mercoledì 20 gennaio 2021

 "Un guerriero accetta il suo destino, quale che sia, e lo fa in perfetta umiltà. Accetta in umiltà quello che è, non come motivo di rammarico ma come una sfida vivente(Carlos Castaneda)

Accettarsi, limiti compresi, e viversi come continua sfida, una provocazione interessante e assai importante in un mondo in cui nessuno si accetta per ciò che è.

Non accettiamo il nostro aspetto fisico, le nostre debolezze, non accettiamo il mondo intorno a noi, vorremo sempre qualcosa di diverso da ciò che c'è; fondamentalmente siamo in perenne fuga da noi stessi e dalla vita.

Quello che ci viene proposto è ,prima di tutto, l'umiltà ,merce ormai rara e valore totalmente screditato ,al punto da essere considerato un vizio nevrotico.

Essere umili è conoscere e accettare i propri limiti, perchè colui che è senza limite non può accedere all'illimitato , vuol dire non credersi diversi da ciò che si è e fare amicizia con noi stessi....che non è essere compiacenti con le nostre ombre/nevrosi ma partire da ciò che c'è in una sfida continua.

La prima parola della Bibbia è bereshit cioè:in principio o all'inizio ;tutto inizia da ciò che c'è, pure la creazione del mondo, l'inizio non può che basarsi su ciò che è.

Con semplicità e umiltà dobbiamo iniziare da ciò che siamo e da ciò che è e su queste basi lavorare per costruire il nostro percorso esistenziale.

Non dobbiamo rammaricarci di ciò che siamo o delle nostre capacità/limiti , questo è il materiale che abbiamo e con creatività e impegno dobbiamo utilizzarlo , è ciò che ci dice anche la parabola evangelica dei talenti.

Cominciamo da dove siamo, da ciò che siamo, sfruttando ogni cosa per la nostra crescita umana e spirituale, l'essenza del tantra è proprio trasformare ogni emozione in energia di illuminazione.

Chi non sa accettare e celebrare i propri inizi, le proprie radici non va molto lontano, rischia solo di perdersi.

Ovviamente il percorso è una sfida continua ,un equilibrio difficilissimo fra sforzo e capacità di lasciar andare lasciar essere, quell'equilibri che è simboleggiata nel lignaggio Niyngmapa dalle sillabe EWAM , cioè il perfetto equilibrio fra spaziosità e disciplina, fra fare e non fare, fra meditazione e non meditazione.

Non dobbiamo mai farci prendere dallo sconforto e pensare di non avere talenti sufficienti, ognuno di noi ha tutto ciò che gli può essere utile , deve solo imparare ad utilizzarlo .

Viviamo dunque il nostro quotidiano come un dono, una sfida e una possibilità , perchè ogni singolo attimo è uno squarcio sull'assoluto, basta saperlo riconoscere.



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