venerdì 25 settembre 2020

 

 

Può la sofferenza diventare un insegnamento? A volte, per qualche strano mistero,accade.

Non è che sia mai stato un gran frequentatore di parrocchie, ho sempre trovato il loro ambiente asfittico e fasullo, una sorta di recita moralistica senza vero spessore umano, eppure, proprio passando per caso dalla parrocchia vicino casa incontrai Piera.

Era una suora giovane, neanche trent’anni,minuta  e pallida nel suo saio marrone.Chissà perché la trovai simpatica e cominciammo a chiacchierare.

Niente di che, chiacchiere leggere, da ragazzi in cerca di un senso.

Ci si vedeva quasi tutte le settimane e avevo cominciato a notare un pallore strano, delle occhiaie che prima non aveva, mi disse che si sentiva stanca , priva di energia.

Ci furono visite ,esami e poi la diagnosi: tumore alle ossa.

Piera lentamente rimpiccioliva, come se il male la divorasse da dentro. Ogni settimana tornavo e la trovavo più prostrata, faceva fatica a stare in piedi e alla fine rimase sempre a letto.

Ogni settimana  ero seduto di fianco a lei e sempre trovava la forza per un sorriso, una parola, uno tentativo di scherzo.

Soffriva enormemente, lo vedevo, ma trovava sempre il modo per accogliermi con dolcezza, non so come facesse.

L’ultima volta che andai da lei, mi chiese di aspettare un attimo, mentre le facevano un’iniezione di morfina ,poi mi sorrise con evidente sforzo e mi sussurrò: “ sempre amici…ok?”

Se ne andò la sera stessa, lasciandomi un vuoto terribile nel cuore e una strana sensazione di tenerezza

2 commenti:

  1. mentre leggevo - ho sentito un nodo in gola. ... avevo voglia di piangere.

    un abbraccio affettuoso.

    eugenio

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina

audio