domenica 9 maggio 2021

 In questi giorni mi sono letto l'ultimo romanzo di Lidia Ravera : Avanti, parla , che non mi ha entusiasmato più di tanto ma mi ha offerto uno spunto di riflessione.

La protagonista del romanzo è una ex-terrorista che, in qualche modo, cerca di annullarsi, di vivere al minimo, senza relazioni umane , desiderando di essere invisibile, finendo ,però, per scontrarsi con la vita.

Mi chiedevo quanto ci sia in noi di questo atteggiamento nichilista, quando rimaniamo feriti, soffriamo o ci sentiamo colpevoli....quante volte ci siamo detti :fermate il mondo voglio scendere?

A volte basta pochissimo: l'altro giorno ho scoperto che uno dei miei editori( quello con cui ho fatto un unico libro) nel suo sito non mi ha neppure messo nell'elenco degli autori,è bastato un attimo e la mia mente era già pronta a dirmi: ecco, non vali nulla, meglio se sparisci e non scrivi più nulla!

La nostra mente è abilissima a ingannarci, il nostro ego ( che bene o male rimane sempre un pò) è "fetente" e ci colpisce sempre a tradimento.

La paura di vivere, di affrontare anche le delusioni e sconfitte è diffusissima( lo testimoniano l'abuso di alcool  e droghe e altre amenità) e moltissime persone tendono a usare la tecnica del gambero: arretrare , ritrarsi.

Spesso si utilizza anche la meditazione e la pratica spirituale per crearsi un bozzolo protettivo, snaturandola, perchè meditare è aprirsi totalmente alla vita, non difendersi.

Perchè c'è una così diffusa difficoltà ad affrontare la vita? Cosa sbagliamo nel percorso educativo per creare tutto questo malessere?

In parte risponde Joan Halifax Roshi nel filmato che ho già postato, avremmo bisogno di appartenere, di essere accolti, accettati , cosa ormai difficilissima, ormai la società pare un deserto e anche quando entriamo in gruppi "fusionali" (spirituali e non) spesso cadiamo dalla padella alla brace , rinchiudendoci in bozzoli asfissianti.

Trovare un equilibrio fra solitudine e condivisione, relazione e interiorità non è facile , ma è ciò che ci permette di vivere pienamente e non sopravvivere a stento.

Possiamo cercare in ogni modo di nasconderci ma la vita ci trova, prima o poi, quindi forse è meglio affrontarla da subito momento per momento piuttosto che esserne travolti in un colpo solo.

Gustare la vita anche quando si fa amara, con consapevolezza e responsabilità, si può fare, basta iniziare, un passo dopo l'altro.

1 commento:

  1. quanto è vero! Ma forse è sempre stato così ed ora tutto è solo amplificato dai nuovi strumenti digitali! Torno a breve in Italia e verrò a Reggio. Mi mandi in privato il tuo cell.? coslovi.roberto @gmail.com grazie

    RispondiElimina

  "Forever young. Crescere in saggezza. Un approccio contemplativo all’impermanenza e alle sfide dell'età" esce il 18 maggio.....