RAPPORTI?-2 (LA FAMIGLIA)
Nell'ambito delle sofferenze connesse con le relazioni , la famiglia ha un suo posto speciale, è .spesso, un piccolo inferno creato su misura.
Si parla da tantissimo tempo ,in psicologia, di famiglie patologizzanti, come se ce ne fossero di differenti, comincio a temere che sia solo questione del più o del meno, ma tutte ,indistintamente, finiscono per creare qualche problema.
La famiglia è nata come esigenza vitale, di sopravvivenza biologica e, solo dopo, è diventata una struttura sociale,affettiva e culturale, tradotto:all'inizio si stava insieme per sopravvivere e avere progenie, era inincidente il fattore affettivo ,mentre ora ,che la sopravvivenza non deriva dalla forza del gruppo, si sta insieme ,o si dovrebbe, sulla base dell'affetto/amore.
Il problema ,però, è che l'amore e l'affettività non è una capacità data, è qualcosa che va fatto crescere e maturare, che va curato nel tempo e., spesso, ha vita breve comunque.
Le coppie spesso non sanno amarsi, non riescono ad amare i figli ,creando patologie e distorsioni della personalità e anche laddove la coppia funzioni non è detto che riesca ad essere di esempio e stimolo per la prole, non trovando un giusto approccio comunicativo( classico esempio le coppie religiosissime che finiscono per creare o figli bigotti e frustrati o ateissimi e anticlericali).
Ci sono dinamiche ,in famiglia, complicatissime e sottili , che sotto una apparenza pacifica e serena avvelenano le falde dell'acqua psicologica a cui tutti si abbeverano creando mostri (ricordate il film di Monicelli : Parenti Serpenti?).
Le difficoltà relazionali coi sono nella coppia ,fra genitori e figli, fra fratelli e sorelle, ogni diade ha la sua problematicità e bisogna mantenere sempre una grande consapevolezza , se si vuole saltarci fuori.
Fra fratelli/sorelle le difficoltà sono poi spesso enormi,:invidie, rivalità ecc. tant'è che dai miti(Caino e Abele, Romolo e Remo) alla letteratura è un fiorire di storie di scontro fra fratelli , in maniera non dissimile da quello fra genitori e figli, come se i cordoni ombelicali che ci legano, invece di portare nutrimento ci soffochino e necessitino di essere subito tagliati.
Anni fa scrissi, in una pagina molto idealizzante, che la famiglia dovrebbe essere il luogo in cui poter sbagliare e sentirsi ugualmente accolti, era una bella immagine,un bel sogno a cui tendere, la realtà è un tantino meno gradevole.
Nella mia esperienza di terapeuta e insegnante ho visto perlopiù famiglie che non accettano e perdonano gli errori dei loro membri o, al contrario, li giustificano a prescindere spingendoli così a reiterare l'errore, il giusto equilibrio fra No e SI' in amore è assai difficile da trovare , anche i migliori finiscono per sbagliare(anche per troppa bontà o affetto).
Per quel che mi riguarda cerco di fare del mio meglio,conscio però che di errori ne ho fatti ,ne faccio e ne farò e che, comunque, i miei figli sopravviveranno pure a me(e a tutto ciò che involontariamente gli avrò provocato).
Cerchiamo ,quindi, di affrontare le relazioni famigliari col massimo di attenzione possibile(come se maneggiassimo un vaso prezioso e fragile) ma con un tocco leggero , facciamo del nostro meglio, consci che non sarà mai abbastanza e che comunque la vita andrà avanti comunque.
Pessimi padri/madri hanno avuto figli splendidi e viceversa, così come ci sono stati ottimi padri/madri con ottimi figli, le variabili sono tante e non possiamo controllarle tutte, forse, come un buon analista o un buon maestro, meno facciamo, meglio facciamo, offrendo al'altro uno spazio sicuro in cui crescere e sperimentare, senza forzare in un senso o in un altro.
Qualcuno aveva cercato di scrivere una sorta di manuale per famiglie consapevoli(e meditative) , era venuto fuori un libro di fantasie un pò melense, anche se con spunti validi, perchè il problema che ogni famiglia è felice o infelice a modo suo e deve trovare i propri unici e irripetibili equilibri , se ci riesce, nessuno ,da fuori, può dare la ricetta.
Se mai riusciremo a trovare la giusta ricetta relazionale che permetta libertà e comunicazione profonda pur nelle regole inevitabili della convivenza, beh ,allora, quella famiglia può essere un buon posto in cui vivere e crescere.
P.S.
Tutto questo vale anche per le comunità spirituali ,sangha buddhista incluso......laddove c'è una paternità/maternità( anche simbolica o surrogata) e una fratellanza/sorellanza(di sangue o di "fede"") questi problemi si pongono.
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