Ecco il famoso racconto....è una prima stesura pieno di imperfezioni ed errori vari....abbiate pietà, però , nonostante abbia più di trent'anni, ha qualche spunto carino.....era ispirato, molto liberamente,ad un collega dell'epoca e a persone che conoscevo,la vicenda è inventata totalmente.......se vi va di perderci un pò di tempo(è un pò lungo)..........
UN UOMO QUALUNQUE
Entro'con fare distratto nella sala, salutando con garbo
affettato i colleghi;un senso leggero di noia lo avvolgeva
mentre subiva il sorriso di quella bionda un po' sfiorita con
cui aveva giocato l'anno precedente come un gatto col topo;il
suo sguardo vagava nella stanza cercando un volto nuovo.Nel
crocchio di insegnanti dalle voci garrule, intravvide un
profilo sconosciuto, si avvicino' dribblando un paio di
colleghe alla nuova recluta,e sfoderando il piu' seduttivo
dei sorrisi.Imposto' ad arte la voce e si presento':"piacere,
in che corso sara'?se ha bisogno di aiuto....,senza
complimenti....anzi puo' anche telefonarmi a casa". La donna
lo guardo' stranita senza riuscire a rispondere, gli strinse
la mano e suo malgrado si trovo' a pensare che quel collega
era veramente gentile e neanche di sgradevole aspetto. Lui si
allontano' continuando a guardarla in modo discreto ma
sufficiente affinche' lei se ne accorgesse e smise al primo
apparire di un vago rossore sulle gote di lei. Compiaciuto si
diresse verso la classe, ove per sbarcare il lunario doveva
lavorare. Durante la mattinata penso' piu' volte alla donna,
interrompendosi nel bel mezzo di una
spiegazione,immaginandosi i pensieri di lei,gli eventuali
turbamenti e gustando il gioco che aveva iniziato. In realta'
di quella donna ,come di tutte le altre,non e' che gli
importasse granche'; quei giochi lo facevano sentire vivo e
tanto gli bastava per continuarli,nonostante i problemi che
ogni volta poi insorgevano. Un ragazzo ripeteva stancamente
la lezione che lui aveva spiegato il giorno precedente,lo
ascoltava senza attenzione, provando un senso di vuoto ,
mentre si sentiva decisamente stupido perso in quei giochi da
adolescente...ma ecco che il pensiero di lei con gli occhi
adoranti ritornava, il vuoto si riempiva e la stupidita'
svaniva in un attimo. Il ragazzo aveva finito,si accorse di
non averlo ascoltato "torna al posto"disse"ti risentiro'
un'altro giorno,non mi convinci...". Il volto dello studente
si sbianco' ma non oso' ribattere e mogio ritorno' al suo
posto. Si alzo' dalla cattedra gironzolo' nervosamente fra i
banchi cercando qualcosa da dire, ma la campanella trillo'
salvandolo dall'imbarazzo. Usci' sospirando nel corridoio,
cercando con lo sguardo se per caso la sua nuova preda fosse
nei paraggi.Il portone della scuola si apri' dolcemente alla
sua spinta e l'aria fresca dell'autunno lo investi' con tutti
i suoi profumi ;si fermo' un attimo quasi stupito,annuso'
quella brezza fresca e umida poi spinse lo sguardo verso le
colline che si intravvedevano fra le case. Intorno alla
scuola resistevano alcuni prati sempre piu' assediati da
fabbricati di varia natura e l'orizzonte era interrotto da
profile triste di gru e macchinari vari,ma tra un tetto e una
impalcatura il professor Mario Nuvola pote' intravvedere il
rincorrersi dei colli e piu' in la' l'appennino.Quella
visuale lo rincuoro' un poco e ripensando al raptus seduttivo
della mattina oltre che allo squallore del suo matrimonio e
del suo lavoro comprese che il suo cognome cosi' curioso era
assai appropriato....era infatti inconsistente come una
nuvola ,senza peso specifico,una maschera che copriva il
vuoto,ma un vuoto disordinato,privo di pace.Mentre si
avvicinava all'automobile, cercando di scansare i ragazzini
urlanti, penso' al silenzio discreto che l'avrebbe atteso a
casa ove la moglie bella e distante avrebbe mangiato di
fronte a lui pensando a chissa' che cosa, mentre lui cercava
di infarcire un discorso con parole forbite e qualche acuta
analisi, non per metterla in imbarazzo , ma solo per cercare
una comunicazione che non ci sarebbe stata.Parlava bene il
professore,anche se poi non viveva proprio di conseguenza;
sapeva di riuscire a gabbare chiunque con le parole...ma non
riusciva a gabbare se stesso e forse questo insieme a tutto
il resto lo costringeva a quel penoso dongiovannismo che gli
faceva provare momenti di stupida ebrezza a spese di donne
ingenue o semplicemente bisognose di affetto,ma soprattutto
innocenti dei suoi problemi.Momenti di ebrezza a cui
seguivano momenti di autocompatimento e di nausea,che non gli
impedivano alla prima opportunita' di ricadere nella recita.I
ragazzini correvano verso le biciclette e verso i genitori
che li aspettavano;si passo' una mano fra i capelli,inspiro'
quasi violentemente e sali' in macchina.Vide la nuova collega
con la coda dell'occhio ma si forzo' a mettere in moto e a
partire senza degnarla di no sguardo.La strada era cosi' nota
che non riusciva a distrarsi,i pensieri altalenavano fra la
collega,con annessi seduttivi,e il biasimo per quei giochi
idioti;freno' per guardare un manifesto che annunciava un
concerto,poi continuo' dritto verso verso casa con un senso
leggero di oppressione.Come tutti i giorni sali' la scala di
corsa pregustando il cibo, anche se sapeva benissimo che in
tavola avrebbe trovato sempre le solite cose.Apri' la porta e
come sempre vide la moglie ,scalza, accoccolata sulla
poltrona assorta nella visione dell'ennesimo telefilm.Lei
alzo' lo sguardo un attimo"ciao..."sospiro' distrattamente
mentre lui controllava la posta sul tavolo,poi si alzo' e
comincio' a servire il pranzo. "E' stata una giornata
deprimente"inizio' lui"pensa che ho interrogato un ragazzo e
neanche l'ho ascoltato...il problema e' che non c'e' piu'
motivazione ne' da parte di noi insegnanti ne' tantomeno da
parte degli studenti...siamo in una crisi di ideali
sconvolgente..."parlava fra una forchettata di pasta e
l'altra guardando interrogativamente la moglie che sembrava
assorta in bel altri pensieri"sai"disse lei"ho visto un bel
paio di pantaloni per te,se vuoi li compro..." lui strinse
con violenza la forchetta....che diavolo diceva quella
stupida?neanche lo ascoltava ,e poi che se ne faceva di un
altro paio di pantaloni? Fini' di mangiare in silenzio,poi
guardo' distrattamente il telegiornale sino alla fine
decidendosi poi per un riposino sul letto mentre la moglie
dormiva profondamente sul divano.Guardo' il soffitto e lo
trovo' desolatamente vuoto,vuoto come la sua vita,come il suo
matrimonio in cui non si riusciva piu' neanche a dormire un
poco insieme;un soffitto dalle implicazioni metafisiche tanto
da ricordargli l'infinita' di Dio, ma in fondo in Dio non ci
credeva...avrebbe voluto crederci e ci aveva anche tentato ma
col solo risultato di provare sensi di colpa e di complicarsi
la vita.Si addormento, ma nel sonno continuava a pensare come
da sveglio rincorrendo donne favolose e disquisendo sulle
verita' ultime...si sveglio' sudaticcio e nervoso giusto in
tempo per sentire la moglie che scendeva le scale per tornare
al lavoro.Si stiro' e inorridi' di fronte a quel pomeriggio
vuoto che avrebbe dovuto riempire in qualche modo per
sopravvivere....penso' a quale donna telefonare,visto che ne
aveva a mano un paio,ma di colpo gli sovvenne la collega
nuova;cerco' sull'elenco telefonico il numero e si appresto'
aduna di quelle sue insuperabili telefonate seduttive,che se
gli costavano tempo e denaro,gli fruttavano quasi sempre un
successo amoroso.Guardo' il telefono ancora un poco
compiacendosi in anticipo del tono di voce che avrebbe usato
poi sollevo'la cornetta e compose il numero. "pronto..."la
voce della donna filtrata dall'apparecchio telefonico aveva
una tonalita' infantile che lo colpi' gradevolmente"buon
giorno,sono il prof. Nuvola....ci siamo conosciuti oggi a
scuola..."la sua voce era calda e flautata,lascio' passare
alcuni secondi ascoltando il respiro della donna, quasi
percettibile contro la cornetta "le telefonavo per sapere
come e' andata....sa,la nostra scuola e' un po' particolare"
La donna tacque per un lunghissimo secondo poi con voce un
po' agitata rispose"grazie...abbastanza bene anche se mi
hanno dato una classe un po' problematica...e' stato gentile
a telefonare...non doveva disturbarsi".Lui sorrise sapendo
benissimo che la donna era assai gratificata dalla sua
telefonata,lo percepiva dal tono della voce e dalle pause "
nessun disturbo,anzi e' un piacere sentirla..."butto' il
sasso con noncuranza con un mezzo tono quasi sussurrato. Ci
fu silenzio poi"...ma cosa dice...mi mette in imbarazzo"
L'uomo si passo' la mano fra i capelli mentre sentiva una
lieve eccitazione passargli lungo la schiena,il gioco andava
avanti bene,un paio di frasi azzeccate e la preda era in
trappola"perche' si imbarazza"continuo'"lei e' una persona
molto gradevole mi ha colpito appena l'ho veduta stamattina
in mezzo a quelle cariatidi delle colleghe.."la donna aveva
accellerato il respiro,lo sentiva distintamente"ma perche'
continuiamo a darci del lei?saremo colleghi tutto l'anno...io
mi chiamo Mario e lei?" la donna degluti' rumorosamente poi
sussurro'"Valeria".Mario godeva di quel gioco stupido e al
contempo se ne vergognava senza per questo riuscire a
fermarsi"un bel nome...musicale...ti spiace se ti richiamo
per fare due chiacchiere?"lei rispose subito "no chiama
pure,mi fa piacere..."lui sentendo l'arrendevolezza della
donna rincaro' la dose"ah sai che domani inaugurano una
mostra di fotografie molto interessante,ti va di venire?" per
un attimo temette di avere esagerato,ma lei dopo un breve
silenzio rispose "si',sono libera,vienimi a prendere alle
quattro"poi gli diede l'indirizzo e le indicazioni per
giungervi "a domani allora..."disse Mario"a domani "concluse
lei. Mario si getto' all'indietro stendendosi sul letto
lanciando un sospiro cosi' rumoroso da sembrare un grido di
vittoria...in realta'si sentiva soddisfatto di se;ogni volta
che una seduzione riusciva si sentiva cosi',come se il suo
essere vivo dipendesse da quello....ma in fondo covava anche
un leggero fastidio che sconfinava nel disgusto,in quei
momenti pero' l'eccitazione era troppo forte per darvi
ascolto....gia' meditata le mosse dell'indomani.
Il pomeriggio passo' veloce fra piccole occupazioni e grandi
pensieri cercando la frase giusto per quell'incontro che
doveva essere decisivo. Il telefono squillo' inaspettato e
Mario fu richiamata alla realta' dalla voce di Sandra,una
delle sue amanti,che lo invitava ad uscire...Non aveva
nessuna voglia di uscire e poi era tutto proiettato
sull'indomani,ma anche le storie passate o presenti hanno i
loro diritti e cosi' accondiscese a raggiungerla mascherando
con abilita' il fastidio.Bacio' Sandra con passione,la
accompagno' in citta' e al ritorno non si nego' ad una
parentesi sessuale,il tutto ovviamente pensando a Valeria;poi
ritorno' verso casa soddisfatto di aver compiuto il proprio
dovere e di non aver fatto soffrire nessuno.Il
professore,infatti,cercava sempre di far convivere matrimonio
e adulteri vari senza togliere nulla a nessuno e senza far
soffrire tutte quelle donne anche se,ovviamente,non sempre
gli riusciva. LA moglie lo attendeva in cucina "ciao"disse
"come e' andata la giornata?"Mario odiava quella domanda
sempre uguale ogni giorno e che nascondeva una terrificante
indifferenza"bene grazie"rispose buttandosi sul divano e
raccattando una rivista in modo da evitare altre domande.
Scorreva le righe del giornale senza leggere,gustando il un
tiepido raggio di sole che filtrando obliquo dalla finestra
lo colpiva in pieno;ascoltava i rumori che provenivano dalla
cucina miscelati alle urla dei bambini che giocavano in
strada e al rombo di qualche automobile.Si sentiva bene anche
se provava una sensazione di leggero sfinimento,come un vuoto
nel centro dell'essere che pian piano lo invadeva scolorando
ogni cosa e togliendo senso finanche alla vita.Scorreva
quelle righe nere sulla carta patinata,linne di piccoli
simboliche non significavano nulla.."in fondo poi le idee che
sono?Nulla e forse meno di nulla"si trovo' a pensare mentre
riponeva la rivista .Sposto' lo sguardo sul corpo della
moglie che era entrata nella stanza in quel momento,un corpo
aggraziato e piacevole che pero' non gli suscitava piu'
alcuna eccitazione;lo guardo' con attenzione e lo senti'
estraneo,come fosse un oggetto sconosciuto.Apri' la bocca per
dirle qualcosa,per rompere quel silenzio pesante ed
assurdo,ma poi la richiuse rimanendo zitto mentre un senso di
nausea lo invadeva subdolamente.
Tristezza della sera...davanti ad un minestrone,sotto la luce
impietosa del neon e poi sprofondato nel divano a guardare
distrattamente la televisione mentre la moglie dormiva
raggomitolata sulla poltrona.Il russare della donna era lieve
,quasi impercettibile ma ugualmente insopportabile per Mario
che non accettava quel dormire davanti al televisore come
vecchi rimbabiti e di conseguenza continuava ,con ostinazione
a tirarle pedate ad intervalli regolari nell'intento di
tenerla sveglia.Quel gesto dapprima innocente prendeva pian
piano la forma di una piccola tortura goduta con sadismo
sottile,quasi una vendetta per quel matrimonio sbagliato di
cui ,ovviamente,anche lui era responsabile.La donna
disturbata nel suo sonno si alzo' e si diresse verso la
camera da letto mentre Mario rimase in sala abbagliato dai
colori innaturali del televisore.Malediceva la vita e le
mogli,la stupidita' umana e quella cosa chiamata amore;quando
si decise a raggiungere la moglie la trovo' profondamente
addormentata.La guardo' un poco e provo' uno slancio di
tenerezza per quella donna che percepiva,in quel momento,
indifesa....avrebbe potuto ucciderla nel sonno senza che lei
potesse reagire,ma lui non voleva ucciderla,non la odiava...
semmai la sentiva indifferente come d'altronde tutte le altre
donne e forse l'intero genere umano.Era lui che era privo di
calore,di amore...era arido come il deserto o almeno temeva
di esserlo e proprio per questo cercava disperatamente di
innamorarsi,quasi a voler provare a se stesso di saper amare.
L'accarezzo' lievemente senza svegliarla,poi sprofondo' nel
cuscino cercando conforto nel sonno.La sveglia lo fece
sobbalzare col cuore in gola,si scosse con fastidio e poi
butto' le gambe fuori dal letto pensando ad un'altra mattina
di scuola che lo attendeva.Si trascino' in bagno e mentre
orinava mezzo addormentato,si ricordo' del suo appuntamento
con Valeria e subito si senti' invadere da una ondata di
energia.Fece colazione in silenzio senza guardare la moglie
che peraltro sembrava assorta in altri pensieri,la saluto'
con un bacio appena accennato e si proietto' fuori della
porta con una furia che non gli era solita.Aspiro' l'aria
della mattina con sollievo come se fosse convalescente da una
malattia,si mise la mani in tasca e si diresse canticchiando
verso l'automobile.La giornata cominciava bene, inseri' una
cassetta nello stereo e si abbandono' alla musica seguendo
con dolcezza le curve della strada e guardando il cielo che
verso la pianura ingrigiva a causa della nebbia che avanzava
silenziosa avvolgendo le cose e portando con se' la fine
dell'estate. Una canzone lo rese di colpo consapevole di un
leggero senso di solitudine,il suo pensiero vago'sino a
ritornare all'adolescenza e alle calde e vitali amicizie ora
tutte svanite come miraggi nel deserto;si domando' se il suo
atteggiamento da dongiovanni non nascesse da quella
solitudine ma con uno sforzo ammise a se stesso che la
mancanza di amici non aveva grande rilevanza...gli andava di
vivere in quel modo e non c'erano attenuanti.
La nebbia era ormai vicina e i margini sfrangiati invadevano
il lato destro della strada mentre il sole inondava ancora
l'altro lato con un effetto surreale,guardo' l'orologio ed
accellero' per non giungere a scuola in ritardo.
Lascio' che la mattinata scorresse su di lui cercando di non
lasciarsi infastidire dagli studenti,anche se non riusci' a
reprimere un senso di nausea alla vista del giovane obeso del
terzo banco,che col suo lardo traboccante era un insulto al
genere umano...con stizza lo interrogo' riuscendo a
comminargli,con molta soddisfazione,un'insufficenza.
Uscendo dalla classe intravvide Valeria che lo saluto'
ammiccando;quel saluto cosi' "intimo"lo gratifico' ma al
contempo gli fece sorgere il dubbio che forse la donna non
era timida ed indifesa come se la era immaginata.Cerco' di
rivederla fra una lezione ed un'altra,voleva verificare le
sue paure,ma non gli riusci' lasciandogli un senso di larvato
fastidio.
L'attese all'uscita ma vedendola in compagnia di altre
colleghe rinuncio' finanche a salutarla e si diresse
nervosamente verso casa pronto a maltrattare la moglie al
minimo errore.
La moglie lo accolse con maggior gentilezza e calore del
solito e questo lo disarmo' facendogli sorgere anzi un
leggero senso di colpa per l'adulterio che andava
progettando.
"Hai un'aria preoccupata..."disse la donna allungandogli
l'insalata"no..."rispose lui abbassando inconsciamente lo
sguardo"no...sto bene...e' solo che non sopporto piu' la
scuola." Lei finse di crederci e cambio' discorso "sei
passato in banca per quei titoli in scadenza?""no...non ho
avuto tempo"menti' lui,che il tempo l'aveva perso aspettando
Valeria davanti alla scuola"quando ci vai ricordati di
quella operazione..."lui annui' senza capire di che stava
parlando,poi cercando di trovare una via di uscita al senso
di colpa che lo invadeva le disse "sabato ti porto a cena
fuori...ti va?"lei sorrise e il professore penso' che la sua
idea la rendesse felice,senza chiedersi se quell'invito cosi'
inusuale per lui non potesse sembrare un modo un po' ingenuo
per depistarla.
Dopo pranzo la lascio' dormire sul divano e fece in modo di
non doverla salutare al suo risveglio...gli sembrava
sconveniente a poche ore da suo incontro amoroso.
Rimase sdraiato sul letto senza dormire,cercare di studiare
la parte che avrebbe recitato con Valeria,voleva valutare
ogni cosa,essere pronto ad ogni evenienza,non poteva
sbagliare se voleva un successo completo e sicuro...
Lo sguardo gli cadde sull'orologio mentre cercava di valutare
il saluto che Valeria gli aveva rivolto quella mattina,era in
ritardo,e questo non era certo un buon inizio...balzo. in
piedi e ravviandosi i capelli con la mano sospiro'"a noi
due!".
2
Valeria lo stava aspettando appoggiata al cancello di
casa,la luce autunnale metteva in risalto il colore dorato
dei suoi capelli e la brezza faceva muovere la gonna lunga e
colorata ;era bella,di una bellezza semplice e dimessa appena
appannata dagli anni,come se il tempo avesse offuscato una
luminosita' interna che pero' ancora traspariva .
Mario fermo' l'automobile ,apri' la portiera sorridendole e
con un leggero nervosismo che cercava di controllare la
saluto'"scusa il ritardo..."disse notando gli occhi beli
,anche se un po' gonfi,di lei.
Imposto' con arte la voce poi continuo'"sono molto felice che
tu abbia accettato il mio invito..."lascio' una pausa per
creare un po' di atmosfera,ma prima che potesse riprendere
il discorso lei rise sonoramente e con tono faceto gli chiese
"abbiamo bisogno di queste frasi mielose e formali?non siamo
ancora abbastanza giovani ca corteggiarci in modo piu'
diretto?"Si avvicino' all'uomo e sfioro' con le sue labbra il
suo collo facendolo impallidire.
Il professore si irrigidi' e di senti' di colpo inadeguato
alla situazione...non si aspettava una cosa del genere,non
era previsto.
Avvio' il motore e ingrano' la prima con un gesto
secco,cercando di riprendere il controllo di se stesso e del
gioco,non amava trovarsi in balia di altri,lo rendeva
ansioso.
Guardo' la donna e poi cambio' discorso " la mostra e' di un
fotografo che conosco,sono fotografie del deserto...lui e'
uno dei tanti malati di MAL D'AFRICA.."la sua voce era troppo
neutra e lei sorrideva in modo eccessivo"se la mostra va bene
fara' un libro..."
Lei si era sprofondata nel seggiolino ,sospiro' chiedendogli"
perche' hai cambiato discorso?mi pareva dall'inizio che
volessi corteggiarmi....in ogni cosa e' bene che tu sappia
che non sono ne' una timida liceale ne' una professoressa
zitella,sono divorziata e ho anche due aborti alle spalle..."
Mario stringeva nervosamente il volante schiacciato da quella
eccessiva confidenza che gli pareva un attacco...Non disse
nulla scuotendo impercettibilmente la testa ripetendosi
mentalmente"cretino...che cretino che sono.."
Giunti al palazzo delle mostre parcheggio' l'auto e poi
guido' la donna verso l'entrata mantenendo una certa distanza
Cercava di valutarla in modo piu' corretto,anche se in fondo
provava solo il desiderio di andarsene...non amava che le
carte sul tavolo gli venissero cambiate in quel modo,amava le
situazioni tranquille,rassicuranti e quella cominciava a
prendere una brutta piega...
Penso' che quella schiettezza era frutto del femminismo,e in
fondo anche lui aveva creduto in quegli ideali,ma ora quella
sicurezza di se',quella specie di aggressivita' lo
infastidivano.
E perche' poi andarsene?si avvicino' alla donna e le chiese"
"ti ha infastidito il mio modo di parlare?....sai a volte
cado in un certo formalismo"lei sorrise"ma
no..scherzavo...non sono insensibile a certe gentilezze,non
sono una femminista arrabbiata!tu piacciono queste foto?"e
senza attendere risposta gli prese la mano con gesto tenero
ma deciso.
Mario guardo' le fotografie perdendosi fra le dune dorate,poi
in uno slancio di sincerita' sussurro'"forse e' bene che
tu sappia che sono sposato..."lei lo tacitò"non mi
interessa..se mi hai cercato significa che non ti deve
andare molto bene con lei...e poi non ti voglio sposare!"
Mario cerco' qualcosa da dire,ma inutilmente.
Le fotografie su succedevano davanti ai suoi occhi
mostrandogli aspetti del deserto che in un altro momento lo
avrebbero spinto a slanci poetici,ma ora guardava le immagini
meccanicamente praticamente senza vederle.
Ripensava ai suoi approcci telefonici e alle conclusioni che
avava tratto...era tutto sbagliato!
Valeria guardava le fotografie con maggior attenzione anche
se in cuor suo continuava a seguire altri pensieri"tua moglie
e' bella? piu' bella di me?"sbotto' "si' deve essere
bella...forse poco stimolante,ma bella...me la immagino come
una bella borghese ben vestita e truccata...e' cosi'?"Mario
ritenne che quei commenti fossero eccessivi,una sorta di
giudizio non richiesto sulla sua vita e le sue scelte,si
volto' stizzito e ringhio'"certo che e' bella e anche piu'
bella di te,se la cosa ti puo' interessare e neanche
cretina,o meglio POCO STIMOLANTE,come credi tu..."lei si
giro' spalancando gli occhi con fare infantile,poi con un
sorriso gelido chiese"e allora se e' cosi' perfetta perche'
sei qui con me?"
Mario era stato preso in trappola,qualunque cosa rispondesse
era inadeguata ;la cosa lofece imbestialire"che razza di
discorsi fai?neanche ti avessi chiesto di venire a letto con
me..."la investi'"che diavolo ne vuoi sapere tu? non sei
riuscita a tenerti il marito e vieni a fare l'analisi del mio
matrimonio?"
Valeria impallidi' e con tono sommesso disse"scusa...non ne
so niente,parlavo cosi' senza pensare..."poi si volto' verso
l'immagine di una palma che si stagliava contro un tramonto
di fuoco.
Il professore si guardo' intorno rendendosi conto di avere
alzato la voce,poi si avvicino' alla donna mettendole le mani
sui fianchi"ho esagerato...scusami...ma le tue affermazioni
mi sono sembrate inopportune"
Valeria continuo' a guardare la fotografia per un attimo
poi si volto' di scatto baciandolo"no.hai ragione...a volte
parlo a sproposito e poi non devo scaricare su di te il mio
livore verso altri uomini...che mi hanno fatto soffrire"
Mario la guardo' con tenerezza e le disse"attenta potrei
farti soffrire anche io..."stupendosi subito di quella frase
inusuale in lui ....era la prima volta che si preoccupava dei
sentimenti di una donna.
Si riscosse e l'abbraccio' con decisione quasi a dimostrare a
se stesso una sorta di potere su di lei.
"si'...puo' accadere che tu mi faccia soffrire..."disse lei
dopo una lunga pausa"e' piu' che probabile che tu abbia altre
amanti..."Mario nascose il suo turbamento mentre gli
scorrevano davanti agli occhi i visi delle sue "amiche"
soprattutto quello di Sandra"amanti piu' belle e piu' docili
di me"continuo' Valeria"che non ti chiedono nulla se non
qualche briciola di affetto o forse solo una parvenza d'amore
che le faccia sentire meno sole e che le giustifichi del dono
che fanno di se'....noi donne siamo cosi' stupide ...a
volte..."scosse la testa con un gesto di disapprovazione"ma
potrebbe essere che io faccio soffrire te,tanto per
cambiare....non e' poi impossibile,non credi?"
Mario era infastidito da quei discorsi e cercava di non
ascoltare sperando che smettesse ma lei incurante del suo
silenzio continuo'"ti riesce difficile amare? sei egoista o
immaturo?cerchi ancora te stesso o solo il tuo piacere?in
fondo non ha importanza...male che vada non sara' peggio di
altre volte"Mario che non amava essere paragonato ad altri e
tantomeno agli "ex" delle sue donne ringhio'"non fare di
tutte le erbe un fascio...io sono io e basta...ogni storia e'
unica ed irripetibile...non fare paragoni odiosi!"si volto' a
guardare la donna e si rese conto della falsita' che aveva
appena detto;lui cercava sempre storie simili con donne
simili ,conduceva tutto nel solito modo e giungeva al cattivo
gusto di portarle negli stessi posti...e di dire le stesse
frasi.
Non era vero che ogni storia aveva una sua singolarita'.forse
quella sotia avrebbe potuto averla e questo lo spaventava
ancheun poco.
Aveva alzato la voce e si rese conto che lo aveva fatto per
difendere la propria unicita' anche per Valeria,soprattutto
per lei,che in qualche modo lo metteva in difficolta'.
Si guardo' intorno dandosi un contegno,si sentiva un po'
stupido ad aver alzato la voce, e intravvide Sandra che stava
entrando in quel momento.
Si scosto' da Valeria e con una scusa si allontano'
raggiungendo Sandra"ciao...scusa...ma sono con una collega
che e' amica di mia moglie...capisci vero?"parlo' velocemente
e senza prendere quasi fiato"fa finta di niente...ti
prego..."Sandra annui' remissiva e salutandolo mestamente si
diresse verso le fotografie fingendo di non conoscerlo.
Ritorno' da Valeria leggermente teso e le chiese"andiamo a
fare due passi nel parco prima che salga la nebbia?"lei
sorrise e rispose"va bene,sei gia' stanco della mostra?"lui
annui' dirigendosi verso l'uscita .
Gli alberi del parco li accolsero con i loro colori caldi e
ramati tipici dell'autunno,la luce del meriggio filtrava fra
le fronde creando disegni sui vialetti e sulle aiuole ove
correvano bambini urlanti e alcune coppiette si baciavano
teneramente.
Valeria fece una breve corsa e Mario la guardo' con una
sensazione di gioia nel cuore,gioia appena offuscata dalla
consapevolezza della menzogna detta a Sandra.
Perche' poi mentire a Sandra?perche' cercare un'altra storia?
in fondo Sandra era dolce,stava bene con lei...
E poi oltre a Sandra a volte vedeva anche Giovanna non poteva
dire certo di essere solo...
Aveva costruito quell'intrico di rapporti con attenzione
creando un equilibrio precario che fino ad ora aveva retto
senza sofferenza o fastidio per alcuno,ma ora...
Guardava Valeria correre,gli pareva una fanciulla,una
fanciulla che avrebbe potuto rovinare tutto.
Un bambino correndo lo urto' e poco ci manco' che non gli
affibbiasse una pedata,si fermo' appena in tempo,dicendosi
che il ragazzino non aveva colpa dei suoi problemi.
Valeria lo stava chiamando,la raggiunse vicino al laghetto
dove alcune anatre nuotavano altere"ti piace?"chiese lei"si'
certo...ci venivo a giocare da bambino..."
Lei era felice in quel momento e quasi le pareva di
amare,anche se quella parola non la convinceva,quell'uomo
appena conosciuto,che con quel volto magro e i capelli
arruffati le faceva tenerezza e forse anche un po' pena.
Lo guardo' con attenzione,cercando di non pensare ai suoi
atteggiamenti da seduttore,e noto' la ruga pensosa che gli
solcava la fronte come se stesse riflettendo con troppa forza
e lo trovo' quasi bello.
"accompagnami a casa,dai.."gli disse con un sorriso che lui
non seppe interpretare.
Lui non se lo fece ripetere due volte e sotto casa la saluto'
compassato sfiorandola appena con le labbra"a domani..."e lei
di rimando"ma certo!"
Valeria sali' le scale in fretta,apri' la porta e di colpo fu
assalita dalla confusione che reganava
nell'appartamento;libri,vestiti e altri oggetti sparsi per
terra alla rinfusa,il tutto sotto lo sguardo austero di Che
Guevara che campeggiava sul muro.
Per la prima volta provo' una sensazione di fastidio a quella
visione,quasi che il disordine esterno fosse lo specchio di
quello interiore,cerco' di non darci importanza e si diresse
verso la finestra per salutare di nuovo Mario,ma la macchina
era gia' lontana.
Appoggio' la borsa sul tavolo e lo sguardo le cadde
involontariamente sul vecchio specchio che le rimando' la sua
immagine slanciata;si avvicino' e passandosi le dita sul viso
si osservo' piu' da vicino percorrendo con i polpastrelli le
rughe sottili e sfiorando appena quell'antiestetico gonfiore
sotto gli occhi che il realta' non aveva mai cercato di
combattere.
Si guardo' per un poco chiedendosi se poteva essere ancora
attraente,poi con un movimento brusco lascio' lo specchio e
si lascio' andare alla morbidezza avvolgente del divano
accendendosi una sigaretta.
Guardava le volute di fumo alzarsi lente,le osservava
controluce godendo degli effimeri arabeschi che subito si
dissolvevano nel nulla,guardava e pensava alla sua vita,al
suo matrimonio fallito,ai figli che avrebbe potuto avere,ai
sogni di un tempo e tutto svaniva nel ricordo insieme al
fumo.
E quell'uomo appena conosciuto?quell'uomo qualunque
incontrato sul lavoro...le interessava davvero?non sapeva che
risposta darsi....
Si sentiva attratta o voleva vendicarsi su di lui delle
offese passate?In fondo gl;i altri erano uomini come
lui,forse meglio o forse peggio,ma sempre uomini....farne
soffrire uno era come farli soffrire tutti.
Scosse la testa...no,non aveva desiderio di vendetta,semmai
sentiva bisogno di amore,di tenerezza anche se non voleva
ammetterlo....sesso semmai,un po' di divertimento,ma
amore...no.
Ne aveva avuto abbastanza di amore in vita sua e l'aveva
fatta solo soffrire.
Rimuoveva l'idea dell'amore quasi fosse indecente per una
donna della sua eta'...confondeva l'amore con l'eccessivo
romanticismo delle ragazzine e provava un leggero senso di
fastidio.
Si appoggio' con la testa al bracciolo del divano e chiuse
gli occhi,si senti' prendere subito dal sonno ma prima di
crollare gli parve di ripensare a Mario....chissa' perche'...
3
"dormire,morire...forse sognare"disse ad alta voce Mario
citando Shakespeare mentre guidava verso casa,si sentiva
strano dopo quell'incontro,guardava verso le colline e
cercava di capire i suoi sentimenti.
Perche' aveva cercato Valeria?perche' l'aveva corteggiata ed
era uscito con lei?in fondo non aveva certo bisogno di
avventure sessuali e allora?
Quella donna con quel miscuglio di dolcezza e acredine lo
aveva turbato,gli aveva ricordato certe compagne degli anni
"politici"ma con qualcosa di diverso...una sorta di
malinconia struggente,di sensibilita' ferita a cui non poteva
essere insensibile.
Verso Valeria provava attrazione e al contempo una leggera
repulsione...non riusciva a spiegarselo;l'unica cosa certa
era che quella donna era assai diversa da quelle che
frequentava abitualmente.
Si chiese per un attimo che effetto gli avrebbe fatto se
l'avesse incontrata tanti anni prima,quando lui portava
ancora l'eskimo e i capelli lunghi.
La luce del tramonto era calda e dorata,appena filtrata dalla
bruma....gli sovvenne di Sandra,doveva telefonarle per
scusarsi,in fondo non si era comportato bene .
Sandra l'avrebbe scusato con quella sua voce mielosa
che lo faceva sempre sentire in colpa,sensazione che gli
avrebbe fatto nascere una sorta di rabbia per
quell'atteggiamento che lui definiva di "remissivita' bovina"
Giunse a casa con quel pensiero fastidioso miscelato alla
consapevolezza di cio' che lo aspettava:una serata silenziosa
e vuota con la moglie addormentata sulla poltrona.
Apri' la porta con lentezza e si trovo' davanti un mare di
capelli e barba con un paio di occhiali in mezzo.
Sul momenti non capi' bene chi fosse poi riconoscendolo lo
abbraccio' con slancio dicendo"Giovanni !ma da dove diavolo
spunti?"l'amico sorrise"dalla Svezia,ma prima ero in Nepal e
prima ancora in America...ma avremo modo di parlarne,mi fermo
da te qualche giorno..."
Mario lo guardo' incredulo,erano anni che non vedeva l'amico
di tante avventure giovanili e ancora gli pareva incredibile
averlo li' davanti a se'.
Mario si sedette sul divano mentre Giovanni si accoccolo' di
fronte a lui sul tappeto;si guardavano senza parlare e quel
silenzio era piu' denso di mille discorsi,si guardavano ed
erano felici di farlo.
"un silenzio magico"penso' Mario appoggiandosi allo schienale
del divano,gli unici rumori che percepiva provenivano dalla
cucina ove la moglie stava preparando la cena,tutto il resto
era immobilita' che fluiva ritmata dal respiro.
Giovanni era un po' invecchiato,o cosi' almeno gli parve,piu'
rughe attorno agli occhi,fili bianchi nei capelli e una
maggiore profondita' nello sguardo.
Mario lo guardava con affetto miscelato a un forte senso di
rispetto;in realta' Giovanni era sempre stato per lui una
specie di mito vivente,era cio' che lui avrebbe voluto essere
e che non era riuscito ad essere,manifestava ogni virtu'
laddove lui manifestava i difetti....
Giovanni lo squadro' ancora un attorno ,poi chiese" sei
preoccupato?faccende di donne ?sei incorreggibile!"Mario
arrossi' visibilmente sentendosi smascherato indico' con
gesto preoccupato la cucina e sussurro'"poi ti dico..."
Giovanni assenti'"cambiamo discorso...sai che in Nepal sono
tornato su in quella vallata dove eravamo andati insieme?C'e'
ancora quel vecchio Monaco e c'e' sempre un freddo
bestiale..."
Mario fu assorbito di colpo da mille immagini del suo passato
immagini che cercava sempre di rimuovere per non scontrarsi
troppo brutalmente col suo quotidiano,scosse la testa come
per scacciare quei pensieri e con voce leggermente rotta
disse"altri tempi mio caro...meglio non pensarci piu'"
Trillo' il telefono ,sollevo' meccanicamente la cornetta e
senti' la voce un po' lagnosa di Sandra che chiedeva della
mostra...cerco' di mentire con garbo e senza farsi sentire da
Giovanni o dalla moglie poi concluse con un paio di frasi
dolci al punto giusto .
Appoggio' il ricevitore e si volto' verso Giovanni che lo
stava guardando con una malcelata ironia"ancora le tue
storielle?ma non cresci mai!...."disse lisciandosi la
barba"scusa se te lo dico...ma me lo permetto solo perche' ti
voglio bene...sarebbe ora di smetterla ,per te, per lei"e
indico' la porta della cucina"e per tutte le altre...siamo
amici da troppi anni perche' taccia,finisci per essere
patetico,te ne rendi conto?"
Mario abbasso' lo sguardo"proprio oggi me ne sono reso conto
una volta di piu'..."abbasso' la voce"ma e' cosi' difficile..."
Giovanni gli si avvicino' e mettendogli una mano sulla spalla
sussurro'"e' difficile per tutti...vivere e' difficile e
vivere bene ancora di piu'"
Mario strizzo' gli occhi poi guardando l'amico disse"difficile
per me.forse impossibile...per te e' diverso,mi pare che te
la cavi piuttosto bene..."Giovanni si alzo' in piedi"balle!il
problema e' che tu non hai fiducia in te stesso e invece
idealizzi me che in fondo sono insoddisfatto quanto te.Tu
vorresti viaggiare liberamente come me mentre io vorrei
fermarmi e mettere su famiglia...ci invidiamo a vicenda come
due bambini!"Mario lo guardava incredulo "vedi" proseguì
Giovanni"non credo esista un giusto modo di vivere,ne
esistono migliaia e non ne esiste nessuno,l'importante e'
essere felici del proprio...e questo e' il difficile!"
Mario abbasso' lo sguardo"ma e' poi possibile essere
soddisfatti?credi che sia possibile?"chiese mestamente "credo
di si'"rispose prontamente Giovanni"il fatto che noi non lo
siamo non significa che altri non possano essere
pacificati...credo che anche a te sia capitato di incontrare
qualcuno cosi'...noi siamo ancora abbastanza giovani per
poter ancora sperare di trovare quella pace,quella
soddisfazione a cui aneliamo,ma c'e' molta strada da fare e
il problema veroè se vogliamo percorrerla sul serio
Mario rimase silenzioso pensando al suo ribollire
interiore,alle sue mille maschere e finzioni
quotidiane...provava un intenso desiderio che tutto cio'
finisse,ma sapeva anche che non aveva il coraggio di fare
nulla in quel senso.
La moglie li chiamo' per la cena e i due amici si diressero
in silenzio verso la tavola assorti nei loro pensieri.
4
Mario passo' una notte agitata e prima dell'alba era gia'
sveglio ed inquieto,si vesti' in silenzio per non svegliare
la moglie e si diresse verso la stanza di Giovanni,la porta
era socchiusa e vide l'amico seduto in silenzio sul letto
assorto in meditazione non volle disturbarlo e decise di
uscire.
L'aria era gelida il buio della notte scolorava verso est e
il nero si mutava in colori tenui che rapivano l'occhio e
tacitavano la mente.
Decise di passeggiare un poco e si diresse verso le colline
ascoltando i rumori del mondo che si risvegliava,rumori per
lui inconsueti e che voleva gustare pienamente.
Camminava con passo deciso su per una carraia che portava
verso il primo crinale da cui gia' trasparviva il chiarore
del sole,camminava e nel movimento abbandonava tutti i
pensieri,tutte le complicazioni,diveniva uno col ritmo dei
passi,uno con la strada ....tutto svaniva.
L'umidita' gli penetrava nelle ossa,ma in quel momento non lo
trovo' sgradevole,lo faceva sentire vivo e questo era
incedibile cosi' come il leggero affanno che gli scuoteva il
petto ora che il sentiero si era fatto piu' ripido.
Incontro' un ruscello e si stupi' del suono cristallino
dell'acqua,vi immerse le mani provando una sensazione di
freddo quasi dolorosa,un gallo canto' e lui si senti'
incredibilmente sereno.
Si sentiva fresco ed aperto come un bambino,percepiva ogni
cosa con nitidezza e precisione,si sedette in terra a
guardadre il sole che ormai saliva all'orizzonte.
I raggi del sole lo inondarono e lui rese grazie di quel
piccolo grande dono poi torno' sui suoi passi .
Torno' veloce a casa,fece colazione da solo mentre Giovanni
era ancora in camera e la moglie in bagno poi usci' senza
salutare e si diresse verso scuola.
Mentre guidava si chiese se in fondo aveva senso discutere su
come vivere la vita,non era piu' semplice godere cio' che
capitava cosi' senza farsi dei problemi?
Giovanni aveva un bel da dire...in fondo anche lui era un
insoddisfatto e allora come poteva pretendere di giudicare il
suo operato?perche' in fondo era chiaro che non approvava la
sua vita...soprattutto le sue storie di donne,ma poi che
altro aveva da proporre?
Lui poi le donne non violentava ne' plagiava,era anche una
loro scelta lo stare con lui e in qualche modo forse le
faceva anche felici...Giovanni non sentiva la sua esigenza di
sedurre?bene,che non lo facesse,ma che non cercasse di
giudicare lui!
Sapeva bene di non essere perfetto ma in fondo per il momento
non se la sentiva di cercare di cambiare.
Si senti' sollevato dalle giustificazioni che si era trovato
anche se in cuor suo sapeva che non reggevano
granche',parcheggio' di fronte alla scuola e scendendo
dall'auto vide Valeria che entrava di corsa.
Anche Valeria lo vide ma senza un motivo preciso continuo'
decisa fino alla sua classe entro' e rimase a guardare gli
studenti appoggiata alla porta.
Perche' non lo aveva salutato?non aveva una risposta si
sedette aprendo con stizza il registro.
La sera prima si era addormentata pesantemente sul divano
pensando a Mario,si era svegliasta intontita e depressa,aveva
cenato da sola e poi era uscita con delle amiche a cui non
aveva confidato nulla tornando a casa piu' rattristata
ancora;guardo' i ragazzini con astio nonb aveva voglia di
fare lezione...
Mario a sua volta svolgeva stancamente le sue mansioni di
docente cercando di interpretare il gesto di Valeria...
Noto' una studentessa con le lunghe gambe accavallate in una
minigonna vertiginosa che mostrava tutto il mostrabile,con un
sogghigno la chiamo' alla cattedra"mi parli dell'erotismo del
Dannunzio"intimo' guardandola con ironia.
La Ragazza sbianco' in volto e comincio' a guardarsi attorno
nervosamente stropicciandosi le mani.
I minuti passavanio implacabile e Mario chiese
brusacamente"qual'e' il problema signorina?"lei con voce
rotta disse"professore,scusi...cosa sarebbe l'erotismo?"Mario
scoppio' in una risata e facendole segno di ritornare al
posto ringhio'"se non lo sa lei...."
La ragazza torno' al suo posto avvilita fra le risate a
malapena represse dei compagni;Mario sorrise fra se e se' npn
amava le donne belle e stupide.
La mattinata bene o male giunse al termine e il professore si
incammino' deciso verso l'uscita con l'intenzione di
attendere Valeria nel piazzale ma si accorse con stizza che
stava cominciando a piovere;il cielo si era coperto di nuobi
grevi e basse ,l'aria era elettrica e umida,alcune gocce
cominciarono a colpirlo con regolarita'.
Rimase fermo sotto la pioggia maledicendo Giove pluvio e
quando giunse Valeria era gia' bagnato fradicio.
Si guardarono un poco sorridendosi attraverso la cotina di
pioggia poi lei lo prese sottobraccio e lo trascino' di corsa
verso la macchina"accidenti come piove!"disse lei gettandosi
sul sedile"percfhe' non hai aspettato dentro?"lui si stava
asciugando il volto col fazzoletto e non rispose"hai tempo di
venire da me oggi?continuo' Valeria mentre l'acqua
tamureggiava con foga sul tetto dell'automobile"faro' il
possibile"disse lui prendendole la mano"mi e' capitato a casa
un vecchio amico,ma vedro' di organizzarmi.
"cerca di venire"disse lei"abbiamo bisogno di stare un po'
insieme...non ti pare?"lui annui' poi la bacio' e si
proietto' nella pioggia per raggiungere la sua automobile.
Guidando verso casa si chiese se voleva andare davvero da
Valeria...voleva iniziare una nuova storia?perche' di questo
si sarebbe trattato...e poi Valeria non era come le
altre,forse rischiava di coinvolgersi.
Lo preoccupava anche Giovanni...come poteva giustificare la
sua uscita?cosa avrebbe pensato?
Si senti' un po' stupido a preoccuparsi di Giovanni invece
che della moglie e penso' che sarebbe andato ...pensassero
cio' volevano!
La scusa era gia' pronta:una riunione a
scuola...credibilissima.
Si senti' sollevato,ci sarebbe andato e poi che succedesse
cio' che doveva accadere.
5
Entro' in casa deciso e prima che qualcuno potessere parlare
comincio' a lamentarsi"....non se ne puo',anche oggi una
riunione...il preside non capisce niente....servissero poi a
qualcosa!"getto' i libri sul tavolo con gesto studiato poi si
sprofondo' nel divano con un sospiro.
Giovanni lo guardo' un attimo poi volse lo sguardo fuori
dalla finestra mentre la moglie allargo' le braccia con gesto
di impotenza,nessuno sollevo' obiezioni.
Giovanni usci' sul balcone a guardare la pioggia,pensava alla
sceneggiata di Mario che lui aveva subito compreso...quegli
atteggiamenti lo stizzivano ma al contempo lo
intenerivano;sapeva bene che Mario aveva mentito per lui e
non per la moglie,che in maniera nel pomeriggio sarebbe stata
a lavorare e che certamente sapeva anche se fingeva di
ignorare....quelle attenzioni,per quanto infantili,lo
imbarazzavano,perce' diavolo Mario doveva temere il
suogiudizio?
Guardava la pioggia che rimalzava sul davanzale scoppiettando
e provava pena per l'amico cosi' infantile e per sua moglie
che sembrava sopportare stoicamente quel matrimonio e anche
per se stesso cosi' terribilmente libero...una liberta' che
era fatta di isolamento e di inconcludenza.
Senti' di non essere piu' solo e voltandosi si trovo' al
fianco la moglie dell'amico"perche' fa cosi'?tu che lo
conosci dimmelo...ti prego!"disse con voce leggermente rotta.
Giovanni scosse la testa senza guardarla"non lo so...forse
sta ancora cercando un senso per la sua vita ...o forse non
vuole crescere...vorrei poterti rispondere,ma non posso!"le
sorrise e rientro' in casa imbarazzato..
Perche' provava quella sensazione?in fondo non era certo lui
il responsabile del comportamento di Mario;si fece forza e
decise di ritornare sul balcone.
La guardo' con attenzione cercando di capire se sul suo volto
oltre alla pioggia ci fossero anche delle lacrime"mi
spiace"disse con tono garbato"ma era un pezzo che non vedevo
tuo marito e francamente non so come parlargli,in fondo sono
sue scelte e oltretutto lui pare temere il mio giudizio...non
vorrei risultare troppo inquisitivo,troppo invadente...puoi
capirmi?"lei si volto' e gli sorrise debolmente"certo
Giovanni che ti capisco non ti preoccupare non volevo
coinvolgerti in questa farsa di matrimonio,ho solo avuto un
momento di debolezza"si asciugo' il volto col dorso della
mano e si avvio' verso la porta finestra ma Giovanni la
fermo' prendendola per il braccio"no...parla pure ,mi fa
piacere capire...ovviamente se ti va di parlarne cone me..."
Lei lo guordo' un attimo poi disse"va bene...vedi il nostro
matrimonio e' stato un errore fin dall'inizio...non ci siamo
mai veramente amati;io mi sono sposata per andarmene dalla
casa di mio padre e Mario francamente non so,certo e' che non
abbiamo nulla da dirci,nulla da condividere e lui ovviamente
cerca soddisfazioni altrove...non e' neanche tutta colpa
sua,siamo vittime della nostra stupidita' e non abbiamo il
coraggio di finirla questa storia,come sarebbe saggio....ce
ne stiamo qui a fingere un rapporto che non c'e' e che anzi
non c'e' mai stato...che squallore!"
Giovanni aveva ascoltato con attenzione"una brutta
situazione"disse"non credevo foste a questo punto...fingete
abbastanza bene...che posso fare per aiutarti?"
Lei sorrise con amarezza"tu non puoi fare niente,sono io che
dovrei aiutarmi,ma non ne ho la forza...la solitudine mi
spaventa piu' di questa situazione....tu come ci stai da
solo?"
Giovanni non si aspettava quella domanda e prese tempo prima
di rispondere facendo vagare altrove lo sguardo"a dire il
vero non sempre benissimo...ma non e' poi cosi' male,anche la
solitudine ha i suoi pregi non devi temere di rimanere
sola...e poi non credo che tu senza Mario sia piu' sola di
quanto tu non sia ora."lei si volto' verso la pioggia"dici
bene tu...ma per una donna e' diverso!"Giovanni provo'
l'istinto di abbracciarla per consolarla un poco ma si
trattenne ritenendolo un gesto inadeguato e rientrando in
casa le disse con dolcezza"forse hai ragione..."
La casa sembrava calda ,rientrando dal balcone,e gli occhiali
gli si appannarono ma nonostante questo noto' Mario che
confabulava sottovoce al telefono.
Provo' un gran desiderio di prenderlo a calci ma si trattenne
limitandosi a guardarlo con una disapprovazione cosi'
tangibile che Mario si volto' di scatto sentendosi osservato.
Giovanni lo guardo' negli occhi con un disprezzo e una rabbia
che faceva fatica a contenere poi con un sospiro allungo' il
passo e raggiunse la sua camera.
Si butto' a peso morto sul letto e si conentro' su di una
crepa sul soffitto che pareva un antico geroglifico,si
conentro' cercando di prendere distanza da quella storia che
non lo riguardava direttamente e che invece lo coinvolgeva
emotivamente...l'amicizia con Mario,la sofferenza di quella
giovane donna o chissa' che altro lo facevano sentire
partecipe.
Si alzo' di scatto sentendo un lieve bussare alla
porta"avanti"disse in modo brusco;la porta si apri' e vide
Mario entrare con quell'espressione stupida che voleva
significare"va bene ho sbagliato ma facciamo finta di
niente..."
"vieni e' pronto il pranzo..."gli senti' dire prima che con
un balzo lo avesse raggiunto e lo avesse colpito con uno
schiaffo sonoro.
Mario rimase un attimo interdetto poi cerco' a sua volta di
colpire Giovanni col solo risultato di farsi prendere il
braccio in nuna morsa dolorosissima che lo rese subito
inoffensivo.
"sei un verme"ringhio' Giovanni senza allentare la presa"tu
prenderesti per i fondelli il mondo intero per una
sottana!"lo fece crollare al suolo e guardandolo negli
occhi"ma con me non attacca,raccontale alle tue donne le tue
storie...io non ci casco!"
Mario lo guardo' stravolto e di colpo una lacrima gli scese
lungo la guancia a tradimento,l'asciugo' con fare disinvoilto
e rialzandosi gli disse con freddezza studiata"se ti va bene
come sono la porta e' da quella parte!"
Giovanni raccolse in silenzio le sue cose e si diresse vewrso
la porta dove l'attendeva la moglie,pallidissima e immobile
come una statua.
"scusami ma me ne devo andare"le disse Giovanni uscendo e lei
dirimando"scusa,e' stata colpa mia"Givanni le
sorrise dicendo"no...non e' vero!" e si precipito' per le
scale.
Mario sopraggiunse alcuni secondi dopo con gli occhi rossi e
la guancia gonfia,guardo' la moglie con astio e si precipito'
alla finestra urlando"Giovanni...torna indietro!"ma l'amico
aveva gia' svoltato l'angolo e non riusciva a vederlo neanche
sporgendosi sul davanzale.
Si precipito' verso la porta ma la moglie lo bolocco'" che
vuoi fare?"gli chiese con durezza"rincorrerlo?riportarlo qui
ad assistere ai tuoi giochi?vuoi mentirgliancora?la scialo
fuori...non permettere che il nostro attuale triste
spettacolo possa rovinare l'affetto che ha per te..."
Mario si morse le labbra e alzo' la mano per colpirla...ma
gli ricadde molle sul fianco,,,non l'aveva mai
toccata,tradita si' ma mai toccata...
La donna era li' ferma davanti a lui,lo guardava con
severita' ma senza alterigia,mostravauna sicurezza che gli
era nuova,lo guardava e il suo sguardo lo feriva piu' di
mille ingiurie.
Senti' che qualcosa gli si rompeva dentro e comincio' a
piangere senza neanche accorgersene,lei lo abbraccio' e lui
senti' che era un abbraccio materno e non coniugale,si
divincolo' e corse a rifugiarsi sul letto.
Lotto' con i pensieri a lungo assopendosi poi cullato dai
rumori della moglie che pranzava in cucina.
Si sveglio' dopo un paio di ore,stordito e nauseato,guardo' l
l'orologio e di colpo gli sovvenne che era in ritardo per
l'appuntamento con Valeria,penso' istintivamente di non
andare ma i soliti suoi meccanismi si misero in moto e in
breve tempo giunse alla conclusione"verme per verme tanto
vale esserlo fino in fondo"e cosi' si predispose alla
seduzione.
6
Valeria si aggirava nervosa per la casa,Mario era in ritardo
nonostante le avesse confermatoal telefono la sua venuta
aggiungendo che non attendeva altro che incontrarla...
Aveva deciso di non venire?erano sorto dei problemi ?e allora
perche' non la avvertiva?
Tutti questi pensieri le si agitavano nella mente rendendola
sempre piu' confusa.
Se Mario fosse venuto,sapeva benissimo come sarebbe andata a
finire e pur desiderandolo le sembrava una sorta di sconfitta
ma se non fosse venuto sarebbe stato un insulta alla sua
dignita' e alla sua femminilita';sospiro' rumorosamente e
riutorno' in bagno ad aggiustarsi il make-up,giusto un tocco
di fondotinta per togliersi quel pallore anemico.
Si accorse di avere ai piedi le ciabatte,le butto' in un
angolo e si infilo' delle scarpe,si accese una sigraretta e
si concentro' sulla musica insulsa che usciva
dall'apparecchio radiofonico.
Il telefono trillo' facendola sobbalzare,sollevo' la cornetta
con un mistodi rabbia e delusione,ma la voce all'altro capo
non era quella di Matio ma di una compagna che la invitava ad
una riunione di donne,declino' l'invito e riabbasso' la
cornetta.
Guardo' l'orologio poi di scatto riprese il telefono e
compose il numero di Mario,attese un poco poi senti' lo
squillo lento e regolare,ma nessuno rispose.
Prese un libro ma piu' che leggere stropicciava i bordi delle
pagine tendendo l'orecchio per sentire l'eventuale rumore di
una automobile,impreco' fra se e se' proprio un attimo prima
che suonasse il campanello.
Si alzo' veloce e si precipito' ad aprire la porta e si
trovo' davanti Mario con un mazzo di rose e un sorriso che
era tutto un programma.
Lei si fece da parte per lasciarlo entrare mentre lui si
scusava per il ritardo,lo fece sedere sul divano e gli offri'
da bere poi si sedette sulla poltrona di fronte quasi a
volersi difendere da slanci eccessivi.
"che ci sta accadendo "disse lei guardandolo negli occhi"mi
ero ripromessa di vivere sola,di non avere piu' storie e
invece eccomi qui con te,bene o male attratta....e in parte
anche respinta da questa storia..."Mario la interruppe"spero
non respinta da me!"lei riprese"no...non e' questo che volevo
dire,ma solo che in fondo ho un po' paura a coinvolgermi di
nuovo...e poi vorrei capire dove stiamo andando..."
Mario imposto' la voce e cercando di rassicurarla le
rispose"non andiamo da nessuna parte,ci stiamo conoscendo e
forse cominciamo a provare dei sentimenti reciproci,tutto qui
niente di strano."lei si alzo' nervosamente"si' puo'
essere,ma io sono stanca di amori falliti,di storie prive di
senso,vorrei un po' di pace,di stabilita'..."Mario scosse la
testa,non amava quei discorsi che complicavano inutilmente le
cose"non voglio piu' soffrire"continuo' lei"e' ora di vivere
in modo diverso...ma tu che cosa vuoi?perche' sei qui?"Mario
a quel punto si alzo' prendendole le mani e sfiorandola con
un bacio.
Valeria si zitti' di colpo e come guidata da una mano
invisibile ando' a raggomitolarsi sul divano vicino a Mario
provando un gran senso di calore.
Mario provo' una sensazione di vittoria,comincio' ad
accarezzarla languidamente sicuro di avere in pugno la
situazione.
Valeria pareva abbandonarsi alle carezze mentre in realta' si
chiudeva in se stessa,intuiva l'abilita' seduttiva di lui e
ne diffidava,cercava di godersi le carezze senza lasciarsi
andare troppo.
La mano di Mario si intrufolo' sotto gli abiti,laei si
raddrizzo' di colpo e chise a bruciapelo"che vuoi?non mi hai
risposto!"lui bofonchio'"non so...mi piaci..ti desidero..."
Valeria lo guardo' cercando di capire cosa le piaceva e cosa
invece la infastidiva in quell'uomo biondiccio con quel viso
da eterno ragazzo.
Anche lui la soppesava notando le profonde occhiaie e le
gambe che si intravvedevano fra le pieghe della gonna,gambe
gonfie solcate da alcune antiestetiche varici,si chiese
perche' era li' a provarci con una donna bruttina quando
invece avrebbe potuto essere altrove.
Rimasero in silenzio a lungo scandagliandosi con occhiate che
cercavano di trapassare non solo gli abiti ma le anime poi
senza dire una parola cominciarono a baciarsi con crescente
passione e ben presto gli abiti cominciarono a cadere a terra
sparsi sulla moquette mentre loro si gewttarono in uncorpo a
corpo rabbioso e tenero al contempo.
Mario si sentiva un poco stavolto ma conservava quel poco di
lucidita' sufficiente per cercare,come suo solito,di fare
bella figura,mentre Valeria finalmente non penso' piu' a
nulla.
L'uomo si sollewvo' un po' sudato e guardo' la donna
sdraiata sul divano,ansimava ancora,il viso e il petto
arrossati,la guardo' prendendo fiato e riconobbe che non era
bella...i seni piccoli e di strana conformazione,leggermente
cascanti,i fianchi larghi e le gambe grosse....ma nonostante
questo emanava una femminilita' innegabile.
Ando' in bagno dove si sciacquo' per togliersi ilsudore e poi
si soffermo' a guardarsi allo specchio,cosi' nudo e ridicolo
col pene ancora un po' eretto e una leggera pinguedine...non
si piacque per niente!
Valeria era ancora distesa sul divano ,nuda e scomposta,aveva
gli occhi chiusi e un'aria soddisfatta;si fermo' a guardarla
e di colpo gli sovvenne di Giovanni,della moglie...guardo'
tutta la scene come se non ne facesse parte,la stanza
disordinata,i vestiti sparsi al suolo,la donna sul divano
inquella posa scomposta e lui in pidi ,nudo e con pancia in
fuori.....un quadro iperealista di cattivo gusto,di uno
squallore esagerato;provo' un senso di nausea.
Raccatto' i vestiti e carco' di ricoprire al piu' presto la
sua ridicola nudita'.
"che fai?"chiese Valeria"ho freddo"menti' lui infilandosi i
pantaloni.
Si sedette sul bordo del divano e le chiese"ti e'piaciuto?"
lei sorrise"certo!"lui si alzo' e disse "devo andare ora..."
Valeria sio rialzo' a sua volta e chiese"perche'?tua moglie
torna molto piu' tardi...o sbaglio?"
Mario non sapeva che replicare si risedette"no,hai
ragione,posso fermarmi ancora un poco"
Lei non si rivesti' e ando' a sedersi di fianco a lui
appoggiando la testa sulla sua spalla"sei turbato?"gli
chiese"non ti preoccupare non ti tediero' con romanticismi
inutili...non ti chiedero' piagnucolando di rivederci,se lo
vorrai succedera'ma se invece non vorrai non ti
disturbero'"Mario nego' con un gesto del capo"ma no,certo che
ci rivediamo!che vai pensando"disse mentre lei gli baciava
languidamente il collo.
Si ricordo' delle accuse di Giovanni e quasi per scusarsi le
disse"sai...in passato ho fatto soffrire delle donne...vorrei
che con te fosse diverso...."mentre parlava si sovvenne che
un discorso del genere lo avevano gia' fatto durante il
loro primo incontro.
Valeria comicio' a rivestirsi"lascia stare...non ti
preoccupare...se devi andare vai pure...ci vediamo domani"gli
diede un bacio e lo accompagno' alla porta.
Rimase alla finestra a guardarlo partire con un misto di
gioia e tristezza"che esseri tristi che siamo"si disse ad
alta voce mentre richiudeva le tende.
7
"che ci faccio io qui?"si chiese ad alta voce la moglie di
Mario dopo che lui,quasi piangente,era andato a rifugiarsi in
camera ;se lo chiedeva per la prima volta e ilchiederselo le
dono' una pace e una chiarezza incredibili.
Si preparo' il pranzo con calma,curando ogni gesto come se
fosse la prima volta che cucinava o forse come se fosse
l'ultima della sua vita poi mangio' con calma gustando ogni
forchettata senza lasciarsi disturbare da pensieri
estranei,mangio' come se fosse l'ultimo pasto del
condannato al patibolo.
Si alzo' e lavo' i piatti e fra una bolla di detersivo e
l'altra ebbe chiara tutta la situazione;viveva con un uomo
che non amava e che non la amava,conduceva un'esistenza
basata sulla menzogna e sui piu' laidi compromessi e
oltretutto nessuno dei due era felice.
Ripose i piatti e spazzo' il pavimento maturando la
convinzione che era ora di spazzare allo stesso modo anche la
sua vita....doveva ripulirla,rinnovarla.
Al lavoro cerco' di concentrarsi ma continuava a pensare a
come risolvere il problema...non era facile,e per lei meno
che per altre.
Era cresciuta in una famiglia all'antica dalla quale aveva
tentato di fuggire col matrimonio,ma le idee che le avevano
inculcato se le portava dietro:il mito della
famiglia,l'indissolubilita' del matrimonio e ovviamente la
responsabilita' della donna nel mantenere vivo il rapporto.
Sua madre le aveva sempre ripetuto che gli uomini sono
cacciatori e che bisogna accettarlo,l'importante e' che
tornino a casa..."tutte stronzate!"rimghio' fra se e se'facen
do voltare una collega,perche' poi tutto doveva ricadere
sulle donne?
Provo' a telefonare a casa,poi a scuola e ovviamente Mario
non era in nessuno dei due posti...era andato,come aveva
supposto,da una delle sue donne che oltretutto aveva avuto
anche l'impudenza di portargli in alcune occasioni a casa
spacciandole per amiche o colleghe senza ovviamente riuscire
a convincerla....
Si rimise al lavoro ormai decisa sul da farsi.
Tornando a casa guido' con calma,posteggio' con precisione
poi sali' le scale con passo svelto;aprendo la porta senti'
lo stereo acceso e capi' che Mario era gia' rientrato.
Si diresse nello studio e lo trovo' abbandonato sulla
poltrona con un'aria sfatta e sognante che doveva essere il
risultato della sua avventura pomeridiana.
Lo guardo' con grande amarezza poi disse"vorrei parlarti"lui
apri' gli occhi e con un gesto vago della mano rispose"sono
stanco...e se vuoi parlare di oggi e' meglio lasciar perdere"
lei si irrigidi'"no mio caro non voglio parlare di oggi,ma di
domani..."lui la guardo' interrogativo"prego...?""domani vado
dall'avvocato"continuo' lei"ci dividiamo....andro' dai miei
sino a che non avremo risolto i problemi legali"
Mario sbianco' in volto e non riusci' a dire niente,rimase
li' a bocca aperta mentre lei tornava in sala.
Rimase immobile sulla poltrona inondato dalla musica...non si
aspettata una cosa del genere da sua moglie,e di colpo capi'
di non conoscerla ,di non aver mai voluto conoscerla.
Si riscosse,sua moglie lo piantava e faceva bene...lui
avrebbe fatto lo stesso al suo posto,sentiva di stimarla per
quella decisione,ma subito il suo orgoglio maschile prese il
sopravvento e si precipito' da lei urlando"cosa fai?che
diavolo vuoi combinare?"urlava non perche' ne soffrisse piu'
di tanto ma perche' non amava dover subire le decisioni
altrui"perche' vuoi andartene? che ti ho fatto?"
Lei si volto' con lentezza e lo guardo' con disgusto,scosse i
lunghi capelli ricci"che mi hai fatto?..."disse senza
concludere la frase e lui capi' che era meglio non insistere.
"smettila di urlare"continuo' lei"se c'e' qualcuno che
dovrebbe alzare la voce sono io e l'avrei dovuto fare tanto
tempo fa....ti sei fatto i tuoi porci comodi per anni maora
e' finita,puoi urlare quanto vuoi ,ma le cosenon cambiano io
me ne vado.....se sei preoccupato perche' non avrai piu' chi
ti rifa' il letto arrangiati!"
Mario si sentiva confuso "senti,non precipitare le
cose...adesso telefono a scuola e dico che sono malato,me ne
vado via per una settimana,cosi' puoi restare qui,;quando
torno ne riparliamo....ti va?"Lei scosse la testa"fa come
vuoi ma non cambiera' nulla...forse fara' bene a te
riflettere sulla tua vita"
Mario telefono' al preside,poi prese un cambio di biancheria
e si diresse verso la porta"ci vediamo fra una
settimana"disse alla donna"non ci contare!"rispose lei di
rimando.
Guido' nella notte verso le montagne senza una meta precisa
fino a decidersi di fermaqrsi in una pensioncina fra i pini
ove senza cenare si butto' a corpo perso nel sonno.
Il sonno fu profondo ma agitato da molteplici sogni che lo
facevano vagare in luoghi sconosciuto e che lo facevano
rigirare nel letto.
Sogno' sua madre che,curva ed avvizzita,gli indicava un
sentiero nel deserto,un sentiero ripugnante me lei lo
indicava sorridendo come per convincerlo ad incamminarsi.
L'immagine svani' e si trovo' di fronte ad una sorta di
tribunale il cui giudice era un demone e i giurati le sue
amanti....tutti erano contro di lui ma di colpo compariva sua
moglie a prendere le sue difese.
Non fece a tempo a comprendere cio' che accadeva che la scena
cambio' ancora e si trovo' da solo su di uno scoglio in mezzo
al mare,per un po' godeva di quella distesa immensa poi pian
piano la paura lo coglieva fino a farlo urlare di
disperazione...
Si sveglio' con quell'urlo in gola,sudato fradicio e non
riusci' a realizzare subito dove si trovava.
Presto' attenzione e percepi' suoni che gli erano
estranei,il russare lieve di qualcuno in un'altra stanza,lo
stormire del vento fra gli alberi,il canto di una
civetta,cerco' di rilassarsi ma il sonno faticava a tornare.
Penso' a Valeria,alla moglie e a Giovanni e si senti'
drammaticamente solo.
Finalmente una tenue luce comincio' a filtrare dalle imposte
diventando pian piano piu' forte,si alzo' e apri' la finestra.
La sera precedente viaggiando nel buio non aveva visto il
paesaggio e fu colpito da quel rincorresi di prati e boschi
verdissimi accarezzati dalla luce incerta dell'alba;respiro'
a pieni polmoni l'aria balsamica e si appresto' a vivere la
sua prima giornata solitaria.
*************
Giovanni guardava fuori dal finestrino del treno
abbandonandosi a quelle immagini che si succedevano veloci,si
sentiva triste si chiedeva perche' aveva schiaffeggiato Mario
e perche' aveva voluto entrare in conflitto con lui...
Si sentiva stupido e addolorato,ma ormai era fatta aveva
rovinato l'amicizia a cui teneva di piu'....ora lo attendeva
un altro viaggio e poi un'altro ancora senza piu' un amico da
cui ritornare.
Si asciugo' una lacrima stupendosi di piangere.
un vero kôan - questo racconto ...
RispondiEliminaMa è strepitoso.....
RispondiEliminanon esageriamo.....
Eliminagrazie
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina'strepitoso' ... ???? ...
RispondiElimina... direi 'velleitario' ...
velleitario?
Eliminacredo che quando ci prende il trip di fare dli scrittori il tutto sia sempre un pò velleitario ....
Nello stesso tempo è però terapeutico...all'epoca scrivere racconti era un modo per oggettivare le storie nevrotiche che mi venivano raccontare e comprenderle meglio, in qualche modo mi aiutava ad essere un terapeuta.
indubbiamente 'terapeutico'. però - anche molto 'naïve'.
RispondiEliminanon che questo non possa essere 'seducente' ...
... ma - pur sempre - attinente - alla sfera del 'pueríle'. ...