Un improvviso lampo di illuminazione non ha bisogno di preparazione, non richiede un sistema educativo. È natura innata, che non dipende affatto da alcun corso di formazione. L'intero concetto di aver bisogno di una formazione è un approccio molto debole, perché implica che non possiamo avere in noi il potenziale e che, pertanto, dobbiamo renderci migliori di quel che siamo: dobbiamo cercare di competere coi maestri o con gli eroi.
Così cerchiamo di imitarli, credendo che, alla fine, con qualche cambio di marcia del processo psicologico, potremmo riuscire a diventare loro. Anche se in realtà non siamo loro, crediamo di poterlo diventare solamente imitando, facendo finta, raccontandoci costantemente che siamo ciò che non siamo.
Ma quando si verifica questo improvviso lampo di illuminazione, quest'ipocrisia non esiste. Non dovete fingere di essere qualcosa. siete qualcosa. Avete alcune tendenze già presenti in voi, in ogni caso. È solo questione di metterle in luce.ù
Chogyam Trungpa Rimpoche
lunedì 29 aprile 2019
venerdì 26 aprile 2019
SCUOLE O
CHIESE?
In questi
giorni, fra amici praticanti di varie tradizioni, è venuto fuori il tema della
chiesizzazione che molti gruppi/scuole di Dharma sembrano vivere, in una sorta
di delirio collettivo verso una sempre maggiore gerarchizzazione e istituzionalizzazione. In effetti, guardandosi
in giro, fra siti, forum, seminari, pubblicazioni e affini , pare che
buona parte del Buddhismo italiano stia
prendendo la deriva istituzionale, fra insegnanti che sempre più divengono MAESTRI(indiscutibili
come i Guru di antica memoria), allievi che diventano DEVOTI, la corsa al materialismo spirituale(iniziazioni,
ordinazioni ecc) e un ,non tanto velato
compiacimento, per i numeri raggiunti: ho ordinato tanti monaci, dato il
rifugio a tot allievi e chi più ne ha più ne metta.
Questa
deriva non è cosa nuova , dura da anni, e i tanti scandali legati a Lama, Roshi
ecc è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che in piccolo ripropone le
stesse dinamiche di potere della tanto vituperata Chiesa Cattolica…..Ricorda un’amica
che dopo aver presenziato ad un incontro con dei Lama tibetani, con tanto di
broccati sfarzosi, canti liturgici e
altre meraviglie mi disse: “ beh, se devo venire qui, tanto vale che
vada in parrocchia!”
Ho sentito
con le mie orecchie allievi zen decantare l’aura mistica del loro “maestro” che
dava loro una sorta di estasi solo passando alle loro spalle mentre erano in
zazen e altri che fronte ad un certo Lama dicevano di avere esperienze
extracorporee…..
Può essere
che si tratti di squilibri psicologici dei singoli, però anche i gruppi, e a
volte pure i maestri, sembrano non disincentivare certi
atteggiamenti/comportamenti.
L’UBI(unione buddhista italiana) è
diventata una chiesa riconosciuta dallo stato e c’è una corsa a farsi
riconoscere ministri di culto( che bisogno c’è??????) con tutto quello che
comporta.
Il Buddhismo
sta diventando una RELIGIO? Anzi, vista la non tanto latente competitività fra
gruppi e tradizioni(io sono più illuminato di te!!!! I koan sono meglio dei
mantra o viceversa ecc) , varie Religio?
In quel caso
sarò ben felice di non dirmi più Buddhista!
Di Chiese ne
abbiamo già avute a sufficienza e hanno fatto già abbastanza danni, non vedo il
senso di crearne di nuove!
sabato 20 aprile 2019
BUONA PASQUA A TUTTI!!!!!
Certo che, come dice snoopy,se risorgesse il cervello ad un pò di gente, il mondo andrebbe meglio.
Il senso della Pasqua è proprio che dal male del mondo può nascere del bene.... forse è solo una utopia, ma è comunque rigenerante pensarlo.
Viviamo allora ogni nostra esperienza in piena consapevolezza aperti a ciò che potrà generare!
lunedì 8 aprile 2019
Su di un forum di un centro buddhista compare un testo del Maestro che ,in poche parole, asserisce che la sua realizzazione è tale che è indicibile agli altri e quindi non vuole partecipare ad incontri con altri Buddhisti che tanto non lo capirebbero e se se lo capissero sarebbe pure peggio perchè si sentirebbe degradato ,visto che gli altri sono coglioni(non lo dice ma lo fa capire)!
Che tristezza.................ho commentato con una vignetta, questa!
Che tristezza.................ho commentato con una vignetta, questa!
venerdì 5 aprile 2019
martedì 2 aprile 2019
Mc 10,17-27
In quel tempo 17mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.19Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». 20Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». 21Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». 22Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio!25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
23Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». 24I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio!25È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». 26Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». 27Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Forse era già tutto sbagliato dall’inizio. Il vizio originale stava già nella domanda di quel tale: “Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?” (Mc 10,17). La sua ricerca si mostra viziata fin dalla domanda che la muove, una domanda che ruota attorno a due verbi che poco, o nulla, hanno a che fare con la ricerca propria dell’autentico cercatore: il verbo “fare” – “Che cosa devo fare?” – e il verbo “avere” – “Per avere la vita eterna” –. La sintassi dell’autentica vita spirituale non si costruisce mai su questi due verbi, che parlano di un porsi al centro, di un ottenere, di un guadagnare che rivelano come quella ricerca sia mossa da un abbaglio fondamentale: nutrire se stessi, eternare la “propria” vita. Tutto il contrario della proposta di Gesù, che l’evangelista Marco aveva riportato, nella sua scandalosa scabrosità, non molti versetti prima: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso … Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà” (Mc 9,34-35).
Perdere, dunque, per trovare la vita: questa la prospettiva di chi vuole vivere del desiderio di Gesù Cristo. Esattamente il contrario della traiettoria che la domanda di quel tale delinea: acquistare per trovare la vita. Svuotamento contro riempimento, vuoto contro pieno. Se tu cerchi la pienezza, come quel tale, Gesù ti mette in guardia e ti invita a iniziare con decisione un cammino diverso.
Innanzitutto guarda, riconosci ciò che già conosci e arriva a dirlo con le tue parole, onestamente davanti a te e al Signore, che già le sa – “Tu conosci i comandamenti” (Mc 10,19) – ma le vuole ascoltare da te: “Tutte queste cose [i comandamenti] le ho osservate fin dalla mia giovinezza” (Mc 10,20). Da questo dialogo di parole schietto, onesto, può nascere un dialogo di sguardi salvifico. È Gesù a offrire per primo il suo sguardo d’amore: “Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò” (Mc 10,21). In questo sguardo brucia una domanda che chiede una risposta, chiede una corrispondenza di sguardo, chiede di entrare in una relazione. Gesù “gli disse: ‘Una cosa sola ti manca’” (Mc 10,21). Per entrare in una relazione occorre perdere, occorre perdersi. Occorre accettare uno spaesamento, abbisogna di un’uscita dal proprio paese: “Va’!” (Mc 10,21). Il paese di quel tale si chiama “abbondanza”, si chiama “pienezza”. Per uscire da questo paese schiavizzante, Gesù gli offre una via liberante: l’entrata in una mancanza, con il coraggio di chi accetta, anzi decide in cuor suo, di svuotarsi del proprio pieno: “Vendi” (Mc 10,21), cioè svuòtati. Inizia con il vivere una mancanza, incammìnati là dove non hai, là dove non sai.
Al Regno, al tesoro di quel Regno non ci arriverai con i tuoi possedimenti, non vi giungerai possedendoti: lo potrai fare solo lasciandoti, abbandonandoti a un altro. Cioè lo potrai fare solo accettando un invito: “Vieni!”, avvicìnati, stai a distanza di sguardo, stai dentro quello sguardo di amore che ti ha raggiunto e ti vuole scaraventare fuori dalla tua oscura tristezza (cf. Mc 10,22) aprendoti la via della vita. La via felice, luminosa, raggiante come sola può essere quella percorsa insieme, dentro a una relazione: “Seguimi!” (Mc 10,21). La via possibile solo a Dio (cf. Mc 10,27), ma che la vuole percorrere con te, se solo hai l’audacia di cominciare e sempre ricominciare dal tuo vuoto accolto, aperto.
fratel Matteo
UN testo che non può che farci riflettere......Ripensando alla mia vita passata, vedo come il bisogno di entrare in rapporto con i miei maestri fosse fondante.....necessitavo di essere amato, riconosciuto,amato , visto, per potermi abbandonare e perdermi.......Per dirla in termini psicoanalitici dovevo strutturare l'ego per poi superarlo.
Pure io ho dovuto superare, faticosamente, il materialismo spirituale....l'dea di dover ottenere qualcosa, raggiungere l'illuminazione.......Questo brano evangelico, con il commento di Matteo è importantissimo per tutti i ricercatori spirituali......per non cadere nell'errore di usare la Via per nutrire l'ego invece di lasciarlo andare.......cercare il pieno invece del vuoto!
Bisogna essere molto attenti perchè il meccanismo del giovane ricco è incistato dentro di noi, siamo legati all'idea di acquisizione,anche in ambito spirituale.
Pensiamo che il percorso spirituale sia un aggiungere, mentre invece si tratta di togliere fino a lasciare il vuoto.....che quindi può accogliere l'essere.....
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