venerdì 8 aprile 2022

 Mi ha dato molto sollievo scoprire negli scritti del Buddha che noi

siamo fatti di terra, acqua, fuoco, aria, e spazio. Cinque elementi che

combinandosi e danzando fanno un corpo che respira, che pensa, sogna,

ama, nasce e muore. Morire fa sí che il fuoco torni al fuoco, l’acqua

all’acqua, l’aria all’aria, la terra alla terra e lo spazio allo spazio.

È anche molto rasserenante percepire in sé i cinque elementi. Seduti,

camminando, in piedi o sdraiati possiamo chiudere gli occhi e sentire la

solidità, la densità, l’estensione, il limite, la resistenza: il nostro essere

terra. Oppure la fluidità, la connessione, la flessibilità, la forma: essere

acqua. O quel nostro improvviso accenderci in un respiro o in un passo,

vitalità, impulso, luminosità, calore: siamo fuoco e aprendo gli occhi

mettiamo il mondo a fuoco. La leggerezza, la fugacità delle sensazioni, le

variazioni, i cambiamenti repentini, le vibrazioni, l’essere toccati e

sfiorati da milioni di sensazioni: è l’aria che vive in noi. E infine siamo

spazio: apertura, spaziosità, dove tutto è ignoto e possibile. La coscienza

che contiene l’universo. La disposizione a restare aperti e presenti, a

riposare nella vastità. Vasti nel vasto.

Un giorno tutti gli elementi torneranno alla fonte. Cosa resterà di

noi? Una bella domanda da tenere in tasca al cuore.

Chandra Candiani

P.S.

continuo a postare cose altrui di indubbio valore anche perchè vedo che quando posto pensieri miei non li legge nessuno, mentre questi vengono visualizzati in modo significativo

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