mercoledì 6 giugno 2018



Parliamo tanto di voler vivere una vita appagante e appagata. A volte mi chiedo se questo di per sé non sia una fonte di avidità che finisce in una vita traboccante di troppe sfide e attività.
È stato Thomas Merton a dire che caricarsi di  troppe cose, cercare di risolvere troppi problemi del mondo e voler porre fine  alla sua sofferenza diventa una vita di violenza. Contro noi stessi e contro la vita così com'è........è un fatto.
Abbiamo spesso questo delirio di diventare "realizzati" ,di avere un vita "piena e significativa"parametrando il tutto a immagini ideali prive di reale costrutto.....Davvero pensiamo di poter essere come Milarepa, come San Francesco o Madre Teresa?
La vita è ciò che è: fare la spesa, pagare le bollette, amare, arrabbiarsi, fallire, riuscire, godere, soffrire,ecc.ecc. ,come diceva Panikkar è di per sè "sensuosa" , cioè sensata e sensuale,tutto il resto è sogno egoico.
Come dice Eve Marko:Sto iniziando a vedere che la fame di significato e di realizzazione può anche essere una trappola., La mia versione del materialismo spirituale

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