martedì 19 dicembre 2017


Consiglio di classe......bisogna decidere se "sospendere" dalla lezioni due ragazzotti rei di una cretinata ....
il dibattito si surriscalda c'è chi dice che dobbiamo "difendere il fortino" punendo duramente, chi vuole essere "educativo" e chi (ovviamente la dirigente) non vuole scontentare nessuno(vecchio metodo democristiano).
Io respiro , ascolto e guardo....
Un teatrino dell'assurdo, dove nessuno vuole cercare di capire cosa sta dietro a certi comportamenti , nessuno vuole mettersi in discussione( nè i docenti , nè i genitori) e nessuno si rende conto che solo una sinergia fra le varie agenzie educative può funzionare.
La scuola da sola non può fare molto se la famiglia rema al contrario, ogni sforzo è inutile.
La sospensione dalle lezioni poi ,è un regalo agli studenti, molto più educativo sarebbe metterli ai lavori socialmente utili, ridipingere o pulire l'istituto ecc.ma ,viste le proteste di qualche genitore, nessun dirigente si azzarda.
Finisco per rimpiangere la mia maestra delle elementari che ci metteva dietro la lavagna o ci tirava qualche sberlone......sostenuta dalle famiglie; metodi draconiani che però funzionavano ,anche perchè attuati con affetto.
Ora tutto è burocrazia, formalità, si discute di ragazzi che nessuno si è preso la briga di conoscere e si comminano pene "fredde" e "aride" da cui non traspare alcun vero interesse per gli studenti.
Alla fine mi sono preso la briga io di parlare a cuore aperto con la classe e con i "colpevoli" che si sono resi conto dell'errore commesso , e la chiacchierata è stata, forse, molto più utile di mille consigli di classe senza anima.......
Se solo imparassimo ad ascoltare e a confrontarci.......!

sabato 9 dicembre 2017



Una giovane collega neoassunta mi diceva tempo fa:" spero di non diventare come certe vecchie cariatidi...."
Non credo volesse essere offensiva verso i colleghi di lungo corso(incluso il sottoscritto) ,ma che volesse evidenziare la sua paura di essere schiacciata dal ruolo.
L'identificazione con i nostri ruoli sociali è uno dei pericoli psicologici più subdoli ,perchè avviene gradualmente e incosapevolmente fino ad uccidere totalmenteil nostro vero sè.
Quando ci identifichiamo col ruolo perdiamo di vista noi stessi e finiamo per morire interiormente.
Chiuderci in un ruolo: prof, padre, madre, marito ecc. è un meccanismo assai diffuso da cui dobbiamo tutelarci.
Il maestro Atisha consigliava di fare ogni giorno qualcosa di nuovo.....ecco, uscire ogni giorno dagli schemi e abitudini usuali per rischiare qualcosa di nuovo......un pensiero, un gesto....
Ogni giorno dovremmo reinnamorarci della vita, attraverso un tramonto, un sorriso, una musica......solo così possiamo difenderci dagli schematismi.
Mi auguro che la collega riesca a mantenersi fresca e aperta, senza trasformarsi in vecchia cariatide.....il mondo della scuola(burocratico e ingessato) non aiuta, ma possiamo sviluppare gli anticorpi.
Io ancora mi stupisco se qualcuno mi appella :PROF.........

sabato 2 dicembre 2017


La Visione e la Meditazione dello Dzogchen possono venire spiegate in molti modi, ma il mantenere semplicemente l'essenza della Coscienza presente li include tutti. La tua mente non può venire trovata da nessuna parte. E' la natura stessa di questo pensare di momento in momento.

Contempla nuda l'essenza di questo pensare e trovi la Coscienza presente. Proprio dove sei. Perché cercare pensieri che non sono che onde superficiali della Coscienza presente? Piuttosto guarda direttamente nella natura nuda, vuota dei pensieri; allora non c'è alcuna dualità, nessun osservatore, nulla da essere osservato. Rimani semplicemente in questa Coscienza presente,  trasparente e non duale.      

Trovati a casa in questo stato naturale di pura presenza, sii semplicemente , senza fare nulla di particolare. La Coscienza presente è vuota, aperta e luminosa; non una sostanza concreta, eppure non è nulla. Vuota eppure perfettamente conoscente, lucida, consapevole. Come per magia, senza causarla ad essere consapevole, ma innatamente consapevole, la Coscienza funziona continuamente. Questi due lati della Coscienza presente o Rigpa, la sua vuotezza e la sua conoscitività (lucidità), sono inseparabili.

Sono senza forma, come se fossero proprio nulla, inafferrabili, innati, non muoiono; tuttavia spaziosi,vividi, esuberanti. Nulla del tutto, eppure, ecco!, ogni cosa viene esperimentata magicamente. Riconosci semplicemente questo. Guarda nello specchio magico della mente e apprezza questa mostra magica e infinita. Con attenzione costante e vigile mantieni questo riconoscimento della Coscienza vuota, aperta, brillante.

Non coltivare nient'altro. Non c'è nient'altro da fare o da non fare. Lascia che rimanga con naturalezza. Non rovinarla manipolandola, controllandola, interferendo. O preoccupandoti se è giusto o sbagliato,   o se stai avendo una buona o una cattiva meditazione. Lasciala così com'è e riposa la tua mente e il tuo cuore stanchi. La luminosità suprema del Dharmakaya, la verità assoluta, non è nient'altro che la natura stessa di questa mente ordinaria e naturale. Non cercare altrove il Bhudda. Non c'è altro che la natura di questa presente Coscienza.
 Questo è il Bhudda interiore.

venerdì 1 dicembre 2017

Quando ho chiesto al mio amico Massimo Canuti , grande artista, di donarmi un disegno per la copertina del libro, avevo in testa qualcosa di simile a ciò che poi è stato fatto....
L'idea era di porre il Buddha, simbolo di equilibrio e saggezza, in un ambiente "altro" come può essere la scuola....
Possiamo portare un pò di saggezza ed equilibrio in questa malconcia,bistrattata e sottovalutata realtà?
Ammetto che non è facile, è un'odissea quotidiana ,otacolata da mostri e streghe non dissimili da Polifemo e Circe....che prendono il volto di dirigenti burocrati, di colleghi schlerotici, di alunni superficali,genitori pretenziosi ecc
E' un viaggio periglioso ,stancante ma anche affascinante...
Ogni mattino bisogna ributtarsi in questo livido mare fatto di relazioni nevrotiche ,di schematismi e rituali irrigiditi e cercare di portarvi un minimo di levità,di consapevolezza, di umanità.
A volte basta poco: un sorriso, un gesto.....più spesso bisogna entrare a "gamba tesa" per ottenere anche solo un minimo di correttezza.
A volte mi chiedo come se la caverebbero il Buddha e tutti i grandi maestri....in situazioni come queste.
Domanda retorica,ovviamente, perchè qui ci sono io e  a me tocca muovermi con gentilezza amorevole ed equanimità.
Stamattina,entrando, ho sorriso ai bidelli addetti alla reception ,ho salutato qualche collega che tendenzialmente non lo fa e ho detto due battute con i ragazzi prima di iniziare la verifica.....non so se a qualcuno è servito(come nella canzone di Gino Paoli dove un sorriso gratis ti cambia la giornata)però ci ho provato e almeno io mi sento più sereno.
Non sarò un Buddha in classe, ma almeno un essere umano minimamente consapevole ed aperto.....non male ,tutto sommato!

PARLARE CON LINGUA BIFORCUTA

“L’uomo bianco parla con lingua biforcuta” facevano dire in certi film western e i certi fumetti ad improbabili pellerossa , a significare la inguaribile tendenza dell’uomo acculturato a mentire o almeno ad adattare il proprio parlare alla situazione per ottenere il maggior risultato possibile.
Questa espressione mi è tornata in mente a furia di sentire gli “sproloqui” di molti politici nostrano, fino al goffo tentativo di un mio studente di farmi credere che non era pronto per una verifica a causa di una imprecisata catastrofe familiare.
La nostra società è ormai basata sulla menzogna,sulla mistificazione ,sulla relazione interessata e sulla recita perenne, in tutte le situazioni e in tutti i contesti.
E’ curioso che la nostra cultura che spesso si vanta delle sue radici Cristiane abbia così tragicamente rimosso l’Evangelico:”sia il tuo parlare sì. Sì, no, no, tutto il resto viene dal demonio”.
In qualunque situazione ci si trovi se si presta attenzione la parola è utilizzata per circuirci,convincerci, nei modi più melliflui e subdoli.
Ormai dobbiamo temere chi ci rassicura, potrebbe avere intenzione di pugnalarci alle spalle(metaforicamente o realmente) appena abbassiamo la guardia ,viviamo in una continua tensione dovuta alla impossibilità di avere fiducia nel prossimo.
Le notizie di cronaca di malviventi che conquistando la fiducia di anziani si fanno introdurre in casa per poi derubarli, o i biechi guadagni fatti con la copertura di opere caritatevoli o solidali fanno il paio con le nostre piccole esperienze personali :il collega di lavoro tutto sorrisi e pacche sulle spalle che poi cerca di “farti le scarpe “ col capoufficio, l’amico sempre disponibile a venire a piangere sulla tua spalla che si eclissa appena sei tu ad avere bisogno….
La cosa più tragicamente divertente è che, almeno nelle relazioni personali, spesso questo mentire è inconsapevole e quando viene smascherato  il colpevole rimane stupito e pure un po’ piccato.
“io non ti ho mentito…..hai frainteso….”ci sentiamo dire con afflitta sicumera……
Certo lui non ha fatto nulla di male,in realtà si è solo comportato come la maggioranza, ti ha usato e poi buttato via come un cerino usato.
Questo atteggiamento nasce ovviamente da un non riconoscimento dell’altro,che viene reso puro oggetto dei nostri bisogni e aspettative, viene svuotato del suo valore di persone e in qualche modo “cosificato”.
Se sei una cosa non mi è richiesto di essere corretto,sincero o autentico, tantomeno gentile e diretto.
 Mi direte che la storia è piena di inganni o peggio ed è tragicamente vero, ma forse mai come oggi questa metodica si diffusa ovunque uscendo dai palazzi del potere fino ad infettare anche i più giovani.
Ciò che sgomenta di più è ritrovare questa lingua forcuta, questa incapacità di dire con franchezza ciò che si pensa a viso aperto nei ragazzi, in quelli che dovrebbero ancora coltivare sogni e idealità.
Perché non insegnare a parlare agli altri guardandoli negli occhi sostenendo con coraggio e lealtà la propria idea invece di sparlare o tramare alle spalle come il peggiore cospiratore?
Perché non imparare l’arte del dialogo maturo e costruttivo invece di quella della calunnia e del pettegolezzo maligno?
Perché non cercare di essere semplicemente diretti e autentici in ogni incontro/rapporto?
Certo è che così non si vive bene ,forse sarebbe tempo di pensare a dinamiche relazionali più sane.

Forse potremmo cominciare riscoprendo il valore dell’essere umano e la sua intrinseca dignità che non deve essere in alcun modo scalfita,se cominciassimo a insegnarla,a viverla ogni giorno, ognuno nel suo piccolo, forse potrebbe essere un inizio.

Ieri c'è stato il secondo incontro di meditazione per insegnanti per la riduzione dello stress....
Un bel gruppo di colleghi, di tre scuole, motivati e decisi si sono seduti intorno a me per imparare un pò a meditare e a lasciar andare,
Ho parlato dello humour e del non prendersi troppo sul serio,,spesso noi insegnanti, per non parlare dei dirigenti, ci prendiamo troppo sul serio, pensiamo di essere i salvatori della patria...
Ininziare la giornata ridendo di se stessi sarebbe una buona pratica e continuare durate la giornata sdrammatizzando.
Poco fa ho "beccato "uno studente che copiava durante la verifica....mi è venuto da ridere, ho comminato la punizione ma in cuor mio ho continuato a sorridere della dabbenaggine del fanciullo e del mio ruolo di censore....
Un mio maestro di diceva sempre: fai le cose seriamente ma senza prenderti sul serio.
Siamo troppo seriosi, questo ci complica la vita senza motivo......
Vivere è già abbastanza faticoso senza che ci aggiungiamo nulla......andare a scuola poi!
Miseria.......noi insegnanti siamo dei ripetenti assoluti: siamo entrati a scuola a 6 anni e non ne siamo ancora usciti.....se non è buffo tutto ciò!
Glassman Roshi è solito girare con un naso rosso da clown in tasca e quando vede che le situazioni/relazioni si schlerotizzano lo infila.....così da sciogliere gli schemi.
Vorrei averlo pure io.... quante volte lo dovrei infilare ,a scuola e fuori!
Per il momento rido del mio studente che si è fatto beccare e di me che sono costretto a beccarlo.....ruoli, niente altro che ruoli.
Prendiamo un respiro consapevole e lasciamoci andare.


già che ci sono, ecco il video di un incontro tenuto il marzo scorso con gli studenti di Piacenza sul dialogo interreligioso......una bella mattinata



Dopo l'uscita del mio libro :IL BUDDHA IN CLASSE ed XENIA, la chiusura del vecchio blog : Saggezza Folle, eccomi di nuovo con un pò di voglia di raccontare.
Un blog sulla scuola, sul vivere, sulla meditazione e chissà che altro.........
se vi va , giorno per giorno , cercherò di raccontare qualcosa, di narrare il mio picolo mondo che è pur sempr un microcosmo che riflette il macrocosmo.

 vangelo 8