domenica 23 maggio 2021

" Perché non iniziare il training spirituale con un pediluvio? Per un'esperienza in cui i nostri sensi inneschino spontaneamente una risposta riconoscente, un pediluvio  non è una cattiva scelta. Il tuo cuore o la tua lingua potrebbero non essere ancora pronti, ma a modo loro le dita dei piedi inizieranno a cantare con gratitudine. Può qualcuno negare che questo sia un passo nella direzione di una “vita abbondante”?"  Br. David Steindl Rast

Br David ha uno humor arguto e lo dimostra in questa frase dicendo, peraltro, una innegabile verità. La pratica spirituale inizia e finisce con una apertura al mistero della vita, mistero che è accolto come dono, con totale gratitudine, quindi perchè non cominciare da qualcosa di molto semplice?

Dire : siate grati o siate aperti alla vita è molto facile e vero, l'esserlo realmente è tutta un'altra cosa perchè l'ego ci spinge in continuazione verso l'insofferenza e l'insoddisfazione perchè le cose non vanno mai come vorremmo, non si adeguano alle nostre aspettative.

Cominciare con un bel pediluvio o un massaggio plantare, può essere una sorta di pratica di mindfulness in cui ci connettiamo con delle sensazioni gradevoli primordiali  per far risvegliare la gratitudine, una vera gratitudine fisica, cellulare.

Cominciare col cuore, con le emozioni , ma anche col gusto o l'udito, può risultare più complesso mentre una sensazione di benessere in un piede o nella schiena è molto diretto e funzionale.

Dobbiamo imparare la gratitudine e lo stupore nei confronti della vita partendo da cose semplici e poi, gradatamente, allargarle a situazioni più delicate e complesse.

Non si comincia a pitturare con la cappella Sistina, si comincia con i pastelli ed un foglio, così anche nell'arte della vita spirituale si deve cominciare dalle cose più semplici.

Viviamo in un modo in cui essere grati è difficilissimo e , per certi versi, anti-storico, tutta la società si basa sull'insoddisfazione perchè spinti da questa odiosa sensazione consumiamo sempre più sperando che questo plachi il nostro senso vuoto,; siamo educati e spinti ad una perenne insoddisfazione , dobbiamo avere appetiti sconfinati e bocche piccole in modo da non essere mai sazi....oppure l'economia consumistica crolla.

Invertire il nostro processo mentale è una questione di sanità mentale, prima ancora che di crescita spirituale, e ha pure una valenza"rivoluzionaria" perchè cambierebbe il meccanismo politico/economico dominante.

Come sarebbe una società di persone grate e soddisfatte ci ciò che sono e che si accontentano di ciò che hanno?

Pensavo l'altro giorno a come godevo,nel lontano 69, del White Album dei Beatles , che ho ascoltato e riascoltato ossessivamente per anni , mentre ora, che posso acquistare tutti gli album che voglio, mi annoio subito  e non trovo mai piena soddisfazione.Possiamo certo dire che quello era un capolavoro inarrivabile come non ce ne sono più ma il problema vero è che io non ho più quello spirito fresco, aperto e pieno di stupore,sono io che non sono più in grado di godere così pienamente.

Ognuno rifletta e ,temo, troverà un qualche suo esempio di incapacità di soddisfazione e gratitudine, in qualsivoglia ambito, dai rapporti, al lavoro e anche alla spiritualità.

Quando Suzuki Roshi diceva di mantenere una mente da principiante indicava questa via, perchè la mente da esperto( già sentita questa musica!, gli insegnamenti di questo Lama non sono per nulla originali!) ci porta verso una incapacità di fruizione della vita e ad una perenne e sorda insoddisfazione.

Cominciamo dai piedi, allora, o da qualsivoglia altra gioia semplice (leggetevi :La prima sorsata di birra. E altri piccoli piaceri della vita di P. Delerm) e impariamo la magia della gratitudine e della soddisfazione, un passo per volta, fino ad abbracciare l'abbondanza e la pienezza della vita e dell'essere.

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