mercoledì 27 novembre 2019

UNA POESIA DI BR DAVID STEINDL RAST PER IL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO
Come la Grande Dinamo che alimenta le ruote delle stagioni e degli anni trasforma l'autunno ancora una volta in inverno.
In questa stagione del Ringraziamento,
ringraziamo per tutte le stagioni.
Per l'inverno, che spoglia gli alberi e li riporta al loro design di base,
per l'inverno rigido e minimalista,
ringraziamo.
Possiamo lasciarci andare e diventare brillanti come stelle in una notte limpida e gelida.
Più siamo spogliati di ciò di cui pensavamo di non poterne fare a meno.
Per la primavera che esplode,
Proprio quando pensiamo che l'inverno non finirà mai,
Per la primavera irrefrenabile
Ringraziamo.
Che noi non dimentichiamo mai gli alberi storpi, battuti dal vento,
Come anche loro gemma, verde e fioritura,
Possiamo anche noi prendere il coraggio di sbocciare dove siamo piantati.
Per l'estate, quando la frutta inizia a maturare sempre di più,
per il verde, gonfiore dell'alta marea estiva,
ringraziamo.
 possiamo fidarci che il tempo non sta per scadere, ma che si sta realizzando, che
possiamo aspettare pazientemente mentre il tempo matura.
Per l'autunno e la sua lenta crescita.
Per quella stagione di ascesa e caduta
estreme, ringraziamo.
Che noi possiamo innalzarci con grazia all'occasione della nostra caduta,
dandoci il tempo sufficiente per andare oltre il tempo,
verso il grande Ora,
nel tranquillo centro delle ruote girevoli.
Ringraziamo per tutte le stagioni
In questa stagione del Ringraziamento.

lunedì 25 novembre 2019

Oggi è la giornata contro la violenza alle donne, è ben triste che siamo ridotti così male da dovere averne bisogno!
Sembra incredibile che dopo 2000 anni di cristianesimo, 2500 e rotti di Buddhismo, quasi 200 di psicoanalisi ancora ci si comporta come ominidi privi di senno.
La violenza è odiosa in ogni ambito e in ogni forma, ma vederla agita all'interno di un rapporto che dovrebbe essere di amore la rende vieppiù inaccettabile.
Mi auguro che non solo le donne oggi manifestino, ma ogni essere senziente, di qualunque genere....perchè non saremo mai veramente umani finchè non avremo imparato a non agire gli istinti e le pulsioni violente.
Padre Grun , anni fa, accettò di celebrare una sorta di rito di separazione fra due signore omosessuali che avevano deciso di interrompere la loro relazione.Un rito per ringraziarsi vicendevolmente dei bei momenti vissuti insieme e augurarsi felicità per il futuro......forse dovremmo prendere tutti esempio e imparare a celebrare le separazioni e i divorzi, per viverli serenamente e pacificamente , senza questi assurdi scoppi di violenza.
Nessuno è proprietà di qualcun altro, liberamente ci incontriamo e decidiamo di fare un pò di strada insieme e altrettanto liberamente dovremmo poter scegliere di andare per la propria strada!

domenica 24 novembre 2019

Tempo uggioso e pesante, si sta chiusi in casa con un buon libro.
Il libro in questione, trovato a pochi centesimi sul banchetto della Caritas, è un romanzo degli anni 70 di Gino Montesanto  edito dalla , ormai da tempo fallita, Rusconi.
Un auotore che vonse pure il campiello e che ormai nessuno ricorda ,e ristampa, più.
Il romanzo: LE IMPRONTE, come gli altri suoi ha come sfondo il tema dostoevskijano del rapporto conflittuale con la fede.
Leggendo mi ritrovo in molte delle pagine , in fondo ognuno di noi, cresciuto con un background cristiano, finisce per porsi il tema della fede in Dio, che ci piaccia o no.
Che si opti per l'ateismo piuttosto che per un agnosticismo convintto, Dio, ognio tanto ,bussa alla nostra porta.
Che sia frutto di un momento di scoramento, piuttosto che di una crisi esistenziale, il problema deel senso ultimo della vita fa parte del nostro bagaglio culturale occidentale.
C'è un bel da dire che la vita è perfetta e sensata così come è e non dobbiamo trovarci noi un senso...sta di fatto che ogni tanto il problema si ripropone, a meno che non si sia fatta una reale esperienza di illuminazione , di quelle ben integrate in ogni nostra piega psichica.
La tentazione ci cercare un senso ultimo, di tirare le somme e dare un giudizio sulla propria vita è spesso presente e ,in fondo, Dio è la risposta più affine al nostro contesto culturale.
La via del Buddha opta per soluzioni differenti, questo non significa che anche la via Teistica non possa avere una sua validità.( a parte in fatto che bisogna anche intedersi su cosa si vuole dire con la parola DIO).
In ogni caso, la lettura di questo romanzo, mi spinge a riflettere, finanche sui miei percorsi e sul mio rapporto con questa idea, così difficile da rimuovere.
Siamo tutti teisti, anche quando lo neghiamo, fa parte della nostra forma mentis e ,temo, non riusciremo mai del tutto a modificarla,abituati da secoli o millenni ad appoggiarci all'immagine di Dio.
In fondo anche chi si scaglia con veemenza contro il Cristianesimo( spesso non a torto) , in fondo ne riconosce l'importanza, se no, lo ignorerebbe e basta!

P.S.
Tenere in mano questo libro, ormai fuori catalogo da decenni, è anche una bella meditazione sull'impermanenza: un autore famoso e vincitore di premi letterari che ora nessuno, o quasi, ricorda più.
Sic transit gloria mundi! che ci piaccia o meno.

venerdì 8 novembre 2019

Nostalgia, o forse, rimembranza di momenti umanamente e spiritualmente alti ,di incontri significativi.
Si parlava di questo con una amica, ognuno raccontando le proprie sensazioni.
In me prevale decisamente quella del: nulla è più lo stesso.
Sono tornato poco tempo fa nel monastero che ha assistito ai miei primi vagiti spirituali , ho ritrovato il mio amato maestro dei novizi, ma la sensazione ultima è stata che nulla era più come allora!
Tutto cambia, soprattutto il nostro modo di vedere/sentire e, anche se i muri erano gli stessi e pure alcune persone ,il mio sentire era differente.
Sarà la vecchiaia incipiente , sarà che non c'è più la freschezza giovanile, non so, certo ciò che si prova è diverso, velato da una vigliacca malinconia per il tempo che fu..
So bene che un buon meditatore sta nel qui e ora ecc.ecc. ma va da sè che siamo umani e ogni tanto certe malinconie ci prendono,tutti quanti.
Ovviamente è un errore crogiolarsi in queste emozioni, quel tempo non è più e dobbiamo vivere il nostro tempo,che è questo.
C'è un tempo per ogni cosa, come dice il Qoelet:
[1]Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
[2]C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
[3]Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
[4]Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
[5]Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
[6]Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
[7]Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
[8]Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

Non sempre sappiamo in quale tempo viviamo, ma è importante cercare di assaporarlo totalmente.
Piangete tutto il vostro pianto e ridete tutto il vostro riso, amate pienamente, vivete totalmente e quando sarà il momento, morite semplicemente, senza rimpianti.
Pemettiamoci ogni tanto la malinconia, perchè c'è un tempo anche per quello, ma poi riconnnettiamoci con l'attimo presente.


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