giovedì 18 febbraio 2021

 Obbedienza o libertà?  bella domanda che è di grande attualità sia in ambito religioso ( Enzo Bianchi che non obbedisce al Vaticano e non lascia Bose) che politico ( i 5 stelle che non votano la fiducia al governo, come indicato dai vertici) 

Siamo cresciuti con una certa cultura dell'obbedienza, sia chi frequentava la Chiesa che quelli che invece bazzicavano il partito(PCI), ci hanno insegnato ad essere fedeli alla linea, a non metterci di traverso, tant'è che col 68 e poi il 77 ci siamo ribellati, chiedendo un approccio nuovo, salvo poi ricadere in nuovi asservimenti ,a ideologie, consumismo  e altre meraviglie, in un inconsapevole appiattimento delle nostre capacità critiche.

Ora questi nuovi accadimenti ci mettono di fronte al quesito : obbedire all'autorità per un ,non meglio chiarito, bene comune, o decidere liberamente ascoltando la propria "coscienza"?

Personalmente continuo a prediligere la libertà di pensiero e di scelta ,tant'è che non ho mai aderito a chiese, partiti o gruppi e continuo a girarci il più alla larga possibile , trovando asfittico quell'ambiente.

Anche l'Unione Buddhista Italiana , con tutti i suoi regolamenti, la sua gerarchia basata sull'essere o non essere monaci , mi risulta estranea e, anzi, se quello deve essere il Buddhismo italiano, sarò ben felice di non dirmi buddhista.

Ovviamente non è che la disobbedienza sia di per sè una virtù ,come non lo è l'obbedienza, spesso ambedue sono prodotti nevrotici ,legati a insicurezze, deliri di onnipotenza o altro, quindi rimane valido il richiamo al discernimento fondato sulla consapevolezza.

Dobbiamo imparare a capire che cosa ci spinge ad obbedire o a disobbedire, se una tensione costruttiva oppure no, bisogna osservarsi con acutezza e valutare con oculatezza ciò che è più adeguato alla situazione , liberi da attaccamenti e avversioni.

Non so se le disobbedienze di queste ore sono nevrotiche o meno, ognuno valuterà da sè, certo è uno spunto per riflettere su come approcciarsi alla vita in questi tempi ondivaghi in cui si passa ,senza soluzione di continuità, dal caos anarcoide alla più piatta adesione all'esistente .

L'insegnamento del Buddha è la via mediana, che come diceva un mio maestro è quella che unisce il culmine dei ponti e nulla ha che vedere con la via mediocre che è quella che serpeggia in fondo sul greto del fiume., è a quel sommo equilibrio a cui dobbiamo tendere, anche se è un camminare sul filo del rasoio....anzi ,un a metafora tibetana dice che la saggezza folle è leccare un rasoio coperto di miele e gustare il dolce del miele del sangue insieme!

Sentiamoci liberi, quindi, di obbedire e disobbedire a seconda delle situazioni, con la libertà che nasce dalla vera consapevolezza.



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