martedì 4 ottobre 2022

«Viene un momento, fra i trentasei e i quarant’anni (per alcuni un po’ più tardi), quando, poniamo, una domenica qualunque, anziché andare in chiesa, improvvisamente ci viene il pensiero: «come è stato l’anno passato?» o qualcosa del genere; e allora spunta il dubbio, e ti senti mancare il respiro e smetti di pensarci, perché quel pensiero è penoso. Ora, vedete, nella prima metà della vita può esserci una resistenza contro l’espansione, contro la grande avventura sessuale. Quando un giovane prova resistenza contro il mettere in gioco la propria vita, o contro il trovarsi un posto nella società, poiché questo compito richiede una certa concentrazione e un certo sforzo, è facile che diventi nevrotico. 

Alla stessa stregua, nella seconda metà della vita le persone che cercano di sottrarsi al naturale evolversi della psiche, alla riflessione, alla preparazione per la fine, tendono anch’esse a diventare nevrotiche. Sono le nevrosi della seconda metà della vita. […] le persone coinvolte sono altrettanto nevrotiche di quelle che oppongono resistenza alla vita durante la giovinezza. Anzi, si tratta delle medesime persone: da giovani non vogliono entrare dentro la vita, metterla in gioco, rischiare la salute, poniamo, o la vita per amore della vita, e nella seconda metà della loro esistenza non gliene rimane il tempo. 

Perciò, quando parlo della meta che segna il fine della seconda metà della vita, potete farvi un’idea di quanto debba necessariamente essere diversa la psicoterapia nella prima e nella seconda metà della nostra esistenza. Bisogna affrontare un problema di cui non si era mai parlato prima. Per questo motivo sostengo con tanta convinzione l’idea di scuole per adulti. Sapete, voi siete stati preparati alla vita in modo stupendo: abbiamo ottime scuole, buone università, e tutto questo serve come preparazione per la fase di espansione della vita. Ma dove sono le scuole per gli adulti?  Per le persone che hanno quaranta, quarantacinque anni, perché siano preparate alla seconda metà della vita? Non ne esistono. Questo è tabù; non si deve parlarne: non è sano. E allora abbiamo queste belle nevrosi da climaterio.»Carl Gustav Jung

-------------------------

In fondo la pratica meditativa può essere vista come la scuola per prepararsi ad essere " umani", quindi alla seconda metà della vita, può essere un educarsi ad affrontare i dubbi esistenziali, le prove della vita senza cercare di sfuggire.

Tutti abbiamo bisogno di questa preparazione, poi possiamo farla con la meditazione o in altri modi, l'importante è prepararsi.

2 commenti:

  1. il messaggio di jung è praticamente quello di uno 'spírito' 'universále' [nell' 'ámbito' 'psicológico' - ovviaménte.]. ... - 'che' - ha gettato - 'mólta' 'lúce' - sulle 'zóne d' ómbra' [e sulle 'piéghe' 'nascóste' ] della 'psíche' 'occidentále'. ... ciónondiméno - perché mai - presentare - del suo pensiero - riflessioni - cosí profondaménte 'malincóniche' - come queste ? ... 'questa è la vita' - potremmo sentirci rispondere. ... ma - la replica a una siffatta obiezione - potrebbe essere : 'no. ... questo è un 'púnto di vísta' - che utilizza il pensiero di jung - per esporre una tesi - più o meno condivisibile - e scelta più o meno consapevolmente. ... e cioè - che la 'mórte' ['física' - e/o 'psicológica' e/o 'spirituále' ] - é un fatto 'totalménte' 'inevitábile'. ...

    ... ma ... - occórre tenere cónto - che l' 'illuminazióne' [alla quale - in forza dell' 'energía' che 'incarniámo' - 'tútti' - senza 'esclusióne' - possiamo 'attíngere' ] - è 'atemporále' - e pertánto - si sottráe 'totalménte' - alle 'categoríe' del 'móndo' 'condizionáto' [che - in quánto 'tále' - è - 'puraménte' 'illusório' ].

    un pensiero affettuoso - a te - marco - e a tutti i lettori del tuo bel blog.

    acquariusfoundation@libero.it

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Jung, ovviamente, parla da un punto di vista psicologico e, se è pur vero che ciò che noi percepiamo come reale e solido così non è, dobbiamo riconoscere che l'aspetto psicologico ha la sua importanza.
      SE è vero che dall'esperienza della natura illuminata della mente tutti i giochi nevrotici della psiche umana si dissolvono o quantomeno perdono consistenza , bisogna però riconoscere che non è che sono in tanti a giungere a quell'esperienza......conseguentemente , ai più, una indicazione "psicologica" può essere di grande aiuto.

      Elimina

  "Forever young. Crescere in saggezza. Un approccio contemplativo all’impermanenza e alle sfide dell'età" esce il 18 maggio.....