"Sunt lacrimae rerum
È specialmente nel pianto
che l’anima manifesta
la sua presenza
Somiglia all’acqua
che spegne gli incendi.
Invece è l’opposto – cauterio.
Quando il dolore tracima,
allora, contro l’acqua, serve fuoco.
E il pianto è questo:
merca, marchio rovente, fumo
che sale dalla pelle a sigillare
(per quanto?) la ferita."
Valerio Magrelli
Sono coetaneo di Magrelli e, forse per questo, a volte sono spinto a riflettere sul pianto, sulle lacrime che, troppo spesso, mi sono quasi estranee.
Siamo cresciuti in un tempo in cui piangere non era "virile" ,in cui ci insegnavano che essere grandi voleva saper affrontare stoicamente il dolore, e questo fin da bambini....col triste risultato che facciamo fatica a lasciarci andare al pianto(tuttalpiù in privato) e a mostrare il nostro dolore.
Addirittura il pianto altrui ci imbarazza , come se ci fosse mostrato qualcosa di vergognoso che andrebbe nascosto.
Piangere è invece qualcosa di profondamente umano e , per certi versi, terapeutico.
Il pianto cauterizza la ferita, forse non definitivamente, ma un pò sicuramente.
Si può poi piangere di gioia, di meraviglia, di gratitudine ed è un pianto liberatorio e gioioso , è il pianto del mistico che rimane travolto dalla magia dell'Essere.
Questa poesia ha una sua intrinseca verità e bellezza, lasciamo che ci tocchi dentro!