martedì 31 marzo 2020

«Dove c'è paura, lì sta il compito».
C. G. Jung
So bene che tutti siamo affollati, nella mente e nel cuore, da immagini di perdita, di rabbia, di morte. So bene che vivere così è difficile. Difficile stare soli, difficile condividere il giorno e la notte sempre con le stesse persone. Difficile sentirsi prigionieri e minacciati. Sentirsi, come siamo, sotto sequestro da parte di una sorta di rapitore invisibile. So bene che tutto sembra immobile e senza una data che ci dica quando finirà.
La paura, la solitudine, la forzata convivenza coltivano le nostre angosce e le nostre rabbie. Ma noi non siamo solo quelle. Siamo anche altro, molto altro: però in momenti simili, come sempre, emergono il meglio e il peggio di tutti noi. Emerge quell’ombra che sempre ci accompagna e che noi sappiamo tenere più o meno a bada finché la vita sembra sotto controllo. Ci pare di averlo perduto, il controllo, ma non è così: non lo abbiamo mai avuto e in genere viviamo come se fossimo certi di possederlo. E quindi ora abbiamo paura.
Bene. E’ questa paura il nostro compito. Altrimenti quando tutto finirà –perché finirà- saremo vivi ma avvelenati. Dalla nostra rabbia, dalle cattive informazioni, dalle troppe informazioni, dalla superficialità, dall'arroganza, dalla stupidità, dalla paranoia, dalle parole che avremo detto mentre eravamo rabbiosi e impauriti e che avranno scavato un solco intorno a noi. Quindi cerchiamo di attraversare la paura: proteggiamoci, seguiamo le cose che ci vengono dette, ma quelle che provengono da fonti attendibili, non le mille sciocchezze che circolano e c’infettano. Cerchiamo dentro di noi un luogo sicuro, dove riconoscerci ancora. Tutti vogliamo sopravvivere, ma tentiamo di arrivare a quel momento in cui ci diremo: “Bene, dove andiamo stasera?” con l’anima e il cuore non troppo sfregiati.

4 commenti:

  1. Caro Marco,
    che bello leggere le tue parole! In un periodo così particolare anche io, dopo tanto tempo, esco dal mio angolino!
    È un periodo strano ma molto intenso. È terrorizzante ma anche liberatorio vivere nel concreto di tutti i giorni l'assoluta mancanza di controllo, non ti resta che vivere senza programmare troppo. È però angosciante la consapevolezza che il virus, come un po' tutto, non è democratico e se per me il massimo del fastidio è stare in casa con un adolescente o gestire mamma e suocera recalcitranti alla quarantena, per chi è più fragile per i più svariati motivi sarà veramente difficile.
    Però con questa rinnovata spaziosità nel nostro orto sono tornati i tassi...
    Un abbraccio!
    Alice

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  2. E' bello sapere tue nuove, che questo tempo, pur nella sua crudezza, ti sia lieve e foriero di crescita interiore
    un abbraccio forte

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  3. ciao alice !!! è bello avere tue notizie. tu non ci fai caso - ma il tuo bel cuore è molto ben conosciuto da noi del [meno recente] "gruppo" di incontro - moderato da marco ... // ah ... tra l' altro ... è vero : pare che con questo "stop" dell' attività "antropica" - la natura stia "riaffermando" i propri "diritti" - e si stia "risvegliando". ...

    un bacione affettuoso nel dharma.

    tuo

    eugenio ["tseundru thayé"]

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  4. per alice : in realtà il "controllo" era assente anche prima della diffusione del covid19. c' era solo l' "illusione" del "controllo".

    ... la situazione attuale ... è assimilabile alla perdita di svariati punti di riferimento nei nostri orientamenti [ma - in effetti - può essere "liberatorio" - realizzare - che - è la "realtà" - a detenere il "potere" - di vita e di morte - e non il nostro "piccolo" "ego" !!!].

    "in" "ogni" "caso" - "vedremo" - se potrà "sorgere" "qualcosa" di "buono" - da "questo" "stato" "di" "cose".

    eugenio

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