martedì 14 agosto 2018

Cristianesimo e altre “meraviglie”
Ricevo oggi il notiziario del tempio zen di Scaramuccia, lo leggo con attenzione e mi soffermo sul passo in cui il Maestro Taino parla dell'irrigidimento di alcuni lettori del forum (qualcuno mi diceva anche dei suoi teisho sui vangeli) a fronte di critiche sul cristianesimo.
Per quel che mi concerne (altri diranno la loro) le critiche non mi infastidiscono o irrigidiscono per nulla, se sono intelligenti, fondate e motivate… il cristianesimo, come tutte le altre tradizioni religiose e non, ha mille difetti, problematicità, distorsioni dal messaggio originale e chi più ne ha più ne metta.
Basti pensare che il cristianesimo, come lo conosciamo noi, è opera di San Paolo che non aveva  conosciuto Gesù e che, almeno inizialmente, era stato criticato da Pietro e gli altri discepoli… per non parlare dei vangeli che sono stati redatti da 100 a 400 anni dopo la morte di Gesù, quindi da comunità che avevano già strutturato un credo… e quindi ci dicono molto su cosa si credeva su Gesù e assai poco su cosa credeva Gesù.
Detto questo, bisogna però ammettere che non tutto è spazzatura, e la storia del cristianesimo è ricca di sconcezze ma anche di esempi luminosi.
Ciò che mi spiace, anche se non mi stupisce affatto, è l'attacco gratuito, basato sul sentito dire o su disastrose esperienze personali (ma in un monastero in cui sono stato ho incontrato un monaco pedofilo ma anche tanti saggi e “illuminati”) senza una visione panoramica e critica in modo costruttivo.
Questo vale anche quando sento parlare in certo modo dell'ebraismo, dell'islam piuttosto che dell'induismo.
Continuo a pensare (con David steindl-rast e Aikten Roshi) che tutte le vie tendano alla medesima realizzazione, con metodi differenti e sovrastrutture culturali spesso pesanti… ma ritengo pericolosissimo demonizzare i percorsi altrui per partito preso spesso solo perché abbagliati dal nuovo incontro con una tradizione affascinante o esotica.
Il Dalai Lama ha più volte detto che non c'è alcun bisogno di diventare Buddhisti per fare l'illuminazione, volendo basterebbe praticare seriamente la tradizione di appartenenza.
In fondo se ci degnassimo di leggere Meister Ekhart o San Giovanni Della Croce  scopriremmo molte affinità (sotto la vernice teologica Cristiana) con l'esperienza del Buddhadharma.
Basta leggere l'opera di Raimon Panikkar per vedere un sublime incontro esperienziale (oltre che teologico e filosofico) fra cristianesimo, Buddhismo e induismo.
Non credo ci sia da offendersi a fronte dei tanti libri superficiali e polemici contro le religioni del libro o di interventi sui forum, ognuno è libero di pensare come vuole e di scrivere ciò che vuole semmai ci si può dispiacere della mancanza di apertura e di disponibilità all'incontro.
In vita mia ho avuto la fortuna e il privilegio di incontrare e imparare da maestri di svariate tradizioni/religioni e culture e da ognuno ho ricevuto qualcosa di importante e, forse per questo, rispetto e apprezzo ogni via (pur non negandone le criticità e le differenze).
Non so se in fondo non ho mai smesso di essere un po’ cristiano, lascio ai posteri l'ardua sentenza, ma se anche fosse non me ne vergognerei perché è di lì che sono partito, lì ci stanno le mie radici (o almeno qualcuna) e se poi ho fruttificato altrove lo debbo anche a quelle radici.
Questa è la mia storia ed è legittimo che altri invece vogliano/debbano tranciare le radici, uccidere il padre per trovare la propria dimensione, ci mancherebbe.
Se dovete uccidere il padre o la madre, eradicarvi… va benissimo, fatelo, ma fatelo con amore, se potete!( e con rispetto…)

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