mercoledì 14 settembre 2022

 "Più del 75 percento delle ricerche sulla meditazione non prendono in considerazione né misurano gli effetti collaterali, mi dice Britton. L'anno scorso ha pubblicato il più grande studio sui problemi correlati alla meditazione, intervistando 100 insegnanti e altri appassionati con un'esperienza in prima persona di queste tematiche.In quello studio, e in uno a cui sta lavorando ora, Britton delinea i sintomi comuni. C'è l'iperattività: un aumento di ansia, paura, panico, insonnia, flashback relativi a traumi, e instabilità emotiva. Ci può anche essere ipersensibilità, fotosensibilità e iperacusia. All'inizio può sembrare piacevole. I colori sono più vividi. Cominci a notare più cose. "Ma dopo un po', all'improvviso i suoni diventano irritanti o non riesci a uscire di casa perché tutto diventa motivo di distrazione," dice.Può anche funzionare al contrario, si può provare ipoattività, sotto forma di dissociazione e sensazione di estraneità al proprio corpo, che risulta inesistente. "Molti parlano di assenza di emozioni ben al di là del desiderato, e perdita di motivazione o piacere," mi dice Britton." Shayla Love

Ovviamente è un estratto da un articolo scientifico piuttosto dettagliato e interessante che mostra oltre ai benefici anche i rischi psicologici della pratica meditativa.

Che la meditazione non sia la panacea di tutti i mali è risaputo, almeno fra gli insegnanti di Dharma, così come sappiamo che , in alcuni casi, addirittura può avere effetti negativi.

Purtroppo la pubblicità , legata al business meditativo, tende a spacciare la meditazione come una cura universale creando non pochi malintesi e rischi.

Se si soffre di patologie psichiatriche o psicologiche l'eventuale pratica meditativa non può sostituire la psicoterapia o i farmaci e dovrebbe essere comunque seguita dal medico curante, stesso discorso per le malattie fisiche ove la pratica meditativa può aiutare la guarigione ma non provocarla.

Il Maestro Taino diceva che ,come non poteva insegnare l'arrampicata ad uno con una gamba rotta ,non poteva insegnare a meditare chi aveva la "testa rotta" (problemi psicologici/psichiatrici) ......prima bisogna farsi curare.

Purtroppo , proprio a seguito di tutta la discutibile pubblicità, oltre al naturale interesse di chi sta male , una gran massa di persone inidonee si avvicinano alle pratiche spirituali con aspettative salvifiche irrealistiche, col risultato, o di stare peggio o di rimanere profondamente deluse.

Siamo chiari: la meditazione non è una terapia, la meditazione non "serve" a nulla, la meditazione è solo rimanere con ciò che c'è, la meditazione non salva nessuno, la meditazione non è nulla di magico o trascendente.

Il monaco zen Sengyo Takeda a chi gli chiedeva come meditare rispondeva: siediti e basta!

Meditare è sedersi a guardare che succede dentro e intono a noi, senza filtri mentali, tutto qui......di per sè non serve a nulla e  gli eventuali benefici sono sottoprodotti casuali, non serve neppure per "illuminarci" , perchè l'illuminazione è già lo stato naturale della nostra mente, la meditazione può solo fare un pò di spazio affinchè possiamo percepirla..

C'è chi meditando sta peggio.....e anche chi ne trae beneficio passa momenti faticosi o di notte interiore , è normale , non è inusuale che chi non ha un gran equilibrio psichico si trovi a disagio o addirittura senta aumentare l'ansia o la depressione, sono cose che andrebbero dette e chi si mette( più o meno preparato) ad insegnare meditazione dovrebbe esserne consapevole ed essere in grado di gestire le situazioni(finanche consigliando l' intervento di uno specialista).

Purtroppo non è così e pullulano gli insegnanti improvvisati , i corsi a pagamento e con tutto ciò aumentano i rischi .......è tempo, però, che chi ha vera esperienza dica chiaramente le cose e non si accodi a questo tragico meccanismo di marketing che snatura l'essenza della pratica spirituale e illude(per trarne profitto) tante persone sofferenti.



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