giovedì 3 ottobre 2019

Leggevo di un insegnante buddhista che dopo anni ha deciso ,nell'entusiamo degli allievi, di non mettere più gli abiti monastici orientali durante gli insegnamenti e la meditazione; in realtà lo hanno già fatto in tanti( me compreso) anche se rimane un gesto simbolicamente interessante.
Staccarci da una appartenenza "culturalmente" determinata è un buon segno di apertura e di inculturazione del Buddhismo nella nostra realtà(che col tibet.il giappone ecc.non ha nulla a che fare ), è  un simbolo, nulla più.
In fondo, se è vero che l'abito non fa il monaco ,neppure il non-abito lo fa, o meglio non è necessariamente segno di reale apertura, non settarismo ecc.
Magari bastasse togliersi un abito!
Purtroppo insegnanti che già hanno fatto quel passo non hanno cambiato di una virgola i loro atteggiamenti assolutizzanti e autoreferenziali, anzi vi hanno aggiunto l'autocompiacimento del proprio gesto.
Il sentiero sipituale è una via stretta(come dicono i Vangeli) e il rischio di smarrire la strada o di mentire a se stessi è sempre presente; ben vengano questi gesti ,ma stiamo attenti che corrispondano ad una reale conversione del cuore.

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