venerdì 8 aprile 2022

 Andare oltre la paura! 

 La paura è l’emozione negativa che sorge d’istinto dentro di noi a

seguito delle informazioni di pericolo captate dalla mente. Essa genera

in chi la prova tre possibili reazioni: 1) la difesa e la conseguente

aggressività; 2) la fuga; 3) l’immobilizzarsi come pietrificati. Questo è

quello che pensiamo noi della paura, ma per gli antichi essa era

molto di più: era un dio o era mandata da Dio, e per questo occorreva

averne rispetto, riverenza, «timore e tremore» ammoniva Paolo di

Tarso. Si legge nell’Iliade: «Ares massacratore marcia alla guerra, e lo

segue suo figlio, Phobos intrepido e forte, che incute paura persino al

guerriero più impavido» (XIII, 298-300). Phobos, da cui fobìa, è la

personificazione della nostra paura, del nostro terrore. In un’iscrizione

votiva di Selinunte del V secolo a.C. egli è posto subito

dopo Zeus e prima di tutti gli altri dèi, mentre nella bellicosa Sparta

vi era persino un tempio per il dio della paura.! !

Se poi consideriamo l’altra sorgente della cultura occidentale e

apriamo la Bibbia ebraica, quasi in ogni pagina ci imbattiamo in

un’atmosfera segnata dalla paura, termine che ricorre spesso nella

Bibbia e che unito ai sinonimi come timore, terrore, spavento, angoscia,

ansia, sbigottimento, preoccupazione, inquietudine, orrore, arriva

a rappresentare una costante incombente. Non solo: nella Bibbia

la paura è tanto maggiore, quanto più prossima è la presenza di Dio.!

Così per esempio il libro della Genesi fa dire a Giacobbe: «Certo, il

Signore è in questo luogo e io non lo sapevo», annotando che poi

Giacobbe «ebbe paura e disse: Quanto è terribile questo

luogo!» (Genesi 28,16-17). La paura è un ingrediente indispensabile

di ogni teofania, non a caso le prime parole rivolte agli umani sono il

più delle volte “non temere”, come disse l’arcangelo Gabriele a

Maria, parole che hanno senso solo se prima c’è appunto, istintiva, la

paura.! Ma cosa vuol dire che la paura è un dio, come afferma il politeismo

greco, o che è strettamente associata alla presenza divina, come

afferma il monoteismo ebraico? Vuol dire che essa è più potente di

noi umani, e che però al contempo ci attrae. Se fosse solo più potente

senza esercitare attrazione sarebbe un mostro, un titano, un demonio,

non un dio. Invece no, essa ci spaventa e insieme ci attrae, secondo la

dialettica del divino individuata un secolo fa da Rudolf Otto: mysterium

tremendum e mysterium fascinans, cioè qualcosa di più grande

di fronte a cui tremiamo e di cui al contempo subiamo il fascino.

Quando si parla di “divino”, ben prima di tutte le discussioni

teoriche sull’esistenza o non esistenza di Dio, è esattamente questa

esperienza contraddittoria che si porta al pensiero. Perché una cosa è

sicura: Dio può anche non esistere, ma che esista il divino (l’immenso

mistero dell’essere di cui siamo fatti che ci fa vivere e morire) è fuori

discussione. Lo manifesta la paura (Phobos), così come l’amore

(Afrodite), la guerra (Ares), la natura selvaggia (Artemide), il potere

(Zeus), l’arte (Apollo), la medicina (Asclepio) e tutte le più vive esperienze

vitali. Noi dalla paura siamo spaventati, ma al contempo ne

siamo affascinati: non si spiegherebbero altrimenti le produzioni culturali

e di intrattenimento che fanno leva su questa emozione, a partire

dai thriller e dall’horror, e prima ancora dalle antiche favole che

tanto spavento volevano suscitare nei bambini con la strega, la regina

cattiva, il lupo, l’orco e tanta violenza. Forse anche questi giorni così

difficili all’ombra cupa del coronavirus contengono una lama di fascino

ambiguo, per cui abbiamo sì tutti paura ma al contempo proviamo

una specie si tensione emotiva, per non dire eccitazione.!

Siamo al cospetto della carica rivelativa contenuta in quelle esperienze

di confine che Jaspers denominava “situazioni limite”. Ma se

la paura è un dio, come ci si comporta al cospetto di un dio? Il dio,

anzitutto, lo si teme. E in questo timore, che non è terrore ma senso

delle dimensioni, si acquisisce sapienza. Sta scritto infatti: “Principio

della sapienza è il timore del Signore” (Proverbi 9,10). Sull’architrave

del tempio di Delfi era incisa la massima che tanto impressionò

Socrate: “Conosci te stesso”. Sembra che in origine si trattasse di un

ammonimento a ogni fedele perché non avesse mai a dimenticare la

sua condizione mortale: conosci te stesso, cioè la tua fragilità, il tuo

essere destinato a finire. A partire da Socrate la massima venne però

intesa come un’esortazione ad approfondire la nostra natura, questo

mistero di un pezzo si materia che si scopre radicalmente diverso da

ogni altro pezzo di materia e da ogni altro vivente in quanto abitato

da vita interiore, emozioni, sentimenti, sapere, ideali. Così l’ammonimento

delfico Conosci te stesso prese a trasformarsi in una domanda:

Io, chi sono? In quanto essere umano, cosa sono? La risposta che

diede Socrate e con lui l’Occidente fu: tu sei la tua anima. Il termine

“anima” dice la nostra interiorità, quella stessa dimensione che ci fa

provare paura, ma anche passione, fremito, amore. Si potrebbe anche

dire che noi siamo il nostro cuore. Ed è proprio dal termine latino per

cuore, cor, che viene “coraggio”, l’antidoto della paura.!

Coraggio significa azione del cuore. Esso non è il contrario della

paura, perché la suppone; esso è il superamento della paura, perché

la vince. Senza paura non si può avere coraggio, si ha temerarietà,

ovvero sconsideratezza e ignoranza perché si ignorano le preziose

informazioni che provengono dall’emozione della paura. È solo

avendo paura che si può generare l’azione del cuore detta coraggio.!

Il contatto con il pericolo ci può far comprendere chi siamo: siamo

una mente impaurita, è vero, ma possiamo essere anche una mente

che discerne tale paura e legge le sue informazioni, e giungere a essere

un cuore che supera la paura mediante il coraggio, cioè l’azione

disciplinata e intelligente che non ignora i pericoli della realtà ma

proprio per questo li sa riconoscere e sconfiggere.! !

Vito Mancuso,

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