domenica 31 ottobre 2021

 “Prima di parlare domandati se ciò che dirai corrisponde a verità, se non provoca male a qualcuno, se è utile, ed infine se vale la pena turbare il silenzio per ciò che vuoi dire.”

“Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo.”     GAUTAMA BUDDHA

In un librino di aforismi del Buddha ho ritrovato queste frasi, taglienti come un katana ben affilata , che mettono in chiaro come dovrebbe essere il nostro parlare.

Sarà che sentiamo solo parole false, aggressive ed arroganti in ogni momento della giornata, al bar come in tv o sui social, ma le affermazioni del buddha mi paiono attualissime e centratissime.

Se prima di parlare valutassimo con attenzione, se evitassimo la parola falsa, violenta o aggressiva, la nostra qualità della vita ne trarrebbe giovamento.

Ricordo con grande piacere il silenzio carico di "senso" che ho sperimentato nei monasteri trappisti(ove vige la regola del silenzio) in cui le parole sono rare, essenziali e ,di conseguenza, significative.

Noi ,in genere, parliamo( e scriviamo) troppo, per una sorta di incontinenza dell'anima per cui non riusciamo a trattenere nulla, dobbiamo sempre estrinsecare tutto, anche ciò che può essere nocivo per noi e per gli altri.

Dobbiamo imparare la continenza della parola, regalandoci un giorno,ogni tanto, di assoluto silenzio o anche solo qualche ora in cui non rispondiamo al telefono, alle mail, alle persone.

Stiamo in noi stessi,con noi stessi, abitiamo il silenzio in modo, poi, da avere qualcosa di significativo da dire.

E' una pratica semplice ma di grande efficacia, basta provare.

giovedì 28 ottobre 2021

 Mi chiedo se siamo un paese normale....da una parte si manifesta e si discute sulla mancanza di libertà dovuta al famigerato green-pass e poi si affossa il ddl Zan che tutelava diritti e libertà  di alcuni, ed è solo ciò che è successo in questi giorni.

Credo che la contradditorietà  sia una costante esistenziale dei singoli e dei gruppi sociali , però anche se non si esagera non è poi così male!

Se voglio tutelare le libertà ,dovrei tutelarle tutte , anche quella sull'eutanasia, quella sulle scelte sessuali, religiose o politiche e via discorrendo; non è che che si tutela solo la nostra libertà o quella che più ci aggrada e le altre no.

Lo so che non dovrei avventurarmi in discorsi "politici" , anche se qui è solo questione di buon senso , comunque capisco chi non vota più non sentendosi rappresentato .

Facendo paralleli con la storia,vedo troppe affinità con la fine dell'impero romano, ma mi auguro di sbagliare.

mercoledì 27 ottobre 2021

 Mi giunge ora la notizia che un maestro Buddhista che aveva note posizioni no-vax è finito in ospedale col covid....a riprova che questo virus è una brutta bestia e se ne frega se siamo maestri o meno.

E' inutile fare superman , bisogna stare attenti e proteggersi, sempre che non si sia così fatalisti da voler giocare il tutto per tutto senza rete.

Gli auguriamo una pronta e completa guarigione.

 Ieri, ascoltando un amico al telefono, mi sono, di colpo, reso conto di quanto sia faticoso ascoltare....dopo un pò la mente di annoia, vaga altrove e non resta connessa col l'ascolto.

Proprio pochi giorni fa Enzo Bianchi scriveva un articolo su Repubblica  in cui parlava del bisogno e sulla difficoltà dell'ascolto,peraltro già Herman Hesse nel suo mitico Siddharta enfatizzava il potere curativo e salvifico dell'ascolto.

Non sappiamo ascoltare, è un fatto, siamo così autocentrati che tutto ciò che viene da fuori ci interessa poco o nulla, a meno che non rientri nell'ambito di ciò che ci gratifica o porta un utile, non riusciamo più  a provare empatia e simpatia per l'altro e questo è foriero di incomunicabilità,isolamento e disagio.

Se non sappiamo ascoltare ci inaridiamo e non siamo più in grado di metterci in relazione, non per niente si dice che l'allievo deve saper ascoltare il maestro, così come il maestro deve saper accogliere ed ascoltare l'allievo,se così non è , l'insegnamento non passa.

Pensavo di essere un discreto ascoltatore, invece ieri mi sono reso conto che che non è proprio così, pure io cedo alla noia e alla distrazione!

In fondo ascoltare è come meditare, necessita di consapevolezza e presenza mentale , cose che spesso non possediamo mai a sufficienza.

Devo tenere sempre presente, anche quando ascolto storie "normali" di un amico, che devo essere presente totalmente , come in meditazione, senza lasciar scattare il giudizio( le solite menate.....niente di interessante ecc.) che ci spinge a disconnetterci.

Mai dare per scontato un ascolto, a volte , nel mezzo di parole superficiali, balugina qualcosa di significativo o importante, si apre un varco e i nostri cuori si possono toccare per un magico e unico momento.


martedì 19 ottobre 2021

 "È in grado di parlare solo chi sa ascoltare

è in grado di ascoltare solo chi sa fare silenzio è in grado di camminare solo chi fa sosta è in grado di stare con gli altri solo chi sa stare in solitudine è in grado di amare solo chi si lascia amare." ABBA PAMBO( monaco egiziano del 300 D.C.)

Partiamo dalla fine: lasciarsi amare! Sembra facile, è invece difficilissimo perchè significa lasciarsi andare, fidarsi, permettere che l'altro ci tocchi in profondità, abbassare le difese dell'ego.
Anche stare in solitudine non è così semplice, tant'è che ci rifugiamo nei telefonini, nel web ecc. pur di non stare da soli con noi stessi .
Stare fermi in un mondo che vortica pare poi impossibile e fare silenzio è quanto di più lontano dal nostro quotidiano fatto di mille parole inutili e rumori , suoni.
Sembra che la riflessione del vecchio Monaco egiziano sia lontanissimo dalla nostra realtà, invece è attualissima , ci indica una strada ardua,certo, ma che ci conduce alla vera esperienza della meditazione e contemplazione.
Questi brevi avvertimenti ricalcano un insegnamento di Jamyang Khyentze Choky Lodro che per trasmettere l'essenza dello Dzogchen diceva DI GUSTARE LA SOLITUDINE, DI FAR TACERE LA PAROLA E TENERE IMMOBILE IL CORPO CON LA MENTE APERTA E PRIVA DI PENSIERI.
A ognuno di noi il compito di esercitarci per realizzare, almeno un poco, di questi preziosi insegnamenti

 

Ho appena finito di leggere:Le Nostre Vite di Francesco Carofiglio , un romanzo denso, profondo, straordinariamente ben scritto.

Devo dire che anche tutti i suoi libri precedenti mi erano piaciuti immensamente, questa è vera letteratura senza mai essere serioso o pesante.

Un libro che ha vari livelli, con contenuti psicologici ed esistenziali per nulla banali.


lunedì 18 ottobre 2021

 LA Pienezza della vita è ciò a cui tutti tendono, in un modo o nell'altro, e ognuno ,ovviamente, dà una sua declinazione personale a questo concetto.

Che significa vivere una vita "piena"? 

Credo che la pienezza della vita abbia principalmente a che fare con la capacità di godere di ogni singolo momento, indipendentemente che esso sia felice, doloroso o neutro, cioè con l'essere uno con ciò che stiamo vivendo.

Essere uno con l'esperienza esistenziale è direttamente connesso con la qualità della nostra presenza mentale nonchè la capacità di non giudizio.

Se siamo completamente presenti a ciò che viviamo e sospendiamo il giudizio cercando invece di lasciarci andare all'esperienza allora ci sentiamo pregni di eros e di senso.

Solo così possiamo veramente amare la vita e sentirne il senso intrinseco(che nulla ha a che fare con il senso che il nostro ego tende a dare alle cose).

Qualunque cosa stia esperendo , se la vivo in completa presenza mentale e senza giudizio , si manifesta una sensazione di pace, ricchezza interiore, di senso.

Ovviamente tutto questo non si sviluppa da solo(se non in alcuni rari momenti) ,necessita di una preparazione, di un allenamento .

La pratica meditativa, piuttosto che il tai chi o l'aikido, la pittura piuttosto che l'arrampicata, sono tutti strumenti utili a questo allenamento, scegliamo quello che ci è più idoneo e poi pratichiamo con diligenza, pian piano vedremo i risultati e la nostra vita sarà sempre più "piena" e "ricca".

giovedì 14 ottobre 2021

 In questi giorni ho avuto una intensa discussione,su di un forum, su come dovrebbe parlare e comportarsi un maestro di Dharma.

Il tutto era partito da maestri con chiare ed esplicite posizioni anti scientifiche e anti vaccino che avevano infastidito qualcuno.

Il mio pensiero è chiaro, un maestro di Dharma, così come un sacerdote o anche un qualsivoglia docente deve essere consapevole del potere di convinzione che il suo ruolo comporta e conseguentemente dovrebbe stare attento a ciò che dice e a come lo dice per non influenzare indebitamente gli allievi.

Se vado da un maestro di Dharma voglio che mi insegni la meditazione buddhista non che , usando il suo ruolo, cerchi di convincermi di certe idee politiche, scientifiche o non e chi più ne ha più ne metta.

I buddhismo non è fideistico e non ha dogmi ,conseguentemente dovremmo aiutare le persone a decidere in autonomia e non a scimmiottare le nostre scelte o comportamenti.

So bene che il distinguo fra normale influenza e plagio è assai sottile e proprio per questo bisogna stare attenti.

Uno è liberissimo di essere contrario ai vaccini o alle trasfusioni ma , nel suo ruolo, dovrebbe evitare di fare propaganda di quelle che sono idee personali e che nulla hanno a che fare col Dharma.

Direi che ne abbiamo già avuto abbastanza dei preti che predicavano contro l'unità d'Italia, poi contro il comunismo e poi il divorzio, senza metterci i maestri buddhisti che si mettono a fare i no-vax e no pass o i paladini di questo o quel movimento politico


martedì 12 ottobre 2021

 In questi giorni, anche a seguito delle cose assurde successe a Roma, tutti, anche vari forum e siti Buddhisti, parlano del Green pass ,dei vaccini ecc. e qualcuno mi ha pure chiesto che ne penso.

Premesso che sono un pò stanco di tutto questo dibattito super-ideologico e senza senso e che .ovviamente, avrei preferito che il covid non ci fosse , personalmente non vedo tutto questo infuriarsi per il green pass: è una scelta  emergenziale a fronte di una situazione critica.

Poteva essere pensato e strutturato meglio? probabilmente sì , ma, visto che hanno permesso di averlo anche col tampone(per venire incontro ai no-vax) dove sta il problema?

Lo stato ti dà il vaccino gratis, non lo vuoi fare , ti fai i tamponi e te li paghi tu(pure a prezzo calmierato) , che c'è di così drammatico?

E' una limitazione della libertà personale? forse, ma abbiamo infinite limitazioni di cui non ci lamentiamo(dobbiamo prendere la patente per guidare, il passaporto per andare in certi paesi, fare certi vaccini per andare a scuola, un tempo eravamo costretti alla leva militare), quindi credo che sia una faccenda tutta strumentale a giochi politici.

Io mi sono vaccinato, mostro il green pass ove richiesto e, francamente, non lo trovo così drammatico e se poi serve a farci stare più sicuri o a non bloccare l'economia, tanto meglio!

Sbaglierò io, ma credo che i rischi per la democrazia siano altri e di cui non si parla quasi mai.


mercoledì 6 ottobre 2021

sabato 2 ottobre 2021

 “Io chiedevo non se siete credenti o non credenti, ma se siete pensanti o non pensanti. L’ importante è che impariate a inquietarvi. Se credenti, a inquietarvi della vostra fede. Se non credenti, a inquietarvi della vostra non credenza. Solo allora saranno veramente fondate».Card.Martini

Non male direi......temo che i non pensanti siano, ormai, la maggioranza, non ci si inquieta più per nulla, si tollera anche l'intollerabile

 La Chiesa cattolica, ma non solo, si scaglia spesso contro il relativismo etico, cioè contro l'dea che ogni etica ha un suo relativo valore e che nessuna ha un valore assoluto.

Comprensibile, una visione del genere mina alle fondamenta le pretese di Verità e Assolutezza delle varie religioni , riportandole tutte a ciò che sono: il prodotto della tensione umana verso l'Assoluto, influenzate culturalmente e storicamente.

Un meditatore dovrebbe comprendere naturalmente che ogni costruzione etica, religiosa, filosofica non è che un prodotto mentale, che può avere un suo relativo senso in uno spazio/tempo definito, al di fuori del quale diventa insensato.

Per fare un esempio: il divieto di ogni atto sessuale non riproduttivo , aveva un suo ,relativo, senso ai tempi biblici, quando qualche tribù di nomadi del deserto voleva diventare un grande popolo eletto, è assurdo e inconcepibile ad oggi in un mondo con 70 miliardi di persone e imminenti problemi di approvvigionamento di cibo e acqua....eppure c'è chi continua a ritenerlo un dictat divino.

Relativizzare le etiche è liberatorio, anche se disorientante per molti, e può porre le basi per una vera accettazione dell'altro: se io non ho lo verità , posso accogliere anche quelle altrui.

Non possiamo imporre/esportare le nostre etiche e filosofie di vita(vedi: democrazia ecc) , queste sono il frutto di un percorso storico e sociale che è nostro e nulla ha che fare con i percorsi altrui, che sono, peraltro, legittimi quanto i nostri .

Non è che il cannibale sia peggio di noi, è differente, ha avuto percorsi storici e culturali per noi difficilmente comprensibili, come noi risultiamo incomprensibili a lui.

Ricordo lo stupore degli Apache quando i bianchi non li torturavano dopo la cattura, era sdegnati, perchè nella loro cultura ,torturare il prigioniero era il modo per permettergli di dimostrare la propria e forza e il proprio coraggio, non farlo era mostrare disprezzo.

Possiamo non condividere la cultura Apache, ma ha un suo senso, relativo, in quella realtà e non anniamo alcun diritto di definirla barbara o inumana.

Ci sono mille modi di essere umani, di vivere la sessualità, la guerra, e ogni altro aspetto esistenziale, mille modi diversissimi eppure tutti ,relativamente, sensati.

Dico "relativamente" perchè si tratta di un "senso" storicamente/culturalmente determinato......La prospettiva Assoluta è al di là di tutte queste dicotomie e accoglie tutto e il contrario di tutto in sè.....

 vangelo 9