venerdì 1 dicembre 2017

PARLARE CON LINGUA BIFORCUTA

“L’uomo bianco parla con lingua biforcuta” facevano dire in certi film western e i certi fumetti ad improbabili pellerossa , a significare la inguaribile tendenza dell’uomo acculturato a mentire o almeno ad adattare il proprio parlare alla situazione per ottenere il maggior risultato possibile.
Questa espressione mi è tornata in mente a furia di sentire gli “sproloqui” di molti politici nostrano, fino al goffo tentativo di un mio studente di farmi credere che non era pronto per una verifica a causa di una imprecisata catastrofe familiare.
La nostra società è ormai basata sulla menzogna,sulla mistificazione ,sulla relazione interessata e sulla recita perenne, in tutte le situazioni e in tutti i contesti.
E’ curioso che la nostra cultura che spesso si vanta delle sue radici Cristiane abbia così tragicamente rimosso l’Evangelico:”sia il tuo parlare sì. Sì, no, no, tutto il resto viene dal demonio”.
In qualunque situazione ci si trovi se si presta attenzione la parola è utilizzata per circuirci,convincerci, nei modi più melliflui e subdoli.
Ormai dobbiamo temere chi ci rassicura, potrebbe avere intenzione di pugnalarci alle spalle(metaforicamente o realmente) appena abbassiamo la guardia ,viviamo in una continua tensione dovuta alla impossibilità di avere fiducia nel prossimo.
Le notizie di cronaca di malviventi che conquistando la fiducia di anziani si fanno introdurre in casa per poi derubarli, o i biechi guadagni fatti con la copertura di opere caritatevoli o solidali fanno il paio con le nostre piccole esperienze personali :il collega di lavoro tutto sorrisi e pacche sulle spalle che poi cerca di “farti le scarpe “ col capoufficio, l’amico sempre disponibile a venire a piangere sulla tua spalla che si eclissa appena sei tu ad avere bisogno….
La cosa più tragicamente divertente è che, almeno nelle relazioni personali, spesso questo mentire è inconsapevole e quando viene smascherato  il colpevole rimane stupito e pure un po’ piccato.
“io non ti ho mentito…..hai frainteso….”ci sentiamo dire con afflitta sicumera……
Certo lui non ha fatto nulla di male,in realtà si è solo comportato come la maggioranza, ti ha usato e poi buttato via come un cerino usato.
Questo atteggiamento nasce ovviamente da un non riconoscimento dell’altro,che viene reso puro oggetto dei nostri bisogni e aspettative, viene svuotato del suo valore di persone e in qualche modo “cosificato”.
Se sei una cosa non mi è richiesto di essere corretto,sincero o autentico, tantomeno gentile e diretto.
 Mi direte che la storia è piena di inganni o peggio ed è tragicamente vero, ma forse mai come oggi questa metodica si diffusa ovunque uscendo dai palazzi del potere fino ad infettare anche i più giovani.
Ciò che sgomenta di più è ritrovare questa lingua forcuta, questa incapacità di dire con franchezza ciò che si pensa a viso aperto nei ragazzi, in quelli che dovrebbero ancora coltivare sogni e idealità.
Perché non insegnare a parlare agli altri guardandoli negli occhi sostenendo con coraggio e lealtà la propria idea invece di sparlare o tramare alle spalle come il peggiore cospiratore?
Perché non imparare l’arte del dialogo maturo e costruttivo invece di quella della calunnia e del pettegolezzo maligno?
Perché non cercare di essere semplicemente diretti e autentici in ogni incontro/rapporto?
Certo è che così non si vive bene ,forse sarebbe tempo di pensare a dinamiche relazionali più sane.

Forse potremmo cominciare riscoprendo il valore dell’essere umano e la sua intrinseca dignità che non deve essere in alcun modo scalfita,se cominciassimo a insegnarla,a viverla ogni giorno, ognuno nel suo piccolo, forse potrebbe essere un inizio.

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