giovedì 28 maggio 2020

Non so se avete seguito sui giornali la triste vicenda del Monastero di Bose,ove ,a seguito di insanabili tensioni interne e chissà cos'altro, è stata chiesta una sorta di ispezione da parte del Vaticano che ha portato all'espulsione dal monastero del fondatore Enzo Bianchi e di altri tre monaci .
Ovviamente non conosco i retroscena della storia e non ho nessuna voglia di parteggiare per gli uni o gli altri(come già sta accadendo) ma solo riflettere sulla tristezza ,tutta umana, della vicenda.
Padri spirituali e figli spirituali che si disconoscono a vicenda, compagni spirituali che non si sopportano più e chi più ne ha più ne metta, nulla di nuovo, cose viste mille volte.
Non cadiamo nella solita semplificazione: i soliti giochi do potere dei cattolici, perchè è già successo anche in altre tradizioni, Buddhismo compreso.
Di gruppi di Dharma che sono esplosi o implosi, con cacciata di insegnanti, guerre intestine fra allievi la storia è piena.
Bose, luogo simbolo di un cristianesimo aperto e dialogante, ci aveva illuso di essere al di sopra di certe piccolezze e invece, eccole lì.
Comunque vada a finire, con una forzata riconciliazione, con una nuova fondazione da parte dei "cacciati" ,sarà comunque una ferita difficile da rimarginare.
Tutto questo ci faccia riflettere sulla nostra fragilità, sulla nostra insipenza umana e spirituale, anche dopo una vita di preghiera o meditazione, e ci renda più attenti, umili e compassionevoli, con noi stessi e con gli altri.
Homo sum, humani nihil a me alienum puto(Sono un uomo,nulla che sia umano mi è estraneo)

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