sabato 5 dicembre 2020

 " Bisogna essere abbastanza lucidi da conoscere se stessi e dare un giudizio"(Marguerite Yourcenar)

Il conoscere se stessi, il guardare noi stessi è l'inizio della pratica meditativa, quando ci sediamo sul cuscino semplicemente sentiamo noi stessi, osserviamo il viavai dei pensieri, delle sensazioni, non pensiamo a Dio, all'Assoluto , semplicemente stiamo con noi stessi.

Non è facile stare con noi stessi, siamo abituati a fuggire in mille modi : un libro, una telefonata, il pc, la tv ,ma quando meditiamo ci siamo solo noi, non si sfugge.Certo ci proveremo comunque, perdendoci in fantasticherie varie, progetteremo i prossimi decenni di vita, ma alla fine dovremo tornare a noi stessi.

Stare con noi stessi, fare amicizia con noi stessi è il punto fondamentale e poi lasciar andare.Conoscere noi stessi, i nostri processi mentali è importante e ancora di più lasciar andare il tutto e aprirci alla vita così come è, senza aggiungerci nulla , aspettative, desideri, fantasie, vanno lasciate andare.

Se conosciamo noi stessi, ci lasciamo andare, ecco che sorge un'apertura, di colpo possiamo andare oltre noi stessi e sperimentare quella bontà fondamentale, quell'equilibrio che è il fondamento stesso del nostro essere.

In fondo meditare non dovrebbe avere a che fare che la fantomatica illuminazione, ma con lo stare con noi stessi e con la vita così come è , totalmente consapevoli e aperti.

Nel Soto zen si enfatizza che già il sedere totalmente in meditazione è illuminazione, non va ricercato nient'altro.

Chi è un pò esperto sa bene che se ci aspettiamo qualcosa dalla pratica non succede mai o la creiamo noi e quindi non è autentica.

Sogyal Rimpoche ci diceva di ripeterci :" non sto meditando,sono solo seduto e non faccio nulla" proprio per limitare le proiezioni, gli attaccamenti, le aspettative nei confronti della meditazione, che rischiano di portarci fuori strada.

Sediamo e basta, osserviamo le sensazioni corporee, le emozioni, i pensieri poi lasciamoli andare, la nostra mente deve essere come un ampio orizzonte, ogni tanto sorge una nuvola, la osserviamo passare ,poi ritorniamo alla spaziosità del cielo.

La Yourcenar, da buona occidentale dice di dare un giudizio,in realtà non è per nulla significativo, se per caso un giudizio sorge va lasciato andare come ogni altro pensiero, non ha alcun valore intrinseco.

Gesù diceva di non giudicare se non si vuole essere giudicati, intendendo che il giudizio è una forma di pensiero particolarmente pericoloso perchè crea pregiudizio e tende a bloccare e cristallizzare chi o cosa si giudica.

Lasciamo andare anche il giudizio, di fronte alla vastità della vita e dell'essere ha ben poco significato.

Il lasciar andare e il lasciar essere sono i punti cardinale della pratica, se li impariamo anche solo in parte , il nostro approccio esistenziale cambierà radicalmente


Nessun commento:

Posta un commento

  "Forever young. Crescere in saggezza. Un approccio contemplativo all’impermanenza e alle sfide dell'età" esce il 18 maggio.....