,poi in quella luce comparvere linee e forme e pian
piano riconobbe dei lineamenti umani.
Un viso di uomo maturo che lo scrutava con attenzione bonaria
questo vide,riaprendo gli occhi ma non realizzo' subito che
quello era di nuovo il mondo che conosceva.
Provo' a parlare ma la sua bocca rimase muta,provo' a
muoversi ma il corpo non reagiva ai suoi comandi,guardo'
l'uomo e con terrore vide il camice bianco.
Fu annichiltito da cio' aveva compreso....doveva essergli
successo qualcosa di terribile,e ora solo i suoi occhi erano
vivi.
Il medico gli stava chiedendo se riusciva a
sentirlo...avrebbe voluto rispondergli ma non riusciva ,lo
guardo' negli occhi cercando di comunicargli la sua angoscia
ma quello si volse verso qualcuno che Mario non vedeva e
disse"riesce a muovere gli occhi ma non e' detto che questo
significhi qualcosa,puo' essere un movimento involontario...
ne sapremo di piu' dopo aver svolto tutti gli esami."
Mario senti' distintamente che uscivano dalla stanza,provo'
di nuovo a muoversi ma senza fortuna.
Cerco' di ricordare e dopo molti sforzi ricordo' della
chiesa,della corsa e del dolore...si senti' prendere dalla
paura o meglio da una angoscia indicibile,era morto pur
essendo vivo... non poteva comunicare'voleva urlare e non
poteva....era completamente isolato.
Un'infermiera entro' poco dopo e vedendo le lacrime che
rigavano il volto di Mario corse a chiamare i medici.
Seguirono visite ,esami e poi Mario fu anestetizzato e
portato in sala operatoria.
Il prof.Nuvola subi' tutto con perfetta coscienza riuscendo a
pensare con uno slancio di ironia che cosi' conciato non si
sarebbero accorti della paura che provava,assolutamente
disdicevole in un intellettuale maturo.
Quando capi' che avrebbero tentato una operazione si chiese
se in fondo desiderava che riuscisse oppure no...voleva
continuare a vivere?e nel caso come?
Sarebbero riusciti a rendergli voce e movimenti?o avrebbe
dovuto rimanere un vegetale per sempre?non era meglio
chiudere gli occhi su quel mondo schifoso,farla finita con
quella vita priva di senso e ritornare al nulla?
Purtroppo la decisione non dipendeva da lui ma dalla bravura
del chirurgo o forse dal caso...certamente non dalla volonta'
di qualche Dio...
Avrebbe voluto credere in quel momento,ma non gli riusciva;il
massimo che riusciva a recuperare era una specie di terrore
superstizioso,quasi che il suo male fosse stata la vendetta
di quel Dio che aveva osato rifiutare.
Quando vennero a prenderlo per l'anestesia si abbandono' a
quel sonno artificiale con piacere,quasi fosse l'anticamera
di un oblio eterno in cui poter dimenticare ogni pena.
Prima che l'anestetico gli facesse perdere coscienza fece in
tempo a ripensare in un eterno attimo a tutta la sua
vita,riuscendola a cogliere tutta in un unico
abbraccio,concluse che era stata una schifezza  e si
abbandono' al farmaco.

Quando usci' dalla sala operatoria Mario era cianotico,la
testa ricoperta di bende,fu portato in terapia intesiva e
attaccato alle macchine che gli avrebbero dovuto consentire
di sopravvivere.
La moglie era giunta iin quel momento e fece appena in tempo
a vederlo mentre passava dal corridoio,lo guardo'provando un
profondo senso di pena senza pero' riuscire a piangere.
Fu condotta nello studio del primario dove attese un poco.
"buongiorno signora"disse il medico entrando"l'operazione e'
andata bene,il coagulo e' stato rimosso e l'emorragia e'
stata fermata....se non sorgono complicazioni dovrebbe
riprendersi bene,ovviamentre con l'ausilio di un po' di
terapia fisica ."
La donna lo guardo' incredula"e' sicuro che ritornera'alla
normalita'?"il medico sorrise"sicuro,ovviamente no...ma ci
sono buone possibilita'....in ognicaso avra' bisogno di molte
attenzioni e di un ambiente sereno..."
"veramente...ci stavamo separando"disse lei a bassa voce"in
ogni caso sono disponibile per ogni evenienza"
Il medico la guardo' serio"capisco la sua situazione...in
ogni caso suo marito avra' bisogno di cure e aiuto per un
paio di mesi almeno...nella migliore delle ipotesi....ha
altri famigliari?"lei scosse la testa"no...o almeno non
parenti che possano essere di aiuto...ci pensero' io,grazie!"
Uscendo dallo studio incontro' Valeria che subito la
fermo'"scusi e' lei la moglie del Prof. Nuvola?sono una
collega...come sta?"
La guardo' interrogativamente,non era bella ne'
particolarmente affascinante eppure era palese che Mario
aveva piu' che un rapporto di lavoro con quella donna
"ha avuto una emorragia cerebrale...l'hanno operato e pare
sia andato tutto bene"rispose poi prendendola per un braccio
le chiese a bruciapelo"lei ama mio marito?la prego mi
risponda..."Valeria rimase immobile senza respirare,poi senza
neanche pensarci disse"si'...credo di si',mi spiace dirlo ma
credo sia cosi' ....ma non ci siamo presentate,mi chiamo
Valeria"la moglie annui'"io sono Roberta....ma,Mario la ama?"
Valeria sorrise"francamente non lo so,e' difficile a dirsi ma
lei signora,lei ama suo marito?"Roberta fece un gesto di
fastidio"dammi del tu,non chiamarmi signora....sono andata
proprio ieri dall'avvocato per la separazione....in ogni
caso,no...non credo di amarlo"
Valeria soppeso' quella affermazione poi disse "andiamo a
prendere un caffe'...ti va?"roberta annui'"vada per il caffè,
se non altro ci potremo un po' sfogare"
Il caffe' del bar dell'ospedale era pessimo ma lo bevvero
ugualmente cercando di valutarsi vicendevolmente,provavano
una forte curiosita' reciproca ma anche una specie di
sospetto come spesso capita fra giovani donne che ritengono
rivali in amore.
Roberta scoppio' in una risata sonora sentendosi cosi'
scrutata"non guardarmi cosi'...non devi considerarmi una
rivale,io non ho piu' alcun interesse a ricostruire il mio
rapporto con Mario,o meglio a costruire,visto che non c'e'
mai stato....ora la partita e' tutta tua,sempre che tu voglia
giocarla....e sempre che Mario ce la faccia..."disse le
ultime parole quasi sottovoce"mia cara Valeria sono solo
contenta che mio marito abbia qualcuno che lo ami,vorrei
averlo pure io...soprattutto in questo momento"Valeria fini'
il suo caffe' poi guardandola negli occhi disse"voglio credere
che tu sia sincera...mi auguro che non abbiamo voglia di
mentirci proprio mentre Mario lotta per la vita...se e' come
dici va bene...faro' tutto il possibile per essere vicina a
Mario e ti ringrazio di ogni aiuto che vorrai
darmi..."Roberta scosse i capelli"faro' tutto cio' che e' in
mio potere,come ho detto al dottore,poi spariro'...andro' per
la mia strada....sarete liberi dalla mia presenza."Valeria le
prese le mani"grazie"soggiunse"di niente"rispose Roberta
alzandosi.
Valeria rimase da sola nel bar chiedendosi cosa stava
succedendo...Mario in fin di vita,la moglie che le lasciava
il posto...tutto accadeva troppo in fretta,si sentiva
travolta dagli eventi.
Era pronta per prendersi cura di un uomo?e lo voleva poi?
E Mario lo avrebbe voluto?
Si riscosse.quelli erano problemi secondari...ora bisognava
che Mario si riprendesse completamente.quella era l'unica
cosa importante,tutto il resto si sarebbe affrontato poi.
Usci' e si fermo' un poco nel giardino guardando il sole che
si avviava al tramonto,un giorno finiva e un'altro sarebbe
seguito....forse anche una parte della sua vita volgeva al
tramonto ma il nuovo giorno come sarebbe stato?
Sospiro' senza trovare una risposta e si incammino'
velocemente verso il reparto.
                      10

L'effetto dell'anestesia e i trattamenti antidolorifici si
protrassero per giorni mantenendo Mario in uno stato di semi-
incoscienza in cui realta' e sogno si confondevano,uno stato
di piacevole torpore in cui le angosce non avevano spazio.
Il ritorno alla piena coscienza coincise ,per Mario,alla
scoperta esaltante che la paralisi era scomparsa;poteva di
nuovo comandare ai suoi arti e questi,anche se con
difficolta' e con molte incongruenze,rispondevano.
Cerco' di parlare e qualche suono,seppure confuso,usci' dalla
sua bocca,mosse una mano e percepi' la freschezza della
coperta,giro' il capo e fu ferito dalla luce che entrava
dalla finestra.
Il medico venne a visitarlo e gli spiego' nei dettagli tutto
cio' che era accaduto e tutto cio' che avrebbe dovuto
accadere.
Cerco' di rispondere alle domande che gli venivano poste ma
non riusci' ad articolare perfettamente i suoni e cosi' si
accontento' di annuire col capo.
Gli furono  presentate    la fisioterapista e la logopedista
che lo avrebbero seguito nei prossimi mesi e lui si trovo' a
pensare che in altre occasioni con due cosi' belle giovani
avrebbe voluto fare ben altro,ma in quel momento si sentiva
come miracolato e ancora non riusciva a credere a cio' che
gli era accaduto....ogni piccola cosa,dal sole che filtrava
dalla finestra al sorriso del medico,gli pareva un dono
preziosissimo.
Il medico uscendo gli comunico' che c'era una visita per lui.
Mentre attendeva mario istintivamente penso' che doveva
essere sua moglie e rimase stupito quando si apri' la porta
e vide entrare Valeria.
Cerco' di dire qualcosa ma lei lo zitti'"non
sforzarti,caro,e' ancora presto per le
conversazioni....avremo tutto il tempo per parlare..."poi gli
passo' una mano sulla guancia in una carezza che lo colpi' al
punto di farlo scoppiare in pianto.
Piangeva singhiozzando come un bambino sopraffatto da quel
gesto di tenerezza e non capiva il perche'.
Valeria lo abbraccio' forte dicendo"piangi,non ti
vergognare...piangi,liberati da tutto il dolore!"
Mario si lascio' andare fra quelle braccia e si senti'
accolto come solo gli era successo con sua madre.
Quando si riprese cerco'di chiedere a Valeria come avesse
saputo del suo incidente e come mai non era venuta sua moglie
e lei paziente spiego'"la notizia di cio' che ti era
accaduto l'ho avuta a scuola...probabilmente tua moglie avra'
avvertito il preside...per quanto riguarda Roberta..."Mario
la guardo' interrogativo"si'"continuo' lei"conosco il nome di
tua moglie perche' l'ho conosciuta giorni fa...dicevo,per
quanto riguarda Roberta e' stata qui per molti giorni fino a
che non sono venuta io...come dire,ha passato le consegne,mi
ha chiesto di occuparmi di te...lei verra' sicuramente a
trovarti nei prossimi giorni ,ma da ora in poi ci saro' io al
tuo fianco....se lo vorrai ovviamente...per il momento ti
aiutero' in questa convalescenza ...poi avremo modo di
riparlarne."
Mario la guardo' con dolcezza e con mano malferma cerco' di
accarezzarla.
Valeria lo bacio' su di una guancia prima di andarsene per
lasciarlo alle cure delle infermiere.

I giorni passarono lenti fra sedute di rieducazione e brevi
visite di Valeria con un'alternanza insopportabile di momenti
di euforia e di depressione;in certi momenti gli pareva di
avere fatto enormi passi avanti salvo accorgersi l'attimo
dopo che era ancora incapace di molte,troppe cose.
Mario lottava per riconquistare la sua normalita' e
nonostante le sue paure di non riuscire migliorava a vista
d'occhio e quando Roberta venne a visitarlo riusci' a
parlarle in modo quasi normale.
"Valeria mi ha detto del vostro incontro...vedo che sei
decisa ad andare per la tua strada e non ti biasimo..."lei lo
costrinse al silenzio con un gesto"si'...ho incontrato
Valeria e forse non sai che ci siamo reincontrate varie volte
ultimamente...si puo' dire che stiamo diventando amiche...in
ogni caso e' vero,vado per la mia strada ed e' meglio cosi'
per tutti e due...io non ti amavo come tu non amavi me,mentre
Valeria ti ama,anche se forse non le e' ancora chiaro del
tutto,spero che anche tu possa amarla perche' e' una donna
che lo merita....ti prego non ripetere gli errori del passato
non farlo...per te e per lei!"
Mario annui'poi con uno sforzo le disse"anche a te auguro
tanta felicita'..."
Roberta sorrise"grazie...in ogni caso ti terro' d'occhio...e
tornero' a trovarti"
Usci' lasciando dietro di se' un lieve profumo che Mario
conosceva bene.
Si sentiva strano assaporando quel profumo conscio che con
lei era finita ....e che lui mezzo invalido era stato passato
come un pacco da una donna ad un'altra e senza chiedergli
nulla...e questo era successo proprio a lui che aveva sempre
cercato di essere l'unico manipolatore dei suoi rapporti.
Ripenso' alla sua vita con Roberta e concluse che quella era
la fine piu' logica e decise   che con Valeria sarebbe stato
diverso....si stupi' di quel pensiero che presupponeva la sua
accettazione di un nuovo rapporto con Valeria...
Si abbandono' sui cuscini cercando di immaginare ul suo
futuro menage famigliare con quella donna che ancora
conosceva assai poco ,ma che pian piano lo stava sempre piu'
coinvolgendo.
Entro' la logopedista e si sedette vicino a lui"bene
professore vogliamo cominciare i nostri esercizi?ripeta
questa frase...."Mario la guardo' sorridendo e senza
ascoltare la frase che gli veniva proposta disse con ottima
padronanza vocale"credo di essere innamorato e ne sono
felice"la donna rise"bravo professore,ormai parla meglio di
un attore...spero solo che non sia innamorato di me...mio
marito non sarebbe molto contento...."si guardarono e risero
di gusto.

Mario in quei giorni ricevette anche la visita di Sandra che
giunse carica di doni e di attenzioni"ho saputo solo ora cio'
che ti era successo,mi spiace ma a casa tua non risponde
nessuno....in ogni caso sono venuta subito appena l'ho saputo
ti ho portato un paio di libri e qualcosa da mangiare....hai
bisogno di qualche cosa d'altro?"
Mario fece segno di no con la testa,non sapeva come
affrontarla e dirle che con lei era finita,che era meglio che
trovasse altri interessi....
"Sandra..."disse sottovoce"devi sapere una cosa...credo che
non sia piu' il caso di continuare il nostro
rapporto...scusami ma sono troppo stanco per spiegarti e
ancora non riesco a parlare bene..."
La donna rimase immobile poi con gli occhi umidi sospiro'"va
bene,come vuoi...mi spiegherai piu' avanti...se ti andra' di
farlo...ora vado...riguardati!"poi scappo' fuori cercando di
contenere le lacrime.
Mario sospiro' prendendosi il volto fra le mani....perche'
tutto era cosi' difficile?
Perche' bisognava sempre soffrire o far soffrire?lo avrebbe
voluto chiedere a Dio ma ormai non ci credeva piu'.



                  11

Perchè soffrire?e poi perche' morire?
Mario si senti' schiacciato da queste domande mentre
percorreva lentamente il corridoio dell'ospedale...in una
stanza poteva vedere un bambino che rantolava soffocato da
una disfunzione cardiaca,passo' una barella che trasportava
un cadavere coperto dal lenzuolo...avrebbe potuto essere lui!
Fragilita' della vita umana....in pochi attimi lui,da giovane
e forte uomo,era stato ridotto in un  agonizzante grumo di
carne incosciente e nonostante fosse stato salvato non era
certo riuscito a sconfiggere la morte che lo avrebbe colto
prima o poi come un frutto maturo.
Non si era mai posto il problema della morte prima di allora
o almeno mai in termini chiari e definitivi...in fondo si
sentiva immortale ,la morte era qualcosa che accadeva agli
altri,ma che non lo poteva toccare;forse semplicemente non ci
pensava come se la morte non cogliesse anche frutti un po'
acerbi!
Ora l'aveva vista da vicino,ne aveva sentito il gelido tocco
e nulla poteva essere piu' lo stesso.
Usci' in giardino cercando un poco di conforto ma mentre
guardava gli alberi e il festoso volo degli uccelli si rese
conto che anche gli alberi e gli uccelli muoiono,tutto muore
sotto il sole,nulla sopravvive in eterno.
Si scosse cercando di rimuovere quei pensieri ma non servi' a
nulla,tutto gli pareva orrendamente marcato dal segno della
morte.
In fondo di fronte a quell'evento inevitabile lui,con tutti i
suoi limiti e le sue meschinita',non era nulla e cosi' le sue
idee,i suoi sentimenti,le sue creazioni...provo' un acuto
desiderio di amore e spero' che Valeria venisse presto per
poterla stringere e consolarsi cosi' delle sue angosce.
Il mondo gli pareva cosi' vuoto di amore che il solo ricordo
di lei lo riempiva di gioia....e il mondo non solo gli pareva
ma era privo di amore e sentiva che non se ne poteva sprecare
neppure un poco...sentiva crescere in lui una incredibile
fame di amore e di vita che avrebbe voluto condividere col
mondo intero.
In quel momento lo raggiunse Roberta"passavo di qui e sono
venuta a vedere come sta il mio ex-marito..."
Mario si alzo' e la abbraccio' con slancio"vorrei che tu mi
perdonassi"disse"per tutto cio' che ti ho fatto in
passato,vorrei cancellare ogni cosa se fosse possibile...ma
visto che non si puo' perdonami e accetta quel poco di
affetto e di amore che posso darti ora come amico..."
Roberta gli prese le mani e sorridendo gli
sussurro'"sssh...taci...non c'e' nulla da perdonare ,siamo
tutti e due colpevoli,soprattutto di stupidita',e cio' che e'
stato e' stato...ti ringrazio per l'amicizia che mi offri e
che accetto di cuore"
Rimasero cosi' in silenzio per un poco poi si incamminarono
verso il reparto e qui furono raggiunti da Valeria che
vedendoli tenersi per mano esordi'"salve
piccioncini...abbiamo cambiato idea?"parlo' con tono
scherzoso ma in fondo a se stessa senti' sorgere subdolo un
dubbio....Roberta la abbraccio' dicendo"no,mia cara,ma
abbiamo deciso di essere amici...." e con un gesto piu'
eloquente delle parole mise la mano di Mario in quella di
Valeria.
Si mossero' cosi',tenendosi tutti e tre per mano,lungo il
corridoio suscitando la curiosita' di un paio di infermiere.
"chissa' che pensano..."rise Mario"dobbiamo sembrare un bel
trio di depravati....peccato non possano capire il miracolo
di tutto questo...sapete,oggi ho visto portare via un morto e
la cosa mi ha scosso,ho capito che ho perso tanto tempo
prezioso e che in ogni momento potrei essere io ad essere
portato via in quel modo...beh,tutto questo per dire grazie a
tutte e due...anche solo del fatto di esistere!"
Le due donne si guardarono poi scoppiarono a ridere"sei
proprio diventato romantico !"disse Roberta e Valeria
rincaro'"un poeta-filosofo!"poi lo baciarono sulle guance
come se fosse stato un bambino.
Roberta chiese a Valeria"quando Mario esce andrete a vivere
da te o nella nostra vecchia casa?"ci fu un attimo di
silenzio"francamente non so...in ogni caso la casa era per
meta' tua...o no?"Roberta annui'"si',ma per il momento non ho
bisogno di denaro ne' della casa,quindi se volete rimanerci
voi non e' un problema..."Valeria fece un gesto
vago"vedremo ,in ogni caso grazie dell'offerta,e' molto
generosa"
Mario aveva ascoltato in silenzio aggrottando le
sopracciglia poi sbotto'"e io non conto niente?non si chiede
il mio parere?"le due donne risero di nuovo"taci tu che sei
malato...certo che conta la tua opinione,si parlava cosi'
tanto per dire qualcosa"disse Roberta minimizzando e Valeria
concluse"ovviamente tu puoi decidere cio' che vuoi...Roberta
ci ha fatto solo un'offerta generosa..."
Mario si rilasso'e ridendo concluse "andra' a finire che mi
faccio prete!"
Si allontano' un poco lasciandole parlare fra di loro e provo'
una sensazione piacevole vedendole sedute vicine,con i
capelli che quasi si fondevano ,quelli ricci e scuri di
Roberta e quelli chiari e lisci di Valeria...gioiva della
loro amicizia e complicità e si chiedeva come poteva essere
accaduto.
In quel mondo pieno di incomprensioni e di ostilità quelle
due donne che si comprendevano e si aiutavano a vicenda era
qualcosa di straordinario anche perche' ,secondo la logica
corrente,avrebbero dovuto essere nemiche.
Si rese conto che non conosceva Roberta,non aveva neppure
intuito certe potenzialità accecato dalla sua assurda
ricerca di seduzione...ora pero' vedeva e sentiva quanto
aveva perso in quegli anni....
In fondo quella malattia gli aveva aperto gli occhi...doveva
ringraziare?e chi poi se non se stesso?
Provo' l'istinto di ringraziare Dio ma subito cambio' la
frase e recito' sottovoce un ringraziamento alla Vita.
                            12

Il tempo passava velocemente e per Mario si avvicinava il
momento delle dimissioni dall'ospedale,momento che desiderava
e temeva al contempo.
Desiderava uscire da quel luogo di sofferenza che in ogni
momento gli ricordava la sua disavventura e la sua
inalienabile mortalità ma,per certi versi,temeva il mondo
esterno,le nuove e vecchie responsabilità,la nuova vita con
Valeria....
Quando il primario gli comunico' che l'indomani sarebbe
uscito provo' una strana sensazione di euforia miscelata a
una sorda paura,ritorno' sul suo letto e cerco' di fare il
punto della situazione.
Ormai era guarito,nel giro di un paio di settimane avrebbe
anche potuto ritornare al lavoro,Valeria lo attendeva nella
sua casa perche' avevano concordato di non accettare
l'offerta di Roberta....avrebbe dovuto traslocare le sue cose
e chiudere con un pezzo della sua vita.
Guardando indietro provava un profondo senso di vuoto e di
rimpianto,anni sprecati,buttati via in cose stupide e prive
di significato,anni ormai irrimediabilmente andati....
Un matrimonio assurdo,e un inesistente rapporto coi genitori,
poche amicizie....l'unica profonda,con Giovanni,distrutta
cosi' senza senso alcuno.
Il giorno prima aveva visto morire un vecchio nella camera
vicino alla sua e aveva pianto come se fosse stato suo padre
e dire che con suo padre non aveva mai parlato e quando era
morto non aveva voluto essere al suo capezzale...
Ora rimpiangeva di non averlo fatto,sentiva di essersi
privato di qualcosa importante di essersi come evirato di una
parte di se'....chissà poi perchè non aveva voluto vederlo
morire?lo amava senza ammetterlo neanche a se stesso? o
voleva pensarlo immortale come fanno i bambini?
Certo e' che per quel vecchio della stanza accanto aveva
pianto,anche se lo conosceva appena,e aveva voluto tenergli
la mano nel momento decisivo,come se fosse suo padre....
Si ricordo' della sensazione di paura che provava da piccolo
nei confronti del padre e della incapacità di amare che lo
perseguitava....eppure ora amava,piangeva e gioiva come mai
prima,qualcosa dentro di lui si era rotto e sentiva un fluire
di sensazioni ed emozioni sconosciute.
Comincio' a preparare le sue cose riponendole con cura nella
valigia che Roberta gli aveva portato da casa,e gli parve di
rinchiudere in quella valigia anche il passato...ora per lui
cominciava una vita nuova,era come se fosse risorto da una
specie di morte interiore.
Quando venne il momento si incammino'
salutato dai medici e dagli infermieri,Valeria non era ancora
venuta e lui si diresse    da solo verso l'uscita.
Dalla grande porta a vetri  entrava una luce accecante e
diffusa che inondava l'ingresso dell'ospedale,si fermo' un
attimo abbagliato poi entro' in quella luce e usci' sulla
strada.
Si guardo' intorno e non vide nessuno,provo' un leggero
fastidio che sconfinava nell'ansia poi concluse che doveva
essere in ritardo e che    in ogni caso poteva farle una
sorpresa andando a casa con un taxi.
Durante il tragitto gusto' i colori della città e dei viali
come se fossero nuovi e sconosciuti,guardo' ogni cosa e si
senti' uno con cio' che vedeva,la sua mente era stranamente
silenziosa e gli lasciva fruire le cose senza disturbarlo.
Giunto davanti a casa   suono' il campanello ma senza
risposta,allora estrasse le chiavi che  Valeria gli aveva
dato il giorno prima ed entro'.
La casa era stranamente ordinata e la tavola era
apparecchiata per quattro.
Si guardo' intorno un po' smarrito,che Valeria fosse andata
in ospedale mentre lui veniva a casa?
Non doveva fare altro che aspettare,ma forse era deluso
perchè si era immaginato un ritorno più festoso....si era
immaginato i baci e gli abbracci davanti
all'ospedale,il  tragitto in macchina parlando del
futuro e invece....
Appoggio' la valigia e provo' il desiderio di piangere quando
di colpo si apri' la porta del bagno e fu assalito da
Valeria,Roberta e...Giovanni!
Mario non credeva ai suoi occhi,bacio' e abbraccio' tutti con
le lacrime che gli inondava gli occhi poi si apparto' un
attimo con Giovanni lasciando le due donne a organizzare il
pranzo.
"io ho molto da farmi perdonare..."inizio' Mario"ti ho
coinvolto ingiustamente nelle mie storie e ti ho mentito
gratuitamente....eppure tu non puoi immaginare il bene che ti
voglio..."Giovanni sorrise "lo so,e credimi,non sono mai
stato in collera con te...o meglio non ho mai smesso di
volerti bene perche' quel  giorno avevo perso la pazienza ,
ma devi ammettere che avevi un po' esagerato..."Mario
annui'"lo so e me ne vergogno...in ogni caso la malattia mi
ha come svegliato...non so come spiegarmi ma mi sento
diverso"Giovanni fece un gesto strano"morte e rinascita mio
caro,morte e rinascita...come nei vecchi miti"
Si abbracciarono di nuovo e raggiunsero le donne a tavola.
Mangiarono scherzando e alla fine del pranzo Mario prese la
parola"voglio ringraziarvi tutti,e scusarmi con tutti ma oggi
per me inizia una nuova vita e vorrei chiedere solo una cosa
a Dio o chi per lui,che me la faccia vivere con voi..."
Ci fu un lungo silenzio poi Giovanni disse"veramente Roberta
mi ha appena affittato la tua vecchia casa...e quindi almeno
per un po' saremo tutti qui"
Roberta sorrise"e io vi disturberò più spesso di quanto
immaginiate...vero Valeria?"l'altra donna annui' prendendole
una mano.
Mario li guardo' e fu felice ,sollevo' lo sguardo e vide
fuori dalla finestra una quercia secolare a lei rivolse
mentalmente la preghiera poi verso' il vino per tutti.

       FINE                       

 vangelo 9