venerdì 26 marzo 2021

 "La nostra esperienza religiosa inizia e finisce con il cuore. Inizia con l'intuizione che il nostro cuore è inquieto. Un mondo di cose non potrà mai  completamente soddisfare la sua ricerca irrequieta. Solo quel nulla al di là di tutte le cose che noi chiamiamo  significato ci dà riposo, quando lo intravediamo. La ricerca del cuore umano  per il significato ,è il battito del cuore di ogni religione." Br. David Steindl-Rast

Ognuno di noi, che ne sia consapevole o meno, è alla ricerca del senso, del significato del proprio vivere, in fondo la pratica spirituale non è altro che questo: una ricerca di senso.

Spesso, però, pensiamo al senso/significato, come qualcosa da aggiungere al nostro vivere, mentre i,in realtà, il più delle volte non è una addizione ma una sottrazione, non bisogna aggiungere, bisogna togliere.

Meditare è imparare a togliere i pensieri di troppo, semplificare il nostro approccio al reale, renderlo diretto e non filtrato dalla mente, è un processo di spoliazione .Il significato sorge nel momento stesso in cui esperiamo la vacuità, che non è il "vuoto" .

L'esperienza della vacuità è il percepire il mondo per ciò che è e non per ciò che pensiamo sia, è un vuoto di costruzioni mentali  e quindi un pieno di Essere.

Quando sperimentiamo l'Essere, ecco che di colpo percepiamo il significato del nostro vivere, che non è un pensiero o un concetto, ma è una sensazione di pienezza, un sentirsi totalmente a proprio agio nel qui ed ora e nella propria pelle.

Questa è l'essenza di ogni cammino spirituale(o religioso) :trovare il senso/piacere di essere vivi , totalmente presenti a ciò che c'è.

Questa pienezza di vita e di senso è ciò che i maestri ci trasmettono con il loro modo di essere/esserci , che è lo stimolo per noi a seguirne le tracce.

Br.David ne è un esempio luminoso, la sua presenza semplice e forte al contempo è , a tutti gli effetti, una dimostrazione vivente del senso ultimo......

Che la Pasqua che viene sia, per tutti noi, un momento di vera rinascita al senso profondo del vivere, all'Essere che si manifesta in ogni forma di vita.




lunedì 22 marzo 2021

 Parliamo sempre di impermanenza, ci riempiamo la bocca di bei discorsi sul non attaccamento, poi un pomeriggio come tanti, con un bel sole e il vento un pò troppo freddo, vedi arrivare l'ambulanza e l'auto medica nella casa di fronte alla tua, quella di conoscenti, dove vive un amico diciottenne dei tuoi figli.....

Un'ora rimangono lì, poi se ne vanno lenti,senza le sirene accese,  più tardi arriva il furgone delle pompe funebri,l'avevo salutato pochi giorni fa. .....Paolo aveva 57 ani, due figli e una moglie a carico, un'infarto fulminante, i medici hanno tentato di rianimarlo ma era troppo tardi.

Impermanenza, ovviamente, ma che diavolo.....anche sfortuna, destino, karma o quello che si vuole.

Ecco che la vita si fa maestra, dura e implacabile, non si può sfuggire, bisogna confrontarsi con questa botta in pieno petto, bisogna mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti, aprire la mente alla spaziosità del Rigpa , e vedere la perfezione in ciò che ci appare come una totale imperfezione, come una smagliatura nella trama dell'essere.

Quando l'impermanenza non è più solo una parola ma si fa carne e sangue, allora il gioco si fa serio, allora si capisce se la nostra pratica è stata autentica o meno.

Fai buon viaggio Paolo, ovunque questo viaggio ti porti,noi rimaniamo qui , attoniti, a cercare di decodificare il mistero del vivere.

giovedì 18 marzo 2021

 Dalle mie parti un detto contadino recita: la vita è come la scala del pollaio, corta e piena di merda! Diciamo una versione più diretta e  della nobile verità del dolore del Buddha.

Di questi tempi mi pare assai idonea ad affrontare il caos pandemico, le violenze in varie parti del mondo e tutto il resto, la vita è intrisa di sofferenza e ,oltretutto. è incredibilmente breve, ieri eravamo bambini e già ci ritroviamo vecchi.

Credo,però, che sia saggio non farci prendere dallo sconforto ma cercare di vivere pienamente il nostro oggi. Inutile stare a compiangersi, certo sono tempi duri, ma le albe possono stupirci e i tramonto commuoverci, un fiore può svelarci la bellezza e un sorriso l'amore.

Se la meditazione ha qualcosa da insegnarci , è la capacità di fruire/godere dell'attimo presente, che è perfetto così com'è , indipendentemente da tutto.

Come i vecchi contadini riconosciamo la merda sulla nostra scala ma poi beviamoci un bicchiere sopra!

lunedì 15 marzo 2021

 "Il maestro o amico spirituale, entra nel vostro sistema un pò come una medicina che viene iniettata nelle vostre vene.Secondo la tradizione . questo si chiama piante il seme dell'illuminazione. E' trapiantare la luna piena nel cuore.Questo può creare un pò di panico "oddio che ho fatto? c'è una luna nel mio cuore! è troppo brillante!"A proposito, una volta che la luna è entrata non può essere una luna calante.Non cala mai, è sempre crescente."(Chogyam Trungpa Rimpoche)

Ho ricordato queste parole, che sono illuminanti, sul rapporto maestro/allievo, il maestro è come un medico che ci inocula una medicina, che è la visione della natura illuminata, luminosa come una luna e a quel punto non può che brillare sempre di più.

La copertina del mio INCONTRI, con i due fiammiferi, uno che incendia l'altro, vuol significare proprio questo: ogni incontro autentico ci accende, ci inocula un pò di luminosità. e ogni vero incontro è "maestro" , indipendentemente da chi o cosa incontriamo.

In ultima analisi la Vita è la maestra definitiva, però . a volte, certe persone, in determinati momenti incarnano questa capacità di inoculare la luna, consapevolmente o meno e diventano fondamentali per il nostro percorso.

Nessuno di noi è "sempre" maestro o allievo, a seconda dei momenti, delle situazioni ,lo diventiamo per un poco, non dobbiamo pensare che qualcuno che è stato maestro per noi lo possa essere per tutti , ognuno trova i propri incontri  unici e irripetibili.

Quella persona che ci ha messo sottosopra e ci ha aperto orizzonti inenarrabili può risultare insignificante per qualcun altro, non diamo le cose per scontate!

L'incontro maestro/discepolo ha una sua specificità e magia che richiede che l'uno e l'altro siano pronti e ricettivi , se così non è non succede nulla ; è una alchimia psico/spirituale che non possiamo costruire con la volontà, accade quando deve accadere, ha una sua logica che è inafferrabile.

Il massimo che possiamo fare è predisporci, imparare ad essere aperti attraverso la pratica meditativa, poi accade ciò che deve accadere.

Quando la luna è dentro di noi dobbiamo solo permetterle di brillare e camminare lasciandoci illuminare, il seme è piantato e dobbiamo solo innaffiarlo.

Ogni incontro autentico è un seme, è un pò di luna,  riconosciamoli e siamo grati, la gratitudine è la chiave per tenere sempre brillante la nostra luna interiore.


sabato 13 marzo 2021

 Manzoni si rivolgeva ai suoi 25 lettori, io ai miei 5 o 6? No problem, certo è che non vorrei rivolgermi a me stesso!

Si torna in lock down o quasi, anche se, guardando fuori dalla finestra(e io sto in aperta campagna) , non pare che il messaggio passi: decine di persone in coppia o a gruppetti, spesso senza mascherina che girano tranquillamente , alla faccia che non ci si dovrebbe allontanare da casa se non per motivi di necessità.

Tutto questo mi fa pensare all'incapacità sociale di rispettare le regole(giuste o sbagliate non sto qui a discuterne) ,problema non da poco per la tenuta di una società, ma anche per una qualsivoglia relazione.

La relazione con gli altri si basa sul rispetto reciproco, sul mantenimento delle giuste distanze e sul condividere alcune regole( espresse o inespresse) , se questo non avviene la relazione si deteriora.

Mi rendo conto che non conosciamo più l''arte del rispetto che si manifesta anche nella forma, nessuno ringrazia più, nessuno lascia il passo o saluta, o quasi.

Quante persone abbiamo incontrato e aiutato nella vita? quanti sono scomparsi senza un grazie, senza più farsi vedere?

Se tanto mi da tanto, zona rossa o meno, la gente continuerà a farsi i propri fregandosene di tutto e tutti....

Ciò che vedo nelle crisi di monasteri e centri di meditazione mi rafforza nell'idea che c'è una immaturità umana e spirituale diffusa che non promette nulla di buono.....

Continuiamo a seminare.....qualche seme germinerà, prima o poi!

Peraltro le parole curano, o possono curare, come evidenzia il Prof Borgna, quindi cerchiamo di spendere qualche parola si saggezza o almeno di incoraggiamento, è già tanto!

 Curiosa cosa il web......alcuni post hanno decine di visualizzazioni, gli ultimi 5 o 6......vorrà pur dire qualcosa.!

Ma cosa? 

domenica 7 marzo 2021

 Smarrirsi, perdere il sentiero, non sapere più dove si è....una buona metafora per ciò che spesso sperimentiamo nella vita.

Lo smarrimento è ben presente nel percorso spirituale, basta pensare ai fatti di Bose ,in questi giorni, alla debacle di Sogyal Rimpoche, allo scandalo di Eido Roshi, tanto per citare qualche caso eclatante, anche i grandi maestri possono smarrirsi, possono uscire di strada e perdere il sentiero, a maggior ragione può capitare ad ognuno di noi.

Non credo che smarrirsi sia, di per sè, negativo, a volte smarrire il sentiero significa scoprire nuovi mondi, Colombo si era smarrito nell'oceano per scoprire l'america,e pure noi, a volte, lasciando la strada tracciata ci avventuriamo in luoghi selvaggi in cui possiamo perire o rinascere.

Dovremmo imparare a smarrirci consapevolmente, detto così può sembrare assurdo, cioè scegliere di uscire dal sentiero e non perderlo per  disattenzione.

Un monaco che vuole consapevolmente sperimentare la sessualità per poi tornare alla castità rinvigorito dall'esperienza è diverso da quello che perde la testa per una lei o un lui e butta, preso dalla passione, la tonaca alle ortiche.

Possiamo smarrirci per cercare nuovi orizzonti o invece cadendo nell'inconsapevolezza.

Nello Dzogchen ci sono le figure dei maestri della saggezza folle, che andavano in piena consapevolezza al di là di ogni tradizione e abitudine, morale e sociale assaporando la totale libertà delle mente illuminata, un bell'esempio di smarrimento saggio.

Per potersi smarrire consapevolmente ci vuole grande esperienza e pratica, non è per tutti, tutti ,però, possono almeno cercare di imparare dai propri smarrimenti, renderli un'esperienza fruttuosa e non solo disorientante o peggio.

Tutti noi possiamo imparare qualcosa da qualsivoglia esperienza, quindi non colpevolizziamoci quando perdiamo il sentiero, cerchiamo invece di capire cosa ha da insegnarci, cerchiamo di far fiorire le ferite , accogliendole e accettandole come parte del nostro percorso.


venerdì 5 marzo 2021

 "Avrebbe potuto dire che era un’ebbrezza che tagliava tutto da parte a

parte: il tempo, lo spazio, la tristezza e il bene e il male, e l’amore e il

dolore e la gioia e la colpa. E il perdono – anche quello più difficile, che

chiediamo a noi stessi. E il cerchio della vita, e le storie dei padri e dei figli,

e della loro disperata ricerca gli uni degli altri."(G. CAROFIGLIO)

Così termina il romanzo : Il Silenzio dell'Onda di G. Carofiglio, con questa sorta di illuminazione mentre il protagonista cavalca un'onda sulla tavola da surf dopo anni che non lo faceva più. Questa ebbrezza , questa estasi non-duale è ciò che sperimentiamo in alcuni momenti della vita e della pratica meditativa, per un attimo infinito siamo oltre le dicotomie , passiamo in mezzo ai dualismi e intravvediamo la "realtà".

In quei momento facciamo pace anche con noi stessi, riusciamo a perdonarci per le mille mancanze di consapevolezza , per gli errori e tutto il resto, nella Bibbia è HaTa : smarrimento, spesso tradotto, in modo discutibile,come:peccato.

Ciò che dobbiamo perdonarci è di esserci smarriti, di aver perso la strada, dobbiamo donarci la possibilità di ritrovarla .

Smarrirsi ,nell'ottica biblica, è sostituire al reale un'illusione, è perdere la propria dimensione spirituale; ritrovare la via è riconnettersi con la nostra natura interiore.

In questo perdersi e ritrovarsi sta tutta la nostra vita che è anche un costante cercare/negare il padre (Eterno e non) ,una difficile gestione del nostro essere figli e poi padri/madri  , un trovare un equilibrio precario(come sulla tavola da surf) fra le onde emotive.

Meditare è come il surf, cavalcare la turbolenza dell'onda della vita , in un perfetto e precario equilibrio.Respiro dopo respiro scivoliamo sull'oceano dell'essere godendo della meraviglia di essere vivi.



martedì 2 marzo 2021

 tutti, in qualche modo, mentono.

Mentono agli altri e mentono a sé stessi. Mentono sulle loro azioni e

mentono sui veri motivi di quelle azioni.

Ci sono quelli che lo sanno, pochi, e quelli che non lo sanno, la

maggioranza. L’unica differenza è questa.

(G. Carofiglio)

Ecco, un pensiero diretto, fastidioso e, forse per questo, vero. 

Tutti mentiamo, a noi stessi e agli altri.....In fondo ogni nostro ricordo è un pò menzognero, rileggendo il mio : Incontri, mi sono trovato a chiedermi: "è proprio successo così o ho imbelletato il ricordo?"

A me pare sia stato così, in soggettiva, come si suol dire, ma siamo poi sicuri che sia proprio così o che la nostra mente non faccia giochi strani e migliori o peggiori i ricordi?

Non parliamo poi del nostro agito, in quanti di noi posso dire il perchè e il per come hanno fatto una determinata cosa, senza mentire a se stessi e agli altri?

La mente è astuta, ci porta dove vuole e ci convince pure che abbiamo ragione, è il gioco dell'ego.

Ha ragione Carofiglio, l'unica differenza è fra chi sa di mentire e chi no.

Quando guardo a certi personaggi che si vendono come grandi sapienti, Maestri o affini, mi chiedo: sanno di mentire o se la raccontano pure a se stessi?

Non so cosa sia peggio.

La vera umiltà nasce proprio da questo essere consapevoli di questo inconscio mentire, di questa incapacità di essere se stessi , senza abbellimenti.

Credo ci sia da fare un grande lavoro sulla menzogna, sul nostro nasconderci ,finanche a noi stessi, un lavoro lungo e duro, che richiede coraggio e determinazione , un lavoro da guerrieri(per dirla alla Castaneda).

Come si suol dire, ci si prova, ed è già tanto.


 


 vangelo 9