domenica 27 dicembre 2020

 RAPPORTI?

Se c'è un qualcosa che unisce tutti gli uomini, di ogni tempo e luogo, è la difficoltà relazionale, i rapporti sono la causa della maggior parte dei nostri disagi ma, al contempo, non possiamo farne senza,da buoni animali sociali.

Creare relazioni sane, di mutua comunicazione, senza giochi di potere, proiezioni nevrotiche ecc. è assai arduo e anche nell'ambito spirituale non è che cambi molto.

I gruppi "spirituali" spesso sono un ricettacolo di disagi, deragliamenti esistenziali ,egotrip ,e chi più ne ha più ne metta, col risultato di relazioni faticosissime e contorte.

Anche il rapporto col maestro è spesso inficiato da dinamiche inidonee e , nel complesso, molti sangha sono un bel triste spettacolo relazionale.

Non solo in occidente, come qualcuno potrebbe pensare, ma anche in oriente.

Una cosa che, ad esempio ,mi ha colpito nei monasteri zen, è la quasi completa mancanza di "amicizia" fra i monaci, ognuno fa ciò che si deve fare, ognuno persegue la propria "illuminazione" ma, raramente, si creano rapporti amicali.

C'è una sorta di distacco dalla relazione, anche il maestro pare fare la propria parte senza coinvolgimento empatico, sarà colpa della cultura giapponese, molto riservata di suo, ma la sensazione di freddezza è disorientante.

In ambito cristiano le cose non vanno meglio, anche se l'idea di fraternità dovrebbe essere centrale, basta girare in qualche parrocchia  per vedere gelosie, rivalse, giochi di potere.

Meditare o pregare non basta, sulla relazione bisogna lavorare in modo puntuale ed efficace e comunque non è detto che funzioni, anche perchè i nostri ego, con annessi preconcetti, ideologie e affini, non ci permettono di uscire  da noi stessi per aprici all'altro.

Per incontrare l'altro dobbiamo liberarci delle nostre visioni del mondo e porci in ascolto di quelle altrui, pratica per niente facile, visto che spesso non sappiamo ascoltare e distorciamo ciò che l'altro dice in base ai nostri filtri mentali.

Nel celeberrimo romanzo di Hesse :Siddharta è proprio la capacità di ascolto del barcaiolo Vasudeva che permette a Siddharta di guarire e illuminarsi .

Non ho una risposta definitiva , so solo che le relazioni vanno guarite o le nostre ,piccole o grandi, società andranno sempre più verso il baratro e credo che ognuno di noi debba cominciare a rivedere e riequilibrare i propri approcci relazionali , cerando di aprirsi all'ascolto e all'incontro, sarebbe un buon inizio!

6 commenti:

  1. Sono, personalmente, d'accordo sulla difficoltà esistente nelle relazioni interpersonali. Sono, però, dubbioso sulla considerazione del paragrafo finale: non saprei dire se nei tempi passati era meglio o peggio ma penso che le società NON andranno verso il baratro a causa del disequilibrio degli approcci relazionali. Penso che i veri problemi della nostra società siano legati maggiormente al dilagare di informazioni non verificate, ingigantite o mistificate che portano a non avere più fiducia in niente e nessuno. Una volta c'era la Scuola, la parrocchia, il Sindaco, le forze dell'ordine, ecc. che erano punti fermi, credibili e autorevoli (giusto o sbagliato che fosse). Oggi il "disincanto" e la mancanza di fiducia (probabilmente giustificato) portano all'inasprimento dei rapporti di qualunque tipo.
    Grazie.
    gG

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    1. sicuramente ci sono i problemi che enunci, quando parlavo del baratro .intendevo quello psicologico, più che quello sociale, cioè il diffondersi del disagio esistenziale (ne vediamo innumerevoli esempi ogni giorno) che poi diventa anche disagio sociale aggiunto alle problematiche da te presentate.

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    2. E', per me, molto difficile ragionare sul disagio esistenziale (o mal di vivere) in quanto da un lato faccio fatica a "vederne" gli eventuali effetti (il tasso di suicidi? il consumo di antidepressivi? il numero di psicologi e psichiatri? il numero di libri sul tema?, ecc.) e dall'altro lato credo ci sia una forma di "pudore" che tende a nascondere o minimizzarne l'effetto rendendo poco attendibili i dati stessi.
      Trovo (sul web e altrove) un po' di tutto.
      Ci sono fonti (autorevoli?) che dicono essere in calo (https://it.wikipedia.org/wiki/Suicidio_in_Svizzera#/media/File:Suicide-deaths-per-100000-trend.jpg), altre fonti (medici di famiglia che conosco) affermano che è in forte aumento.
      Per la mia esperienza "sul campo" come ex-docente di scuola superiore non posso dire di aver notato peggioramenti nel disagio esistenziale nei giovani ma è un punto di vista, ovviamente, limitato.
      Mi interesserebbe sapere come si è formata la Sua opinione sulla diffusione del "mal sottile".
      Grazie.
      gG

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    3. Avendo lavorato e lavorando sul campo, come insegnante e terapeuta oltre che maestro di meditazione, negli ultimi quarant'anni ho visto crescere in modo esponenziale il disagio e la difficoltà relazionale , certo non è che prima non ci fosse, probabilmente era meno percepita( c'era la lotta per la sopravvivenza, poi la riscossa sociale ecc) ,adesso ,essendo tutti centrati si stessi, il disagio è più percepibile.
      Non si può immaginare il numero di coppie giovani che non riescono a gestire la relazione e chiedono aiuto( e sono solo la punta dell'iceberg), per non parlare della scomparsa del sentimento dell'amicizia, per come l'abbiamo conosciuto e vissuto noi " anziani", le relazioni amicali sono diventate superficiali, utilitaristiche e liquide, come mi raccontano tanti giovani pazienti, che vivono una angoscia relazionale e un senso di isolamento tremendo.
      L'età dei "social" pare essere minimamente socializzante, si crede di avere mille rapporti e alla fine ci si trova a mani vuote e col cuore devastato.
      L'uso di psicofarmaci è lievitato ,cos' quello di droghe varie e sta ritornando l'alcool , soprattutto fra i giovanissimi.....se non è disagio quello!
      Nei gruppi "spirituali" si trova poi un tasso di nevrosi inimmaginabile un pò di anni fa, perchè si crede che la meditazione o lo yoga possano essere dei sostituti di una terapia.
      Questo è ciò che vedo dal mio osservatorio, ma molti colleghi me lo confermano, anche una insegnante mi diceva che solo in una classe aveva 6 ragazzi che denunciavano fobie scolastiche o di altro tipo.
      Forse sarebbe il casi di chiedersi cosa sta succedendo e perchè.
      La mancanza di punti di riferimento è certamente un problema, così la mancanza di valori e idealità, non è un caso che ci siano tanti casi di adesione a estremismi vari(da casapound, all'islamismo fanatico ecc) ,che denota un bisogno di punti fermi.
      E' discorso molto lungo, comunque due risposte ,forse,le ho date.
      Grazie dell'interesse e dello stimolo

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