sabato 14 novembre 2020

"Quando incontri dopo tanto tempo una persona con la quale hai condiviso un pezzo di vita, della quale hai addirittura creduto di essere innamorato, è inevitabile che ti sembra diversa. È cambiata, come cambiamo tutti, e questo ti appare normale. Poi, a volte, se osservi con attenzione, se non distogli lo sguardo, ti rendi conto con sgomento che quella persona non è diversa. È la stessa, almeno nei tratti sostanziali. Era nel passato in cui vi eravate incrociati, che ti era sembrata diversa. Proiettavi su di lei i tuoi desideri, le tue aspirazioni e i tuoi bisogni. In un certo senso te l’eri inventata, l’avevi creata, ti eri raccontato una bugia complessa, articolata e difficile, molto difficile da svelare."(G. Carofiglio- La misura del tempo -ed Einaudi)

Leggendo il bel legal thriller di Carofiglio ho trovato questa frase di squisita profondità psicologica(oltre a varie altre che impreziosiscono il testo, come gli altri dell'autore) che colpisce subito nel segno: ci raccontiamo un sacco di storie, mentiamo a noi stessi!

Quando si dice che il nostro ego ci fa vivere in una sorta di sogno(o incubo) e che dobbiamo risvegliarci(divenire Buddha) significa smettere di raccontarci storie e di vedere la realtà per ciò che è.

Questa sensazione ben descritta da Carofiglio è comune a molti , incontrando amici o amori del passato provi una situazione di sfasamento e disagio, come se la persona non fosse èpiù la stessa, mentre ciò che è radicalmente cambiato è la nostra proiezione. Possiamo accorgercene o negarlo a noi stessi , possiamo imparare dall'esperienza o ,come più spesso capita, venirne fuori dando la colpa al tempo passato.

Noi ,in realtà, creiamo l'altro in base ai nostri bisogni/proiezioni, senza vedere chi l'altro sia veramente e questo in ogni tipo di rapporto, finanche con i maestri spirituali.

Qualche tempo fa ho avuto uno scambio con un giovane praticante buddhista, devotissimo al proprio maestro, che mi contestava il mio disincanto verso i "maestri", comprensibilissimo vista la giovane età e la non lunghissima esperienza di Dharma....da buon "innamorato" proiettava i suoi bisogni/aspettative sull'insegnante, mentre io, da vecchia volpe spelacchiata, riconosco le proiezioni che mettevo in atto(ai miei tempi).

Smascherare i nostri meccanismi proiettivi è un ottimo modo per uscire dai meccanismi nevrotici e dalle coazioni a ripetere relazionali, ad imparare ad incontrare gli altri in modo più autentico.

Il vero amore è quello che ama l'altro in quanto altro e non come immagine che deve rispondere ai nostri bisogni e aspettative, si basa sul capacità di vedere la realtà dell'altro e di accettarla.

Troppo spesso rincorriamo i nostri sogni , senza mai cercare di svegliarci.

Ovviamente è tutto molto umano, troppo umano, ma inevitabilmente foriero di frustrazione e sofferenza come ci insegna il Buddha.

Carofiglio colpisce nel segno, come spesso sanno fare gli scrittori, smaschera un meccanismo perverso in cui spesso cadiamo e che dobbiamo scardinare per poter trovare un minimo di equilibri e verità nei nostri rapporti.

Nessun commento:

Posta un commento

  "Forever young. Crescere in saggezza. Un approccio contemplativo all’impermanenza e alle sfide dell'età" esce il 18 maggio.....