domenica 20 giugno 2021

" L’uomo, come vive oggi, grosso modo, può essere definito con una caratteristica che gli è propria: il suo stato ansioso. L’uomo assorbe l’ansietà, come per osmosi, dalla cultura, dalla società in cui nasce e vive. In essa, si voglia ammettere o no, l’uomo viene equiparato ad ogni altro bene di consumo offerto dalla società. Questo ripugna alla natura profonda del suo essere uomo, anche se a livello più o meno cosciente, o forse anche fatalistico, accetta il suo ruolo di oggetto in questa società che gli crea sì conflitti, ma, al tempo stesso, gli offre gratificazioni a buon mercato, le quali non esigono troppo impegno e per nulla uno sforzo di riflessione. Tuttavia, a lungo andare e nei momenti di solitudine personale, si accorge che, pur vivendo in mezzo agli uomini, condividendo la loro vita, non esiste come uomo o perlomeno ben poco. Non avendo il coraggio di sottrarsi al dinamismo inumano di questa società in cui vive e che accetta, a livello personale, si sente diviso tra ciò che vorrebbe essere e ciò che deve fare. Questa situazione è il terreno su cui germogliano e maturano in abbondanza l’insicurezza, l’ansia, in altre parole, la nevrosi. Ovviamente, non è solo, né principalmente, la società la causa dell’inquietudine dell’uomo. In ultima analisi, la società è costruita dall’uomo, perché costituita da uomini. Non dobbiamo cadere nel facile luogo comune di attribuire alla società tutti i mali che travagliano l’uomo. La società è il terreno, ma l’uomo porta in sé il seme della sua distruttività, la paura di prendere coscienza di se stesso, dei suoi limiti. Come già diceva Pascal: “Nulla è più insopportabile all’uomo come l’essere in pieno riposo, senza passioni, senza faccende,  senza svaghi, senza occupazioni. Egli sente la sua nullità, il suo abbandono, la sua insufficienza, la sua dipendenza, la sua impotenza, il suo vuoto”. Di tutto questo l’uomo ha paura e, come Caino, fugge!" PADRE BERNARDO BOLDINI

Così scriveva qualche anno fa un monaco Trappista cogliendo nel segno: l'uomo è ansioso e autodistruttivo.

Siamo tutti coerciti dalla velocità di questa società iperproduttiva , diventiamo strumenti del perverso meccanismo  di produzione/consumo, siamo solo dei produttori e consumatori non più uomini.

 Tornare in noi stessi a noi stessi è la pratica spirituale così come è declinata nell'esperienza meditativa, facciamo amicizia con noi stessi, ritorniamo in contatto con la nostra vera natura che non è  distruttiva ma illuminata e saggia.

Noi fuggiamo dal mistero che ci abita, fuggiamo dai nostri limiti per non aprirci all'illimitato , non vogliamo che essere perennemente distratti dal confronto con noi stessi e con la nostra mortalità.

Pascal aveva ragione, mettere l'uomo in una situazione di silenzio e interiorità è disorientate se non terrorizzante per molti, eppure....dentro di noi c'è questa tensione verso un senso più profondo del vivere, verso l'ascolto del silenzio, dobbiamo solo imparare a riconoscerlo.

Abbiamo bisogno di essenzialità e silenzio ma, al contempo, li temiamo perchè ci mettono in discussione, scardinano le pseudo-certezze a cui siamo aggrappati.

Ieri una giovane studentessa mi ha detto che il suo sogno è diventare molto ricca perchè la ricchezza può aiutare ad essere felici ma, aggiungeva, sento anche una tensione verso la spiritualità che va in senso opposto, non so bene che direzione prendere.

Direi una descrizione precisa dello stato d'animo di molti, dilaniati fra la tensione all'avere e quella all'essere , presi da una angoscia esistenziale che non ha sbocco se non non in patologie ansiose.

Ad un certo punto dobbiamo riuscire a scegliere la nostra via, dobbiamo trovare un senso a questo nostro stare al mondo  finanche solo per la meraviglia di un fiore che sboccia o di una farfalla che vola sull'erba alta di un prato.

Ognuno troverà il suo senso: filosofico, religioso o estetico, l'importante che esca dall'ansia e dall'angoscia,che trovi un pò di pace e di apprezzamento per la vita.

La meditazione è uno dei tanti strumenti che possiamo utilizzare per giungere alla meta, l'importante e incamminarsi!



 

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