piccola riflessione a bassa voce: ma i buddhisti nostrani hanno mai sentito parlare di impermanenza?
Questa riflessione sorge a fronte degli sforzi titanici di alcune comunità , a fronte della morte del Maestro, di rimanere vive e "tal quali", con una protervia e un attaccamento a ciò che è stato, sicuramente umanamente comprensibile ma buddhisticamente non giustificabile.
Tutto cambia, tutto è destinato a perire, compresi i centri di Dharma ,le associazioni spirituali e affini, un meditante dovrebbe averlo capito e digerito.....e invece.....
Il lasciar andare e il lasciar essere continuano ad essere lontani anni luce, 2500 anni di Buddhismo e il mondo va sempre peggio? Mah......
per greta chiavazzoli 1993 :
RispondiEliminadeve scrivere all' indirizzo e-mail di marco valli
[osel.dorje@tiscali.it]