PARLARE CON LINGUA BIFORCUTA
“L’uomo bianco parla con lingua biforcuta” facevano dire in
certi film western e i certi fumetti ad improbabili pellerossa , a significare
la inguaribile tendenza dell’uomo acculturato a mentire o almeno ad adattare il
proprio parlare alla situazione per ottenere il maggior risultato possibile.
Questa espressione mi è tornata in mente a furia di sentire
gli “sproloqui” di molti politici nostrano, fino al goffo tentativo di un mio
studente di farmi credere che non era pronto per una verifica a causa di una
imprecisata catastrofe familiare.
La nostra società è ormai basata sulla menzogna,sulla
mistificazione ,sulla relazione interessata e sulla recita perenne, in tutte le
situazioni e in tutti i contesti.
E’ curioso che la nostra cultura che spesso si vanta delle
sue radici Cristiane abbia così tragicamente rimosso l’Evangelico:”sia il tuo
parlare sì. Sì, no, no, tutto il resto viene dal demonio”.
In qualunque situazione ci si trovi se si presta attenzione
la parola è utilizzata per circuirci,convincerci, nei modi più melliflui e
subdoli.
Ormai dobbiamo temere chi ci rassicura, potrebbe avere
intenzione di pugnalarci alle spalle(metaforicamente o realmente) appena
abbassiamo la guardia ,viviamo in una continua tensione dovuta alla impossibilità
di avere fiducia nel prossimo.
Le notizie di cronaca di malviventi che conquistando la
fiducia di anziani si fanno introdurre in casa per poi derubarli, o i biechi
guadagni fatti con la copertura di opere caritatevoli o solidali fanno il paio con
le nostre piccole esperienze personali :il collega di lavoro tutto sorrisi e
pacche sulle spalle che poi cerca di “farti le scarpe “ col capoufficio,
l’amico sempre disponibile a venire a piangere sulla tua spalla che si eclissa
appena sei tu ad avere bisogno….
La cosa più tragicamente divertente è che, almeno nelle
relazioni personali, spesso questo mentire è inconsapevole e quando viene
smascherato il colpevole rimane stupito
e pure un po’ piccato.
“io non ti ho mentito…..hai frainteso….”ci sentiamo dire con
afflitta sicumera……
Certo lui non ha fatto nulla di male,in realtà si è solo
comportato come la maggioranza, ti ha usato e poi buttato via come un cerino
usato.
Questo atteggiamento nasce ovviamente da un non
riconoscimento dell’altro,che viene reso puro oggetto dei nostri bisogni e
aspettative, viene svuotato del suo valore di persone e in qualche modo
“cosificato”.
Se sei una cosa non mi è richiesto di essere
corretto,sincero o autentico, tantomeno gentile e diretto.
Mi direte che la
storia è piena di inganni o peggio ed è tragicamente vero, ma forse mai come
oggi questa metodica si diffusa ovunque uscendo dai palazzi del potere fino ad
infettare anche i più giovani.
Ciò che sgomenta di più è ritrovare questa lingua forcuta,
questa incapacità di dire con franchezza ciò che si pensa a viso aperto nei
ragazzi, in quelli che dovrebbero ancora coltivare sogni e idealità.
Perché non insegnare a parlare agli altri guardandoli negli
occhi sostenendo con coraggio e lealtà la propria idea invece di sparlare o
tramare alle spalle come il peggiore cospiratore?
Perché non imparare l’arte del dialogo maturo e costruttivo
invece di quella della calunnia e del pettegolezzo maligno?
Perché non cercare di essere semplicemente diretti e
autentici in ogni incontro/rapporto?
Certo è che così non si vive bene ,forse sarebbe tempo di
pensare a dinamiche relazionali più sane.
Forse potremmo cominciare riscoprendo il valore dell’essere
umano e la sua intrinseca dignità che non deve essere in alcun modo scalfita,se
cominciassimo a insegnarla,a viverla ogni giorno, ognuno nel suo piccolo, forse
potrebbe essere un inizio.
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