Assisi, un agosto caldo e appiccicoso, sono
stato invitato alla “Cittadella” per un convegno interreligioso con relatori
prestigiosi, io devo rappresentare il Buddhismo Italiano
Sono cinque giorni di
relazioni, lectio magistralis, tavole rotonde e seminari a piccolo gruppo,
praticamente un’orgia di idee, pensieri, discussioni.
Non so neanche io perché ,
ma scopro che nel primo pomeriggio ci sono un paio di ore libere e chiedo agli
organizzatori se posso infilarci un
momento di meditazione, mi lasciano fare , concedendomi una ampia sala.
Non certo per la mia bravura
e tantomeno per la mia fama, ma la sala si riempie, ogni giorno un centinaio di
partecipanti al convegno viene a sedersi in silenzio per un’ora.
Giorno dopo giorno, per
tutta la durata del convegno , uomini e donne, religiosi e laici vengono a
sedersi per gustare un po’ si silenzio.
L’ultimo giorno, sono fuori
dall’auditorium dove un relatore sta dottamente parlando degli orizzonti
dell’ecumenismo, una signora sconosciuta mi si avvicina e mi dice: “ quante
parole…troppe! “ sorride, quasi
imbarazzata : “ volevo ringraziarla del silenzio che ci ha donato, è stato un
momento prezioso!” ,china un poco la
testa in una sorta di inchino, si volta e rientra nella sala.
Non l’ho più rivista, ma la
sua semplice gratitudine è rimasta con me.
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