giovedì 27 agosto 2020

Imprenditori: 4 strategie che fanno la differenza tra successo e insuccesso
Riflessione serale....il fatto che, nonostante abbia pubblicato ormai un buon numero di libri e guidato gruppi di meditazione e tenuto conferenze , non abbia un benchè minimo seguito ,è pura sfortuna,scelta, o evidente incapacità?
Mi piace raccontarmi di aver scelto di non inseguire il successo e le sirene della leadership, in parte è sicuramente vero , ma.....non è che ho scelto perchè ,in fondo, non ne sono capace?
Francamente alla mia età non è che sia un problema, più che altro è un esercizio tipo esame di coscienza.
Mi piacerebbe capire se, fondamentalmente, sono incapace di fare il "maestro" o il leader intellettuale o altre amenità, o se, veramente, ho scelto di non perseguire quella strada perchè non la trovavo autentica.
Forse un pò e un pò, e come la volpe con l'uva , non riuscendo a raggiungerla, mi sono convinto che non era buona.
Purtroppo ho visto con i miei occhi come il successo abbia distrutto maestri di valore, facendoli deragliare completamente , io non ho corso questo rischio, cosa non da poco, ma vorrei capire se, in fondo a qualche recesso dell'animo,non avrei desiderano correrli.
Tutto queste domande perchè invecchio e ancora , a volte, attendo con una stupida punta di ansia la risposta dell'editore sul nuovo manoscritto......che poi, anche se pubblicato, verrà letto, se va bene, da mille persone e non cambierà la vita a nessuno, men che meno la mia.
L'ego è sempre pronto a fregarci, bisogna stare attenti, ho visto maestri zen compiacersi , in modo narcisistico, per il tempio costruito, per la forma fisica o per il numero di allievi, Lama autocelebrarsi per i molti centri aperti nel mondo e per i libri divenuti best-seller:era un'uva che non riuscivo a raccogliere o veramente non mi interessava?
Forse un giorno lo vedrò chiaramente, oppure no, in fondo non tutto può essere compreso e i nostri meccanismi interiori assai raramente sono semplici e lineari.
Forse sarebbe meglio non pensarci più di tanto e accettarsi per ciò che si è, contraddizioni e confusioni o incertezze interiori comprese.
Come ho raccontato in uno dei miei libri,non mi sono mai sentito veramente amato e accettato da mio padre, forse è questa ferita originaria, pur elaborata, che continua a non farmi mai essere troppo sicuro e me e di ciò che faccio, con il risultato di evitare ogni possibilità di successo, di cui ,inconsciamente, non mi sento degno.
Bah, autoanalisi da strapazzo?chissà.....
Intanto continua a scocciarmi l'attesa del parere degli editori, mi trovo a pentirmi quando accetto di fare un incontro una conferenza(mi chiedo a che serve e cosa ho da dire di nuovo o interessante) ecc. ecc.
Umano, troppo umano.....la solita punta di ego , a metterci il naso!



domenica 23 agosto 2020

In questi giorni arroventati vado leggendo alcuni romanzi di tal Gino Montesanto, autore di qualche anno fa, dimenticato dai più e i cui libri sono fuori catalogo da anni e si trovano, a volte, su qualche bancarella dell'usato.....
Il primo l'ho trovato alla Caritas a 50 centesimi,, mi è piaciuto e  ne ho cercati altri....manie da lettore incallito.....
In maniera non volevo tanto parlare di Montesanto(la cui lettura consiglio) ma delle riflessioni che ho fatto.
Possibile che uno scrittore talentuoso e profondo scompaia dai radar dell'editoria? Possibile che stampino e ristampino schifezze inaudite(comprese ,forse,le mie) e non abbiano interesse a riproporre romanzi di spessore?
In ambito "meditativo" è mai possibile che vari ciarlatani siano famosissimi mentre maestri autentici siano sconosciuti?
Così va il mondo, non sempre il valore è riconosciuto(in tutti gli ambiti) e va avanti chi è più furbo, chi si sa vendere meglio o ha uno sponsor di qualche genere.
Forse ha ragione uno dei protagonisti di uno dei romanzi di Montesanto che di fronte al figlio che vuole andare a fare della cooperazione internazionale gli dice che non riuscirà a cambiare nulla e che forse tornerò sconfitto ,anche se non glielo augura..
Molti di noi torneranno sconfitti dalla vita, con i sogni ammaccati o distrutti, senza riconoscimento,ma sarà stato bello averci comunque provato,nonostante tutto.
Quindi continuiamo a scrivere, anche se non ci leggerà nessuno e finiremo fuori catalogo,continuiamo a lottare per ciò che riteniamo di valore, nella piena consapevolezza che tutto è impermanente , tutto è fluido., Essere uomini ,alla fine,è saper vivere totalmente il relativo ,sempre presenti,però, all'assoluto!

sabato 15 agosto 2020

BUON FERRAGOSTO!

In realtà non ho mai amato nè festeggiato questo giorno.....e infatti ho passato la mattinata  a decespugliare e potare, sudando abbondantemente sotto il sole impietoso.
Visto che in molti festeggiano: buona festa!
Ho finito di leggere un buon romanzo di fantareligione, in cui si ipotizza un papa che nomina una donna cardinale e segretario di stato...praticamente il numero due del vaticano, creando una vera rivoluzione ....sarebbe bello, come sarebbe bello che l'unione buddhista italiana smettesse di prendere l'8 xmille nonchè di far riconoscere i monaci buddhisti come ministri di culto( equiparati ai preti!!!!).
Purtroppo non succederà nè l'uno nè l'altro, tutti continueranno a voler arroccarsi su posizioni "religiose" e a goderne i privilegi ,economici e non., come da secoli.
Io, per quel poco che conta, continuerò a dire e ridire che spiritualità e religione sono spesso incompatibili e noi dobbiamo perseguire la prima e non la seconda, poi le mie parole svaniranno nel fumo delle grigliate ferragostane(praticamente una cremazione di massa!) , che ci possiamo fare?

domenica 2 agosto 2020

IL VIAGGIO

Ognuno di noi è stato segnato da un viaggio, sia esso interiore o esteriore, ognuno di noi è stato cambiato dagli incontri fatti , dalle esperienze vissute.
Non sempre è facile narrare ad altri quel viaggio, quell'esperienza, quell'incontro, ci si prova ( l'ho fatto pure io in un paio di libri e in un terzo ancora da pubblicare) e non sempre ci si riesce, anzi quasi mai.
Non si riesce perchè ciò che è stato vitale per noi, può non esserlo per altri e perchè le esperienze vanno vissute e non lette o ascoltate.
Detto questo,però, il narrare è terapeutico e chiarificatore per chi racconta e può essere di stimolo per l'ascoltatore/lettore a iniziare il proprio viaggio.
Ben venga allora la lettura del:CAMMINO DEL CUORE di Fernarndo Sanchez Drago
Il cammino del cuore
ove si narra del viaggio in oriente di un sessantottino  deluso dall'esperienza politica  ,viaggio che lo porta a vari incontri ,a sperimentare le droghe psichedeliche, a sviluppare una nuova prospettiva sulla vita.
Un libro molto letterario,in un ultima analisi,con conclusioni non sempre condivisibili( anche il ruolo del femminile....è un tantino reazionario) ,ma comunque stimolante .
Chi ha una certa età si riconoscerà in molti passaggi , i più giovani forse faranno fatica a ritrovarsi nella realtà di quegli anni, comunque è il racconto del viaggio di una vita, contraddizioni incluse, non è poco!
MADRI(E PADRI) O NO ?

Mi capita spesso di incontrare coppie o singoli che desiderano avere figli, così come altri che lo temono o non lo desiderano  e , in questo caldo appiccicoso mi ritrovo a pensare ai meccanismi individuali e sociali ,che ci spingono a riprodurci oppure no.
Francamente, a partire dalla mia esperienza, credo di poter dire la la genitorialità non dà e non toglie, non è un arricchimento nè un impoverimento del nostro percorso esistenziale di per sè, dipende dai casi e dal modo di viverla.
Si può essere persone complete con o senza figli ,così come si può essere insoddisfatti e nevrotici: ricordo un'amica che allo scoccare del famoso orologio biologico si affannò a fare un figlio col primo di passaggio, 'pur di farlo, perchè doveva dare un senso alla sua vita, col risultato che la bambina finì per essere cresciuta dai nonni e la mia amica sprofondò in una depressione che la portò a spiccare il volo da una finestra del quinto piano anni dopo.
Forse è il caso di non affannarsi a voler essere madre o padre e lasciare che la vita faccia il suo corso , se deve accadere accadrà ,in caso contrario, andrà bene comunque.
Neanche a farlo apposta mi è arrivato questo libro:



che è un bel saggio sulla scelta o no della maternità nella nostra società.
Mi ritrovo a pensare che noi umani pensiamo troppo, intellettualizziamo ogni cosa, perdendone l'intrinseca semplicità e naturalità.
Tutto diviene contorto e complesso:sesso. relazioni,genitorialità,spiritualità.
Un bel bagno di semplicità ci renderebbe il vivere assai più "vero" e piacevole!

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