venerdì 30 settembre 2022

 "C'è la sofferenza. La sofferenza deve essere compresa" così dice la prima nobile verità del Buddha e oggi lo sentivo visceralmente mentre parlavo con un carissimo amico di lunghissima data(eravamo compagni di scuola) che è finito in ospedale per un grosso calcolo renale e nonostante un tentativo di rimuoverlo dovrà tornare sotto i ferri e nel frattempo, oltre al dolore, si è beccato una infezione .

Siamo fragilissimi, basta un nonnulla ed eccoci malati o morti, tendiamo a rimuovere questa scomoda verità, eppure è la base del sentiero spirituale.

Siamo impastati di sofferenza, è insita in noi , nel corpo come nella mente, è una presenza costante che ci accompagna, a volte palesandosi altre vote nascosta.

Comprendere la sofferenza, guardarla negli occhi, farci amicizia per poi gestirla è qualcosa di fondamentale per il nostro essere totalmente umani , per una possibilità di crescita e "realizzazione".

E' un percorso lungo, spesso faticoso, ma imprescindibile, perchè solo così potremo, forse, giungere all'estinzione della sofferenza ......

martedì 27 settembre 2022

" Cosa è ancora possibile dire della solitudine, di questa forma di vita, cosí

fragile e cosí esposta a mille ferite, alla quale non è nondimeno possibile

essere estranei? Ci sono parole, queste creature viventi, immerse in cascate

di significati, che si intrecciano gli uni agli altri, e una di queste è la

solitudine. Ne vorrei ora parlare, ma dicendo subito che è necessario

distinguere la solitudine interiore, la solitudine dialogica, la solitudine

creatrice, la solitudine che ci isola, e ci allontana dal mondo sociale, e che

talora è scelta volontaria, e talora è imposta dalla vita, dalle alterne vicende

della vita, dal destino, e che potremmo chiamare isolamento. Se l’una

esperienza non è tenuta distinta dall’altra, ne nascono confusioni

esistenziali e semantiche che non consentono di capire cosa sia la

solitudine."E. Borgna(IN DIALOGO CON LA SOLITUDINE -ED. EINAUDI)

Quante volte ho parlato e scritto sulla solitudine? 

Troppe ,probabilmente, ma il il tema della solitudine è direttamente connesso con la vita spirituale e la meditazione.

Bene fa Borgna a ricordarci di non confondere la solitudine o solitarietà con l'isolamento, perchè una è posotiva ,l'altro distruttivo.

Lasciando da parte i discorsi psicologici e antropologici , vorrei dire solo due parole sul rischio dell'isolamento nella pratica spirituale.

Se la "buona" solitudine ci apre al mondo e agli altri attraverso la conoscenza della nostra vera natura, l'isolamento ci chiude e ci allontana , e può essere il frutto del materialismo spirituale.

Chi si crede migliore o superiore agli altri perchè  più "illuminato" cade in un isolamento che inaridisce il cuore , che ci fa vivere in una torre d'avorio da cui guardiamo gli altri dall'alto in basso con alterigia.

La meditazione diventa ,allora, un mero guardarsi l'ombelico, un autoilludersi di realizzazioni spirituali ,in realtà, inesistenti.

La meditazione è uno strumento, possiamo usarlo bene oppure male, per questo il confronto con il Maestro e i compagni di viaggio è importantissimo , solo nel loro specchio possiamo mantenere la barra dritta.

Solo allora il nostro stare "soli" diventerà humus per la nostra crescita e non un chiudersi al mondo.

Dobbiamo saper stare nella solitudine ma mai scivolare nell'isolamento.....

domenica 25 settembre 2022

 Stamattina, alle 7 in punto. ero al seggio a votare.....non mosso dall'entusiasmo , ma solo perchè ero già in piedi.

Mi sono chiesto che cosa penserebbe il Buddha(ma anche i miei defunti maestri) di tutto questo affannarsi per il potere, di tutto questo vendere frottole  ( palesemente irrealizzabili).

Il sistema politico tibetano non è che brillasse granchè , anzi, per non parlare di quello indiano e giapponese(per citare paesi Buddhisti).....certo è che io, oggi, ho votato più per dovere che per piacere.

Forse è perchè sono vecchio ma, oggettivamente, non c'è un politico(di qualsivoglia tendenza) che mi paia avere una visione del futuro( non pretendo illuminata ma, almeno di buon senso) e con i problemi ecologici, sociali ed economici che abbiamo ne avremmo disperatamente bisogno.

In realtà avremmo bisogno di saggezza e buon senso in tutti gli ambiti ma pare sia merce rara( anche in ambito "spirituale").

Temo che 2000 anni di Cristianesimo, 2500 di Buddhismo ecc. non abbiano inciso più di tanto , il risultato è un mondo allo sbando in cui l'egoismo, la violenza e la prevaricazioni la fanno da padrone, con i risultati che vediamo.

Chiunque vinca oggi non cambierà questa situazione, potrà al più contenerla, ma senza "visione" non potrà rinnovare radicalmente l'approccio ecologico, economico ecc. della società e questo rischia di essere un disastro per tutti .....(ovviamente per gli umani, perchè il mondo andrà avanti benissimo, anzi meglio, anche senza di noi!).


mercoledì 14 settembre 2022


 condivido questo semplice e diretto insegnamento di Christina Feldman, insegnante che, come sapete, stimo moltissimo,  tenuto durante il lock-down

 "Più del 75 percento delle ricerche sulla meditazione non prendono in considerazione né misurano gli effetti collaterali, mi dice Britton. L'anno scorso ha pubblicato il più grande studio sui problemi correlati alla meditazione, intervistando 100 insegnanti e altri appassionati con un'esperienza in prima persona di queste tematiche.In quello studio, e in uno a cui sta lavorando ora, Britton delinea i sintomi comuni. C'è l'iperattività: un aumento di ansia, paura, panico, insonnia, flashback relativi a traumi, e instabilità emotiva. Ci può anche essere ipersensibilità, fotosensibilità e iperacusia. All'inizio può sembrare piacevole. I colori sono più vividi. Cominci a notare più cose. "Ma dopo un po', all'improvviso i suoni diventano irritanti o non riesci a uscire di casa perché tutto diventa motivo di distrazione," dice.Può anche funzionare al contrario, si può provare ipoattività, sotto forma di dissociazione e sensazione di estraneità al proprio corpo, che risulta inesistente. "Molti parlano di assenza di emozioni ben al di là del desiderato, e perdita di motivazione o piacere," mi dice Britton." Shayla Love

Ovviamente è un estratto da un articolo scientifico piuttosto dettagliato e interessante che mostra oltre ai benefici anche i rischi psicologici della pratica meditativa.

Che la meditazione non sia la panacea di tutti i mali è risaputo, almeno fra gli insegnanti di Dharma, così come sappiamo che , in alcuni casi, addirittura può avere effetti negativi.

Purtroppo la pubblicità , legata al business meditativo, tende a spacciare la meditazione come una cura universale creando non pochi malintesi e rischi.

Se si soffre di patologie psichiatriche o psicologiche l'eventuale pratica meditativa non può sostituire la psicoterapia o i farmaci e dovrebbe essere comunque seguita dal medico curante, stesso discorso per le malattie fisiche ove la pratica meditativa può aiutare la guarigione ma non provocarla.

Il Maestro Taino diceva che ,come non poteva insegnare l'arrampicata ad uno con una gamba rotta ,non poteva insegnare a meditare chi aveva la "testa rotta" (problemi psicologici/psichiatrici) ......prima bisogna farsi curare.

Purtroppo , proprio a seguito di tutta la discutibile pubblicità, oltre al naturale interesse di chi sta male , una gran massa di persone inidonee si avvicinano alle pratiche spirituali con aspettative salvifiche irrealistiche, col risultato, o di stare peggio o di rimanere profondamente deluse.

Siamo chiari: la meditazione non è una terapia, la meditazione non "serve" a nulla, la meditazione è solo rimanere con ciò che c'è, la meditazione non salva nessuno, la meditazione non è nulla di magico o trascendente.

Il monaco zen Sengyo Takeda a chi gli chiedeva come meditare rispondeva: siediti e basta!

Meditare è sedersi a guardare che succede dentro e intono a noi, senza filtri mentali, tutto qui......di per sè non serve a nulla e  gli eventuali benefici sono sottoprodotti casuali, non serve neppure per "illuminarci" , perchè l'illuminazione è già lo stato naturale della nostra mente, la meditazione può solo fare un pò di spazio affinchè possiamo percepirla..

C'è chi meditando sta peggio.....e anche chi ne trae beneficio passa momenti faticosi o di notte interiore , è normale , non è inusuale che chi non ha un gran equilibrio psichico si trovi a disagio o addirittura senta aumentare l'ansia o la depressione, sono cose che andrebbero dette e chi si mette( più o meno preparato) ad insegnare meditazione dovrebbe esserne consapevole ed essere in grado di gestire le situazioni(finanche consigliando l' intervento di uno specialista).

Purtroppo non è così e pullulano gli insegnanti improvvisati , i corsi a pagamento e con tutto ciò aumentano i rischi .......è tempo, però, che chi ha vera esperienza dica chiaramente le cose e non si accodi a questo tragico meccanismo di marketing che snatura l'essenza della pratica spirituale e illude(per trarne profitto) tante persone sofferenti.



giovedì 8 settembre 2022

" Hinayana è come costruire un castello sulla roccia. Ci vuole anche una grande visione

così come grande disciplina e praticità. Senza questo radicato

approccio , sarebbe come costruire un castello sul ghiaccio: quando il ghiaccio

si scioglie, il castello va in malora." Chogyam Trungpa

Ancora sul tema della disciplina......Spesso chi si avvicina agli insegnamenti tantrici o Dzogchen è affascinato dalla spaziosità e dalla libertà ,dimenticandosi che queste necessitano di fondamenta robuste, di un periodo di disciplina preliminare.

Trungpa rimpoche diceva che Hinayana, Mahayana e Tantrayana non sono scuole separate ma stadi del percorso, l'allievo inizia con la disciplina hinayana , cercando la proprio liberazione individuale poi si apre al mondo e passa al Mahayana sviluppando la compassione poi arriva al Tantrayana e allo Dzogchen che aprono alla spaziosità del Rigpa.

Bisogna avere l'umiltà di fare i vari passi e non voler subito saltare alla fine, il rischio è che tutto si sfaldi e non ci sia nessuna reale realizzazione.

Quando dico che la vera spiritualità è elitaria intendo dire che sono pochi ad avere la motivazione,la costanza e l'umiltà di percorrere i vari gradini, si è troppo tentati dal "tutto e subito" che non è altro che materialismo spirituale!

lunedì 5 settembre 2022

 "La vita è relazione, dialogo, colloquio, essere insieme ad altre persone,

ascoltare le parole, che ci sono dette, ma anche quelle che non ci sono dette,

e ci dicono nondimeno molte cose con la voce degli occhi. Sí, ci sono occhi

che chiedono disperatamente aiuto, e che dovremmo sapere riconoscere, e

interpretare, nel loro dolore, ma ci sono anche le parole silenziose dei volti,

delle lacrime e del sorriso"Eugenio Borgna

Saper stare in relazione, in ascolto delle parole, ma anche dei silenzi, dei gesti e degli sguardi non è per nulla facile, tendenzialmente siamo solo centrati su noi stessi ,sui nostri bisogni egoici, sulle nostre nevrosi  , difficilmente siamo aperti agli altri.

La pratica meditativa, se fatta correttamente, ci apre al mondo esterno, ci spinge a vedere ascoltare la vita ,in ogni suo aspetto e quindi pure gli altri.

Direi che la capacità di ascolto e attenzione è direttamente proporzionale al nostro livello "meditativo", se la nostra vita interiore langue, anche la capacità relazionale ne soffre.

Saper cogliere  i messaggi che gli altri ci mandano è l'inizio della compassione.

domenica 4 settembre 2022

" Cani guaiscono lontano.

Dicono a me «Attenta! Attenta!»

allora mollo la stretta del pensiero

e sento la mia anima grande fino ai cani

che non guaiscono piú."

Mariangela Gualtieri

Spesso la natura, gli animali ci richiamano alla presenza, alla consapevolezza: un colpo di vento, il frusciare delle foglie, il ragliare di un asino, il guaire dei cani.....

ATTENTI! ATTENTI! , così veniamo richiamati al mistero eterno dell'attimo presente, alla natura illuminata della nostra mente .

Impariamo ad ascoltare il richiamo al risveglio che ci giunge da tutto ciò che ci circonda, lasciamo andare i pensier e torniamo all'Essenza.

sabato 3 settembre 2022

 L'importanza di ascoltare

di Enzo Bianchi

Con ragione il filosofo Pier Aldo Rovatti asserisce che l’individualismo oggi dominante nella società può essere misurato dalla mancanza di ascolto. Perché quando non ci si cura più dell’ascolto si obbedisce unicamente all’istinto che spinge a parlare in ogni situazione per affermare che si esiste, che si è presenti, per farsi sentire: loquor ergo sum, parlo quindi sono!  

Questo accade ormai non solo in casa, in famiglia, dove sempre di più si registra la morte dell’ascolto, ma anche nello spazio pubblico, in mezzo agli altri. Ormai si è imposto in modo generalizzato uno stato d’animo di angoscia di fronte al silenzio e di fatica di fronte alle parole dell’altro. E così, da quando ci alziamo fino a quando ci ritiriamo nella solitudine per dormire, ci sentiamo spinti a parlare, a farci sentire.La sapienza biblica ammonisce che il parlare in continuazione rende duri di orecchie, invecchia la facoltà di accogliere le parole e finiamo per sentire senza ascoltare.

Ascoltare, dal latino aus cultura, significa coltivare l’orecchio, applicare l’orecchio sul petto per prestare attenzione alla voce profonda che viene dall’altro, ed è un’operazione che deve mettere in comunicazione il cuore dell’altro con il proprio cuore. Non si ascolta bene se non con il cuore, che è il luogo dove la parola termina il suo viaggio per essere custodita, interpretata, resuscitata…

Ascoltare non è un’operazione facile: lo impariamo fin dal grembo materno, e fin dall’ora che precede il nostro venire al mondo noi siamo ascolto che impara a discernere accoglienza o rifiuto, aprendoci o chiudendoci alla relazione. E dalla nascita in poi impariamo a vivere non di solo latte, ma di ogni parola che esce dalla bocca della madre.L’ascolto genera la parola, al punto che possiamo veramente dire che “in principio era l’ascolto!”. Proprio dall’ascolto nasce l’impegno, la fatica di tutto il nostro essere, non solo dell’organo dell’udito, perché ciò che giunge alle orecchie possa essere decifrato, interpretato, pensato, accolto. L’ascolto è sempre ascolto di un Altro, uno diverso da noi, e richiede pazienza, lotta contro i pregiudizi, desiderio dell’altro che nella sua diversità può destare in noi paura, diffidenza, freddezza.Non dobbiamo però dimenticare che l’ascolto degli altri è inerente all’ascolto del mondo e che dobbiamo imparare a decifrare anche le voci, il grido della terra, delle piante, degli animali. Chi non sa vedere la terra che geme e non sa ascoltare la voce delle piante avrà un ascolto monco anche delle persone.

Ascoltare è l’esperienza che umanizza più di ogni altra: basta provare con risolutezza a fare silenzio e tendere l’orecchio in riva al mare, come in un bosco e su una montagna… Ogni cosa ha una voce, e se non siamo malati di sclerosi di udito possiamo ascoltare come le creature tutte ci parlano e ci trasmettono un messaggio che ci aiuta a vivere e a morire.Ascolto, quindi non sono solo, sono in relazione con il mondo.                   

 Questo giorno che ho perso

e che non ha fruttato

se non una mestizia, il puntiglio

del suo modesto mucchio

di faccende.

"Questo giorno che ho perso

ed ero nell’esilio

dentro panni che non erano miei

e scarpe che mi disagiavano

e tasche che non riconoscevo

e correvo correvo puntuale

senza neanche un dono

per nessuno. Solo un vuoto, corto

respirare. A conferma che nel disamore

il fare anche se fai resta non fatto" Mariangela Gualtieri


Ecco.....quante volte non facciamo fruttare i giorni, quanti ne perdiamo nel disamore, nella noia, nella mancanza di gratitudine, senza doni per nessuno, persi nel correre ,non si sa bene verso cosa.

Se c'è un "peccato" , beh è certamente questo, è uno spreco del dono della vita, un insulto alla nostra vera natura(illuminata) ,è solo vuoto(non sana vacuità) , mancanza di pienezza.

Tutti lo sperimentiamo, più o meno spesso, e questa bella poesia ci deve aiutare ad esserne consapevoli , a richiamare la coscienza e a risvegliarci nell'attimo presente.


 vangelo 9