sabato 2 ottobre 2021

 La Chiesa cattolica, ma non solo, si scaglia spesso contro il relativismo etico, cioè contro l'dea che ogni etica ha un suo relativo valore e che nessuna ha un valore assoluto.

Comprensibile, una visione del genere mina alle fondamenta le pretese di Verità e Assolutezza delle varie religioni , riportandole tutte a ciò che sono: il prodotto della tensione umana verso l'Assoluto, influenzate culturalmente e storicamente.

Un meditatore dovrebbe comprendere naturalmente che ogni costruzione etica, religiosa, filosofica non è che un prodotto mentale, che può avere un suo relativo senso in uno spazio/tempo definito, al di fuori del quale diventa insensato.

Per fare un esempio: il divieto di ogni atto sessuale non riproduttivo , aveva un suo ,relativo, senso ai tempi biblici, quando qualche tribù di nomadi del deserto voleva diventare un grande popolo eletto, è assurdo e inconcepibile ad oggi in un mondo con 70 miliardi di persone e imminenti problemi di approvvigionamento di cibo e acqua....eppure c'è chi continua a ritenerlo un dictat divino.

Relativizzare le etiche è liberatorio, anche se disorientante per molti, e può porre le basi per una vera accettazione dell'altro: se io non ho lo verità , posso accogliere anche quelle altrui.

Non possiamo imporre/esportare le nostre etiche e filosofie di vita(vedi: democrazia ecc) , queste sono il frutto di un percorso storico e sociale che è nostro e nulla ha che fare con i percorsi altrui, che sono, peraltro, legittimi quanto i nostri .

Non è che il cannibale sia peggio di noi, è differente, ha avuto percorsi storici e culturali per noi difficilmente comprensibili, come noi risultiamo incomprensibili a lui.

Ricordo lo stupore degli Apache quando i bianchi non li torturavano dopo la cattura, era sdegnati, perchè nella loro cultura ,torturare il prigioniero era il modo per permettergli di dimostrare la propria e forza e il proprio coraggio, non farlo era mostrare disprezzo.

Possiamo non condividere la cultura Apache, ma ha un suo senso, relativo, in quella realtà e non anniamo alcun diritto di definirla barbara o inumana.

Ci sono mille modi di essere umani, di vivere la sessualità, la guerra, e ogni altro aspetto esistenziale, mille modi diversissimi eppure tutti ,relativamente, sensati.

Dico "relativamente" perchè si tratta di un "senso" storicamente/culturalmente determinato......La prospettiva Assoluta è al di là di tutte queste dicotomie e accoglie tutto e il contrario di tutto in sè.....

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