sabato 2 aprile 2022


 invitandovi a leggere il suo libro......

"Ho una sensazione strana e per me davvero inedita: mi sento adatta a
questa epoca. Proprio questa, con la pandemia, il crollo economico, la
politica miserabile, la confusione, l’assenza di sogni sul futuro, le tessere
del domino che, cadendo, trascinano tutte le altre: proprio a questa mi
sento adatta. Questa, con la fame, la fuga dalla guerra e dalla violenza,
per incontrare naufragi, altra violenza, rifiuto, indifferenza. Questa, dove
la natura si allontana da noi, gli animali si estinguono, gli alberi vengono
abbattuti, il pianeta si riscalda e il clima si scombina. Le persone
disimparano a parlarsi e ascoltarsi. Tutti sono offesi di qualcosa. Tutti
sono in credito. Tutti si sentono vittime e le vittime vere annaspano e
muoiono silenziose, o si affannano per scampare e non si sa come
andranno a finire. Mi sento adatta. Perché lo so da sempre che finiva
cosí con gli alberi e gli animali, lo sentivo da bambina il loro orlo del
baratro, il loro abitare in costante pericolo, essere solo merce, vivi solo
per appartenere a un’altra specie, per servirla.
E perché ho conosciuto proprio all’inizio il peggio dell’umano e ho
passato la vita a ricucire brandelli di fiducia perduta, a cercare di
orientarmi in un mondo disorientante, tra parole taciute e altre
menzognere, nella follia che era solo eccesso di dolore e tentato
esperimento con la verità, nella normalità che era regole fisse e non
scritte, rigori non condivisi, esclusioni arbitrarie, forme e stili dettati dai
prepotenti per far sentire inadeguati tutti gli altri. E la proibizione di
parlare per le voci diverse, per le diverse forme di mutezza.
Ora tutto crolla. Ma cosa crolla? Quello che stava in piedi solo sulle
spalle e sulle schiene di altri, umani, animali o vegetali che fossero. E le
parole sono esangui o invelenite, ma hanno comunque perso i sensi.
Sono adatta. So come stare al mondo, questo mondo a pezzi. Lo so
senza saperlo.
So come far sentire a casa qualcuno. Come ascoltare senza consolare. Come inchinare il cuore insieme al corpo. Come celebrare i
bambini e la loro preveggenza. Lo so perché non so niente. Come
allargare le braccia e accogliere. Come tenerle lungo il corpo e accogliere.
Come vivere in punta di piedi. Come vacillare. Lo so perché ho iniziato
la vita con il non essere accolta. So grazie al dolore. E quello che so è:
«Non cosí». E obbedisco. Conosco il tempo arso dell’emergenza e la
fierezza senza centro con cui la natura raccoglie i lembi della distruzione
e continua i cicli del nascere-morire-rinascere.
Ho preso una decisione: diventerò una persona serena. Hanno riso
tutti: non si può diventare sereni. Può darsi, ma lo farò lo stesso. Non
concederò piú tempo alle voci che profetizzano solo il crollo senza
sentire la necessità di cadere per potersi rialzare. Non ascolterò le voci
che dicono: «Andrà tutto bene». Non ascolterò chi affonda il cuore e chi
lo fa levitare. Anzi, ascolterò senza credere. Starò con il male come male,
senza infiorarlo né velarlo, lascerò che passi in me come una tempesta e
gli domanderò cosa sente, perché percuote furiosamente tutto, perché
non si lascia ascoltare. E ho un’indomabile fiducia. In cosa? Non lo so, è
senza nome "(chandra Candiani)

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