LA PERFETTA PERFEZIONE DELL'IMPERFEZIONE
In alcune tradizioni buddhiste ci sono aforismi del genere: il
mondo è perfetto così come è- il samsara è il nirvana- ogni cosa è illuminata ,
che mettono in chiaro una realtà difficile da comprendere per le nostre menti
occidentali cresciute a dualismo e dialettica.
Da "nostro" punto di vista se una cosa è bianca non può
essere nera, esiste un bene e quindi un male, A non è B ecc.,mentre
nell'esperienza meditativa/contemplativa tutto è interconnesso e non c'è
antitesi, tutto ciò che è manifesta l'Essere, il Rigpa, la natura
illuminata del Buddha , quantomeno a livello assoluto.
Tutti noi viviamo su due livelli, il relativo e l'assoluto, il
livello dell'IO e quello del SE' ma spesso li confondiamo o li viviamo come
antitetici senza trovare una reale integrazione.
Nella percezione relativa è vero che uccidere è male e non
uccidere è bene ,ma a livello assoluto non vì è alcuna differenza ,uccidere e
non uccidere sono due manifestazioni dell'essere (se qualcuno preferisce di
DIO) come si evince dalla visione finale di Arjuna nella Bhagavad Gita.
Nelle esperienze di illuminazione si va oltre le dicotomie per
giungere ad una visione totale di ogni aspetto della vita accolto in una
spaziosità che tutto ingloba.
I mistici di tutti le tradizioni hanno sperimentato questa
fondamentale perfezione della vita ,anche di quegli aspetti che nell'ottica
relativa paiono imperfetti.
Il tema del male è ovviamente compreso, il male,in assoluto, non
esiste, è solo un'armonia che ancora non comprendiamo o una disarmonia che
creiamo con la nostra mente separandoci dal fluire dell'Essere.
Nella tradizione Dzogchen queste visione è chiamata :SAGGEZZA
FOLLE, perchè agli occhi di chi vive nel relativo può sembrare follia,,
Percepire che il samsara(caos, confusione,sofferenza) è , in ultima
istanza, Nirvana(beatitudine. pace) non è comprensibile per la mente
discriminante , solo l'occhio contemplativo può accedervi.
Dobbiamo, attraverso la pratica meditativa, giungere a
quell'esperienza e poi integrarla nel relativo.
Nel relativo scegliamo e discriminiamo ma nell'orizzonte
dell'assoluto in cui non esiste discriminazione alcuna, per dirla in termini
cristiani viviamo nel mondo senza essere del mondo.
Ecco allora che possiamo fruire della perfetta perfezione
dell'imperfezione e trovare finalmente pace uscendo, una volta per tutte,
dall'ossessiva ricerca di una qualche perfezione idealizzata .
La vita è perfetta così come è, è "sensuosa" cioè
sensata e sensuale, come diceva Panikkar, basta solo lasciarsi andare ad essa e
lasciarla essere!
Buonasera, cortesemente può rispondermi usando l'indirizzo mail che Lei (penso) sia in grado di leggere? In questo modo potremmo scriverci "in privato".
RispondiEliminaGrazie.
gG
purtroppo non posso vedere la sua mail.....
EliminaOk, allora gliela scrivo, ovviamente deve togliere gli spazi: giuseppe.gandi@g m a i l.c o m
RispondiEliminaSe cortesemente mi scrive possiamo iniziare un dialogo.
Grazie!
gG