Riflessione serale....il fatto che, nonostante abbia pubblicato ormai un buon numero di libri e guidato gruppi di meditazione e tenuto conferenze , non abbia un benchè minimo seguito ,è pura sfortuna,scelta, o evidente incapacità?
Mi piace raccontarmi di aver scelto di non inseguire il successo e le sirene della leadership, in parte è sicuramente vero , ma.....non è che ho scelto perchè ,in fondo, non ne sono capace?
Francamente alla mia età non è che sia un problema, più che altro è un esercizio tipo esame di coscienza.
Mi piacerebbe capire se, fondamentalmente, sono incapace di fare il "maestro" o il leader intellettuale o altre amenità, o se, veramente, ho scelto di non perseguire quella strada perchè non la trovavo autentica.
Forse un pò e un pò, e come la volpe con l'uva , non riuscendo a raggiungerla, mi sono convinto che non era buona.
Purtroppo ho visto con i miei occhi come il successo abbia distrutto maestri di valore, facendoli deragliare completamente , io non ho corso questo rischio, cosa non da poco, ma vorrei capire se, in fondo a qualche recesso dell'animo,non avrei desiderano correrli.
Tutto queste domande perchè invecchio e ancora , a volte, attendo con una stupida punta di ansia la risposta dell'editore sul nuovo manoscritto......che poi, anche se pubblicato, verrà letto, se va bene, da mille persone e non cambierà la vita a nessuno, men che meno la mia.
L'ego è sempre pronto a fregarci, bisogna stare attenti, ho visto maestri zen compiacersi , in modo narcisistico, per il tempio costruito, per la forma fisica o per il numero di allievi, Lama autocelebrarsi per i molti centri aperti nel mondo e per i libri divenuti best-seller:era un'uva che non riuscivo a raccogliere o veramente non mi interessava?
Forse un giorno lo vedrò chiaramente, oppure no, in fondo non tutto può essere compreso e i nostri meccanismi interiori assai raramente sono semplici e lineari.
Forse sarebbe meglio non pensarci più di tanto e accettarsi per ciò che si è, contraddizioni e confusioni o incertezze interiori comprese.
Come ho raccontato in uno dei miei libri,non mi sono mai sentito veramente amato e accettato da mio padre, forse è questa ferita originaria, pur elaborata, che continua a non farmi mai essere troppo sicuro e me e di ciò che faccio, con il risultato di evitare ogni possibilità di successo, di cui ,inconsciamente, non mi sento degno.
Bah, autoanalisi da strapazzo?chissà.....
Intanto continua a scocciarmi l'attesa del parere degli editori, mi trovo a pentirmi quando accetto di fare un incontro una conferenza(mi chiedo a che serve e cosa ho da dire di nuovo o interessante) ecc. ecc.
Umano, troppo umano.....la solita punta di ego , a metterci il naso!