mercoledì 1 maggio 2019

Oggi, giorno del mio ennesimo compleanno e festa del lavoro, mi vedo regalare una bella tirata di orecchie da alcuni volenterosi praticanti di un centro di Dharma che si sono sentiti toccati (coda di paglia?) da alcune cose scritte in questo blog .
In primis i miei post non vogliono essere un attacco personale a qualcuno, visto che non ho mai nominato nè le persone nè i luoghi, ma riflessioni generali che prendono spunto da alcuni particolari., conseguentemente se uno si offende vuol dire che è stato toccato dai miei discorsi....e implicitamente ne ammette il valore.
E' comunque molto triste che persone che si dicono Buddhiste   rifuggano dalle critiche, dal confronto con chi ha una visione differente ecc.
Temo che ciò che scrivevo sulla chiesizzazione sia sempre più vero
Purtroppo di situazioni di chiusura settaria è pieno il mondo, in tutti gli ambiti.....per quel che conta vi consiglio, almeno per quel che riguarda il cammino spirituale, di fuggire a gambe levate ogni volta che sentite puzza di chiusura, gerarchia o settarismo......
come diceva Krishamurti:

“Ritengo che la Verità sia una terra senza sentieri e che non si possa raggiungere attraverso nessuna via, nessuna religione, nessuna scuola. Questo è il mio punto di vista, e vi aderisco totalmente e incondizionatamente. Poiché la Verità è illimitata, incondizionata, irraggiungibile attraverso qualunque via, non può venire organizzata, e nessuna organizzazione può essere creata per condurre o costringere gli altri lungo un particolare sentiero. Se lo comprendete, vedrete che è impossibile organizzare una “fede”. La fede è qualcosa di assolutamente individuale, e non possiamo e non dobbiamo istituzionalizzarla. Se lo facciamo diventa una cosa morta, cristallizzata; diventa un credo, una setta, una religione che viene imposta ad altri.“ 

3 commenti:

  1. krishnamurti aveva un folle terrore dei maestri - dei veri maestri - che gli avrebbero insegnato come rinunciare a sé stesso.
    invece è sempre rimasto sulla soglia della realtà - senza mai entrarvi. in ordine al non-dogmatismo - direi che la "realtà" è un "autrice" "quanto" "basta" "qualificata" e "accreditata".

    "un" "abbraccio".

    - "eugenio" -

    fondazioneacquarius@libero.it

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    1. insomma bisogna prender atto però che il modo di esprimersi delle proprie realizzazioni è nella quasi generalità dei casi quello della gregarietà da cui le chiese, le fedi come adesione a riti e credenze etc. Questo è il modo con il quale l'uomo da sempre cerca di dare risposte a sè stesso e agli altri. Il buddhismo non fa eccezione basta vedere come si è trasformato a contatto con culture diverse. Questo crea dipendenza? sicuramente sì perchè risponde al nostro bisogno identitario, esattamente come crea dipendenza l' appartenere ad una comunità sociale. Ciò significa che di fatto l'uomo è sottoposto a dipendenze e la sua autonomia dipende sia da sè stesso e dal suo grado di libertà sia dalle grandi strutture religiose. a me sembra che in queste ultime, lentamente e con difficoltà, stia emergendo la possibilità di essere meno dogmatiche, più pluraliste etc. D'altra parte questo è il mondo e dobbiamo starci dentro se vogliamo agire compassionevolmente.

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    2. sicuramente......ma dobbiamo stare attenti a non cadere in quello che Trungpa rimpoche chiamava:compassione idiota!
      A volte possiamo/dobbiamo usare metodi bruschi per spingere le persone ad uscire dai dogmatismi e dalle dipendenze.

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